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L'omosessualità NON è una malattia. Anzi.

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2007 16:18
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Parliamoci chiaro:
la sindrome di Down è una MALATTIA genetica, avere gli occhi azzurri o essere eterosessuali è una CARATTERISTICA genetica.
Questo è un fatto e contemporaneamente un dato, un dato di fatto, se preferite.



---
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21/04/2007 20:30
 
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Leggete qui:

www.acquaviva2000.com/OMOSESSUALITA/omosessualita%20base%20gene...

[SM=x1061932]



-----------------------------------------

Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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Re:

Scritto da: MauriF 21/04/2007 20.30
Leggete qui:

www.acquaviva2000.com/OMOSESSUALITA/omosessualita%20base%20gene...

[SM=x1061932]


si un altro sito che propaganda le cure di Nicolosi
ma perchè non vi fate curare lo sapete che siete conciati proprio male?

fatevi curare l'omofobia radicata e inconscia
nemmeno ve ne accorgete...
che pena
leggici tu e portaci anche Ratynger che non mi pare proprio maschio maschio...
c'ho un sesto senso per queste cose [SM=x1061946]

Modificato da animhatua 21/04/2007 21.07



--



*°*°* Se il Sole oggi non si decide a sorgere
accenderò una lampada abbronzante *°*°*

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21/04/2007 22:20
 
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Per me l'omosessualità o la eterosessualità o la bisessualità è già insita nell'uomo o nella donna. E' una cosa, secondo me, che attiene la natura sin dalla nascita, quasi fosse una predisposizione genetica. Quindi, in teoria, si nasce etero e difficilmente si diventa omosessuali e viceversa, escludendo naturalmente da questo discorso la fase adolescenziale.

Naturalmente è solo un mio punto di vista!




Maria La bidella!
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21/04/2007 23:04
 
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Re:

Scritto da: La Bidella 21/04/2007 22.20
Per me l'omosessualità o la eterosessualità o la bisessualità è già insita nell'uomo o nella donna. E' una cosa, secondo me, che attiene la natura sin dalla nascita, quasi fosse una predisposizione genetica. Quindi, in teoria, si nasce etero e difficilmente si diventa omosessuali e viceversa, escludendo naturalmente da questo discorso la fase adolescenziale.

Naturalmente è solo un mio punto di vista!




Non è solo un punto di vista, è anche la teoria scientifica che più si avvicina ai dati di fatto.




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22/04/2007 10:56
 
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Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 21/04/2007 23.04


Non è solo un punto di vista, è anche la teoria scientifica che più si avvicina ai dati di fatto.





Una teoria scientifica (non so che senso poi abbia parlare di teoria e poi aggiungervi l'aggettivo scientifico...ad ogni modo)
è qualcosa men dell'acqua fresca.
Basta che a un' ipotesi o teoria si aggiunga il termine scientifico e tutto appare fatto, razionale, dimostrato...ma scherziamo davvero?

L'unico dato di fatto dimostrato è che esistono gli esseri umani e che questi si suddividono in uomini e donne e che entrambi, come è evidente dai loro corpi, sono predisposti alla cosiddetta eterosessualità. Nessuno può negare che questi accoppiamenti funzionino nell'economia della natura.
Non ci sono altre predisposizioni innate.
Potrebbero, al limite, esserci casi piuttosto rari di disfunzioni organiche ma, queste, non centrano con i concetti di omosessualità, bisessualità o con qualunque altro cosiddetto orientamento.
I cosiddetti orientamenti attengono la sfera emozionale degli esseri umani, perciò la sfera del piacere.
Che cosa predisponga per un comportamento piuttosto che per un altro o per nessuno è cosa abbastanza complessa, ma non indecifrabile.
Ogni tipo di ricerca e soddisfacimento del piacere parte dalla nostra struttura pensante. L'educazione ricevuta, la società in cui viviamo, la religiosità, il potere politico, quello economico etc. etc. interagiscono con la nostra struttura pensante e noi ne ricaviamo delle indicazioni, che influenzeranno tutte la nostra sfera emotiva e, perciò, le nostre scelte.
Il convincimento cattolico produrrà un individuo indirizzato in un certo modo.
Il convincimento islamico convincerà l'individuo in un altro modo.
Il convincimento dei TdG convincerà questi in un'altra direzione.
Sono tutti uomini, ma di fatto si fanno guerra, come minimino ideologicament e, se necessario, ricorrendo anche alla forza.
Noi tutti ci muoviamo secondo le nostre convinzioni e le convinzioni non sono innate nè si ereditano geneticamente.

NOn stiamo qui dicendo che sia male o bene la ricerca del piacere, comunque si conduca, ma stiamo cercano di dare una spiegazione a determinati comportamenti umani.
E' possibile mutare orientamento?
Secondo il mio parere sì, ovvero un etero può scegliere l'omosessualità e viceversa, così come un convinto religioso può mutare speranza (ed i religiosi non si smuovono facilmente dalle loro posizioni...eppure capitano spesso travasi quando entra in azione la struttura del pensiero).
I mutamenti di qualunque tipo presentano le stesse difficoltà di conversione di un credente. Un cattolico convinto non si smuove facilmente dalle sue posizioni, perchè per lui le cose sono vere solo in quel modo.
Anche l'omosessuale ha le stesse convinzioni sul suo stato.
Un cattolico può cambiare orientamento religioso?
Sì, anche se è difficilissimo, a meno che non sia un cattolico già all'acqua di rose.
Idem dicasi per gli orientamente sessuali.
A deciderlo deve però essere l'individuo, senza la sua volontà non si va da nessuna parte.
Sono da condannare orientamenti sessuali diversi?
IO dico che se si condannano bisognerebbe condannare allo stesso modo l'orientamento religioso. Alla base di entrambi i comportamenti c'è la convinzione e la buona fede e se quei comportamenti non ledono le libertà ed i diritti altrui non si dovrebbe insistere oltre nel privare dei diritti queste persone, nè nel condannarle...sono atti che ricadono nella loro sfera personale e gli altri non possono che rispettare le loro scelte, in line di massima basate sulla buona fede e sui propri convincimenti.

E' inutile penso ricorrere a tizio o caio per rendere scientifico
comportamenti che ricadono nella sfera delle scelte personali e del condizionamento culturale, religioso, emotivo e delle aspettative.
Il comportamento del kamikaze che si fa esplodere non è scientifico nel senso stretto della parola, perchè il resto del genere umano si comporta diversamente da lui.










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22/04/2007 14:56
 
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Però devo ammettere che è bello vedere le persone non trovare un filo di argomentazione. [SM=x1061920]

Grazie per manifestare il fatto che non avete mezzi per controbattere...
Daltronde, come ho già ripetuto diverse volte...le bugie hanno le gambe corte.

W la verità! [SM=g27988]



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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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22/04/2007 16:26
 
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Mi sa che il discorso sta prendendo una piega strana.

Non si capisce infatti se la questione sta nel definire l'omosessualità una malattia o meno, oppure nel fatto che essa sia dovuta ad un gene o all'ambiente.

Le due cose non sono complementari, un carattere può essere per la maggior parte dovuto ai geni ed essere una malattia (una "cosa genetica" diversa dal solito non è nient'altro che una mutazione, una mutazione di un gene può essere positiva o negativa a seconda della situazione, un cromosoma in più è dovuto ad una mutazione negativa e causa la sindrome di Down, un gene mutato cambia il colore della falena da chiara a scura e ne permette la sopravvivenza in un ambiente particolare, questa invece è una mutazione positiva), così come può non esserlo in caso di mutazione vantaggiosa; una malattia può invece essere dovuta sia ai geni (una malattia trasmessa geneticamente, come l'emofilia) che all'ambiente (influenza, malaria, ecc).
Quindi non necessariamente vale l'equazione "genetico=non-malattia" e "ambientale=malattia" o viceversa.

I dati peraltro molto simili riportati da me e da (Upuaut) non dimostrano un bel niente.
O meglio, confutano e basta. In pratica, confutano sia la teoria "innatista" che quella "ambientalista", perché assegnano sia ai geni che all'ambiente una percentuale di partecipazione quasi uguale.
Cioè, prendendo come esempio i dati in mio possesso, un bambino con un fratello gemello sarà predisposto per l'omosessualità al 40%. Questo significa che l'ambiente giocherà un ruolo fondamentale nel suo sviluppo sessuale, essendo in percentuale maggiore. Nonostante questo, non vale l'ipotesi innatista, non vale l'ipotesi ambientalista; entrambe hanno una quota nello sviluppo del futuro adulto, con all'incirca la stessa percentuale di influenza.

Lo scopo di tutto ciò non è confutare quello che dice la chiesa solo per il gusto di farlo.

Sapete quali altri caratteri sono correlati geneticamente? L'intelligenza, il "carattere" inteso nel senso comune, la tendenza ad assumere sostanze che causano dipendenza quali droghe, alcool e nicotina.

P.S.: ma che vuol dire quella frase, mauri?

Ciao,



PsYkoT|k

-
"Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova" - Euclide
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22/04/2007 16:48
 
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Scusa, non era rivolta a te.

In ogni caso non credo si possa parlare di "confutazioni" nei confronti delle teorie citate.

Comunque non so se è chiaro ma qui dentro non si vuole tanto cercare la verità, ma trovare ogni qualsiasi forma di opposizione alla Chiesa.
Ogni ulteriore finalità è secondaria...ovviamente non parlo di tutti ma del 95% di chi scrive qui dentro.

Ciò che ho detto è un compiacimento personale per il fatto che, come sempre, le bugie abbiano le gambe corte.

Ciao
Mauri



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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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22/04/2007 17:05
 
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Re:
Scritto da: PsYkoT|k 22/04/2007 16.26
---------------------------
> Mi sa che il discorso sta prendendo una piega strana.

Non trovo.

> Non si capisce infatti se la questione sta nel defini
> re l'omosessualità una malattia o meno, oppure
> nel fatto che essa sia dovuta ad un gene o all'ambiente.

Per quel che mi riguarda credo d'aver fornito risposte chiare, diversamente indicami dove sia l'intoppo. Non mi pare opportuno ripetermi sul fattore "malattia o meno" o sulla responsabilità
del "gene o all'ambiente".

> Quindi non necessariamente vale l'equazione "gen
> etico=non-malattia" e "ambientale=malattia" o viceversa.

Dove avresti attinto questa equazione (parlo per me)?...Sarebbe il caso, per questione di ordine e praticità, che tu indicassi il post al quale ti riferisci, meglio se citi la frase che intendi contestare o approvare. Difatti non si capisci a chi tu stia ribattendo.

> I dati peraltro molto simili riportati da me e da (Up
> uaut) non dimostrano un bel niente.
> O meglio, confutano e basta.

Se non dimostrano nulla, non sono nemmeno atti a confutare.


> Sapete quali altri caratteri sono correlati geneticam
> ente? L'intelligenza, il "carattere" inteso nel
> senso comune, la tendenza ad assumere sostanze
> che causano dipendenza quali droghe, alcool e nicotina.

E' tutto molto discutibile ed assolutamente opinabile.

Saluti

Pyccolo


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22/04/2007 18:19
 
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Ok... però difficilmente un discorso che prende la piega "dialettica" andrà da qualche parte.

Comunque...

Non trovo.

Io sì.

Per quel che mi riguarda credo d'aver fornito risposte chiare, diversamente indicami dove sia l'intoppo. Non mi pare opportuno ripetermi sul fattore "malattia o meno" o sulla responsabilità
del "gene o all'ambiente".


In realtà mi riferivo a (Upuaut), tuttavia... non credo che il discorso genetico vada ad intaccare in qualche modo l'etichetta di "malattia" o meno che possiamo mettere o no all'omosessualità. Credo che il discorso debba invece vertere su questo, per rispondere dando ragione o meno al titolo di questo thread.

Dove avresti attinto questa equazione (parlo per me)?...Sarebbe il caso, per questione di ordine e praticità, che tu indicassi il post al quale ti riferisci, meglio se citi la frase che intendi contestare o approvare. Difatti non si capisci a chi tu stia ribattendo.

Non c'è bisogno che tu capisca, non essendo riferito a te. Tuttavia non sembra così complicato.

Se non dimostrano nulla, non sono nemmeno atti a confutare.

Hai ragione, mi sono espresso male. La prossima volta vedrò di essere preciso e di ricontrollare i termini 8 volte nel vocabolario. Credo che comunque il senso del discorso si capisse.

E' tutto molto discutibile ed assolutamente opinabile.

Sì, puoi fare così. Però non è molto costruttivo, ogni volta che qualcuno dice qualcosa che non approvi, tu dici "non è vero" e chiudi lì la questione. Ripeto, puoi farlo, però non è molto costruttivo.
Chiariscimi un concetto: non sei d'accordo con il metodo utilizzato per questi studi, sugli studi stessi, o sui risultati accennati?

Ciao,



PsYkoT|k

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22/04/2007 19:29
 
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Re:
Scritto da: PsYkoT|k 22/04/2007 18.19
---------------------------
Mi pare d'essere d'accordo con te sul resto del post, che perciò non commento. Solo per l'ultima parte qualche chiarimento:

> E' tutto molto discutibile ed assolutamente opinab
> ile.

>
> Sì, puoi fare così. Però non è molto costruttivo, ogn
> i volta che qualcuno dice qualcosa che non approvi,
> tu dici "non è vero" e chiudi lì la questione.
> Ripeto, puoi farlo, però non è molto costruttivo.

Insomma...non è che mi limiti a dire che non è vero chiudendo la questione. Se tu riporti dati che non sono stati confortati da dimostrazioni di tipo scientifico (mi pare che tu abbia anche detto che cosa si intenda con metodo scientifico) e dici che si tratta di dati scientifici (magari riportando gli studi condotti da tizio o caio) allora io mi limito a dire che l'informazione non risponde a verità (secondo i criteri di scientificità).
IO tratto le ipotesi come ipotesi, i dati scientificamente testati come tali...cerco di non confondere le due cose...nient'altro che questo.


> Chiariscimi un concetto: non sei d'accordo con i
> l metodo utilizzato per questi studi, sugli studi
> stessi, o sui risultati accennati?

Non riesco ad afferrare cosa tu voglia sapere.
Ad ogni modo il metodo scientifico è 'uno e solo' e risponde al criterio di verificabilità ovunque e con chiunque. Su ciò sono d'accordo con te.
Circa gli studi posso dire che possono essere anche interessanti se ben condotti ma, finchè viaggiano sul filo delle ipotesi restano studi da prendere con le pinze, meglio evitare di utilizzarli per provare alcunchè, a meno che non si specifichi con estrema chiarezza che si tratta di ipotesi.

I risultati cui conducono gli studi, l'ho detto, si basano sull'osservazione ma essa non è sufficiente di per sè per spiegare un fenomeno in un certo modo o nell'altro o concludendo in un certo modo, piuttosto che in un altro.

Hai detto che la psicologia, anche se è scienza recente, si basa anche sul metodo scientifico, però non dici che cosa della psicologia si basa su quel metodo.
IO so che ci sono oltre trenta diverse scuole di pensiero psicanalitico, spesso in contrasto fra loro. Nè si può dire che una scuola valga di più o meglio dell'altra...davvero si è in presenza di un'evoluzione continua. Inoltre quasi tutte queste scuole si basano sull'osservazione e giungono ad elaborare ipotesi spesso in contrasto fra loro. Ciò detto ritengo tutto sommato che sia spesso utile il sostegno psicologico nei casi di difficoltà.

Circa il fatto che l'omosessualità sia o meno una malattia concordo con te...tutto dipende da che cosa vogliamo intendere con malattia.
Circa le ipotesi genetiche dico che sono ipotesi, almeno per ora. Personalmente eliminerei del tutto il fattore genetico/ereditario, anche per il carattere e l'intelligenza.
Molto più accettabili i fattori ambientali, sociali, di educazione...tuttavia anche per essi ci sarebbe da portare avanti un lungo discorso.

Tanti saluti

Pyccolo






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Re: Re:

Scritto da: pyccolo
Circa il fatto che l'omosessualità sia o meno una malattia concordo con te...tutto dipende da che cosa vogliamo intendere con malattia.
Circa le ipotesi genetiche dico che sono ipotesi, almeno per ora. Personalmente eliminerei del tutto il fattore genetico/ereditario, anche per il carattere e l'intelligenza.
Molto più accettabili i fattori ambientali, sociali, di educazione...tuttavia anche per essi ci sarebbe da portare avanti un lungo discorso.

Tanti saluti

Pyccolo



Se posso,consiglierei di leggere questo libro:
la biologia delle creenze di Bruce Hilton

Bruce Hilton è un biologo di fama e dimostra scentificamente come il DNA e quindi i geni non abbiamo assolutamente a che fare con la trasmissione ai figli circa il carattere,i gusti...anche quelli sessuali.
Personalmente mi trovo d'accordo. [SM=x1061948]
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Re:

Scritto da: MauriF 22/04/2007 14.56
Però devo ammettere che è bello vedere le persone non trovare un filo di argomentazione. [SM=x1061920]

Grazie per manifestare il fatto che non avete mezzi per controbattere...
Daltronde, come ho già ripetuto diverse volte...le bugie hanno le gambe corte.

W la verità! [SM=g27988]



Appunto.
Vorrei ricordare agli utenti che chi non ha uno straccio di prova è proprio Psikotico.




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D'accordo, però qua stiamo un po' andando alla deriva.

La teoria della "tabula rasa" risale al 17° secolo con Locke, che sosteneva che i bambini non venissero al mondo già con tutte le potenzialità per divenire quelli che poi sarebbero diventati, bensì che le dovessero apprendere dall'ambiente.
Questa teoria fu superata nella seconda metà dell'800, per poi venire ripresa di nuovo dai comportamentisti, tra i quali Watson e Skinner. Il primo pronunciò la frase celebre: "Datemi una dozzina di bambini sani, ben formati, e un mondo da me stabilito per allevarli, e vi garantisco di prenderne uno a caso ed addestrarlo ad essere qualsiasi tipo di specialista che potrei selezionare - dottore, avvocato, artista, mercante, e, sì, anche mendicante e ladro, indipendentemente dai suoi talenti, inclinazioni, tendenze, abilità, vocazioni e razza dei suoi antenati".

Tuttavia, il comportamentismo puro è ormai una corrente del tutto passata. Diverse prove della componente genetica sono stati studiati e rilevati in quasi tutti i comportamenti umani.

Se vuoi un qualche esempio, ti posso citare Noam Chomsky e la sua "grammatica universale", e Chomsky non è proprio l'ultimo arrivato.
Spesso poi si usa l'esempio dello sviluppo motorio dei bambini (ovviamente anche quello linguistico è compreso). Tutti i bambini per prima cosa imparano a stare seduti, poi a gattonare, infine a camminare. Tutti i bambini iniziano a "parlare" nello stesso modo, prima ripetono i suoni, poi cominciano con la "lallazione" ("lalalalalalala bebebebebebebe gugugu": così imparano il suono, ripetendolo più volte), poi imparano piccole parole... Sì, imparano dall'esterno, tuttavia il metodo di apprendimento non viene indicato dal genitore, è innato.

Per una più corretta trattazione di questo argomento, puoi leggere direttamente un libro di Chomsky oppure "I Confini di Babele", di Andrea Moro (collaboratore di Chomsky e mio professore). Libro molto semplice, scorrevole e piacevole.

Riguardo i discorsi precedenti, eccoti un articolo sulla correlazione genetica e QI:
A longitudinal twin study on IQ, executive functioning, and attention problems during childhood and early adolescence.
di Polderman TJ, Gosso MF, Posthuma D, Van Beijsterveldt TC, Heutink P, Verhulst FC, Boomsma DI.

Per quanto riguarda, ad esempio, la tendenza al fumo, ecco un altro articolo:
Genetic and social influences on starting to smoke: a study of Dutch adolescent twins and their parents.
di Boomsma DI, Koopmans JR, Van Doornen LJ, Orlebeke JF.

##########

Appunto.
Vorrei ricordare agli utenti che chi non ha uno straccio di prova è proprio Psikotico.


Ma prova di che? I miei dati sono simili ai tuoi. E mo' dici che i miei sono sbagliati?

Bah.

Ciao a tutti,



PsYkoT|k

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Re:

Scritto da: MatriXRevolution 22/04/2007 20.59
Sono tutti Froci con il culo degli altri! [SM=x1061912]



Solo una persona intelligente, colta, intellettualmente all'avanguardia, poteva fare una battuta così indovinata e originale.

I tuoi interventi arricchiscono e danno modo di riflettere sulla tua preparazione così elevata spiritualmente e, certamente, non improvvisata.
Grazie


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Tutto ciò che hai scritto è di natura assolutamente teorica, ipotetica, perciò lascia il tempo che trova.
Non puoi dirmi: leggi questo o quel libro o articolo...ma ti pare che uno possa a mettersi a leggere tutti i testi consigliati?
Se tu credi che una teoria abbia i crismi della scientificità e sia stata sottoposta ad un criterio di scientificità è sufficiente che tu racchiuda tutto in poche parole e che ne mostri la fonte. Se fosse come tu dici oggi lo sapremmo con certezza e le stesse categorie di persone interessate ne coglierebbero il senso pubblicando questi dati scientifici, ma non è così.

Sul linguaggio, intanto, prova tu a leggere Ludwig Wittgenstein.
Parli di fumo e di tendenza al fumo, quasi come caratteristica genetica, o tendenza acquisita per ereditarietà.
Non c'è predisposizione al fumo più di quanto non ce ne sia per la droga o per qualunque altra tendenza.
A questo punto chi vieta di dire che l'uomo tende a tutto?...appunto, l'uomo può tendere a tutto, esattamente come con un coltello l'uomo può deciderne l'uso e, gli usi, potrebbero essere infiniti.
Idem dicasi per l'orientamento omosessuale. Faccio fatica a definirlo orienamento, quasi fosse un dato di fatto verso cui tendere naturalmente. Questo è quello che si vorrebbe far credere. Alcuni dicono che il nascituro verterà verso l'orientamento cui sarà portato da quella supposta tendenza insita in lui alla nascita... come dire che lui è destinato a quell'esperienza per ereditarietà genetica, contro cui nulla potrà fare, nè per modificarla nè per respingerla, ma solo per accettarla.
Se è innata una tendenza, o ereditaria, o genetica o quello che si vuole perchè non si dovrebbe ragionare negli stessi termini con qualunque altra tendenza?

Ma l'omosessualità è o non è una malattia?
La stessa domanda si dovrebbe porre per ogni altra tendenza, compresa, come tu dici, anche quella al fumo o alla droga.
Se l'omosessualità è una malattia allora lo è ogni altra tendenza.
Se ogni altra tendenza non è da annorverarsi fra le malattie allora nemmeno l'omosessualità è una malattia, ma, per appunto, una tendenza.
Bisogna mettersi d'accordo.
Io non me la sentirei di affermare che le tendenze ci sorprendano ad un certo punto della vita indipendentemente dalla ns volontà.
Poi questa volontà può anche subire una serie infinita di attentati ed essere lacerata, ma questo è un altro discorso.
Tutti subiamo la lacerazione, in qualche modo, della ns volontà.

Saluti

Pyccolo

[SM=x1061918]










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22/04/2007 23:04
 
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Re:

Scritto da: MatriXRevolution 22/04/2007 20.59
Sono tutti Froci con il culo degli altri! [SM=x1061912]




Matrix, non trovi offensiva la tua definizione verso gli utenti che hanno postato, trattandosi di un tema delicato e molto serio? Non credi che sia fuori luogo e inopportuno il tuo intervento? Certo, dimenticavo che qui vi è permesso di tutto, mentre in un altro forum, sugli stessi temi trattati, ve ne state con la coda tra le gambe per evitare presumibili richiami. Alla faccia dell'ipocrisia!Strano è che ci si venga a strappare qui le vesti per il contenuto di certe barzellette astratte per poi tacere di fronte a certe volgarità dirette alle persone. Ma tu guarda che roba!

Sera




Modificato da La Bidella 22/04/2007 23.05



Maria La bidella!
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<<Tutto ciò che hai scritto è di natura assolutamente teorica, ipotetica, perciò lascia il tempo che trova.
Non puoi dirmi: leggi questo o quel libro o articolo...ma ti pare che uno possa a mettersi a leggere tutti i testi consigliati?
Se tu credi che una teoria abbia i crismi della scientificità e sia stata sottoposta ad un criterio di scientificità è sufficiente che tu racchiuda tutto in poche parole e che ne mostri la fonte. Se fosse come tu dici oggi lo sapremmo con certezza e le stesse categorie di persone interessate ne coglierebbero il senso pubblicando questi dati scientifici, ma non è così.
>>

Francamente mi sono stufato. Prima mi dici di portare delle prove, che senza di esse il discorso è vano, dopodiché nel momento in cui te le metto davanti al naso mi dici: "ma ti pare che uno possa a mettersi a leggere tutti i testi consigliati?". Allora non leggere niente, e continua a credere a quello che pensi, teorie del 17° secolo senza capo né coda. A proposito, Wittgenstein è nato nel 1889 ed è morto nel 1951, un grande filosofo.

Allora perché già che ci sei non mi indichi Platone? "Leggiti Platone, lui si che ne sapeva di linguistica moderna, altro che l'ultimo scienziato arrivato.".
Ma per piacere, stiamo qui a mettere in relazione un Boncinelli con un Mendel? Tolomeo con Galileo? Ma dai. Tolomeo sarà anche stato un grande astronomo, ma di orbite e posizioni non ne capiva una cippa, non aveva i mezzi per studiarle, gli strumenti sarebbero comparsi successivamente.

E lo stesso vale per la linguistica e per altre cose. E se poi mi vieni a dire che la gente comune non lo sa, beh forse non lo sai tu, perché Chomsky ha vinto per parecchi anni consecutivi il riconoscimento come "scienziato dell'anno", a livello mondiale.
Comunque hai ragione, la gente comune non lo sa, alla gente comune basta la chiacchierata estremista-razzista o estremista-buonista al bar, mentre si leggono la gazzetta dello sport, non si sbattono più di tanto ad andare a leggere e ad informarsi. Ma ti pare che si vanno a leggere tutti i testi consigliati?

---

Comunque, nonostante il delirio iniziale, noto con piacere che ad un certo punto scrivi :

<<Parli di fumo e di tendenza al fumo, quasi come caratteristica genetica, o tendenza acquisita per ereditarietà.
Non c'è predisposizione al fumo più di quanto non ce ne sia per la droga o per qualunque altra tendenza.
A questo punto chi vieta di dire che l'uomo tende a tutto?...appunto, l'uomo può tendere a tutto, esattamente come con un coltello l'uomo può deciderne l'uso e, gli usi, potrebbero essere infiniti.
>>

... probabilmente pensando di darmi contro, in realtà stai confermando proprio quello che dicevo io. Cioè, io dicevo esattamente queste cose. Sì, c'è una tendenza all'alcool. Sì, c'è una tendenza al fumo. Sì, c'è una tendenza ad un certo grado di QI.

Tuttavia, bambini (si parla sempre di studi gemellari) con tendenza ad un QI limite (in negativo), "trapiantati" in famiglie di livello culturale diverso, più elevato rispetto all'origine, si è notato ovviamente un nettissimo miglioramento in positivo, essendo il bambino stimolato dall'ambiente intellettualmente più stimolante. Potrebbe anche superare un bambino con tendenza a QI elevato, se determinate circostanze si avverano. Tuttavia parte svantaggiato, e sul grande numero, si avrà un massimo di QI medio inferiore al QI medio di bambini con aspettativa alta.

<<Io non me la sentirei di affermare che le tendenze ci sorprendano ad un certo punto della vita indipendentemente dalla ns volontà.>>

Non travisare il mio discorso. Non è che ad un certo punto della nostra vita... BAM! Arriva la tendenza che ci costringe a fare una cosa. No, anzi, il fattore ambientale ha quasi sempre più peso rispetto al fattore genetico. Quindi, una persona con una certa tendenza al fumo, ad esempio, farà più fatica a non cominciare, o nel caso cominci, farà più fatica a smettere rispetto ad una persona senza quella tendenza. Semplice.

Ciao,
Modificato da PsYkoT|k 22/04/2007 23.38



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"Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova" - Euclide
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