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L'omosessualità NON è una malattia. Anzi.

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2007 16:18
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30/04/2007 22:21
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: @Salila@ 30/04/2007 19.50

si diceva che "Nessuno si sogna di verificare le premesse e di interrogarle fino alle estreme conseguenze". Dal mio punto di vista è assolutamente positivo essere curiosi nella vita, restare bambini sempre, scorgere la novità e la bellezza in ogni cosa, voler imparare..scoprire! per me è molto limitato l'accettare e basta un qualcosa che mi viene detto!..io interrogo sempre ogni aspetto della vita e dell'anima fino alle sue estreme conseguenze
[SM=x1061915]




Ma allora sei bravissima, in linea con una moderna scuola di analisi della parola e, perciò, del pensiero. Interrogare fino alle estreme conseguenze ogni premessa può evitarici di cadere nella trappola della credulità e di ritenere vere premesse che, invece, non sono state mai vagliate e verificate nella loro portata. Il grosso problema è che premesse ritenute vere e non interrogate sino in fondo possono influenzare completamente la nostra esistenza ed indurci a vivere in un modo piuttosto che in un altro, prigionieri magari delle nostre stesse credenze. [SM=g27992]

Tanti cari saluti

Pyccolo
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30/04/2007 23:01
 
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Tornando al post iniziale, il tema recita:

"L'omosessualità NON è una malattia. Anzi."

Non so che cosa si sia voluto intendere con "Anzi"...è possibile intendere varie cosette, per cui sarebbe meglio che chiarisca chi abbia introdotto il thread.

Abbiamo appurato che certamente non si tratti di malattia riferibile allo stato di salute di una persona. Un omosessuale, difatti, potrebbe godere di ottima salute come qualunque altra persona.

Qualcuno si è spinto oltre affermando che si tratti di tendenza innata, oppure di predisposizione. Altri han detto che si tratti di un fatto congenito.
Tutte queste spiegazioni tenderebbero ad eliminare la volontà personale, che è una caratteristica del pensiero umano, una dote molto spesso utile, ma a volte ingombrante.
Invece della volontà sarebbe, secondo queste persone, un fattore estrinseco ad essa a provocare la scelta dell'orientamento. Come dire che, indipendentemente dalla volontà personale, contro fattori che non dipendano dalla volontà dell'uomo non si possa nulla... è così e basta.
Se fosse così, o se la scienza medica avesse determinato con certezza una tale eventualità, come per la nascita di down, allora nulla sarebbe eccepibile nel considerare come congenito ed innato un tale comportamento.
Comunque sia, a tutt'oggi, nulla lascia intendere che si tratti di un fattore predisponente congenito, così come nulla lascia presagire per il futuro un'eventualità del genere.
Le ipotesi e le statistiche, allorchè tendano a dare una spiegazione razionale e certa al fenomeno, toppano grossolanamente.

Sotto questo aspetto, a parer mio, non possiamo che dire che omosessuali, bisessuali, transessuali etc. siano in tutto e per tutto persone normalissime, vuoi in senso fisico che psicologico. Un'opinione, credo, migliore di quanto si aspettassero, dato che qualcuno, anche fra loro, insiste nel ritenere innata, congenita, quella caratteristica, perciò una difformità rispetto al resto del genere umano.
Il fatto che un orientamento possa essere creduto innato servirebbe solo ad eliminare la responsabilità personale.
Non sto parlando di reato o di peccato, ma di responsabilità per come si conduce la propria esistenza. Tutti siamo responsabili per come ci comportiamo e per le scelte che facciamo.

Com'è che allora si decida ad un certo punto di comportarsi in un modo piuttosto che in un altro?
Centrano in tutto questo processo l'educazione ricevuta, l'ambiente familiare, la società, la religione, i propri desideri e le proprie aspiranzioni?
Può essere che nascano tutti con le stesse opportunità ma che, ad un certo punto, uno scelga di seguire una direzione piuttosto che un'altra?
Non è che di punto in bianco la persona si fermi e dica: adesso sono arrivato al bivio e scelgo...difatti la spinta alla scelta può essere inavvertita e graduale, come avviene un pò per l'innamoramento. Noi possiamo pensare che quando ci innamoriamo ci innamoriamo improvvisamente, come con il cosiddetto colpo di fulmine, o dopo qualche breve riflessione. Non sembra sia proprio così...l'innamoramento può aver richiesto anni ed anni di preparazione e di predisposizione...alla fine si coglie solo il frutto e si immagina che quella spinta sia la spinta del momento.

A voi anche le vs riflessioni da condividere insieme, se lo desideriamo ovviamente...nessuno è costretto.

Pyccolo









Modificato da pyccolo 01/05/2007 0.23
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Re:

Scritto da: pyccolo 30/04/2007 23.01
Tornando al post iniziale, il tema recita:

"L'omosessualità NON è una malattia. Anzi."

Modificato da pyccolo 01/05/2007 0.23


Quel "anzi" si riferisce semplicemente all'articolo contenuto nel primo post di questo topic, intitolato: «IL GENE DELL'OMOSESSUALITà, se ancora esiste, è perchè serve A MIGLIORARE L'UOMO»
L'ipotesi evolutiva pubblicata dalla rivista scientifica «Nature». «Maggiori capacità di fecondare»

mercoledì 17 gennaio 2007 , dal Corriere della Sera



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01/05/2007 20:05
 
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Re:

Scritto da: pyccolo 30/04/2007 23.01

Sotto questo aspetto, a parer mio, non possiamo che dire che omosessuali, bisessuali, transessuali etc. siano in tutto e per tutto persone normalissime, vuoi in senso fisico che psicologico. Un'opinione, credo, migliore di quanto si aspettassero, dato che qualcuno, anche fra loro, insiste nel ritenere innata, congenita, quella caratteristica, perciò una difformità rispetto al resto del genere umano.
Il fatto che un orientamento possa essere creduto innato servirebbe solo ad eliminare la responsabilità personale.
Non sto parlando di reato o di peccato, ma di responsabilità per come si conduce la propria esistenza. Tutti siamo responsabili per come ci comportiamo e per le scelte che facciamo.


Modificato da pyccolo 01/05/2007 0.23


A parer mio, poichè l'OMS ha stabilito che l'omosessualità non è una condizione patologica, dire che un'omosessuale non è "normale" non ha alcun senso. Sarebbe come dire che un nero non è normale... Insomma, si scade nel razzismo puro.
La realtà è che un gay, piaccia o no, è una persona "normale" (qualunque cosa voglia dire) sia dal punto di vista fisico che psicologico. Essere gay non è un comportamento volontario, è un modo di essere alternativo all'eterosessualità, nè più nè meno di quanto essere bianchi è un modo di essere alternativo all'essere neri.




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02/05/2007 18:01
 
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Re: Re:

Scritto da: pyccolo 02/05/2007 17.45
Scritto da: (Upuaut) 02/05/2007 16.21
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> A parer mio, poichè l'OMS ha stabilito che l'omosessualità
> non è una condizione patologica, dire che un'omosessuale
> non è "normale" non ha alcun senso. Sarebbe come
> dire che un nero non è normale... Insomma, si scade
> nel razzismo puro.
> La realtà è che un gay, piaccia o no, è una pers
> ona "normale" (qualunque cosa voglia dire) sia
> dal punto di vista fisico che psicologico.

Non so a chi ti riferisci (non capisco perchè non si faccia riferimento agli interlocutori cui si replica). Ma se ti riferissi a me sappi che in merito il mio commento è racchiuso da questa citazione, che puoi trovare in un post precedente:

"Sotto questo aspetto, a parer mio, non possiamo che dire che omosessuali, bisessuali, transessuali etc. siano in tutto e per tutto persone normalissime, vuoi in senso fisico che psicologico. Un'opinione, credo, migliore di quanto si aspettassero, dato che qualcuno, anche fra loro, insiste nel ritenere innata, congenita, quella caratteristica, perciò una difformità rispetto al resto del genere umano.


Circa il fatto di "ricadere nel razzismo puro" tengo a precisare che i signori che tu difendi non sono immuni dalla fobia del "razzismo" (omofobia), quindi dalla discriminazione. Non lo dico io, ma lo dicono loro stessi. Se tu visiti un pò di forum del settore in giro ti renderai conto della loro propensione alla discriminazione. Non facciamo perciò diventare innocenti e vittime persone che nn lo sono del tutto, perchè, in quanto a discriminazione, sono anche loro propensi a discriminare come potrebbero esserlo molti fra i cosiddetti eterosessuali.
Per tua conoscenza di riporto un commento di una forista ed il link che ne riporta altre, ma potrei riportarti altre ontraddizioni di discriminazione in seno a quelle comunità:

"a me è capitato che entrando in un bar di gay (scrivo gay e non omosessuali perchè in realtà la presenza maschile è dominante..anche se va a periodi)io bacio un mio amico (non alla francese!) semplicemente così in gesto d'amicizia e un pò per rompere i coglioni..non l'avessi mai fatto..si sono girati tutti e oltre al che schifo..non c'era più dialogo per me..non che mi abbia ferito più di tanto..non c'erano persone che mi è dispiaciuto perdere tra loro..ma mi ha illuminato..
le discriminazioni ci sono sempre e ovunque..evidentemente sono inevitabili..il sesso o le preferenze sessuali evidentemente sono il punto più debole della catena..quello più facilmente attaccabile , se non altro perchè il sesso per quanto se ne parli è tutt'ora un tabù"

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=98941&idd=39...

Vorrei segnalarti che la forista di cui sopra è laureata in psicologia. Se lo dice lei non so perchè tu voglia far resistenza
ad un modo di vedere che accomuna un pò tutti gli esseri umani.
Mi pare che si stiano eccessivamente divinizzando alcune categorie dietro la scusa di non discriminarle. La discriminazione non è mai giusta, ma, come dice la psicologa, essa non perdona e non esonera nessuno.

> Essere
> gay non è un comportamento volontario, è un modo
> di essere alternativo all'eterosessualità, nè più
> nè meno di quanto essere bianchi è un modo di essere
> alternativo all'essere neri.


Questa è qualcosa che puoi dire e continuare a ripetere, ma che non potai mai provare. Non puoi ritenere le ipotesi alla stregua di fatti testati ed affermati e contro cui nessuno può ribattere.
Se tu dici che quella dei gay è una caratteristica congenita, allora sì che tu discrimini.
Invece, come ho spiegato nel post precente, essi sono normalissimi fisicamente e psicologicamente come tutti gli altri.
Se diciamo che l'omosessualità è congenita, non vedo perchè non debba essere congenita la bisessualità, la transesualità, la pederastia o qualunque altro comportamento sessuale. Difatti ogni categoria fra esse avoca a sè il comportamento congenito.
Capisci che a questo punto siamo davvero fuori strada, più che far luce sul fenomeno, fenomeno che nessuno vuole disprezzare o far cadere nella discriminazione.


Poi tu puoi essere libero di pensarla come vuoi, ma non puoi dire che "QUESTA (la tua) E' LA VERITA'" degli omosessuali o di qualunque altro comportamento sessuale.













Modificato da pyccolo 02/05/2007 18.02
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03/05/2007 23:59
 
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L'orientamento sessuale eterosessuale, che corrisponde all'attrazione per persone di sesso diverso dal proprio, è il più frequente. Esso permette la sopravvivenza della specie attraverso la riproduzione.
Tuttavia vi sono molte persone che hanno un orientamento omosessuale, sentendosi attratti emotivamente, fisicamente e sessualmente da individui dello stesso sesso. L'omosessualità è infatti una variante del comportamento umano che si connota con il desiderio di amare, desiderare, costruire e autoidentificarsi con persone dello stesso sesso e non esclusivamente con atti sessuali. E' quindi una condizione esistenziale con contenuti di affettività, progettualità e di relazione.

Considerata per molto tempo come una malattia, una perversione, le è stata tolta questa etichetta dalla psichiatria a partire dalla metà degli anni 70. Via via, i codici diagnostici psichiatrici se ne sono occupati, fino all'inizio degli anni 90, per quella sua variante cosiddetta ego-distonica. Veniva cioè considerata meritevole di attenzione clinica e terapeutica quella condizione nella quale l'omosessualità non era in sintonia con il vissuto profondo di un determinato soggetto, creandogli uno stato di disagio e di tensione psichica.
Nell'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) l'omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993.
Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano.

Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità(OMOFOBIA).
Questo atteggiamento stratificato nella coscienza di figure importanti di riferimento quali genitori, insegnanti, medici e sacerdoti determina sensi di colpa e bassa autostima nelle persone che si scoprono omosessuali, le quali si allontanano dal proprio sentire per paura di essere rifiutate o si condannano a vivere relazioni senza libertà e in sintonia con le richieste di società e cultura con ripercussioni psicologiche talvolta rilevanti.


L'omosessualità è una realtà multiforme come l'eterosessualità, in cui si differenziano comportamento, orientamento e identità omosessuale:

- Il comportamento omosessuale è l'attività, l'esperienza puramente fisica.
- L'orientamento omosessuale è rappresentato dalla comparsa nella sfera della coscienza di una preponderanza di sentimenti, pensieri erotici e fantasie che riguardano un individuo dello stesso sesso.
- L'identità consiste invece in un durevole autoriconoscimento del sentire e vivere l'omosessualità.



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04/05/2007 09:50
 
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Quindi, che la spiegazione innatistica, cioè "omosessuali si nasce", sia giusta o sia altrettanto giusta la spiegazione che "omosessuali si diventa", l'importante è non strumentalizzare le varie differenze per assumere atteggiamenti discriminatori.

Io sono mancino da quando sono nato e ricordo che già dalle elementari fui oggetto di discriminazione da parte del maestro che diceva che usavo la mano del diavolo. Mi faceva sedere a lato della cattedra per controllare che non usassi la mano sinistra, tutto questo durò anni fintanto che venne accettata la mia "diversità".

Credo che non ci siano risposte definitive sull'argomento dell'omosessualità, ogni parere, che è stato riportato, denota che la questione è ancora aperta.

Saluti
Pino



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04/05/2007 10:42
 
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Re:
Io penso che bisogna chiamare le cose con il loro nome.
Dire di nascere in un certo modo o dire di diventare in un certo modo non è la stessa cosa.
Il fatto di discriminare non ha nulla da spartire nè con l'una nè con l'altra cosa.
Discrimina chi si crea pregiudizi. Chi ha pregiudizi non discrimina solo gli omosessuali, ma può discriminare tutti per mille altre ragioni, come dimostra la discriminazione religiosa di cui molti sono oggetto.
Dire che fede e ragione siano la stessa cosa non aiuta nè chi ha fede nè chi ricorre alla ragione, anzi spesso l'ignoranza circa la loro origine porta le persone ad inutili discriminazioni, fino alla guerra.
Se passasse il concetto che in un certo modo si nasce si negherebbe la possibilità a chi volesse mutare orientamento di poterlo fare. Il ragionamento che si fa è che se si nasce in un certo modo non si può fare nulla per cambiarlo e che bisogna solo adattarvisici. Questa sì che sarebbe discriminazione da parte della natura e, dal punto di vista dei credenti, anche un'evidente discriminazione divina, perchè, nel nome di Dio, tutte le religioni condannano certi orientamenti.
Perchè non insegnano ai credenti di prendersela con il dio che prima origina il diverso e poi lo condanna e discrimina per prima, mentre poi pretenderebbe dai credenti di non discriminare o di non condannare certe pratiche?

Se un'origine vale l'altra che cosa dovrei insegnare ai miei figli?
Mentre sono d'accordo ad insegnare loro il rispetto per il diverso su ogni piano, potrei mai insegnare loro che un orientamento è alternativo e parallelo ad un altro e che nessun orientamento è da preferire e che il tempo mostrerà loro a quale di essi apparterranno?

Ad Upuaut vorrei chiedere, visto che con i fatti non dimostra nulla, ma ripete sempre le stesse ipotesi contestate e ricontestate, perchè accetta fideisticamente il concetto di nascita innata o genetica di certi orientamenti.
Non è che per caso tu abbia un orientamento diverso e cerchi di darti una risposta che sia logica e soddisfacente per te anche se cozza con quella altrui?
Se così fosse personalmente non avrei nulla da recriminare, perchè ciascuno nella vita ha diritto di ricercare il piacere ed l'appagamento come meglio crede, sempre che non danneggi e non mini le libertà altrui e non privi gli altri della loro dignità.









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04/05/2007 13:42
 
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Re:

Scritto da: parliamonepino 04/05/2007 9.50
Quindi, che la spiegazione innatistica, cioè "omosessuali si nasce", sia giusta o sia altrettanto giusta la spiegazione che "omosessuali si diventa", l'importante è non strumentalizzare le varie differenze per assumere atteggiamenti discriminatori.


Esattamente. Su questo non c'è alcun dubbio.
Ma non tutti accettano questo discroso, putroppo, dato che vedono il "cambiamento di orientamento sessuale" (ammesso e NON concesso che sia veramente possibile) quasi come fosse un "dovere morale" nei confronti della società. E' disgustoso.


Scritto da: parliamonepino 04/05/2007 9.50
Io sono mancino da quando sono nato e ricordo che già dalle elementari fui oggetto di discriminazione da parte del maestro che diceva che usavo la mano del diavolo. Mi faceva sedere a lato della cattedra per controllare che non usassi la mano sinistra, tutto questo durò anni fintanto che venne accettata la mia "diversità".


Tra le altre cose, il mancinismo è una caratteristica GENETICA... [SM=g27988]


Scritto da: parliamonepino 04/05/2007 9.50
Credo che non ci siano risposte definitive sull'argomento dell'omosessualità, ogni parere, che è stato riportato, denota che la questione è ancora aperta.

Saluti
Pino


Sul fatto che sia una caratteristica NON PATOLOGICA tutto il mondo scientifico è d'accordo, tranne qualche irreducibile omofobo.
Sulle cause, io tendo a conformarmi con quella che è ritenuta l'opzione scientificamente più probabile, ovvero che l'omosessualità sia dovuta a cause gentiche/ormonali. Semplicemente per una questione di probabilità.



Modificato da (Upuaut) 04/05/2007 13.43



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Se vuoi essere veramente libero, sii schiavo del Sapere.
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04/05/2007 14:32
 
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Re: Re:
Scritto da: (Upuaut) 04/05/2007 13.42
---------------------------
>
> Sul fatto che sia una caratteristica NON PATOLOGICA
> tutto il mondo scientifico è d'accordo, tranne
> qualche irreducibile omofobo.

Ci andrei cauto con queste generalizzazioni, altrimenti potresti rischiare tu d'essere affetto da omofobia, in quanto non consentiresti ad altri le proprie libere valutazioni.
L'omofobia è una cosa, lo studio aperto ed imparziale delle caratteristiche umane è altra cosa. Uno potrebbe dissentire dal parere concordato di "NON PATOLOGIA" e, ciononostante, non essere omofobo, ma rispettoso di queste categorie.


> Sulle cause, io tendo a conformarmi con quella c
> he è ritenuta l'opzione scientificamente più probabile,
> ovvero che l'omosessualità sia dovuta a cause gentiche/ormon
> ali. Semplicemente per una questione di probabilità.

PROBABILITA'= IPOTESI = FIDEISMO.

Da quanto in qua il calcolo probabilistico ha base scientifica?
E' la statistica che fa del calcolo probabilistico il suo cavallo di battaglia, ma la statistica si occupa di numeri e non di patologie o di origni comportamentali.

Circa l'essere mancino quale dimostrazione scientifica potresti
portare a sostegno della sua origine congenita?
Devi sapere che con esercizi protratti nel tempo e con costanza potrei divenire anch'io, così come chiunque altro, ambidestro.

Saluti








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Re: Re: Re:

Scritto da: pyccolo 04/05/2007 14.32
Scritto da: (Upuaut) 04/05/2007 13.42
---------------------------
>
> Sul fatto che sia una caratteristica NON PATOLOGICA
> tutto il mondo scientifico è d'accordo, tranne
> qualche irreducibile omofobo.

Ci andrei cauto con queste generalizzazioni, altrimenti potresti rischiare tu d'essere affetto da omofobia, in quanto non consentiresti ad altri le proprie libere valutazioni.
L'omofobia è una cosa, lo studio aperto ed imparziale delle caratteristiche umane è altra cosa. Uno potrebbe dissentire dal parere concordato di "NON PATOLOGIA" e, ciononostante, non essere omofobo, ma rispettoso di queste categorie.


L'omosessualità non comporta impedimenti nè fisici nè psicologici, ed è per questo che viene considerata una caratteristica NON patologica dalla scienza ufficiale. La stessa cosa vale per il mancinismo, ovviamente.
Chi cerca a tutti i costi di patologizzare l'omosessualità non può che essere spinto da una ideologia a connotazione omofobica.


Scritto da: pyccolo 04/05/2007 14.32

> Sulle cause, io tendo a conformarmi con quella c
> he è ritenuta l'opzione scientificamente più probabile,
> ovvero che l'omosessualità sia dovuta a cause gentiche/ormon
> ali. Semplicemente per una questione di probabilità.

PROBABILITA'= IPOTESI = FIDEISMO.

Da quanto in qua il calcolo probabilistico ha base scientifica?
E' la statistica che fa del calcolo probabilistico il suo cavallo di battaglia, ma la statistica si occupa di numeri e non di patologie o di origni comportamentali.


Io per primo ho affermato che il gene specifico non è ancora stato scoperto. Tuttavia...

La genetista Anne Moir nel suo libro Brain Sex (http://www.amazon.com/Brain-Sex-Difference-Between-Women/dp/0385311834) rivela i risultati delle sue ricerche, i quali confermano ciò che da anni gli scienziati sapevano già: l'omosessualità è una questione genetica, non una libera scelta. Non solo è innata, ma l'ambiente in cui cresciamo gioca un ruolo minore di quanto supponessimo. Gli scienziati hanno scoperto che gli sforzi che i genitori compiono per cambiare l'orientamento sessuale dei propri figli non sortiscono alcun effetto; inoltre, dato che l'influenza dell'ormone maschile (o la sua assenza) sul cervello è la principale causa di tali tendenze, la maggior parte degli omosessuali è di sesso maschile.

L'americano Dean Hamer ha confrontato il DNA di 40 coppie di fratelli omosessuali e ha scoperto che 33 presentavano i medesimi marker genetici nella regione X928 del cromosoma X, individuata come la sede approssimativa del gene dell'omosessualità. La probabilità che il gene determini la presenza del carattere ereditario di cui è portatore dipende dalla presenza di testosterone nell'embrione a circa otto settimane dal concepimento.

Tra l'altro, il fatto stesso che il gene dell'omosessualità non si sia ancroa estinto (ma si sia in realtà trasmesso ereditariamente di generazione in generazione per milioni di anni) è un forte sintomo del fatto che tale gene NON è una caratteristica del tutto inutile all'evoluzione della specie.
Quale sia il motivo per cui il gene non si estingue ancora non si sa con certezza, ma esistono delle ipotesi plausibili scientificamente. L'ipotesi avanzata è che il gene dell'omosessualità MASCHILE, quando presente nella DONNA eterosessuale (una specie di "portatrice sana"), aumenterebbe la FERTILITA' della donna stessa. Naturalmente questo gene è ereditario, e verrebbe trasmesso ai figli (maschi, omosessuali o no, e femmine, non omosessuali) senza però che necessariamente sviluppi nei figli la caratteristica di cui è portatore. Come già detto, dipende dalla presenza o meno di sufficienti quantità di testosterone maschile nell'embrione a circa otto settimane dal concepimento.

Il gene dell'omosessualità, quale che sia, sappiamo che non agisce in senso mendeliano, magari se attivato a basso livello, ti rende semplicemente bisex, e in questo modo si trasmette alle generazioni future.

Il fatto che il gene non sia stato scoperto potrebbe anche presupporre che in realtà il considerare l'omosessualità come caratteristica genetica/ereditaria sia una grande cantonata?
Risposta: NO, questo è stato dimostrato a livello statistico. Per smontare la tesi genetica bisognerebbe riuscire a reinterpretare quei dati in senso non-genetico, ma è altamente improbabile che ci si riesca.

Mi rendo conto che se non abbiamo neanche trovato l'esatto gene, dare dimostrazioni inconfutabili sarà molto difficile, ma per ora resta l'ipotesi più plausibile.

L'unica cosa veramente certa è che l'omosessualità non è una caratteristica patologica.





Scritto da: pyccolo 04/05/2007 14.32
Circa l'essere mancino quale dimostrazione scientifica potresti
portare a sostegno della sua origine congenita?



Leggi qui: potrebbe essere molto istruttivo.
www.guidagenitori.it/guidagenitori/home.jsp?openDocument=3535&parent1=152&parent2=164&...


Scritto da: pyccolo 04/05/2007 14.32
Devi sapere che con esercizi protratti nel tempo e con costanza potrei divenire anch'io, così come chiunque altro, ambidestro.



Esatto, ma sarebbe comunque una forzatura imposta dalla società. La stessa forzatura che talvolta rende bisessuale qualche omosessuale, eventualmente con conseguenti squilibri psicologici.


Modificato da (Upuaut) 04/05/2007 16.19



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