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L'omosessualità NON è una malattia. Anzi.

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2007 16:18
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22/04/2007 23:54
 
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Rispondo in 2 post perché gli argomenti sono totalmente diversi.

<<Ma l'omosessualità è o non è una malattia?
La stessa domanda si dovrebbe porre per ogni altra tendenza, compresa, come tu dici, anche quella al fumo o alla droga.
>>

Non è proprio così. Insomma la tendenza al QI basso o alto o medio è provata. È una malattia il QI basso? No. È meglio il QI alto, tuttavia il QI basso non è considerato "malattia" (entro certi limiti, ovviamente). In altre parole, non c'è solo bianco e nero, c'è anche il grigio, e di varie gradazioni.
Nel caso della dipendenza da sostanze, il discorso invece cambia. Cosa cambia? Secondo il mio punto di vista, ciò che cambia è il degrado del proprio corpo, l'impossibilità di condurre una vita "normale" svolgendo i "normali" compiti di una persona "comune".

Di conseguenza, è possibile discutere sul fatto che l'omosessualità sia o meno una "deficienza", nel senso che impedisca una "normale attività umana", causando dei danni fisici e psicologici alla persona stessa.

Ora una cosa divertente sarebbe chiedersi: "Ma cosa diavolo è "normale""?

Nonostante prima o poi dovrò convincermi di un'ipotesi piuttosto che un'altra, data l'attività per la quale sto studiando, per il momento non mi sento nel diritto di giudicare se l'omosessualità sia una cosa che causa un danno o meno.

Forse sarebbe una bella questione da porre ad un comitato di bioetica, così hanno di che parlare per un'altra ventina d'anni. =)

Ciao,



PsYkoT|k

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"Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova" - Euclide
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23/04/2007 00:02
 
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Tutto quello che esce dagli schemi di "normalità" o dagli schemi sessuali tradizionali, è oggetto di pregiudizio culturale.

La sfera scientifica, che si occupa del fenomeno dell'omosessualità, non ha ancora stabilito, con certezze ufficiali quella che è considerata, da molti, una deviazione sessuale e, quindi da curare.

Anche nel mondo religioso c'è una ferma condanna contro l'omosessualità, che viene considerata un grave peccato.

Ho conosciuto e conosco delle persone con queste "caratteristiche" o diversità nelle loro abitudini sessuali, ma non mi sono mai posto il problema di condannarli o farli sentire a disagio per la mia eterosessualità.

Non vedo dei malati, o dei peccatori, o dei "diversi",ma delle persone che vanno rispettate come tutti gli altri.

Ricordo un film, che vidi da ragazzo, del 1948, del grande regista joseph losey, che parlò delle diversità e della discriminazione.
IL RAGAZZO DAI CAPELLI VERDI

Parla di un ragazzino di dieci anni orfano di guerra si sveglia una mattina con i capelli verdi. I compagni lo deridono, gli adulti pensano ad una rara malattia. Ma il piccolo, dopo un primo tentativo di ribellione, decide di accettare il proprio destino.

Saluti
Pino



__________________________________________________
23/04/2007 10:05
 
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"Non vedo dei malati, o dei peccatori, o dei "diversi",ma delle persone che vanno rispettate come tutti gli altri."

E' un pensiero che condivido in toto!Grazie per averlo espresso!

Ringrazio anche i contributi di Lucy e di PsYkoT|k (Upuaut) e pyccolo.

Paolo
Modificato da pcerini 23/04/2007 10.07
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23/04/2007 13:26
 
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Re:

Scritto da: pyccolo 22/04/2007 22.57
Tutto ciò che hai scritto è di natura assolutamente teorica, ipotetica, perciò lascia il tempo che trova.
Non puoi dirmi: leggi questo o quel libro o articolo...ma ti pare che uno possa a mettersi a leggere tutti i testi consigliati?
Se tu credi che una teoria abbia i crismi della scientificità e sia stata sottoposta ad un criterio di scientificità è sufficiente che tu racchiuda tutto in poche parole e che ne mostri la fonte. Se fosse come tu dici oggi lo sapremmo con certezza e le stesse categorie di persone interessate ne coglierebbero il senso pubblicando questi dati scientifici, ma non è così.

Sul linguaggio, intanto, prova tu a leggere Ludwig Wittgenstein.
Parli di fumo e di tendenza al fumo, quasi come caratteristica genetica, o tendenza acquisita per ereditarietà.
Non c'è predisposizione al fumo più di quanto non ce ne sia per la droga o per qualunque altra tendenza.
A questo punto chi vieta di dire che l'uomo tende a tutto?...appunto, l'uomo può tendere a tutto, esattamente come con un coltello l'uomo può deciderne l'uso e, gli usi, potrebbero essere infiniti.
Idem dicasi per l'orientamento omosessuale. Faccio fatica a definirlo orienamento, quasi fosse un dato di fatto verso cui tendere naturalmente. Questo è quello che si vorrebbe far credere. Alcuni dicono che il nascituro verterà verso l'orientamento cui sarà portato da quella supposta tendenza insita in lui alla nascita... come dire che lui è destinato a quell'esperienza per ereditarietà genetica, contro cui nulla potrà fare, nè per modificarla nè per respingerla, ma solo per accettarla.
Se è innata una tendenza, o ereditaria, o genetica o quello che si vuole perchè non si dovrebbe ragionare negli stessi termini con qualunque altra tendenza?

Ma l'omosessualità è o non è una malattia?
La stessa domanda si dovrebbe porre per ogni altra tendenza, compresa, come tu dici, anche quella al fumo o alla droga.
Se l'omosessualità è una malattia allora lo è ogni altra tendenza.
Se ogni altra tendenza non è da annorverarsi fra le malattie allora nemmeno l'omosessualità è una malattia, ma, per appunto, una tendenza.
Bisogna mettersi d'accordo.
Io non me la sentirei di affermare che le tendenze ci sorprendano ad un certo punto della vita indipendentemente dalla ns volontà.
Poi questa volontà può anche subire una serie infinita di attentati ed essere lacerata, ma questo è un altro discorso.
Tutti subiamo la lacerazione, in qualche modo, della ns volontà.

Saluti

Pyccolo

[SM=x1061918]













Considerata per molto tempo come una malattia, una perversione, le è stata tolta questa etichetta dalla psichiatria a partire dalla metà degli anni 70. Via via, i codici diagnostici psichiatrici se ne sono occupati, fino all'inizio degli anni 90, per quella sua variante cosiddetta ego-distonica. Veniva cioè considerata meritevole di attenzione clinica e terapeutica quella condizione nella quale l'omosessualità non era in sintonia con il vissuto profondo di un determinato soggetto, creandogli uno stato di disagio e di tensione psichica.
Nell'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) l'omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993.
Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano. Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità.



---
Se vuoi essere veramente libero, sii schiavo del Sapere.
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23/04/2007 13:42
 
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Re: Re:
credete nell'anima oltre al fatto inconfutabile che la mente fisica porti con sè comportamenti ereditati dagli antenati?
E' interessante valuatre come l'anima influisca e si compenetri con il cervello! Il cervello registra e basta, ed in base alle registrazioni reagisce prosopravvivenza, proprio come fanno gli animali.Nel ns caso sfruttando tra l'altro una elevatissima intelligenza. Ma quando entra in azione l'anima, quindi una mente "superiore" che và al di là del semplice quoziente intellettivo, al di là del semplice istinto animale, al di là della reazione prosopravvivenza...tutto cambia. E' molto affascinante e studiando anche questo aspetto si potrebbe comprendere quanto, in questo caso, il gusto sessuale sia deciso da moltissimi fattori differenti..metafici e non...
[SM=x1061949]
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23/04/2007 21:41
 
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Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 23/04/2007 13.26


Considerata per molto tempo come una malattia, una perversione, le è stata tolta questa etichetta dalla psichiatria a partire dalla metà degli anni 70. Via via, i codici diagnostici psichiatrici se ne sono occupati, fino all'inizio degli anni 90, per quella sua variante cosiddetta ego-distonica. Veniva cioè considerata meritevole di attenzione clinica e terapeutica quella condizione nella quale l'omosessualità non era in sintonia con il vissuto profondo di un determinato soggetto, creandogli uno stato di disagio e di tensione psichica.
Nell'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) l'omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993.
Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano. Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità.



Questo è il lik da cui hai derivato il trafiletto.
www.benessere.com/sessuologia/omose.htm


Riporto la parte più interessante e cruciale della citazione :

"Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano. Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità."

Significa che sul piano scientifico non sono state trovate prove atte a ritenere l'omosessualità una malattia, se per malattia si intende una disfunzione organica. Fin qui ci siamo e siamo tutti d'accordo.
Sicuramente lodevole la presa di posizione dell'OMS nel tentativo di porre dine alla "criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano".

Il guaio è che, dopotutto, tutte le leggi di questo mondo non potranno mai eliminare gli atteggiamenti discriminatori "e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità", fortemente radicati nel resto della popolazione mondiale.
Possono anche approvare i DICO, e bene farebbero, ma quegli atteggiamenti discriminatori permarrebbero.

Sono molti i comportamenti che non sono classificabili come malattia, ciononostante le gente in genere continua a considerarli patologie.

Dunque, che si fa?
















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23/04/2007 22:33
 
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Re:
Scritto da: PsYkoT|k 22/04/2007 23.37
---------------------------


> Francamente mi sono stufato. Prima mi dici di portare delle pro
> ve, che senza di esse il discorso è vano, dopodiché
> nel momento in cui te le metto davanti al naso
> mi dici: "ma ti pare che uno possa a mettersi
> a leggere tutti i testi consigliati?
".

Curiosa la tua osservazione. Ti ho detto di riportare le citazioni specifiche che tu ritieni (dato che avresti letto quei testi) che contengano la dimostrazione a cui tieni tanto, dopodichè farai menzione del suo autore fra parentesi. Solo a quel punto posso ribattere o concordare. Secondo me dovresti scrivere ciò in cui tu credi e qualche citazione a sostegno...solo dopo si può discutere...non serve fare affermazioni generiche senza capo e senza coda, dicendo poi di leggere un libro o un altro. Se io dovessi leggere il libro ti risponderei dopo diverse settimane...abbi pazienza, non è così che si fa.

> Allora
> non leggere niente, e continua a credere a quello
> che pensi, teorie del 17° secolo senza capo né
> coda. A proposito, Wittgenstein è nato nel 1889
> ed è morto nel 1951, un grande filosofo.

Ti ho detto di leggerti Wittgenstein semplicemente per farti capire quanto sia fastidioso ed inutile dire ad un altro di leggersi un libro.
Comunque sappi che Wittgenstein non è solo un filosofo, ma molto altro e di più. Ci sono scuole di pensiero che si basano in modo particolare su di lui. Una ragione ci sarà, ma non è importante in questo frangente.

> ... beh forse non lo sai tu, perché Chomsky
> ha vinto per parecchi anni consecutivi il riconoscimento
> come "scienziato dell'anno", a livello mondiale.

Guarda che i paragoni li stai aplifiando tu, a me non interessano. Conosco marginalmente Chomsky. Probabilmente sarà perchè crede nel concetto di inconscio, concetto oggi messo in discussione da più di qualche parte.

> Comunque, nonostante il delirio iniziale, noto con piacere che
> ad un certo punto scrivi :

Mha...il delirio...non comment, non mi va di attaccare persone...non sono qui per polemizzare con te.

> ... probabilmente pensando di darmi contro, in realtà stai conf
> ermando proprio quello che dicevo io. Cioè, io
> dicevo esattamente queste cose. Sì, c'è una tendenza
> all'alcool. Sì, c'è una tendenza al fumo. Sì, c'è
> una tendenza ad un certo grado di QI.

Probabilmente, così pensi tu...io penso invece che il mio concetto sia molto più ampio e capiente del tuo, che è invece molto riduttivo, oltre che indimostrato. Il mio aver detto "tendere" è solo di natura psicologica e NULLA ha in comune con il corpo umano nella sua integrità ed unità fisica.

> Tuttavia, bambini (si parla sempre di studi gemellari
> ) con tendenza ad un QI limite (in negativo), "trapiantati"
> in famiglie di livello culturale diverso, più elevato
> rispetto all'origine, si è notato ovviamente un
> nettissimo miglioramento in positivo, essendo il
> bambino stimolato dall'ambiente intellettualmente
> più stimolante. Potrebbe anche superare un bambino
> con tendenza a QI elevato, se determinate circostanze
> si avverano. Tuttavia parte svantaggiato, e sul
> grande numero, si avrà un massimo di QI medio inferiore
> al QI medio di bambini con aspettativa alta.

TUTTE FANTASIE, scusami, senza offendere...tutto opinabile e nulla di concretamente sostanzioso e provato.
Le statistiche raccontano numeri, ma non spiegano i perchè ed i percome.

> Quindi, una persona con una
> certa tendenza al fumo, ad esempio, farà più fatica
> a non cominciare, o nel caso cominci, farà più
> fatica a smettere rispetto ad una persona senza
> quella tendenza. Semplice.

Fantasie, congetture, studi a cui mettere piedi e testa, ma ti pare semplice? [SM=g27987]

> Ciao

Ciao carissimo.

Pyccolo

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24/04/2007 00:45
 
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Guarda, come ho scritto in altro post, la tua continua richiesta di prove a sostegno di quanto dico non è corrisposta da un'azione simile eseguita da te.

Io almeno ci provo a postarti degli articoli a sostegno delle mie tesi, tu lo fai?

Tra l'altro, abbi pazienza, i titoli che ti ho dato sono ARTICOLI, come specificato, e non libri. Pertanto potresti anche fare lo sforzo di leggerli. Lo so che 4 o 5 pagine in inglese sono una rottura perché sono da tradurre, però invece di spararci a zero senza peraltro niente a sostegno di quanto detto...

Concordo, citandomi Wittgenstein sei andato completamente fuori dal seminato, tutto il suo discorso filosofico sulla linguistica e la logica proprio non c'entrano un bel niente con la grammatica generativa di Chomsky. Si stava infatti parlando di trasmissione genetica di certi caratteri e comportamenti, e ovviamente una volta portata una prova tangibile e difficilmente confutabile, hai cambiato discorso.

Inoltre, non è possibile che il tuo discorso sia più ampio del mio, in quanto è ovvio che dire: "È tutto appreso dall'ambiente" oppure: "È tutto geneticamente predestinato" è molto più riduttivo che dire "È tutto un risultato della somma e interazione della parte genetica con l'ambiente". E questo è proprio ovvio, ma così ovvio che di più non si può.

<<TUTTE FANTASIE, scusami, senza offendere...tutto opinabile e nulla di concretamente sostanzioso e provato.
Le statistiche raccontano numeri, ma non spiegano i perchè ed i percome.
>>

Vieni a farti un giretto in facoltà e ripeti a Battaglia queste cose. O a qualsiasi altro professore e/o ricercatore.

Non ti cito l'articolo a sostegno del discorso sul QI, tanto non lo leggeresti. Perché diresti che è statistico, quindi non provato. Facciamo che prima ti informi un attimino sui metodi statistici, che so, magari ti segui un corso. Poi ne riparliamo eh.

Ciao.



PsYkoT|k

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"Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova" - Euclide
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24/04/2007 16:45
 
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Aspettiamo altri a cui può interessare questo tipo di argomento.
Non sono interessato a polemiche con te, che fra l'altro mi appaiono sempre più sterili e prive di contributo.

Non sono disposto a contrapporre gli uomini a mezzo del loro stesso pensiero...i miei maestri con i tuoi.

Quello che mi interessava dire l'ho detto:

L'omosessualità non è una malattia perchè la sua origine non è nè genetica, nè dovuta a disfunzioni organiche.
Le statistiche mentre da un lato possono far riflettere sulle dimensioni di un fenomeno, non servono, o almeno non sono servite, a spiegarne l'origine.
L'origine va assolutamente, proprio perchè non si tratta di malattia, ricercata nella struttura del pensiero individuale
L'omosessualità, come la bisessualità, come, se vogliamo, anche l'eterosessualità, la pedofilia, come ogni altro orientamento, così come l'ansia, la depressione, la bulimia, l'anoressia, l'amore, la gioia ed ogni altro tipo di espressione del pensiero umano hanno origine e sono creature della nostra struttura pensante e la soluzione va trovata in quella e per mezzo di quella struttura. Non è per nulla che uomini di scienza hanno deciso di abbandonare la strada dell'origine patologia del fenomeno ed hanno abbandonato anche la strada della psichiatria, altrimenti i ricoveri dovrebbero essere numerosissimi, in quanto dovrebber comprendere un pò tutti i comportamenti discutibili, almeno in apparenza, degli esseri umani.

Su ciò possiamo approfondire, sempre che ci sia un interesse diffuso anche fra altri foristi, diversamente sospendiamo qui la discussione, perchè, per quel che mi riguarda e ti riguarda, siamo su posizioni per alcuni versi vicine e per altri invece molto distanti, posizioni sulle quali ogni ulteriore aggiunta non andrebbe a migliorare il quadro della comprensione, ma ad alimentare semplicemente un'assurda polemica.

Tanti saluti

Pyccolo






24/04/2007 21:19
 
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"L'omosessualità, come la bisessualità, come, se vogliamo, anche l'eterosessualità, la pedofilia, come ogni altro orientamento, così come l'ansia, la depressione, la bulimia, l'anoressia, l'amore, la gioia ed ogni altro tipo di espressione del pensiero umano hanno origine e sono creature della nostra struttura pensante e la soluzione va trovata in quella e per mezzo di quella struttura."

Quando parli di "struttura",ti riferisci per caso allo strutturalismo levi-straussiano come metodo o parlavi per esempio di "struttura della personalita'"?

"Su ciò possiamo approfondire, sempre che ci sia un interesse diffuso anche fra altri foristi"

A me invece interessa parecchio.
Modificato da pcerini 24/04/2007 21.23
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24/04/2007 23:41
 
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Re:
Scritto da: pcerini 24/04/2007 21.19
---------------------------

> Quando parli di "struttura",ti riferisci per caso all
> o strutturalismo levi-straussiano come metodo o
> parlavi per esempio di "struttura della personalita'"?


Non mi riferisco a nessuna delle due.
Mi riferisco al linguaggio, non inteso come il mezzo attraverso cui noi parliamo, ma come quel complesso meccanismo che ci permette di pensare partendo da premesse, a cui di solito si aggiungono una serie di considerazioni, per poi giungere infine ad una conclusione. Se dovessimo esprimerlo con una formula potremmo dire: dato A, siccome B, quindi C. Esempio: dato che piove, siccome non voglio bagnarmi, prendo l'ombrello.
Non esiste nessun ragionamento, nessun argomento, nemmeno il fantasticare con la mente, che possa fare a meno di seguire questa semplice formula.
In ciò è maestro Wittgenstein con i suoi giochi linguistici.

"Cogito ergo sum: penso quindi sono
Il pensiero e la fantasia sono strumenti molto potenti, ma spesso pare che si dimentichi la loro importanza nella nostra vita quotidiana quanto nella nostra psiche"

Il nostro linguaggio è in funzione 24 orre su 24, sia quando siamo svegli che mentre dormiamo. Non si ferma mai.

"Cogito ergo sum", ovvero "penso quindi sono", ad indicare che senza il pensare non è possibile l'esistenza, nel senso che non si ha consapevolezza dell'esistenza, in quanto essa ha senso in quanto ci siamo noi con la nostra struttura pensante che le diamo corpo e la interpretiamo.
Quando un bambino nasce è come un pc che deve essere programmato.
Nel caso del bambino si autoprogramma con la sua struttura pensante. Egli si guarda intorno ed apprende attraverso tutti i sensi che ha...si fa la sua esperienza che lo accompagnerà nella vita.
Come anzi detto il pensare segue un'unica strada che è quella che parte da premesse ed attraverso una serie di ragionamenti giunge ad una conclusione.
Può accadere il processo inverso?
Ossia può succedere che partendo dalla conclusione si possa giungere alla premessa?
E' possibile, ma, molto spesso, procedere a ritroso con il pensare non è molto semplice. Se si riuscisse, come pare possa avvenire, sarebbe ovviamente possibile spiegarci le ragioni di tutto, anche della nostra gioia, della nostra felicità, della nostra ansia, delle nostre credenze religiose e, per arrivare al punto, anche dell'omosessualità o della nostra eterosessualità.

Poichè ogni credenza, di qualunque tipo essa sia, si è originata nella nostra struttura pensante partendo da premesse, vere o false che siano state, allora la soluzione dei nostri problemi sta nella nostra struttura pensante e, perciò, nella rielaborazione della premessa, che magari non era così scontata e vera come abbiamo sempre supposto.
Se un bambino parte dalla premessa suggerita dal genitore che il lupo è cattivo, allora svilupperà la paura del lupo (ma non sempre e necessariamente); se invece si parte dalla paura, ed a ritroso si giunge alla premessa, il bambino ormai divenuto ragazzo, nell'attimo che s'accorgerà della della falsità di essa e quindi si renderà conto dell'inganno, abbandonerà la paura. Idem dicasi per molti concetti religiosi che, se rivisti nella loro premessa, possono apparire incoerenti ed ingannevoli, oltre che falsi, ed essere immediatamente accantonati.

Per questo ho detto in un post che gioia, ansia, amore, orientamenti sessuali, dipendenza, religiosità, odio, rancore etc. etc. hanno origine nella nostra struttura pensante, per volontà nostra, consapevole o inconsapevole che sia...tentare di imputarli all'ereditarietà o a disfunzioni genetiche significa ignorare il ruolo della nostra mente in tutte le manifestazioni dei comportamenti umani. [SM=x1061924]























25/04/2007 00:06
 
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Bella questa discussione.

Mi viene in mente adesso la linguistica strutturale di Lepschy parlando di linguaggio,e parlando di logica,mi vengono in mente i teoremi di Godel(trovo affascinanti le sue teorie) e le considerazioni di Jan Lukasiewicz.

E' affascinante leggere alcune cose della psicologia dell'eta' dello sviluppo,e di pedagogia,mi ricordo quando rimasi affascinato nel leggere del metodo Montessori che seguiva un percorso metodico che dava importanza piu' che ai processi intellettivi della crescita ai processi creativi che favoriscono maggiormente l'adattamento,i rapporti interpersonali,sempre secondo questo metodo,processi creativi legati percio' alla sfera emotiva affettiva e intuitiva.

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25/04/2007 21:23
 
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Re:

Scritto da: pcerini 25/04/2007 0.06
Bella questa discussione.

Mi viene in mente adesso la linguistica strutturale di Lepschy parlando di linguaggio,e parlando di logica,mi vengono in mente i teoremi di Godel(trovo affascinanti le sue teorie) e le considerazioni di Jan Lukasiewicz.

E' affascinante leggere alcune cose della psicologia dell'eta' dello sviluppo,e di pedagogia,mi ricordo quando rimasi affascinato nel leggere del metodo Montessori che seguiva un percorso metodico che dava importanza piu' che ai processi intellettivi della crescita ai processi creativi che favoriscono maggiormente l'adattamento,i rapporti interpersonali,sempre secondo questo metodo,processi creativi legati percio' alla sfera emotiva affettiva e intuitiva.





Non credo che il linguaggio e gli studi che lo concernono servano semplicemene per affascinare.
Nel linguaggio sono insite e si spiegano tutte le esperienze umane: religiose, politiche, filosofiche, metafisiche, razionali ed irrazionali, logiche ed illogiche, sentimentali d'ogni tipo (dall'amore all'odio), patologiche e di salute, di felicità e di tristezza, di pace e di guerra, di libertà e di oppressione, di normalità sessuale e di anormalità, di etc. etc. etc...non c'è nulla che non ricada nel potere del linguaggio. [SM=x1061920]

Naturalente per discuterne occorrerebbe aprire temi specifici.

Tanti saluti

Pyccolo

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Re:

Scritto da: pcerini 24/04/2007 21.19
"L'omosessualità, come la bisessualità, come, se vogliamo, anche l'eterosessualità, la pedofilia, come ogni altro orientamento, così come l'ansia, la depressione, la bulimia, l'anoressia, l'amore, la gioia ed ogni altro tipo di espressione del pensiero umano hanno origine e sono creature della nostra struttura pensante e la soluzione va trovata in quella e per mezzo di quella struttura."
21.23



io mi trovo d'accordo
26/04/2007 13:10
 
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Re: Re:

Scritto da: pyccolo 25/04/2007 21.23



Non credo che il linguaggio e gli studi che lo concernono servano semplicemene per affascinare.
Nel linguaggio sono insite e si spiegano tutte le esperienze umane: religiose, politiche, filosofiche, metafisiche, razionali ed irrazionali, logiche ed illogiche, sentimentali d'ogni tipo (dall'amore all'odio), patologiche e di salute, di felicità e di tristezza, di pace e di guerra, di libertà e di oppressione, di normalità sessuale e di anormalità, di etc. etc. etc...non c'è nulla che non ricada nel potere del linguaggio. [SM=x1061920]

Naturalente per discuterne occorrerebbe aprire temi specifici.

Tanti saluti

Pyccolo




E quindi,anche la fede.... [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]

Ma che ne pensi degli studi di Umberto Eco?

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Re: Re: Re:

Scritto da: pyccolo 23/04/2007 21.41


Questo è il lik da cui hai derivato il trafiletto.
www.benessere.com/sessuologia/omose.htm


Riporto la parte più interessante e cruciale della citazione :

"Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano. Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità."

Significa che sul piano scientifico non sono state trovate prove atte a ritenere l'omosessualità una malattia, se per malattia si intende una disfunzione organica. Fin qui ci siamo e siamo tutti d'accordo.
Sicuramente lodevole la presa di posizione dell'OMS nel tentativo di porre dine alla "criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano".

Il guaio è che, dopotutto, tutte le leggi di questo mondo non potranno mai eliminare gli atteggiamenti discriminatori "e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità", fortemente radicati nel resto della popolazione mondiale.
Possono anche approvare i DICO, e bene farebbero, ma quegli atteggiamenti discriminatori permarrebbero.

Sono molti i comportamenti che non sono classificabili come malattia, ciononostante le gente in genere continua a considerarli patologie.

Dunque, che si fa?



Si educa la gente alla conoscenza scientifica, per debellare l'omofobia.



---
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27/04/2007 01:40
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: pcerini 26/04/2007 13.10


E quindi,anche la fede.... [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]

Ma che ne pensi degli studi di Umberto Eco?





Sì certo, anche la fede. Le fedi hanno in genere come premesse verità precostituite indimostrate. Partendo da una premessa si crede e basta. Nessuno si sogna di verificare le premesse e di interrogarle fino alle estreme conseguenze.

E' indubbia la bravura di Umberto Eco, scrive alla grande e penetra l'animo umano...a me piace immensamente.
A cosa ti riferisci in particolare?



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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: pyccolo 27/04/2007 1.40

Sì certo, anche la fede. Le fedi hanno in genere come premesse verità precostituite indimostrate. Partendo da una premessa si crede e basta. Nessuno si sogna di verificare le premesse e di interrogarle fino alle estreme conseguenze.



già! questa è la ns ignoranza
[SM=x1061925]
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: @Salila@ 27/04/2007 19.37

già! questa è la ns ignoranza
[SM=x1061925]




In che senso è da intendere il tuo commento?

Perdona il tipo di domanda.

Pyccolo


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Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: pyccolo 27/04/2007 21.05

In che senso è da intendere il tuo commento?
Perdona il tipo di domanda.
Pyccolo



si diceva che "Nessuno si sogna di verificare le premesse e di interrogarle fino alle estreme conseguenze". Dal mio punto di vista è assolutamente positivo essere curiosi nella vita, restare bambini sempre, scorgere la novità e la bellezza in ogni cosa, voler imparare..scoprire! per me è molto limitato l'accettare e basta un qualcosa che mi viene detto!..io interrogo sempre ogni aspetto della vita e dell'anima fino alle sue estreme conseguenze
[SM=x1061915]
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