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04/03/2008 07:15 | |
"FILIPPO PAPPALARDI/MARCO PICCIONI/DOMENICO GRASSI: ASSASSINI O INNOCENTI? SI ACCETTANO SCOMMESSE"
Postato da: Pino Lupo il 4/03/2008 1.39
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7322023&tid=04992c8499e9351ec972906f526ef81f14dd559a4403ce3c6e908671...
Non ho potuto fare a meno di ascoltare, in questi giorni, tutto quello che ruota intorno al caso di Gravina di Puglia.
L'orrore della scoperta dei cadaveri dei due fratellini.
L'immensa pietà nel vedere il volto pietrificato dal dolore della mamma Rosa Carlucci.
Filippo Pappalardi, il padre, in carcere dal novembre 2007, con l'accusa terribile di essere stato l'autore dell'omicidio dei suoi figli.
Dopo mesi e mesi di ricerche e di indagini in tutte le direzioni, per la caduta accidentale di un bambino (Michele), la spaventosa scoperta dei corpi di Ciccio e Tore.
Credo che questa drammatica vicenda sia destinata a non calare velocemente il sipario su tanta sofferenza e disperazione.
Io non sono un giudice e nemmeno un avvocato ma ho tante perplessità sulla fine di questi due innocenti.
Delitto o incidente?
Sulla base di indizi e non prove, si continua a tenere in cella il padre dei "fratellini", perché?
Per il momento mi fermo ...
"CLIMA TESO IN TRIBUNALE: E' STATO UN OMICIDIO, NO ALLA SCARCERAZIONE DEL PADRE!"
Postato su: Repubblica.it il 3 marzo 2008
www.repubblica.it/2008/02/sezioni/cronaca/gravina-2/parere-pm/parere...
BARI - I magistrati: "Non è escluso che l'imputato abbia avuto un ruolo nella caduta dei fratellini".
E' negativo il parere del sostituto procuratore della Repubblica di Bari Antonino Lupo, sulla richiesta di scarcerazione del padre di Francesco e Salvatore Pappalardi, detenuto da novembre per duplice omicidio e occultamento di cadaveri.
"Quello di Gravina - sostiene l'accusa - è stato un omicidio".
La procura di Bari scrive che non si può escludere che Filippo Pappalardi abbia avuto un ruolo nella "precipitazione" dei fratellini nella cisterna: "Ogni presunta deduzione circa la sopravvivenza dei bambini dopo la caduta non aiuta certamente - scrivono i magistrati inquirenti - ad affermare di per sé che la condotta del Pappalardi non abbia avuto alcuna incidenza causale sulla tragica precipitazione dei fratellini".
Contrariamente a quanto in molti si aspettavano, convinti oramai che la morte dei due bambini di Gravina fosse conseguenza di un incidente piuttosto che di un disegno criminale del padre, il procuratore ha firmato il parere contrario alla scarcerazione.
Ora spetterà al giudice per le indagini preliminari di Bari Giulia ROMANAZZI decidere. Ha cinque giorni di tempo per far conoscere la propria decisione che prenderà in maniera autonomia.
Entro venerdì si saprà se Filippo Pappalardi potrà lasciare il carcere di Velletri oppure se i riscontri medico legali che escludono violenza sui bambini, non sono sufficienti per far cambiare idea all'accusa.
Pappalardi ha appreso la notizia dai telegiornali e secondo il direttore del carcere di Velletri, Giuseppe Makovech, "non ha avuto alcuna reazione dal punto di vista emotivo rispetto al parere negativo del pubblico ministero anche perché sa che il parere del pm non è determinante per la decisione del gip".
La procura continua a sostenere che gli indizi finora raccolti a carico dell'indagato costituiscono "un macigno accusatorio" e che il ritrovamento dei cadaveri non incrina il teorema dell'accusa anzi, lo conferma "sullo sfondo di un 'padre-padrone' che quella sera ha recuperato i figli disobbedienti ed è stato l'ultimo a vederli".
Tra le altre cose, spiega la procura, "Filippo Pappalardi non ha ancora chiarito cosa ha fatto nelle due ore di buco seguite alla scomparsa dei suoi figli e inoltre ha detto una serie di bugie".
I pm inquirenti, Emilio MARZANO e Antonino LUPO, si soffermano sulle "reticenze e gli alibi falliti" dell'indagato, sui movimenti di quella sera e sui contenuti "allarmanti" delle intercettazioni ambientali "da cui emerge - scrivono - che il padre conosceva la sorte dei figli, fino alla drammatica espressione di terrore che si potesse pervenire all'individuazione dei loro corpi".
Il clima nel tribunale di Bari è teso; i pm che indagano sul caso si sono riuniti stamani, una volta ancora, nella stanza del capo della Procura. Per la prima volta i giornalisti e gli operatori televisivi che attendevano notizie nei corridoi del palazzo sono stati allontanati in modo fermo e deciso da un paio di carabinieri.
L'équipe di anatopalogi mercoledì compirà altri accertamenti sui resti di Francesco e Salvatore.
Dopo la cosiddetta Virtual autopsy, tecnica importata dagli Stati Uniti che consente di risalire alle cause della morte attraverso una ricostruzione tridimensionale del corpo, mercoledì i medici legali condurranno altri accertamenti tesi ad accertare l'epoca della morte ed eventualmente nuove lesioni.
Finora, gli esami radiologici hanno evidenziato la frattura delle gambe e del bacino di Francesco e un ferita al piede di Salvatore, il fratello minore.
Domani gli studenti di Gravina scenderanno in strada per ricordare Ciccio e Tore. Partiranno dal piazzale davanti alla scuola media frequentata da due fratellini.
E questa sera, una fiaccolata sfilerà per le strade del paese, percorrendo anche via della Consolazione dove si affaccia il palazzo abbandonato dove lunedì scorso sono stati scoperti i resti dei due bambini.
Caro Pino,
Sai perché ti ringrazio di cuore per aver riportato l'attenzione sulle "PERSONE" di Michele DIGEOVA (il cognome è stato cambiato, ... meglio tutelare la privacy!), Francesco, Salvatore e Filippo PAPPALARDI, nonché sulla povera mamma, la Sig.ra Rosa CARLUCCI, di cui hai pure pubblicato una significativa foto?.
Perché, nel luglio 2006, quindi nel successivo mese di novembre, per trovare un pò di pace e un pò di comprensione, Marco PICCIONI, una nobile "persona" di nostra conoscenza, fu "costretta a scappare" lontano dai Carabinieri di Borgomanero/No, dai Magistrati di Novara e dai "COMITATI GIUDIZIARI SPECIALI" disposti ai suoi danni dai vertici corrotti della "SETTA SEGRETA DEI 31/500 ANGELI BRICCONI E CORROTTI DELLA CCT/WTS" e, in preda alla disperazione più cupa, approdò qui in Puglia per chiedere (e ottenere) tutto l'aiuto e tutta l'assistenza più personalizzata ed efficace di cui aveva assoluto bisogno!.
In quella circostanza, esattamente in data 3/11/06, insieme all'altro nostro comune amico Luigi FALLACARA, non trovai niente di meglio che accompagnare Marco PICCIONI dal dott. Emilio MARZANO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, che oggi -ahi, ahi, ahi, unitamente al suo sostituto dott. Antonino LUPO- si trova in una "botte chiodata" ed è, ogni giorno di più, sotto gli occhi inquirenti dei riflettori di tutto il mondo.
Qualche settimana prima ero già stato dietro la sua porta a mendicare un "provvedimento di giustizia" per la nobile "persona" di mia moglie Annamaria e dei miei figli innocenti, Fulvio e Silvana, che -a somiglianza di Ciccio e Tore- nell'estate 2003, erano stati "gettati nel tunnel della disperazione da Giorgio CAMINITI e da un'altra squadraccia di brutti ceffi inviata a Bari dagli stessi "ANGELI BRICCONI E CORROTTI" che, ancora oggi, con la colpevole complicità delle Istituzioni repubblicane, continuano a perseguitare incessantemente il malcapitato Emo/Marco PICCIONI.
Come dicevo, la mattina del giorno 3/11/06, attesa l'assenza giustificata del dott. Marzano, Marco PICCIONI rimase letteralmente sbalordito per l'ottima accoglienza (pura ipocrisia, i fatti successivi parlano chiaro!) che gli fu riservata dal dott. Marco DINAPOLI, Vice di Marzano, che, al momento del congedo affermò: "Stia tranquillo Sig. Piccioni, vedrà che nei prossimi giorni sarà ricuramente richiamato in Procura, qui a Bari, per essere ascoltato in ordine al sequestro di suo padre!".
Sta di fatto, però, che nonostante la "denuncia cautelativa" sporta l'indomani mattina, sabato 4/11/06 ed il successivo sollecito scritto effettuato in data 14/11/07, fino a questo giorno, Marco Piccioni non è stato ancora convocato per essere ascoltato dal Procuratore Emilio MARZANO o da uno qualsiasi dei suoi numerosi sostituti!.
Ma vi è certamente di più!
Nello scorso mese di dicembre 2007, a seguito e per effetto dell'ennesimo garbato "sollecito scritto" depositato in cancelleria il 14/11/07, i Giudici inquirenti addetti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, hanno tentato invano di disconoscere le proprie responsabilità in ordine alla puntuale e dettagliata denuncia sporta da Marco PICCIONI il 4/11/06, sollevando uno strumentale "CONFLITTO DI COMPETENZA" presso la Procura Generale della Corte di Cassazione.
Tutto ciò è assolutamente disdicevole atteso che, quasi certamente, proprio come Francesco e Salvatore PAPPALARDI che, grazie al provvidenziale capitombolo di Michele DIGEOVA, sono stati scoperti sul fondo di un'antica cisterna/granaio, anche i poveri resti di Emo PICCIONI, padre di Marco, giacciono abbandonati nel fondo di una grotta ... o di una vecchia risaia, visto che a Novara/Vercelli si coltiva riso, anziché grano!.
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Dopo alcuni giorni di comprensibile sgomento e conseguenti amare riflessioni (dov'è lo Stato italiano? dov'è la Giustizia? dove sono Filippo DELEMME, Roberto FRANCESCHETTI e Gerrit LOSCH? dove sono Silvio BARBAGLIA, Renato CORTI e Camillo RUINI? dove sono i "soccorsi spirituali" dei "fratelli" -sic- Cattolici e Testimoni di Geova?), ieri pomeriggio Marco PICCIONI mi ha chiamato per anticiparmi la decisione presa da lui stesso e da tutti i suoi familiari innocenti: sulla base delle chiare evidenze del "GIALLO PAPPALARDI" sollecitare dovutamente, nei modi e forme di legge, le indagini relative alla effettiva soluzione anche del "sequestro (e verosimile omicidio) per motivi religiosi" di suo padre Emo PICCIONI".
Sono certo che, oggi, dopo che leggerà questa fedele ricostruzione dei fatti narrati, il generoso Marco non esiterà a mettere altruisticamente a disposizione dei legali di Filippo PAPPALARDI tutta la sua esperienza e tutta la documentazione in suo possesso, al fine dichiarato di insistere vittoriosamente per ottenere l'ormai improcrstinabile scarcerazione di un altro uomo innocente!.
Infatti, non è più assolutamente ammissibile che tutti i giornali e tutte le televisioni, anziché dedicare un minimo di attenzione anche allo scandalosissimo "GIALLO PICCIONI", continuino ad accanirsi oltre ogni limite di umana ragionevolezza, nei confronti di due malcapitati genitori innocenti!.
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Per l'attinenza al tema, mi corre l'obbligo morale di precisare ulteriormente quanto segue.
Qualche giorno prima del significativo colloquio di Marco PICCIONI con il Giudice Marco DINAPOLI (3/11/06), unitamente al Collega avv. Antonio STRAGAPEDE di Ruvo di Puglia/Ba, mi presentai dal dott. Emilio MARZANO per richiamare la sua qualificata attenzione sullo scandaloso ritardo nell'accertamento delle gravi responsabilità, civili e penali, della dott.ssa Lorita TINELLI, Presidente del malfamato CESAP-Centro Studi Abusi Psicologici, con sede in Noci/Ba, oggetto del procedimento penale n. 20472/01 RGNR - P.M. dott. Emanuele DE MARIA, conseguente alla denuncia sporta in data 9/11/01 dal ridetto Sig. Domenico GRASSI di Gravina, e da numerosi altri Testimoni di Geova innocenti.
In precedenza, infatti, la dott.ssa Tinelli, forse in buona fede, aveva indotto il Tribunale di Bari, Prima Sezione Penale, ad assolvere due "pedofili cattolici" sostenendo l'assurda tesi ("Incitamento alla discriminazione religiosa") di Achille AVETA e di tutti i Catto-geovisti: "TUTTI I TESTIMONI DI GEOVA SONO ISTRUITI A MENTIRE SCIENTIFICAMENTE IN TRIBUNALE".
Dopo aver letto integralmente lo scandaloso verbale relativo alla "Deliberazione 3/7/03 dell'Assemblea ordinaria dei 31 soci effettivi con diritto di voto dell'Ente giuridico CCT/WTS" (310 processi contumaciali in appena 45 minuti!), il dott. Emilio MARZANO esclamò:
"AVVOCATO PUCCI, MI FACCIA AVERE UNA COPIA DI QUESTO DOCUMENTO, PARLERO' CON IL DOTT. DE MARIA E VEDREMO IL DA FARSI".
Detto "documento dello scandalo", non a caso definito "PROVA REGINA" e altrettanto non a caso disprezzato dal forista Filippo DELEMME, portavoce per l'Italia della malfamatissima "SANTA MAFIA TEOCRATICA" rappresentata dall'Osservatorio Internazionale per la Tutela dei Testimoni di Geova nel mondo, fu allegato all'ennesima dettagliata Denuncia penale diretta alla persona del dott. Emilio MARZANO sporta in data 7/12/06 unitamente al Sig. Domenico GRASSI, innanzi indicato, prima di essere assolto completamente dalle gravissime imputazioni ascrittegli dai Magistrati della stessa Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari.
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=6116180
Gli avv.ti Renato BUCCI di Corato/Ba e Francesco MARZULLO di Bari, sono stati e restano testimoni fisici e morali del massacro compiuto, nel più assoluto silenzio mediatico, dagli stessi Magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari ai danni del malcapitato Sig. Domenico GRASSI e di tutti i suoi familiari innocenti!.
Secondo la regola del non c'è due senza tre, dopo la completa assoluzione di Domenico GRASSI e dopo il completo scagionamento di Marco PICCIONI, anche Filippo PAPPALARDI ritornerà presto in libertà.
Questo è più di un augurio, questa è una vera e propria "promessa di aiuto più personalizzato ed efficace" nel nome di Geova e di Emo/Marco Piccioni liberi!.
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"SAREBBE ORA CHE ALLAH, DIO E GEOVA SI METTANO INTORNO A UN TAVOLO A PARLARE". "BRAVO, E DOVE?" - Francesco Tullio ALTAN, L'espresso 11 Ottobre 2001, pagina 7.
Risposta/proposta di Vito Pucci/Ednaservice: "OK!, Continuiamo a confrontarci civilmente su BISPENSIERO.IT", su: "APOCALISSE.NET ", su: "AGAPE - INFOCATTOLICI.IT", su: "ANIME LIBERE.NET", su: "INFOTDGEOVA LIBERAMENTE", su: "SOCCORSO SPIRITUALE.ORG", su: "COORDINAMENTO FUORIUSCITI TESTIMONI DI GEOVA" e, coraggio, avanti c'è posto, su: ... . D’accordo?.
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“TESTIMONI CONTRO GEOVA” (Panorama 25/2/1990, pagina 79)
E loro, gli accusati cosa dicono? Che è tutta una montatura, naturalmente.
Accusa Paolo PICCIOLI, responsabile romano: "E’ una sporca storia di soldi".
"Con 175 mila evangelizzatori attivi e altrettanti simpatizzanti, rappresentiamo una minaccia economica reale nel momento in cui siamo chiamati a decidere a quale culto destinare l’8 per mille dell’Irperf.
I soldi destinati a noi sono tutti soldi in meno al Vaticano.
Tutto qui il problema".
Tutto qui? La magistratura indaga. (Panorama 25/2/1990, pagina 79)
“IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE (finalizzato alla espulsione di un singolo fedele dall’Ente giuridico CCTG, ndr) SI SVOLGE IN VIA RISERVATA: IL CHE, SE TUTELA (?!?) LA DIGNITA’ DELLA PERSONA INQUISITA, NON NE GARANTISCE IL PIENO ESERCIZIO DEL DIRITTO DI DIFESA, LEGATO ANCHE ALLA PUBBLICITA’ DEL PROCESSO ED AL CONTROLLO CHE COSI’ PUO’ SVOLGERE L’OPINIONE PUBBLICA NON SOLO CONFESSIONALE. …
QUESTE LIMITAZIONI AL DIRITTO DI DIFESA APPAIONO GIUSTIFICATE NELLA MISURA IN CUI … NON OFFENDANO LA DIGNITA’ DELLA PERSONA UMANA”. – Nicola Colaianni, “La libertà religiosa nella elaborazione confessionale dei Testimoni di Geova”, Rubbettino Editore 2002, 674-675.
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[Modificato da Vito.Pucci 04/03/2008 09:26] |