In un thread diverso da questo hai fatto questa affermazione:
"Io non mi sento di sposare nessuna causa nè tanto meno criticarne alcuna."
Poi però, cara Gepy, dimostri d'essere schiarata, o, quantomeno, di difendere gli interessi di una sola parte.
Sei sicuramente libera nel far questo, ti chiedo, pertanto, se consenti, sulla base di quali criteri difendi certe posizioni e non altre?
Ad esempio a Carlomagno, (per il quale va la mia totale stima e comprensione, nella certezza che, questione di tempo, risolverà tutti i suoi interrogativi) chiedi:
"Scusami, ma non hai fatto delle scelte libere? La tua insicurezza nasce da che cosa? Perché incolpi di 55 anni la tua ex religione?"
Chiedo a te: Perchè non ti senti di sposare alcuna causa?
Che cosa ti porta a questa conclusione?
Visto che hai tuo marito credente e visto che tu mostri di conoscere con dovizia di particolari la fede di tuo marito,
tu perchè non ti schieri?
Cosa te lo impedisce?
Se hai riscontrato, così come difendi, la verità della causa religiosa di tuo marito, perchè non la sposi?
POTRESTI TOGLIERCI QUESTA CURIOSITA'?
Difficilmente un essere umano che sa che, una causa, sia causa giusta, non la sposi anche ... questo è, oltretutto,comportamento logico assecondato pari pari dalla moderna scuola di analisi del pensiero.
Tutti sposiamo ciò che ci appare giusto.
Nessuno sposa ciò che appare errato.
Semplice vero?
Ancora rivolta a Carlomagno dici:
" Avresti potuto renderti conto prima."
Ti pare una conclusione che stia in piedi?
Mi sai dire chi, dovendo andare a Roma, ma di fatto è diretto a Palermo, nel momento in cui si rende conto d'andare a Palermo non fa immediatamente retromarcia?
Che senso avrebbe a chi sta andando con disinvoltura e convinzione in una direzione piuttosto che in quella prevista andargli a dire: "perchè non te ne sei reso conto prima?"
Aggiungi:
"Sei stato obbligato e legato al tuo posto per tutti questi anni?"
Di certo non è nè stato nè obbligato nè legato, ma vi è rimasto nella convinzione di percorrere la strada giusta.
In quella strada molto probabilmente ci è andato perchè si è unito, fiducioso, alla sua famiglia, esattamente come accade a qualunque bambino che si fida ciecamente della madre.
E con ciò?
Perchè mai dovrebbe, una volta che un credente se ne renda conto, sol perchè gliela hanno raccontanta i genitori, continuare a credere a Babbo Natale o alla Befana o in qualunque altra paventata verità che, oggi, s'accorge che non è' più tale?
Ti chiedo:
Perchè mai i genitori dovrebbero disdegnarlo come figlio e togliergli il saluto sol perchè s'è accorto di ciò che oggi per lui sono direzioni che non portano agli obiettivi previsti?
Io non apprezzerei dei genitori così oppressivi ed insistenti.
Ovvio che, vedendo come i suoi genitori costituiscano impedimento alle sue libere conclusioni, possa, ma non è detto, cadere in conflitto con essi e, magari, rammaricarsi anche d'averli avuti come genitori.
Ma se quei genitori lo lasciassero libero dicendo: "Quel che ti abbiamo insegnato te lo abbiamo insegnato in buona fede, ma se tu oggi vedi che la direzione che noi ti abbiamo indicata non è quella corretta, sentiti libero, caro figliolo, di andare nella direzione che vuoi, saremo sempre al tuo fianco per qualunque cosa tu abbia bisogno".
Nota bene un ragionamento analogo, indipendentemente dal fattore religioso:
Da LUca 15:
"Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni. 13 Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. 16 Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi". 20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. 21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; 23 portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa. 25 Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze. 26 Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse. 27 Quello gli disse: "È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo". 28 Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. 29 Ma egli rispose al padre: "Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici; 30 ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato". 31 Il padre gli disse: "Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato"».
Come vedi, cara Gepy, i vangeli ragionano un tantino diversamente da come ragionano e si comportano le correnti religiose che dicono di rappresentarlo.
Quì non bisogna disturbare Freud.
Ognuno è responsabile delle proprie azioni.
Hai perfettamente ragione, ma qui c'è la responsabilità della discriminazione, dell'emarginazione, del controllo, del calpestamento della dignità umana e
questa responsabilità
non è quella che si è assunta autolesivamente Carlomagno.
Se fosse stato adottato con lui un comportamento analogo a quello del figliul prodigo, oggi, probabilmente, non starebbe qui a discutere con te.
L'imparzialità ti dovrebbe consentire di guardare equamente in faccia alle parti in causa, soprattutto perchè tu non hai ancora fatto scelte e nè intendi farle.
Un caro saluto
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Pyccolo
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