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Vai con l'autostima

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2008 22:52
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01/03/2008 00:41
 
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Io dico non uno su mille, ma chiunque lo voglia.

Gianni Morandi

Se sei a terra non strisciare mai
se ti diranno sei finito
non ci credere
devi contare solo su di te
uno su mille ce la fa
ma quanto è dura la salita
in gioco c'è la vita
il passato non potrà
tornare uguale mai
forse meglio perché non tu che ne sai
non hai mai creduto in me
ma dovrai cambiare idea
la vita è come la marea
ti porta in secca o in alto mare
com'è la luna va.

Non ho barato né bluffato mai
e questa sera ho messo a nudo la mia anima
ho perso tutto ma ho ritrovato me
uno su mille ce la fa
ma quanto è dura la salita
in gioco c'è la vita
tu non sai che peso ha
questa musica leggera
ti ci innamori e vivi
ma ci puoi morire quand'è sera
io di voce ce ne avrei
ma non per gridare aiuto
nemmeno tu mi hai mai sentito
mi son tenuto il mio segreto
tu sorda e io ero muto
se sei a terra non strisciare mai
se ti diranno
sei finito non ci credere
finché non suona la campana vai
[SM=x1061960]


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22/03/2008 00:29
 
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Re:


Se sei a terra non strisciare mai
se ti diranno sei finito
non ci credere
devi contare solo su di te

se sei a terra non strisciare mai
se ti diranno
sei finito non ci credere
finché non suona la campana vai [SM=x1061960]






Che cos'è l'autostima secondo voi e perchè è reputata sia importante
che indispensabile per non crollare psicologicamente?

Qual'è il meccanismo che porta all'autostima?

Serve a risalire la china ed a porsi a testa alta dinanzi a chiunque?





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22/03/2008 01:17
 
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Che cos'è l'autostima secondo voi e perchè è reputata sia importante
che indispensabile per non crollare psicologicamente?

Qual'è il meccanismo che porta all'autostima?

Serve a risalire la china ed a porsi a testa alta dinanzi a chiunque?



L'autostima è una cosa molto seria, perchè può rendere la nostra vita soddisfacente o un "inferno".

Il crollo psicologico è un evento umano, può capitare a chiunque, anche a chi ha un forte credo nelle proprie capacità e negli obiettivi da raggiungere. Per questa ragione, è necessario, a volte, rimettersi in discussione e fare il punto della situazione in cui ci troviamo. Una volta compreso e focalizzato le nostre debolezze e le nostre capacità e, quindi, analizzato il nostro mondo interiore, allora è necessario proseguire il nostro percorso di vita, rinnovandolo e rendendolo dinamico, proteso verso la meta.
Il crollo psicologico capita ma deve essere affrontato come un momento della nostra vita, il momento necessario per riordinare le idee.

L'autostima è una continua evoluzione del nostro essere che sa accendere i meccanismi interiori, illuminando i nostri punti di forza.

L'autostima ci consente di essere fieri di noi stessi e della nostra identità, così che, quando c'è da risalire dalla "china", si voli di nuovo, verso orizzonti più lontani e migliori.

Restare fermi e pensare di non farcela non ci farà mai realizzare nulla.

E' un cammino lungo quello dell'autostima ma i risultati potranno ripagarci da fatiche e sacrifici.

Queste sono le cose che ho potuto scrivere, su questo non facile argomento, basandomi su quello che ho provato leggendo il testo della bella canzone di Morandi e leggendo le domande pertimnenti dell'amico Pyccolo.

Saluti
Pino







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22/03/2008 09:48
 
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Sono d'accordo con quello che ha detto Pino.
L'autostima è una cosa importantissima che ci permette di vivere e di superare difficoltà, ma non dovrebbe mai trasformarsi in boria o spavalderia.
Flavio [SM=x1061917]
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22/03/2008 18:10
 
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Re:
parliamonepino, 22/03/2008 1.17:



Il crollo psicologico è un evento umano, può capitare a chiunque, anche a chi ha un forte credo nelle proprie capacità e negli obiettivi da raggiungere...
... Il crollo psicologico capita ma deve essere affrontato come un momento della nostra vita, il momento necessario per riordinare le idee.
...
Saluti
Pino




flavio2157, 22/03/2008 9.48:


L'autostima è una cosa importantissima che ci permette di vivere e di superare difficoltà, ma non dovrebbe mai trasformarsi in boria o spavalderia.
Flavio [SM=x1061917]



Prima di supporre qualunque cosa trovo sia utile chiedere a Lupo, se pensa che il crollo psicologico sia imprevedibile e, perciò, possa capitare un bel giorno a chiunque, così, da capo a collo,

a Flavio, perchè pensa che l'avere autostima possa condurre ad atteggiamenti boriosi o spavaldi.
Mi pare di ravvisare, nel caso di Pino, una specie di rassegnazione ad un evento che, se capitasse, va ingoiato e poi superato,
nel caso di Flavio,
una specie di riverenza verso il concetto di autostima, di cui non abusare, quasi fosse una virtù sacra.
Posso sbagliarmi, ovviamente e, nel caso fosse, chiedo di correggermi e, se volete, bontà vs, annotare qualcosa in più su questo soggetto.
Grazie

Pyccolo


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22/03/2008 22:14
 
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Pyccolo scrive:


Prima di supporre qualunque cosa trovo sia utile chiedere a Lupo, se pensa che il crollo psicologico sia imprevedibile e, perciò, possa capitare un bel giorno a chiunque, così, da capo a collo,
............
Mi pare di ravvisare, nel caso di Pino, una specie di rassegnazione ad un evento che, se capitasse, va ingoiato e poi superato,



La vita è una serie di eventi. Non è né fortunata, né sfortunata. E' la vita che, oggi ci presenta un "piatto", domani un diverso "piatto".

E' chiaro che, "certi" eventi, possono sconvolgere la nostra vita improvvisamente o dopo una serie di vicissitudini che portano al "crollo psicologico" di una persona che la società chiama "depressione" o paranoia che è la forma più acuta della depressione, fino ad altre manifestazioni ancora più gravi che possono sfociare nei vari cicli della schizofrenia o sdoppiamento della personalità (anche se sono termini, spesso, impropri per definire il "crollo").

Uno dei più grandi profeti della Bibbia, Elia il Tisbita, si trovò, di colpo, ad avere un "crollo psicolgico" fino al punto di chiedere a Dio, in preghiera, di farlo morire (I Re capitolo 19).
Un uomo che aveva la certezza, secondo la Bibbia, di essere protetto da Dio, nessuno poteva torcergli un capello, eppure, dopo imprese e clamorosi successi con il sostegno e l'approvazione di Dio, Elia, voleva morire, non ce la faceva più, si sentì fragile e debole, meno di niente.
Un "generale" che cade da cavallo!!!!
Dio non gli disse niente, per non esasperarlo ulteriormente ma non lo abbandonò nella sua fuga nel deserto.
Poi, basta leggere tutto il capitolo 19 di I Re, Elia si ristabilì nello spirito.
Si prese un momento di calma e riflessione che solo un viaggio nel "deserto" poteva dargli.
l'incontro con la potenza e la forza divina, sul monte Horeb, lo fecero ragionare e tornare ai suoi compiti, rinnovato e ristorato nello spirito.

Questa lezione, ci fa capire che, in quei "momenti", dobbiamo prenderci un momento di calma e riflesssione, stando "fermi" nelle decisioni. Dopo un periodo, non troppo lungo, facendo un onesto bilancio, allora, si può riprendere il "cammino" della nostra vita cercando nuovi "orizzonti" di crescita e di mete da raggiungere.
Mai rassegnarsi.

Questo dice, in altre parole, anche la canzone di Gianni Morandi.

Il discorso, ovviamente, è complesso e non facile da trattare.
Per questa ragione, mi scuso per il modo, forse "semplicistico", di argomentare un tema che tocca moltissime persone, in varie fasi della loro esistenza.

La verità sta nelle cose semplici, come la musica di bach o un bel tramonto!

Saluti
Pino lupo







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22/03/2008 23:39
 
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devi contare solo su di te


per me l'autostima è legata all'adattamento..!, quello che serve per affrontare le traversie della vita.

personalmente, posso dire di aver raggiunto con gli anni
e con l'esperienza, quello spirito di adattamento che fa si,che non cada in questo crollo psicologico, che mi fa rimbocchare le maniche per rialzarmi..acrescendo cosi il mio grado di autostima, ovviamnete senza esagerare, se no diventa pericoloso [SM=g27988]

[SM=x1061919]



[Modificato da @nounou@ 22/03/2008 23:41]






Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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23/03/2008 01:41
 
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Re:


La vita è una serie di eventi. Non è né fortunata, né sfortunata. E' la vita che, oggi ci presenta un "piatto", domani un diverso "piatto".



Se "la vita è una serie di eventi" e se la "vita" "oggi ci presenta un "piatto", domani un diverso "piatto"", allora, per logica conseguenza, dobbiamo dedurre che gli eventi della vita, o la vita stessa, sono l'idolo di legno (leggi i posts precedenti), il totem, a cui noi ci affidiamo e da cui dipendiamo per il nostro equilibrio psicologico.
So che non è semplice misurarsi con questo concetto.
Si tratta comunque di un'autorità, un potere che è al di fuori di noi e dal di fuori dispone di noi, magari a suo piacimento, condizionandoci.
Che cosa significa , inoltre, che "la vita ... ci presenta" un piatto che può essere oggi diverso da ieri?
Equivale, a parer mio, a parlare di destino che si sottrae al nostro volere e che, in qualche modo, è artefice, come se avesse un'esistenza propria, del nostro bene o del nostro male, ossia della presentazione di "piatti", qualche volta gradevoli, altre volte sgradevoli.

Noi siamo dei viventi che condividono esperienze e gioie, oltre che dolori, con altri esseri, altrettanto viventi.
E' vero che può improvvisamente verificarsi una tragedia, qualunque tragedia. Qui però non intenderei, almeno per ora, parlare di sofferenza fisica, di dolore, ma di disagio psicologico.
Il disagio psicologico, che non è malattia, è una forma di reazione agli eventi che riguardano la nostra esistenza.
Perchè ad uno stesso evento qualcuno reagisce bene e qualcun altro no?
Perchè qualcuno si deprime fino all'inverosimile per uno stesso evento e l'altro no?
A che condizione uno si deprime e l'altro no?
A che condizione uno reagisce bene ad un evento e l'altro no?

Tuttavia noi qui non ci riferiamo in modo particolare alle disgrazie che possono capitare, a cui si può reagire in un modo piuttosto che in un altro (anche su ciò ci sarebbe da avviare un lungo discorso), ma intendiamo riferirci alla perdita del rispetto di sè, della stima di sè che, magari, non è dovuta ad una disgrazia di natura fisica, ma ad un modo di pensare.
Chi perde la fiducia in qualcuno o qualcosa (può essere il totem, il guru, il santo, il papa, i vertici religiosi, un libro, un politico, un modello di vita, un'ideologia etc. etc.), fino a quel momento considerato alla stregua del famoso idolo, perde l'orientamento, si può sentire smarrito e, magari, potrebbe pensare di non contare più nulla, di non aver più valore per sè e tantomeno per chi lo circonda.
Accade, in questo modo, che chi lo circonda diventa il suo nuovo idolo, il suo nuovo giudice, che è quello che determina se vale o non vale, se conta o non conta. E' quello che succede a chi è discriminato (in realtà si autodiscrimina quando sente, pressante, il peso di quell'emarginazione, che, se ci pensate, è proprio quel peso che, chi emargina, intende far sentire, altrimenti a che servirebbe discriminare se non se ne avvertisse il peso?).
E' la situazione in cui la stima di sè finisce per dipendere dalla valutazione altrui, dall'opinione o dal parere altrui.
Se c'è questa valutazione, e se essa è positiva, ci si sente ricchi ed appagati.
Se non c'è si potrebbe finire per sentirsi una nullità.
Strana cosa, vero?
Non è sempre automatico però.
Perchè è possibilissimo che accada che uno, prendendo le distanze da tutto e da tutti quelli che fino a quel momento sono stati la sua autorità (il suo punto di riferimento, il proprio idolo), non perda la stima di sè e, per reazione, recuperi il valore dei suoi pensieri e della sua autonomia, che è ciò che mi pare abbia inteso Nounou.
Un tempo quelli che non sentivano il peso della discriminazione e dell'emarginazione erano i veri nemici del potere (religioso o politico) e, purtroppo, si procedeva decisi nei loro confronti fino all'eliminazione fisica.
Solo chi perde la stima di sè è utile all'economia dei potentati ideologici, religiosi o meno che siano.
La perdita della stima di sè è un potente alleato di chi vuole dominare le coscienze.
La conquista della propria autonomia di pensiero e d'azione, per contro, è una potente sconfitta per chi domina le coscienze altrui.
Nessuno dovrebbe permettere a nessuno di dominare la propria esistenza ed accettarne, consapevolmente o inconsapevolemente, il condizionamento. [SM=x1061918]

Pyccolo
















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Re: Re:
pyccolo, 23/03/2008 1.41:



La vita è una serie di eventi. Non è né fortunata, né sfortunata. E' la vita che, oggi ci presenta un "piatto", domani un diverso "piatto".



Se "la vita è una serie di eventi" e se la "vita" "oggi ci presenta un "piatto", domani un diverso "piatto"", allora, per logica conseguenza, dobbiamo dedurre che gli eventi della vita, o la vita stessa, sono l'idolo di legno (leggi i posts precedenti), il totem, a cui noi ci affidiamo e da cui dipendiamo per il nostro equilibrio psicologico.

Certe cose accadono per un fatto "accidentale" e non "sostanziale".
Il nostro equilibrio viene dall'interno di ognuno di noi e non da qualcosa che riguarda l'esterno.


So che non è semplice misurarsi con questo concetto.
Si tratta comunque di un'autorità, un potere che è al di fuori di noi e dal di fuori dispone di noi, magari a suo piacimento, condizionandoci.

I problemi vengono dal nostro interiore e le soluzioni sono dentro di noi.

Che cosa significa , inoltre, che "la vita ... ci presenta" un piatto che può essere oggi diverso da ieri?
Equivale, a parer mio, a parlare di destino che si sottrae al nostro volere e che, in qualche modo, è artefice, come se avesse un'esistenza propria, del nostro bene o del nostro male, ossia della presentazione di "piatti", qualche volta gradevoli, altre volte sgradevoli.

Certo!

Noi siamo dei viventi che condividono esperienze e gioie, oltre che dolori, con altri esseri, altrettanto viventi.
E' vero che può improvvisamente verificarsi una tragedia, qualunque tragedia. Qui però non intenderei, almeno per ora, parlare di sofferenza fisica, di dolore, ma di disagio psicologico.
Il disagio psicologico, che non è malattia, è una forma di reazione agli eventi che riguardano la nostra esistenza.

Si, è così!

Perchè ad uno stesso evento qualcuno reagisce bene e qualcun altro no?

Dipende dal suo atteggiamento mentale, dallle sue credenze, dalle sue convinzioni personali, dalla sua educazione, dalla sua cultura, dalle sue proiezioni mentali.

Perchè qualcuno si deprime fino all'inverosimile per uno stesso evento e l'altro no?

C'è chi è positivo e chi è negativo!
Chi ha fiducia nelle proprie risorse personali e chi no.


A che condizione uno si deprime e l'altro no?
A che condizione uno reagisce bene ad un evento e l'altro no?

Dipende dalle soluzioni che abbiamo trovato!

Tuttavia noi qui non ci riferiamo in modo particolare alle disgrazie che possono capitare, a cui si può reagire in un modo piuttosto che in un altro (anche su ciò ci sarebbe da avviare un lungo discorso), ma intendiamo riferirci alla perdita del rispetto di sè, della stima di sè che, magari, non è dovuta ad una disgrazia di natura fisica, ma ad un modo di pensare.

Chi perde dei valori interiori, in cui prima credeva, subisce un travaglio psicologico che richiede tempo e sacrificio.

Chi perde la fiducia in qualcuno o qualcosa (può essere il totem, il guru, il santo, il papa, i vertici religiosi, un libro, un politico, un modello di vita, un'ideologia etc. etc.), fino a quel momento considerato alla stregua del famoso idolo, perde l'orientamento, si può sentire smarrito e, magari, potrebbe pensare di non contare più nulla, di non aver più valore per sè e tantomeno per chi lo circonda.

Purtroppo, succede. viene a mancare la terra sottto i piedi, c'è un terremoto sia sussultorio che ondulatorio"

Accade, in questo modo, che chi lo circonda diventa il suo nuovo idolo, il suo nuovo giudice, che è quello che determina se vale o non vale, se conta o non conta. E' quello che succede a chi è discriminato (in realtà si autodiscrimina quando sente, pressante, il peso di quell'emarginazione, che, se ci pensate, è proprio quel peso che, chi emargina, intende far sentire, altrimenti a che servirebbe discriminare se non se ne avvertisse il peso?).
E' la situazione in cui la stima di sè finisce per dipendere dalla valutazione altrui, dall'opinione o dal parere altrui.
Se c'è questa valutazione, e se essa è positiva, ci si sente ricchi ed appagati.
Se non c'è si potrebbe finire per sentirsi una nullità.
Strana cosa, vero?
Non è sempre automatico però.
Perchè è possibilissimo che accada che uno, prendendo le distanze da tutto e da tutti quelli che fino a quel momento sono stati la sua autorità (il suo punto di riferimento, il proprio idolo), non perda la stima di sè e, per reazione, recuperi il valore dei suoi pensieri e della sua autonomia, che è ciò che mi pare abbia inteso Nounou.
Un tempo quelli che non sentivano il peso della discriminazione e dell'emarginazione erano i veri nemici del potere (religioso o politico) e, purtroppo, si procedeva decisi nei loro confronti fino all'eliminazione fisica.


Queste cose possono succedere, le debolezze che abbiamo sono numerose.



Solo chi perde la stima di sè è utile all'economia dei potentati ideologici, religiosi o meno che siano.
La perdita della stima di sè è un potente alleato di chi vuole dominare le coscienze.
La conquista della propria autonomia di pensiero e d'azione, per contro, è una potente sconfitta per chi domina le coscienze altrui.
Nessuno dovrebbe permettere a nessuno di dominare la propria esistenza ed accettarne, consapevolmente o inconsapevolemente, il condizionamento. [SM=x1061918]

Se si perdono questi valori, si rovina il nostro stile di vita e tutto dipende dagli altri.

Pyccolo























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23/03/2008 11:43
 
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Re: Re: Re:



Il nostro equilibrio viene dall'interno di ognuno di noi e non da qualcosa che riguarda l'esterno.



L'equilibrio non può che venire dall'interno, nel senso che esso è costruito, come piace a noi, a misura nostra, dalla nostra struttura pensante, esattamente come l'artigiano biblico costruì con il suo immaginario l'idolo al quale poi si prostrerà da sprovveduto.
(I figli dell'artigiano erediteranno quell'immagine e supporranno che l'idolo esista di per sè, al di fuori di sè, con un'autonomia ed un potere propri, a cui sottomettersi, lasciandosi, in questo modo, condizionare pesantemente ... è il classico discorso religioso).

A proposito di equilibrio: non si dovrebbe supporre che esista da qualche parte, fuori di noi, un predeterminato equilibrio (sarebbe l'ennesima costruzione di un nuovo idolo). Ognuno può essere artefice di un proprio equilibrio, che non è necessariamente uguale a quello altrui.
Le religioni vogliono uniformare ed irregimentare gli equilibri, ma gli equilibri sono come i quadri di un pittore, nel senso che ogni quadro differisce dall'altro, identificando in questo modo il suo autore.
NON ESISTE (perchè sarebbe un nuovo idolo) UN EQUILIBRIO STANDARD A CUI TUTTI DOVREBBERO ATTENERSI O CHE TUTTI DOVREBBERO CONSEGUIRE.
Inoltre, chi avrebbe deciso un equilibrio unico generale?
Gli equilibri sono come le impronte d'una mano: ognuna ne possiede una propria.
Non dovremmo perciò pensare che da qualche parte dell'universo esista un equilibrio a cui attenersi e da scimmiottare ... ognuno di noi dovrebbe essere artefice del proprio.

Il conflitto, quello che ci prostra e ci deprime, quando nasce?

Nasce quando si tenta di far assomigliare il proprio equilibrio a quello costruito da altri, magari considerato standard.
E' vero che, vivendo in una società, ci saranno regole comuni cui aderire, equilibri considerati comuni, ma si tratta di equilibri condivisi sulla base d'un accordo, ma non di equilibri che dovrebbero essere strettamente i nostri punti di riferimento assoluti.

I DIRITTI UMANI FONDAMENTALI SONO EQUILIBRI CONDIVISI, PER ORA, A LIVELLO PLANETARIO. A non condividerli sono tutte quelle organizzazioni che invitano alla rinuncia di un proprio equilibrio e ad accettarne uno unico per tutti, anche se in conflitto con il proprio.
Chiunque si discosta o rifiuta l'equilibrio così com'è inteso dalle organizzazioni (politiche o religiose), rischia d'essere emarginato, discriminato ed allontanato dal gruppo.

Appena avrò tempo commenterò il resto del post, che mi pare di condividere nelle sue linee essenziali.

Tanti saluti

Pyccolo





[Modificato da pyccolo 23/03/2008 17:19]
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23/03/2008 12:36
 
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RE

Mah,certo che siete celebrali davvero!!!! [SM=x1061927] [SM=x1061927]

Io non ho personalmente autostima ma solo quella che riesco a percepire dagli altri nei miei confronti. Fine. [SM=x1061920]

Buona Pasqua a tutti!!!!


omega [SM=x1061916] [SM=x1061918]



O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
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16/05/2008 00:14
 
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Re: RE
=omegabible=, 23/03/2008 12.36:


Mah,certo che siete celebrali davvero!!!! [SM=x1061927] [SM=x1061927]

Io non ho personalmente autostima ma solo quella che riesco a percepire dagli altri nei miei confronti. Fine. [SM=x1061920]

Buona Pasqua a tutti!!!!


omega [SM=x1061916] [SM=x1061918]



Mi pare che tu, caro Norberto, ti difenda molto bene da quelli che vorrebbero costringerti ad idee preconfezionate.
Non mi pare che tu manchi di stima per te stesso ... con un "cavallo" apocalittico scalpitante alle costole bisogna sapere dove dirigersi ... "galoppa galoppa galoppa, mala bestia è questa mia, mal cavallo mi toccò" (A Federico Barbarossa in volo sull'Etna). [SM=x1061913] [SM=x1061914]

Pasqua è passata da un pò, non posso che augurarti felici prossime vacanze ... co st'aria di recessione che tira! [SM=x1061921]

Pyccolo


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18/05/2008 12:52
 
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COME AVVIENE CHE SI TRASCURI L'AUTOSTIMA
Riporto un post di Nounou a riprova del fatto che, indipendentemente dalla religione o dell'ideologia che si abbraccia, quando si rinuncia alla propria facoltà di pensare, sostituendola con il pensiero altrui, scritto o orale o d'imitazione, si finisce per accettare d'essere guidati acriticamente dall'altrui pensiero ... cosa che poi viene definita condizionamento mentale o, meglio, autocondizionamento.

Questo il post di Nounou:

@nounou@, 18/05/2008 11.56:

alcune testimonianze di chi ha denunciato agli organi del PG. i cambiamenti dei famigliari.


AN. (cfr. vol. 34) «... In sostanza ho constatato un profondo cambiamento di mio figlio a seguito del suo avvicinamento a questa associazione, come se egli fosse indebolito, influenzabile, praticamente come drogato»;

AN. G. (cfr. vol. 34) (a proposito della moglie) «... ella però ha continuato a frequentare la sede di Pordenone di Scientology ed ha mutato il suo atteggiamento in famiglia divenuto completamente abulico»;

BA. (cfr. vol. 32) «...mio figlio, sin dall'inizio di questa affiliazione alla succitata setta ha accusato uno strano comportamento ... dopo aver subito negli anni un vero e proprio "lavaggio del cervello", adesso è deciso a lasciare completamente la famiglia ed il posto di lavoro»:

BA. (cfr. vol. 34) (a proposito della madre settantenne) «...da allora il suo comportamento è radicalmente cambiato»;

BI. (cfr. vol. 34) (a proposito del figlio) «... ho la sensazione che egli sia stato preso da una serie di idee strane che possono far leva su un ragazzo mite come lui»;

BO. (cfr. vol. 30) (a proposito del figlio) « ...non so che arte venga usata per plagiare una personalità probabilmente debole, indebolita anche da fatti estremamente dolorosi accaduti nella nostra famiglia. La morte a 25 anni, del primo dei miei quattro figli, la morte di mio marito... nel 1982/83 rimase coinvolto in Dianetica e da allora non l'ho più riconosciuto... mai si era mostrato violento al punto che mi mise le mani addosso un paio di volte.»

BR. (cfr. vol. 34) «... non riconoscevo più mia figlia, pur essendo sempre educata, mi sembrava un 'robot', non so come spiegarmi, una specie di fantasma senza più emozioni.»;

CA. (cfr. vol. 34) « ...mio marito era venditore ambulante di frutta e verdura e conducevamo una vita normale fino a quando non ha incontrato la Chiesa di Scientology... l'ho visto progressivamente cambiare sempre più fanatico di questo idea»;

DEB. (cfr. vol. 33) «... questo cambiamento di mia moglie mi ha causato non poca sofferenza e mi ha indotto ad indagare per trovare le origini ... io sono un operaio e non mi intendo di queste cose ma ho notato che lì fanno di tutto per convincere la gente a pensare nello stesso modo o, comunque, a non pensare più con il proprio cervello.»;

DEV. (cfr. vol. 30) « ...avendo notato che i miei figli da quando frequentano il citato centro di Dianetica hanno cambiato totalmente il loro carattere in famiglia ...mi sembrava che ai miei figli avessero fatto il lavaggio del cervello.»;

FA. (cfr. vol. 35) « ... nostro fratello, che ha quasi 22 anni… ha preso a frequentare quell'organizzazione mutando radicalmente il suo atteggiamento in famiglia.»;

Fonte

___________________

brrrrr!!!! [SM=x1061951]




Per riappropriarsi della propria autonomia di pensiero bisognerà fare il percorso inverso.

Pyccolo






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Re: COME AVVIENE CHE SI TRASCURI L'AUTOSTIMA


Per riappropriarsi della propria autonomia di pensiero bisognerà fare il percorso inverso.

Pyccolo



un grande lavoro...! [SM=g27994]












Nounou
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"IL DECALOGO DEL FARISEO: CE N'E' UN PEZZETTO IN OGNUNO DI NOI!"


Postato su: Blog Splinder/Nel Nome del Padre lunedì 5 maggio 2008
controlamenzogna.splinder.com/?from=8


N. 1 - Trova difetti in altri, ma mai in se stesso
(Gli altri hanno torto, lui ha ragione)

N. 2 - Sa come distruggere, ma non come costruire
(Gode nel vederti a pezzi)

N. 3 - Non è in grado di ricevere correzione e istruzione
(E’ già perfetto)

N. 4 - Crede che Dio abbia stabilito solo lui per dirti cosa fare
(Presume un'autorità assoluta su di te)

N. 5 - Non tollera i tuoi fallimenti, né le tue debolezze
(Non comprende l’opera paziente e progressiva della grazia)

N. 6 - Vuole sempre riconoscimenti
(Arde dal desiderio di essere visto dagli altri)

N. 7 - E’ sospettoso di ogni novità che Dio progetta
(Si rifiuta di leggere i segni dei tempi)

N. 8 - Si vanta del passato, ma non si cura del presente
(Ama raccontare solo i suoi successi)

N. 9 - Guarda dall’alto in basso la società che lo circonda
(Mira ad aumentare la stima di sé, disprezzando gli altri)

N. 10 - Dice di non ascoltare l’uomo, ma solo Dio
(Non è capace di “abbassarsi” fino a te)




******



Estemporanea di Candido Maffeis/Adelaide Roncalli/Nazzareno Dalla Libera/Pino Lupo/Luigi Fallacara/Emo-Marco Piccioni e di tutti i singoli ostracizzati rispetto alle minacciose Istituzioni civili e religiose che, per la loro stessa sopravvivenza, tendono illegalmente a negare i diritti umani fondamentali dei singoli fedeli/cittadini



[Modificato da Vito.Pucci 18/05/2008 17:30]
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02/06/2008 16:47
 
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Re: Re: COME AVVIENE CHE SI TRASCURI L'AUTOSTIMA
@nounou@, 18/05/2008 14.04:



Per riappropriarsi della propria autonomia di pensiero bisognerà fare il percorso inverso.

Pyccolo



un grande lavoro...! [SM=g27994]




Vero, NOunou, un grande lavoro, che richiede tempo e molta riflessione.

E' appena entrata la 24enne Gepy in questo forum e da subito ci ha informati delle poppate che sente di dovere al suo piccolo, evidentemente di pochi mesi o appena nato... un debito che lei paga molto volentieri, più di quanto dovrebbe probabilmente.

AUGURISSIMI GEPY PER LA TUA MERAVIGLIOSA CREATURA.

E' già in questa teneressima età che si danno al piccolo gli imput di libertà di pensiero e di parola o gli imput che lo condizioneranno a lungo, portandolo inconsapevolmente a rinunciare alla sua libertà di pensiero e di parola. mentre delegherà in primis la mamma per l'esercizio delle sue facoltà di scelta e di coscienza ... in seguito delegherà il padre, quindi i nonni, poi la religione e quindi la società.
Chi di queste figure eserciterà infine il potere più forte e stabile sulla sua coscienza sarà quello che ne regolerà l'esistenza, ovvero i comportamenti.
E' vera arte consentire ai pargoli di maturare nel tempo affidandosi alla proprie facoltà di scelta e di discernimento, senza imporre le proprie religiose e di genitori.

Chi sa come si impongono i propri pensieri ad un'innocente creatura?

Certo il neonato ha bisogno di guida, ma chi fa da guida non dovrebbe vestire l'abito dell'autoritarismo, del potere che non si discute, del dictat, dell'irregimentazione, della verità tutta da una parte, della punibilità e del castigo, della sferza.

Da sempre le religioni sanno che educando il fanciullo in un certo modo, nel tempo, anche in tarda età, sarà difficile per l'essere umano sfuggire a quel circolo vizioso di prigionia mentale, di condizionamento, cose che causeranno inevitabilemente in lui conflitti fra la vocazione acquisita e le sue tendenze umane, il suo libero pensiero.
Le religioni diranno al piccolo che è la coscienza che condanna.
Ma la coscienza costruita da chi, fra dictat, osservanza, coscienza in conflitto, paura e sensi di colpa?
La paura ed i sensi di colpa sono i migliori alleati dei poteri.

Per questo le religioni tendono a catechizzare da piccoli gli esseri umani.
L'attuale papa ha esortato i suoi ad usare il prossimo decennio (ne sono passati già cinque di anni) per catechizzare i piccoli e l'Italia sarebbe stata al suo volere. Mi pare che non gli stia riuscendo molto ... la mentalità laica si sta diffondendo, anche se non è la soluzione ai problemi dell'indottrinamento.
La stessa cosa ha fatto quel maestro in Pakistan con il fanciullo di sette anni che ha legato a testa in giù, fino alla morte, e che, pare, per quest'oppressione e per i diritti negati nemmeno qui si siano sentite molte voci di dissenso.
Spesso la soppressione dei diritti umani si consuma nell'indifferenza di molti, moltissimi ... non dico che questo sia di per sè un male, perchè ognuno è libero fino in fondo, anche a proprio danno, ma che il rispetto dei nostri stessi diritti potrebbe richiedere un minimo di collegamento con i diritti altrui.

Andare a ritroso significa smantellare decenni di condizionamento.
E' possibilissimo, ma ci va impegno e volontà, esattamente come richiederebbe tempo smantellare un edificio mattone dopo mattone a costruzione ultimata, ma, con la pazienza, si può arrivare alle fondazione e da lì riprendere una costruzione più consona alle proprie libertà di scelta e di autodeterminazione, cosa che piace poco o nulla alle relgioni, che vogliono determinare tutto per ogni essere umano. [SM=x1061920]



Saluti

Pyccolo







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02/06/2008 19:17
 
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Certo il neonato ha bisogno di guida, ma chi fa da guida non dovrebbe vestire l'abito dell'autoritarismo, del potere che non si discute, del dictat, dell'irregimentazione, della verità tutta da una parte, della punibilità e del castigo, della sferza.



Concordo...,una guida è essenziale, ma, forse quello che manca è l’attenzione per un essere che, sebbene ci appartiene, ha ed avrà, una sua vita propria, il diritto di distinguere tra i vari insegnamenti e di scegliere il suo percorso spirituale.
Questo, proprio per evitare il condizionamento, e il dover tornare indietro, con tutta la sofferenza che ne consegue.







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02/06/2008 21:33
 
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Re:
@nounou@, 02/06/2008 19.17:


Certo il neonato ha bisogno di guida, ma chi fa da guida non dovrebbe vestire l'abito dell'autoritarismo, del potere che non si discute, del dictat, dell'irregimentazione, della verità tutta da una parte, della punibilità e del castigo, della sferza.



Concordo...,una guida è essenziale, ma, forse quello che manca è l’attenzione per un essere che, sebbene ci appartiene, ha ed avrà, una sua vita propria, il diritto di distinguere tra i vari insegnamenti e di scegliere il suo percorso spirituale.
Questo, proprio per evitare il condizionamento, e il dover tornare indietro, con tutta la sofferenza che ne consegue.





Tu dici che, nell'educazione di un bimbo, sia essenziale una guida.
Questo è vero e condiviso.
Quale dev'essere il ruolo della guida?

Tu dici che la guida dovrebbe prestare attenzione al futuro dell'esistenza del bambino, perchè questi avrà nel futuro una vita propria.
Questo è verissimo: una guida indica il sentiero da percorrere, ma poi, quel sentiero dovrà essere percorso dal bimbo da solo. Diversamente diventerebbe un bambino/adulto guidadipendente.

Un genitore può insegnare al bimbo il percorso da fare per andare in cantina a prendere il vino da portare a tavola.
Percorre con lui più di qualche volta quel sentiero ed infine il bambino farà tutto da solo quando il papà gli dirà che è necessario il vino a tavola.
Poi sarà insegnato al bimbo a mettere i giocattoli a posto. Imparerà che i giocattoli, dopo esser serviti per giocare, hanno un loro posto, diversamente è disordine e si rischia di metterli sotto i piedi.
Fin qui tutto d'accordo, vero?

Poi tu dici che quella guida, fra le altre cose, dovrebbe mettere il bambino dinanzi a delle scelte spirituali e lasciare al bimbo
"il diritto di distinguere tra i vari insegnamenti e di scegliere il suo percorso spirituale" ed aggiungi che solo in questo modo il bambino potrà evitare il condizionamento e, da adulto, aver la necessità di tornare indietro, soffrendo, per riesaminare il suo percorso.

Questa tua ultima considerazione non mi trova d'accordo.

Difatti io ti chiedo:
Quali insegnamenti un genitore dovrebbe dovrebbe porre dinanzi al suo bimbo perchè questi possa scegliere?
Nel mondo esistono alcune decine di migliaia di insegnamenti fideistici. Quali di questi sarebbero da sottoporre all'attenzione di un bimbo perchè abbia facoltà di scegliere?
Un bel problema, non ti pare?
Quali?: la morale cattolica, protestante, cristiana in genere, ebraica, mussulmana, taoista, buddista, politeista, monoteista etc. etc. etc.? Quale?
Da ciò si comprendo che un bimbo, a secondo del luogo di nascita e del percorso spirituale instillato in lui dai propri genitori, sarà destinato ad essere da adulto un preconfezionato cattolico, oppure protestante, oppure cristiano in genere, un ebreo o un mussulmano, ma anche un taoista, un buddista, un politeista o quello che vuoi etc. etc.!
Bambini tutti convinti, adulti tutti convinti e condizionati ciascuno in un certo modo.

Bel problema ... non pensate? [SM=g28000]


Pyccolo

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03/06/2008 14:23
 
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Già abbiamo parlato della guida che si può dare ad un bimbo.
Se quel bimbo è abituato a dipendere dalla volontà altrui, sarà facile, anche da adulto, indirizzarlo in qualche direzione e comunque sempre in dipendenza dalla volontà altrui, assoggettato al pensiero altrui.
Normalmente non si riscontra finchè resta nell'ambito della comunità di appartenenza dalla nascita, ma, quando succede che si interessi di altri ambiti religiosi, spesso il condizionamento appare in tutta la sua tragica realtà, anche se il credente dirà di trovarsi bene ed a suo agio nella nuova cerchia di amici.

Riporto, a dimostrazione di come una personalità possa essere condizionata, il post citato da Nounou e le osservazioni in grassetto.
Rifiutare un'autorità terza per accettarne in sostituzione un'altra è necessario un percorso di persuasione. Se non c'è cambio di personalità al nuovo movimento una persona del genere non potrà servire, perchè non sarebbe condizionabile e quindi non potrebbe essere diretta per le finalità del movimento.
Solo se la persona si lascerà persuadere a sostituire la precedente personalità con una nuova sarà possibile una conversione convinta e condizionata.
Questo processo non è avvertito dal credente a livello cosciente e consapevole, perchè, com'è ovvio, nell'accorgesene, salterebbe subito, immediatamente, ogni programma di conversione.

Date una scorsa a queste notizie, che sono simili, anche se meno gravi, a quelle di una qualunque altra conversione:


@nounou@, 18/05/2008 11.56:
alcune testimonianze di chi ha denunciato agli organi del PG. i cambiamenti dei famigliari.


AN. (cfr. vol. 34) «... In sostanza ho constatato un profondo cambiamento di mio figlio a seguito del suo avvicinamento a questa associazione, come se egli fosse indebolito, influenzabile, praticamente come drogato»;

AN. G. (cfr. vol. 34) (a proposito della moglie) «... ella però ha continuato a frequentare la sede di Pordenone di Scientology ed ha mutato il suo atteggiamento in famiglia divenuto completamente abulico»;

BA. (cfr. vol. 32) «...mio figlio, sin dall'inizio di questa affiliazione alla succitata setta ha accusato uno strano comportamento ... dopo aver subito negli anni un vero e proprio "lavaggio del cervello", adesso è deciso a lasciare completamente la famiglia ed il posto di lavoro»:

BA. (cfr. vol. 34) (a proposito della madre settantenne) «...da allora il suo comportamento è radicalmente cambiato»;

BI. (cfr. vol. 34) (a proposito del figlio) «... ho la sensazione che egli sia stato preso da una serie di idee strane che possono far leva su un ragazzo mite come lui»;

BO. (cfr. vol. 30) (a proposito del figlio) « ...non so che arte venga usata per plagiare una personalità probabilmente debole, indebolita anche da fatti estremamente dolorosi accaduti nella nostra famiglia. La morte a 25 anni, del primo dei miei quattro figli, la morte di mio marito... nel 1982/83 rimase coinvolto in Dianetica e da allora non l'ho più riconosciuto... mai si era mostrato violento al punto che mi mise le mani addosso un paio di volte.»

BR. (cfr. vol. 34) «... non riconoscevo più mia figlia, pur essendo sempre educata, mi sembrava un 'robot', non so come spiegarmi, una specie di fantasma senza più emozioni.»;

CA. (cfr. vol. 34) « ...mio marito era venditore ambulante di frutta e verdura e conducevamo una vita normale fino a quando non ha incontrato la Chiesa di Scientology... l'ho visto progressivamente cambiare sempre più fanatico di questo idea»;

DEB. (cfr. vol. 33) «... questo cambiamento di mia moglie mi ha causato non poca sofferenza e mi ha indotto ad indagare per trovare le origini ... io sono un operaio e non mi intendo di queste cose ma ho notato che lì fanno di tutto per convincere la gente a pensare nello stesso modo o, comunque, a non pensare più con il proprio cervello.»;

DEV. (cfr. vol. 30) « ...avendo notato che i miei figli da quando frequentano il citato centro di Dianetica hanno cambiato totalmente il loro carattere in famiglia ...mi sembrava che ai miei figli avessero fatto il lavaggio del cervello.»;

FA. (cfr. vol. 35) « ... nostro fratello, che ha quasi 22 anni… ha preso a frequentare quell'organizzazione mutando radicalmente il suo atteggiamento in famiglia.»;

Fonte "



Incredibile ma vero.
Accadrà così che quando un protestante tenterà di persuadere un cattolico, o quando un cattolico tenterà di persuadere un protestante, assisterete allo scontro fra due personalità già condizionate e difficilmente persuadibili, a meno che non scatti una qualche scintilla in uno dei due che renderebbe più convincente un insegnamento rispetto a quello dell'altro e... è la famosa conversione. Diversamente fra i due può esserci solo guerra, che qualcuno insiste a definire dialogo, mentre è scontro puro fra ideologie condizionanti.
Riscontrate che accade così? [SM=g1380273]

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ncredibile ma vero.
Accadrà così che quando un protestante tenterà di persuadere un cattolico, o quando un cattolico tenterà di persuadere un protestante, assisterete allo scontro fra due personalità già condizionate e difficilmente persuadibili, a meno che non scatti una qualche scintilla in uno dei due che renderebbe più convincente un insegnamento rispetto a quello dell'altro e... è la famosa conversione. Diversamente fra i due può esserci solo guerra, che qualcuno insiste a definire dialogo, mentre è scontro puro fra ideologie condizionanti.
Riscontrate che accade così?

Pyccolo

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Io mi sono scontrato con un protestante , ma loro non sono come i tdg,
il combattimento che si scontra con loro e molto più difficile e ci vuole una buona conoscenza del cattolicesimo , alla fine non vince nessuno. [SM=x1061920] [SM=x1061920]



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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