QUANDO SI CREDE IN UNA SOLA, UNICA E POSSIBILE GUIDA

MauriF, 10/06/2008 7.27:

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Dio non deve proprio placare nessuno...

Dio si è fatto come noi per farci come Lui.

DIO>>>>UOMO....UOMO>>>>DIO

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®@ffstef@n, 10/06/2008 13.44:

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BELLA E GIUSTA CREAZIONE

DIOCREA>>>>UOMO....UOMOCREA>>>>DIO

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parliamonepino, 04/06/2008 13.54:

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Cari amici,

Per molti anni ho creduto di avere la perfetta consapevolezza di seguire una strada come unica via degna di essere percorsa.

Non ho mai preso in considerazione delle "guide" alternative, anzi, non riuscivo a comprendere come potevano, "altri", continuare a vivere nell'errore a proposito di una questione di simile importanza.

Per conto mio, gli "altri", erano, irrimediabilmente su una strada falsa.

Vedete, tutte le volte che discutevo di questioni filosofiche o culturali, ero disposto ad accettare gli aspetti positivi delle varie opinioni, ma non appena entravo nel campo religioso, allora, l'atmosfera assumeva caratteri negativi.

Ero talmente certo della mia scelta religiosa che, spesso, il mio atteggiamento, nei confronti di chi la pensava in un altro modo era polemico e caricaturale, persino canzonatorio.

Le mie "certezze" mi rendevano intollerante.

Quando si crede in una sola, unica e possibile guida, il problema che si pone è:
"Cosa fare della religione degli altri?",
Con quale religione sta Dio?",
"Dio è nostro o degli altri?".

Il punto di partenza è "noi siamo nella verità", "Dio è con noi".

Questa forma di autocoscienza, traccia dei confini, l'idea di possesso esclusivo della verità.

Si creano, ovviamente, delle tensioni nei rapporti con gli altri.

Il mio modo religioso di vivere non era astratto o teorico, ma reale. Non per niente, vivevo all'interno di un organismo sociale, di una comunità fatta di regole e princìpi, formulati quel tanto che bastava per non andare contro lo Stato, ma diversi dall'insegnamento religioso-cristiano.

D'altra parte, il compito primario di una religione è di comunicare la verità. E intorno alla verità non sono consentite posizioni incerte, risposte a mezza voce, adesioni parziali, non esistono possibilità intermedie.

Persino il mio linguaggio rivendicava uno status di speciale detentore della verità, senza concessione per gli "altri". Così, haimé, non trovavo obiezioni per essere intollerante verso chi era "dall'altra parte".

Dopo il mio cambiamento, si è fatta strada e ha preso forma l'esigenza di annullare i confini.


Sono sempre più convinto che, L'estremismo religioso, la mentalità fondamentalistica, devono far posto ad una comunità universale di uomini liberi che pratichino la tolleranza.

Vorrei, che questo "terreno virtuale", fosse un "luogo", una "città", dove si possano stabilire rapporti sociali, intellettuali, spirituali. Non il "luogo" dove ci si preoccupa di condannare o giudicare chi non la pensa come noi, fino al punto di entrare in forti conflitti.

Dio è per tutti

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pyccolo, 10/06/2008 21.05:

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Per quanto per certi versi discutibile, vi propongo il concetto di fede secondo S. Proietti, del tipo aperto al pluralismo delle idee e delle fedi ed al concetto di libertà di religione e di espressione:

"... la fede, essendo un valore ambivalente, per sé non è né buona né cattiva – un po’ diverso da quanto diceva B. Russel - e può essere buona o cattiva secondo il suo contenuto. Quello che è cattivo è il dogmatismo, fratello del misticismo: è quell'atteggiamento che ritiene la fede un mezzo indiscusso di “verità-realtà” e si oppone a discuterne il contenuto. La seconda è che la condizione umana ci costringe a non poter vivere e operare senza una fede, tanto che svanitane una ne subentra un'altra. Una sola fede ci deve tutti unire ed è quella che è necessario rispettare la fede di ciascuno come la sua vita mentre occorre ostracizzare chiunque volesse imporre la sua fede con la violenza. E’ quello che ha voluto dire Voltaire col celebre grido “schiacciate l'infame”."

Come vedete ce n'è gente che è arrivato alle conclusioni cui molti tendono oggi e, soprattutto, OGGI: il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Pyccolo

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pyccolo, 10/06/2008 21.07:

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Jon Konneri, 10/06/2008 21.27:

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Scusa piccolo ma ha me Russel che cosa mi rappresenta?

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pyccolo, 10/06/2008 21.07:

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Per quanto per certi versi discutibile, vi propongo il concetto di fede secondo S. Proietti, del tipo aperto al pluralismo delle idee e delle fedi ed al concetto di libertà di religione e di espressione:

"... la fede, essendo un valore ambivalente, per sé non è né buona né cattiva – un po’ diverso da quanto diceva B. Russel - e può essere buona o cattiva secondo il suo contenuto. Quello che è cattivo è il dogmatismo, fratello del misticismo: è quell'atteggiamento che ritiene la fede un mezzo indiscusso di “verità-realtà” e si oppone a discuterne il contenuto. La seconda è che la condizione umana ci costringe a non poter vivere e operare senza una fede, tanto che svanitane una ne subentra un'altra. Una sola fede ci deve tutti unire ed è quella che è necessario rispettare la fede di ciascuno come la sua vita mentre occorre ostracizzare chiunque volesse imporre la sua fede con la violenza. E’ quello che ha voluto dire Voltaire col celebre grido “schiacciate l'infame”."

Come vedete ce n'è gente che è arrivato alle conclusioni cui molti tendono oggi e, soprattutto, OGGI: il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Pyccolo

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®@ffstef@n, 11/06/2008 0.02:

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AMMIREVOLE E CONDIVISO..

MA AHIME BISOGNA PRENDERE ATTO CHE QUESTE IDEOLOGIE
SI ADEGUANO SEMPRE A NOSTRO DISCAPITO
QUINDI CIANCIO ALLE CHIACCHIERE CI VOGLIONO I FATTI


PARLARNE, SBANDIERARE AI SETTE VENTI, E' BENE
MA NON E' MAI STATA UNA SOLUZIONE
DATO CHE LA VERA DEMOCRAZIA E' STATA SOLO UTOPIA
LA LIBERTA' SI E' CONQUISTATA LOTTANDO
E NON SPIRITUALMENTE MA MATERIALMENTE

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®@ffstef@n, 11/06/2008 0.18:

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APPUNTO

NOL LO METTO IN DISCUSSIONE
E CONCORDERAI CHE SI SCENDE IN PRIMA LINEA

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®@ffstef@n, 11/06/2008 0.18:

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APPUNTO

NOL LO METTO IN DISCUSSIONE
E CONCORDERAI CHE SI SCENDE IN PRIMA LINEA

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