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L'omosessualità NON è una malattia. Anzi.

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2007 16:18
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OMOSESSUALITA'



L'orientamento sessuale eterosessuale, che corrisponde all'attrazione per persone di sesso diverso dal proprio, è il più frequente. Esso permette la sopravvivenza della specie attraverso la riproduzione.
Tuttavia vi sono molte persone che hanno un orientamento omosessuale, sentendosi attratti emotivamente, fisicamente e sessualmente da individui dello stesso sesso. L'omosessualità è infatti una variante del comportamento umano che si connota con il desiderio di amare, desiderare, costruire e autoidentificarsi con persone dello stesso sesso e non esclusivamente con atti sessuali. E' quindi una condizione esistenziale con contenuti di affettività, progettualità e di relazione.

Considerata per molto tempo come una malattia, una perversione, le è stata tolta questa etichetta dalla psichiatria a partire dalla metà degli anni 70. Via via, i codici diagnostici psichiatrici se ne sono occupati, fino all'inizio degli anni 90, per quella sua variante cosiddetta ego-distonica. Veniva cioè considerata meritevole di attenzione clinica e terapeutica quella condizione nella quale l'omosessualità non era in sintonia con il vissuto profondo di un determinato soggetto, creandogli uno stato di disagio e di tensione psichica.
Nell'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) l'omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993.
Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano. Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità.
Questo atteggiamento stratificato nella coscienza di figure importanti di riferimento quali genitori, insegnanti, medici e sacerdoti determina sensi di colpa e bassa autostima nelle persone che si scoprono omosessuali, le quali si allontanano dal proprio sentire per paura di essere rifiutate o si condannano a vivere relazioni senza libertà e in sintonia con le richieste di società e cultura con ripercussioni psicologiche talvolta rilevanti.

L'omosessualità è una realtà multiforme come l'eterosessualità, in cui si differenziano comportamento, orientamento e identità omosessuale.
Il comportamento omosessuale è l'attività, l'esperienza puramente fisica.
L'orientamento omosessuale è rappresentato dalla comparsa nella sfera della coscienza di una preponderanza di sentimenti, pensieri erotici e fantasie che riguardano un individuo dello stesso sesso.
L'identità consiste invece in un durevole autoriconoscimento del sentire e vivere l'omosessualità.

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«IL GENE DELL'OMOSESSUALITà, se ancora esiste, è perchè serve A MIGLIORARE L'UOMO»
L'ipotesi evolutiva pubblicata dalla rivista scientifica «Nature». «Maggiori capacità di fecondare»

mercoledì 17 gennaio 2007 , dal Corriere della Sera

di Giuseppe Remuzzi


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«In somma sappi che tutti fur cherci e litterati grandi e di gran fama, d'un peccato medesmo al mondo lerci» . Dante nell'Inferno fa di Brunetto Latini la figura dominante del girone dei sodomiti, peccato gravissimo per la morale religiosa di allora.

E se i geni associati all'omosessualità servissero al benessere dell'uomo? L'omosessualità è abbastanza diffusa, nell'uomo e in altre specie animali. Ma le basi genetiche e le ricadute sull'evoluzione sono poco conosciute. Ricercatori del Tennessee e di Santa Barbara hanno messo a punto un modello matematico (il lavoro è pubblicato su Proceedings of Royal Society di Londra, ripreso da Nature di questi giorni) che aiuta a capire come il gene associato all'omosessualità, se c'è, abbia potuto diffondersi.

Andiamo con ordine.

Il gene (o i geni) dell'omosessualità non sono stati identificati, ma c'è evidenza che la tendenza ad essere omosessuali sia genetica. Di due gemelli identici se uno è omosessuale è possibile che lo sia anche l'altro, ma non vale per due fratelli che non siano gemelli. Ma com'è che il gene legato all'omosessualità si è diffuso nella popolazione se la loro non è un'attività sessuale che porta a riprodursi? C'è una spiegazione sola: che il gene «gay» sia utile all'evoluzione della specie.

Ma facciamo un passo indietro. Di ciascun gene in ogni cellula dell'uomo c'è quello che viene dalla mamma e quello del padre. Delle volte sono uguali, e si dirà che l'individuo è omozigote. Più spesso l'allele del padre e quello della madre sono diversi (si è eterozigoti per quel gene) e lo saranno le corrispondenti proteine. È così che la specie varia ed evolve, è così che cambia il colore degli occhi o dei capelli dai genitori ai figli. Fra gli omosessuali ci sono gradi diversi di comportamenti e di capacità di riprodursi. Un comportamento solo omosessuale è di chi eredita il gene «gay» sia dalla madre che dal padre. Comportamenti intermedi sono di chi eredita un solo gene «gay». Ogni tipo di trasmissione prevista dal modello ha un suo costo e un suo beneficio. Costo è la perdita della capacità di riprodursi. Beneficio è per esempio l'aspetto fisico: chi ha un gene «gay» potrebbe essere più attraente fisicamente o più capace di fecondare. Questo darebbe un vantaggio riproduttivo e consentirebbe al gene di diffondersi. Proprio come si è diffusa la talassemia là dove c'è la malaria. Gli omozigoti per il gene della talassemia danno una malattia grave. Ma se si eredita una copia sola del gene, si è un po' anemici ma si diventa più resistenti alla malaria nelle zone dove è endemica. Così chi eredita un gene solo ha più probabilità di sopravvivere e di riprodursi. Intanto però la talassemia si diffonde. Fuori di metafora, a lungo andare la variante «gay» potrebbe persino prevalere. Se fosse così, molti potrebbero avere qualche tendenza omosessuale, ma essere più belli e più forti. E più fertili. È un'ipotesi, deriva da modelli matematici estremamente sofisticati, ma resta un'ipotesi che potrebbe tuttavia avere a che fare con la sopravvivenza della specie. Oggi il 20% delle coppie non riesce ad avere un bambino (e nel 50% dei casi potrebbe dipendere dall'uomo). I dati sulla qualità del seme maschile sono preoccupanti. Una ricerca fatta qualche anno fa ha dimostrato che la concentrazione degli spermatozoi nel liquido seminale si è ridotta del 50% dal 1938 al '90, ed è ancora meno oggi. Le cause vanno dall'inquinamento da pesticidi all'uso smodato di farmaci che finiscono nelle acque superficiali.

Se fosse vero che chi ha almeno un gene «gay» ha più possibilità di fecondare di chi non ce l'ha, sarebbe il modo per la specie di difendersi. Che il gene «gay» sia associato a più fecondità è suggerito da un lavoro di ricercatori dell'Università di Amsterdam di qualche anno fa. Che da quel gene dipenda il futuro dell'umanità non è detto. Ma non è nemmeno detto il contrario.

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ARTICOLI SCIENTIFICI SU QUESTO TEMA:

Survival of genetic homosexual traits explained. NewScientist.com, 13-10-2004

Genetic factors influence male homosexuality-study. Reuters.News Article, 12-10-2004

How nature allows the “gay gene” to flourish. Indipendent.co.uk News, 13-10-2004.

Scienza: omosessualità maschile influenzata da geni, lo affermano ricercatori dell'Università di Padova. gaynews.it, 14-10-2004

Homosexual link to ferttility genes . Thelegraph News, 13-10-2004

How omosexuality is “inherited”?. BBC news UK edition, 13-10-2004

L'omosessualità maschile rende le donne più fertili. Focus.it, 13-10-2004

Gay gentics. NewScientist, 16-10-2004

Darwin's puzzle, The Thelegraph Calcutta India, 01-11-2004

So it is down to mother: gay gene survives because it boosts fertility. Times on line, 13-10-2004

Homosexuality linked to fertility genes. Lubos Motl's referene frame, 08-11-2004

L'omosessualità è anche genetica. La Gazzetta del Mezzogiorno, 18-03-2005

Calpe conference confirms Gibratar ape management system. Panorama, Gibratar's on line Daily, Gibratar news, 18-03-2005.



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13/04/2007 22:14
 
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Ogni persona ha un'orientamento sessuale diverso da ogni altro.

Stabilire la normalità con gli occhiali del pregiudizio, innalza barriere e discriminazione.

Ben vengano i vari trattati che aiutano a comprendere il complesso mondo dell'omosessualità.
Pino



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14/04/2007 11:07
 
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Re:
Scritto da: (Upuaut) 13/04/2007 14.19
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Mi permetto d'intervenire per un breve scambio di opinioni su un argomento così controverso, eppure molto dibattuto.
Questa è la sezione dei diritti umani fondamentali, ed è giustissimo che nessuno sia discriminato, ghettizzato, emarginato e fatto oggetto di offese per il suo comportamento, particolarmente quando questo comportamento non leda i diritti e le libertà altrui.
Passare però dalla questione dei diritti umani a proposte di affermazione di ideologie che io dovrei insegnare ai miei figli come complementari e varianti del comportamento umano mi sembra eccessivo e fuorviante.
D'accordo con i DICO.
D'accordo con il rispetto delle libertà individuali.
D'accordo con la condanna di atti discriminatori nei confronti del diverso,

ma, consentitemi di dissentire da quanto seuge:




> OMOSESSUALITA'
>
>
>
> L'orientamento sessuale eterosessuale, che corrisponde all'attr
> azione per persone di sesso diverso dal proprio,
> è il più frequente. Esso permette la sopravvivenza
> della specie attraverso la riproduzione.

Opinione... opinabile. La morfologia dei corpi maschili e femminili non consente troppe distrazioni. Dire che il comportamento(errato secondo me definirlo orientamento, quasi a presupporre ad un certo punto della vita della persona una scelta fra tante disponibili, come dire: ora sono in grado di scegliere...come mi oriento fra le tante varianti?) eterosessuale sia semplicemente il più frequente non è rappresentare la realtà dei fatti.

> L'omosessualità è infatti una variante del
> comportamento umano

Non esiste un solo elemento che possa dimostrare che si tratti di variante, in quanto la morfologia dei corpi maschili e femminili non consente spazio a varianti.
Se invece mi si dice che si tratta di variante ai propri desideri di ricercare il piacere allora posso concordare.
Se mi si dice che questa diversa ricerca del piacere non deve essere condannabile e che tutti devono sentirsi liberi, ancorchè non danneggino gli altri, di esprimere il proprio desiderio, nella propria vita, a proprio piacimento, allora posso concordare.

> Considerata per molto tempo come una malattia, una pe
> rversione, le è stata tolta questa etichetta dalla
> psichiatria a partire dalla metà degli anni 70.

Ok! Non è una malattia, ma una scelta operata dal proprio pensiero basata alcune volte sul proprio iter educativo, come qualunque altra scelta. Queste scelte sono condannabili da parte della società solo se violano le norme che attengono i diritti umani fondamentali.

> Così, sul piano scientifico è stata posta fine a
> lla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione
> di questo frequente comportamento umano.

Non userei la parola "scientifico", comunque è stato raggiunto un buon traguardo, che ha spostato la spiegazione del fenomeno dalla sfera genetica o organica alla sfera delle relazioni e dei sentimenti, perciò del desiderio.

> Malgrado
> ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e
> pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione
> dell'omosessualità.

Non potrà mai essere evitato...sarebbe chiedere troppo e l'impossibile. Sarebbe come dire che i cattolici perdano i loro pregiudizi religiosi nei confronti delle altre confessioni religiose...impossibile, anche in presenza di leggi.

> L'omosessualità è una realtà multiforme come l'eteros
> essualità, in cui si differenziano comportamento,
> orientamento e identità omosessuale.

Concordo...non può non essere una realtà, ma eviterei di accostarla nel paragone all'eterosessualità. Non capisco le ragioni di questa voglia di accostarla all'eterosessualità.
Non hanno nulla in comune se non l'obiettivo di soddisfacimento di un desiderio, di un piacere o della voglia di affetività e di sentimenti...stop.


> L'orientamento omosessuale è rappresentato dalla
> comparsa nella sfera della coscienza di una preponderanza
> di sentimenti, pensieri erotici e fantasie che
> riguardano un individuo dello stesso sesso.

Questo pensiero riassume, secondo me, correttamente il comportamento omosessuale o bisessuale o transessuale o qualunque altro possa essere.


> L'identità consiste invece in un durevole autoriconoscimento
> del sentire e vivere l'omosessualità.

Se ciò è quello che sente l'individuo sono affari suoi, ma non può impegnare in questa sintesi il resto dell'umanità.
Non si può dire di chi sceglie di soddisfare diversamente le proprie necessità emotive che appartenga ad un genere diverso. Siamo sempre tutti uomini e donne con diversi cervelli pensanti.

Il resto del post verte tutto su disquisizioni personali, che nulla hanno da spartire con la scientificità.

Approfitto per salutare tutti i presenti del forum.

Pyccolo

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Quest'ipotesi fa parte delle ipotesi di tipo "innatistiche".

Non si possono fare affermazioni, infatti, come quella del titolo del 3d.
La scienza non ha ancora stabilito chiaramente la causa dell'omosessualità.

Ci sono solo ipotesi, le quali si dividono in tre branche:

Le prime sono le ipotesi di tipo "innatistico".
Le seconde di tipo "psicologico".
Le terze di tipo "volontaristico".


Ci tengo, quindi, a sottolineare che si tratta sempre e comunque di IPOTESI

Delle quali l'una non riesce, per adesso, ad avere la minima prevalenza sull'altra.



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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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14/04/2007 17:01
 
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Non è affatto così caro Mauri,

tramite lo studio gemellare si è appurato SCIENTIFICAMENTE che la "causa" dell'omosessualità è al 40% genetica e al 60% ambientale.

C'è una parte genetica. Minore di quella ambientale, ma c'è.

Non è un'ipotesi.

Ciao,



PsYkoT|k

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Re:

Scritto da: PsYkoT|k 14/04/2007 17.01

tramite lo studio gemellare si è appurato SCIENTIFICAMENTE che la "causa" dell'omosessualità è al 40% genetica e al 60% ambientale.

C'è una parte genetica. Minore di quella ambientale, ma c'è.

Non è un'ipotesi.




La risposta al tuo post sta nella tua firma:

" "Ciò che è affermato senza prova, può essere negato senza prova" (Euclide).

Dove sono le tue prove? Per ora sono solo affermazioni.

Ciao

Pyccolo



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14/04/2007 23:18
 
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Non posso postarti il materiale delle lezioni di Psicopatologia dello Sviluppo, essendo riservate agli studenti del prof. Battaglia, docente all'uni. Vita-Salute S.Raffaele a Milano.

Però appena lo vedo gli chiedo se le posso pubblicare.

Oppure appena ho un attimo di tempo cerco in uno dei miei libri.

Ciao,



PsYkoT|k

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15/04/2007 01:11
 
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Comunque mi sono accorto di aver sbagliato dicendo a Mauri che non ha ragione.
L'abitudine di dargli contro per le evidenti opinioni contrastanti su quasi tutto, mi ha fatto scrivere "non è affatto così".
In realtà è proprio così come dice.

Alla luce di quanto ho precedentemente scritto infatti, se poniamo la "causa" al 40% nei geni e al 60% all'ambiente, ancora non abbiamo la certezza di quale sia esattamente questa "causa".
È evidente dalle percentuali che abbia più peso l'ambiente, ma non è detto che dato questo, sia certo che una persona diventi omosessuale.

Le percentuali sono infatti da spiegare:

presi due gemelli omozigoti (con stesso patrimonio genetico), e impiantati in ambienti totalmente diversi (in caso di adozioni da parte di famiglie diverse), c'è una percentuale del 40% che se uno col passare del tempo si scopra gay, anche l'altro lo sia. Senza che siano mai venuti a contatto o che abbiano condiviso alcunché.

Gli studi sono molto più fini ovviamente e sono correlati da scale di valutazione appropriate dell'ambiente di vita, e di studi su gemelli eterozigoti cioè con patrimonio genetico condiviso al 50%, che permettono rilevazioni differenti.

In ogni caso, le cose stanno all'incirca così.

(Come ho già detto, vedrò di ottenere il permesso di pubblicare delle dispense universitarie a sostegno di ciò che scrivo.)

Traspare però una cosa certa, che le tre ipotesi elencate da Mauri, così come sono, non vadano proprio da nessuna parte se non ad uno scontro frontale senza nessun vincitore (per ora).

È anche logico (ma questa è una mia opinione) che l'omosessualità, in generale, non abbia una e una sola "causa", ma che ne abbia diverse. A seconda dei casi, può essercene una o un'altra, o più contemporaneamente. Nel caso ce ne sia una sola, questa deve essere abbastanza "importante" da indurre il cambiamento, e mantenerlo.

Ciao,



PsYkoT|k

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15/04/2007 01:12
 
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Re:

Scritto da: PsYkoT|k 14/04/2007 23.18
Non posso postarti il materiale delle lezioni di Psicopatologia dello Sviluppo, essendo riservate agli studenti del prof. Battaglia, docente all'uni. Vita-Salute S.Raffaele a Milano.

Però appena lo vedo gli chiedo se le posso pubblicare.

Oppure appena ho un attimo di tempo cerco in uno dei miei libri.

Ciao,



Allora ne riparliamo al momento opportuno...per ora la tua resta un 'ipotesi come tante. [SM=g28002]

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15/04/2007 21:19
 
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Non posso postarti il materiale delle lezioni di Psicopatologia dello Sviluppo, essendo riservate agli studenti del prof. Battaglia, docente all'uni. Vita-Salute S.Raffaele a Milano.

Però appena lo vedo gli chiedo se le posso pubblicare.

Oppure appena ho un attimo di tempo cerco in uno dei miei libri.

Ciao,



Sarebbe interessante leggere quel materiale [SM=g28002]






Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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16/04/2007 15:25
 
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Re:

Scritto da: @nounou@ 15/04/2007 21.19


Sarebbe interessante leggere quel materiale [SM=g28002]




Sarebbe interessante...vero, ma, a parer mio, al presente, non c'è nulla, assolutamente nulla di scientifico, dimostrabile, che sostenga la tesi della natura genica o innata di un qualunque comportamento legato alla sessualità, ad eccezion fatta, per l'evidente e chiara morfolegia dei corpi maschili e femminili, per la sessualità che fa connettere un uomo ad una donna.

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16/04/2007 20:21
 
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La genetista Anne Moir nel suo libro Brain Sex (http://www.amazon.com/Brain-Sex-Difference-Between-Women/dp/0385311834) rivela i risultati delle sue ricerche, i quali confermano ciò che da anni gli scienziati sapevano già: l'omosessualità è una questione genetica, non una libera scelta. Non solo è innata, ma l'ambiente in cui cresciamo gioca un ruolo minore di quanto supponessimo. Gli scienziati hanno scoperto che gli sforzi che i genitori compiono per cambiare l'orientamento sessuale dei propri figli non sortiscono alcun effetto; inoltre, dato che l'influenza dell'ormone maschile (o la sua assenza) sul cervello è la principale causa di tali tendenze, la maggior parte degli omosessuali è di sesso maschile.

L'americano Dean Hamer ha confrontato il DNA di 40 coppie di fratelli omosessuali e ha scoperto che 33 presentavano i medesimi marker genetici nella regione X928 del cromosoma X, individuata come la sede approssimativa del gene dell'omosessualità. La probabilità che il gene determini la presenza del carattere ereditario di cui è portatore dipende dalla presenza di testosterone nell'embrione a circa otto settimane dal concepimento.



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17/04/2007 11:54
 
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Re:

Scritto da: (Upuaut) 16/04/2007 20.21
La genetista Anne Moir nel suo libro Brain Sex (http://www.amazon.com/Brain-Sex-Difference-Between-Women/dp/0385311834) rivela i risultati delle sue ricerche, i quali confermano ciò che da anni gli scienziati sapevano già: l'omosessualità è una questione genetica, non una libera scelta. Non solo è innata, ma l'ambiente in cui cresciamo gioca un ruolo minore di quanto supponessimo. Gli scienziati hanno scoperto che gli sforzi che i genitori compiono per cambiare l'orientamento sessuale dei propri figli non sortiscono alcun effetto; inoltre, dato che l'influenza dell'ormone maschile (o la sua assenza) sul cervello è la principale causa di tali tendenze, la maggior parte degli omosessuali è di sesso maschile.

L'americano Dean Hamer ha confrontato il DNA di 40 coppie di fratelli omosessuali e ha scoperto che 33 presentavano i medesimi marker genetici nella regione X928 del cromosoma X, individuata come la sede approssimativa del gene dell'omosessualità. La probabilità che il gene determini la presenza del carattere ereditario di cui è portatore dipende dalla presenza di testosterone nell'embrione a circa otto settimane dal concepimento.





Sono tutte cose che, benchè interessanti da un punto di vista squisitamente fantasioso, non rappresentano dati di fatto avvalorati dal metodo scientifico...insomma, oltre che vecchie e stantie, quelle ricerche supposte scientifiche, non godono per ora di dati certi tali da escluderle dal novero delle teorie.
Però, come credo tu sarai d'accordo con me, basarsi su teorie, supposizioni, intuiti è come basarsi sul nulla.
Se una teoria non è provata vera, oppure falsa, resta teoria, ovvero nulla di fatto.

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Re: Re:

Scritto da: pyccolo 17/04/2007 11.54




Sono tutte cose che, benchè interessanti da un punto di vista squisitamente fantasioso, non rappresentano dati di fatto avvalorati dal metodo scientifico...insomma, oltre che vecchie e stantie, quelle ricerche supposte scientifiche, non godono per ora di dati certi tali da escluderle dal novero delle teorie.
Però, come credo tu sarai d'accordo con me, basarsi su teorie, supposizioni, intuiti è come basarsi sul nulla.
Se una teoria non è provata vera, oppure falsa, resta teoria, ovvero nulla di fatto.




Il gene dell'omosessualità, quale che sia, sappiamo che non agisce in senso mendeliano, magari se attivato a basso livello, ti rende semplicemente bisex, e in questo modo si trasmette alle generazioni future.

Il fatto che il gene non sia stato scoperto potrebbe anche presupporre che in realtà il considerare l'omosessualità come caratteristica genetica/ereditaria sia una grande cantonata?
Risposta: NO, questo è stato dimostrato a livello statistico. Per smontare la tesi genetica bisognerebbe riuscire a reinterpretare quei dati in senso non-genetico, ma è altamente improbabile che ci si riesca.

Mi rendo conto che se non abbiamo neanche trovato l'esatto gene, dare dimostrazioni inconfutabili sarà molto difficile, ma per ora resta l'ipotesi più plausibile.

L'unica cosa veramente certa è che l'omosessualità non è una caratteristica patologica.




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Re: Re: Re:
Scritto da: (Upuaut) 18/04/2007 18.40
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> Il gene dell'omosessualità, quale che sia, sappiamo c
> he non agisce in senso mendeliano, magari se attivato
> a basso livello, ti rende semplicemente bisex,
> e in questo modo si trasmette alle generazioni
> future.

Con tutto il rispetto che ho per te e per chi ha tirato fuori questo concetto, permettimi di dirti che si tratta di una fantasia di così ciclopiche dimensioni, tanto da far invidia ad inferno e paradiso dantesco.

> Il fatto che il gene non sia stato scoperto potrebbe
> anche presupporre che in realtà il considerare
> l'omosessualità come caratteristica genetica/ereditaria
> sia una grande cantonata?

Certo! Perchè questa tua affermazione si può fare per ogni tipo di orientamento, compreso pedofilia, bestialità, licantropia e via cantando. Siamo completamente fuori.

> Risposta: NO, questo è stato dimostrato a livello
> statistico.

Carissimo, le statistiche non dimostrano nulla, casomai mostrano
un processo, una tendenza in atto. Non per questo quel processo e quella tendenza sono da attribuirsi ad ereditarietà o ad un gene.
Le motivazioni sono molteplici così come sono molteplici le aggregazioni umane.


> ...ma per ora resta l'ipotesi più
> plausibile.

Le ipotesi non sono più o meno plausibili, perchè, per più o meno plausibili che siano, poggiano sempre sul nulla di fatto.

> L'unica cosa veramente certa è che l'omosessualità no
> n è una caratteristica patologica.

Non è una malattia, come non lo è nessun altro comportamento umano. Però ogni comportamento umano potrebbe condurre alla malattia quando sfuggisse al controllo. [SM=g27987]

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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: pyccolo 18/04/2007 21.34
Scritto da: (Upuaut) 18/04/2007 18.40
---------------------------

> Il gene dell'omosessualità, quale che sia, sappiamo c
> he non agisce in senso mendeliano, magari se attivato
> a basso livello, ti rende semplicemente bisex,
> e in questo modo si trasmette alle generazioni
> future.

Con tutto il rispetto che ho per te e per chi ha tirato fuori questo concetto, permettimi di dirti che si tratta di una fantasia di così ciclopiche dimensioni, tanto da far invidia ad inferno e paradiso dantesco.

> Il fatto che il gene non sia stato scoperto potrebbe
> anche presupporre che in realtà il considerare
> l'omosessualità come caratteristica genetica/ereditaria
> sia una grande cantonata?

Certo! Perchè questa tua affermazione si può fare per ogni tipo di orientamento, compreso pedofilia, bestialità, licantropia e via cantando. Siamo completamente fuori.

> Risposta: NO, questo è stato dimostrato a livello
> statistico.

Carissimo, le statistiche non dimostrano nulla, casomai mostrano
un processo, una tendenza in atto. Non per questo quel processo e quella tendenza sono da attribuirsi ad ereditarietà o ad un gene.
Le motivazioni sono molteplici così come sono molteplici le aggregazioni umane.


> ...ma per ora resta l'ipotesi più
> plausibile.

Le ipotesi non sono più o meno plausibili, perchè, per più o meno plausibili che siano, poggiano sempre sul nulla di fatto.

> L'unica cosa veramente certa è che l'omosessualità no
> n è una caratteristica patologica.

Non è una malattia, come non lo è nessun altro comportamento umano. Però ogni comportamento umano potrebbe condurre alla malattia quando sfuggisse al controllo. [SM=g27987]




Che ti piaccia o no, i dati sono dati, e tu non puoi negarli. Che l'omosessualità abbia origini genetico/ormonali è un fatto, che è dimostrabile anche senza aver trovato il gene esatto.

L'omosessualità non è una malattia, esattamente come non lo è possedere gli occhi azzurri o la pelle nera.




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19/04/2007 23:55
 
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Ssssì. Effettivamente si può dire che abbia UNA PARTE genetica. Ed effettivamente si può dire che ora non sia più considerata una malattia, nemmeno dall'albo degli psicologi.

Tuttavia, sulla base delle tue affermazioni, non è possibile una conseguenza diretta. Cioè, non si può dire "siccome per l'omosessualità abbiamo una rilevanza genetica del 60% (i dati in mio possesso danno un 40%, ma il discorso non cambia), allora sappiamo per certo che essa non è da considerarsi una malattia".

Questo è errato, infatti le malattie genetiche sono considerate malattie anche se, appunto, si trasmettono geneticamente da generazione a generazione con percentuali variabili.

Lo statuto di "non malattia" è da ricercare, a mio avviso, in altri campi. Io infatti sono ben lungi dal dichiararla "malattia" convenzionale, tuttavia le mie motivazioni sono ben altre.

Ciao,



PsYkoT|k

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Re:

Scritto da: PsYkoT|k 19/04/2007 23.55
Ssssì. Effettivamente si può dire che abbia UNA PARTE genetica. Ed effettivamente si può dire che ora non sia più considerata una malattia, nemmeno dall'albo degli psicologi.

Tuttavia, sulla base delle tue affermazioni, non è possibile una conseguenza diretta. Cioè, non si può dire "siccome per l'omosessualità abbiamo una rilevanza genetica del 60% (i dati in mio possesso danno un 40%, ma il discorso non cambia), allora sappiamo per certo che essa non è da considerarsi una malattia".

Questo è errato, infatti le malattie genetiche sono considerate malattie anche se, appunto, si trasmettono geneticamente da generazione a generazione con percentuali variabili.

Lo statuto di "non malattia" è da ricercare, a mio avviso, in altri campi. Io infatti sono ben lungi dal dichiararla "malattia" convenzionale, tuttavia le mie motivazioni sono ben altre.

Ciao,



Parliamoci chiaro:
la sindrome di Down è una MALATTIA genetica, avere gli occhi azzurri o essere eterosessuali è una CARATTERISTICA genetica.




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Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 20/04/2007 19.24


Parliamoci chiaro:
la sindrome di Down è una MALATTIA genetica, avere gli occhi azzurri o essere eterosessuali è una CARATTERISTICA genetica.





Si attendono altri commenti. Mi pare che tu confonda i dati con i fatti...son due cose diverse. Comunque non hai riportato nè dati scientifici nè fatti.
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oddio pure quà?
ci siete già arrivati alle terapie di Nicolosi?
perchè ci ho qualche regalino [SM=g27987]



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accenderò una lampada abbronzante *°*°*

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