| | | | Post: 211 Post: 211 | Registrato il: 03/09/2010 | Città: VENARIA | Età: 90 | Sesso: Maschile | Utente Junior | | OFFLINE |
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21/10/2010 21:05 | |
Un episodio al quale ho assistito nel 1993, che ha relazione proprio col discorso della fine imminente, che coinvolge sempre profondamente il t.d.G. in quanto ha investito tutto il suo essere, è quello dell’esortazione da parte di un amico fratello “G.”, che in occasione della mia dissociazione dal gruppo nel 1992, mi disse che avevo sbagliato ad abbandonare la Società proprio in questo momento critico in cui <<la fine è alle porte e non si sopravvivrà al 2000>>.
<<Tu sai benissimo>> gli risposi che <<la Società più volte ha indicato delle date relative alla fine e sono puntualmente fallite.
Credi che, sulla base di questi fallimenti, si possa ancora parlare di date?
Insomma che significato hanno le parole “prossimo” e “imminente”?
Gesù non ha specificato di non seguire coloro che dicono “è prossimo”?
Ascolta, mi premuro di mettere da parte in questo tempo una bottiglia di spumante e la stapperemo nel 2000 e brinderemo alla vita!>>, <<Sono convinto che non ci vedremo, perché allora tutto finirà>>, mi disse.
Infatti, sono già passati tre anni dal 2000 e il fratello amico da tre anni non si è visto, certo non per la fine del mondo.
La bottiglia è ancora qui che l’attende, ma, a quanto mi risulta non si è ancora fatto vedere, prima o poi ci incontreremo, ma in considerazione della forma mentale del t.d.G. di sicuro mi risponderà: <<E’ imminente>>.
Pure nel prepararsi all’evento finale i tdG trovano la loro analogia negli esseni: “Nel 66 d.C. ebbe inizio la rivolta del giudaismo palestinese contro la dominazione romana in Terra Santa.
Secondo i calcoli, mancavano certamente ancora quattro anni alla data finale, ma essendo così prossimi all’attesa fine della dominazione romana, poteva essere utile un’attiva preparazione all’imminente svolta” (Gli esseni, Qumran, Giovanni Battista e Gesù, ed.Dehoniane, Bologna 1997, pagg. 164,176,178,228,229)
Come si riscontra, ci sono evidenti analogie interessanti, diciamo anche fondamentali, tra le credenze dei tdG e la setta del Qumran.
Si aggiunga quest’altro particolare di sostanziale somiglianza: gli esseni pensavano che mancavano dal 66 al 70 d.C., “certamente” 4 anni alla fine per il giudizio di Dio.
Allo stesso modo i tdG nel 1968, affermavano che: “Questo periodo di 7 anni finirà evidentemente nell’autunno del 1975” (Svegliatevi del 22 – 4 –1969, pag. 14).
Da osservare inoltre, nel brano sopraccitato di H. Stegemann quell’ “imminente” il cui significato è da mettere correttamente in relazione dall’inizio della guerra giudaica al 70 d.C.. Si noti anche quell’ “evidentemente” dei tdG pochi anni prima del 1975!
Un evidentemente che non è stato per nulla evidente, tutti quei fatti che vengono sottolineati dalla rivista appena citata, la quale porta l’impronta che “mancano pochi anni” alla fine del mondo o “sistema di cose”.
Altro che verità progressive! “Evidentemente” si tratta sempre del consueto fallimento profetico.
La storia si accanisce contro tutte le loro previsioni, come più volte sottolineato. Essa è la grande nemica dei t.d.G.
Nonostante ciò, continuino pure i tdG ad insegnare agli sventurati che il regno di Dio è “imminente”, è “vicino”, è “prossimo”, è “alle porte”, forse tra 100 o 200 anni, quando il Signore Gesù Cristo vorrà e si manifesterà, indipendentemente dalla situazione mondiale, come da sempre la Chiesa nelle sue liturgie e omelie tutti i giorni recita “in attesa della tua venuta” per sollevare tutta l’umanità, allora i tdG, se ci saranno ancora, diranno con soddisfazione: “ve l’avevamo detto che era imminente!”.
segue...
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