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DON GELMINI: INNOCENTE O COLPEVOLE?

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2008 20:52
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07/08/2007 00:05
 
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Il caso su Don Pierino Gelmini ha scatenato certamente una bufera di reazioni.

Molti politici hanno fatto subito un passo avanti, scavalcando il lavoro dei Magistrati su un caso veramente delicato che investe un personaggio di spicco nell'ambiente ecclesiastico e nell'opera attiva di solidarietà a cui, Don Gelmini si è dedicato da molti anni.

Il Presidente dell'Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM) ha definito "inaccettabili" le accuse di "anticlericarismo", rivolte a loro da Don Gelmini.

Tutti dovrebbero fare un passo indietro, specie i politici che, senza conoscere le indagini dei Magistrati, hanno fatto quadrato sulla figura di Don Gelmini, assolvendolo a priori.

Se ci sono colpevoli devono pagare, se ci sono degli innocenti devono ricevere giustizia ed indennizzo.

Io non so, se Don Gelmini è colpevole, ma so che alcuni suoi trascorsi non sono da "sant'uomo".

Può darsi che, Don Gelmini, sia innocente, lasciamolo decidere alle prove che sapranno produrre i Magistrati, preposti a tale incarico.

Il lavoro della Magistratura non è di insabbiare tali accuse, in base ai meriti acquisiti da una persona ma, di portare alla luce eventuali colpe, se ci sono.




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Re:
parliamonepino, 07/08/2007 00.05:

Il caso su Don Pierino Gelmini ha scatenato certamente una bufera di reazioni.

Molti politici hanno fatto subito un passo avanti, scavalcando il lavoro dei Magistrati su un caso veramente delicato che investe un personaggio di spicco nell'ambiente ecclesiastico e nell'opera attiva di solidarietà a cui, Don Gelmini si è dedicato da molti anni.

Il Presidente dell'Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM) ha definito "inaccettabili" le accuse di "anticlericarismo", rivolte a loro da Don Gelmini.

Tutti dovrebbero fare un passo indietro, specie i politici che, senza conoscere le indagini dei Magistrati, hanno fatto quadrato sulla figura di Don Gelmini, assolvendolo a priori.

Se ci sono colpevoli devono pagare, se ci sono degli innocenti devono ricevere giustizia ed indennizzo.

Io non so, se Don Gelmini è colpevole, ma so che alcuni suoi trascorsi non sono da "sant'uomo".

Può darsi che, Don Gelmini, sia innocente, lasciamolo decidere alle prove che sapranno produrre i Magistrati, preposti a tale incarico.

Il lavoro della Magistratura non è di insabbiare tali accuse, in base ai meriti acquisiti da una persona ma, di portare alla luce eventuali colpe, se ci sono.




non so se sono gli stessi ma li ha accusati anche di ''anticlericalismo ebraico'' e poi ha fatto le sue scuse dicendo che intendeva altro..

certo questo non lo rende colpevole delle accuse rivoltegli alle quali per inciso nutro dei dubbi..però non è detto che non sia tutto vero staremo a vedere...
tuttavia il suo esporsi nelle precedenti affermazioni a mio parere denotano un un filino di razzismo latente, che tuttavia se fosse innocente potrebbero essere solo il peso della pressione delle infamanti accuse...quindi comprensibile...
ma se fosse colpevole...
è meglio che trovi un bel posto dove nascondersi...
per il resto penso che se i suoi trascorsi ''non da sant'uomo'' non riguardino abusi sessuali verso qualcuno e sopratutto verso minori
bisogna proprio non vengano neanche nominati...
nessuno è ''un sant'uomo''
nemmeno il papa anzi sopratutto...il papa a mio parere... [SM=g27987]
ciao Pinuzzo come stai? Ti sei riposato?
[SM=x1061915]

[Modificato da animhatua 07/08/2007 07:24]



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re
Penso che sia un pò presto per parlare di questa storia. Bisogna aspettare il risultato delle indagini dei Magistrati.
A meno che Maurif sia a conoscenza di tutta la verità. [SM=x1061911] [SM=x1061911] [SM=x1061911] omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]



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Penso che sia un pò presto per parlare di questa storia. Bisogna aspettare il risultato delle indagini dei Magistrati.
A meno che Maurif sia a conoscenza di tutta la verità. omega



le indagini sono in corso aspettiamo gli eventi..
MauriF..? salverebbe anche l'insalvabile [SM=x1061944]






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Don Mazzi dal pm contro don Gelmini
Il fondatore di Exodus interrogato su un episodio del '93 conferma le confidenze di un ragazzo: «Mi disse di aver subito violenze»
Don Antonio Mazzi (Olympia)

ROMA — Torna indietro nel tempo fino al '93 l'inchiesta sulle presunte violenze sessuali commesse da don Pierino Gelmini su alcuni tossicodipendenti all'interno della Comunità incontro. La novità è emersa dall'interrogatorio come «persona informata sui fatti» di don Antonio Mazzi, il padre di Exodus: è stato sentito dai magistrati di Terni all'inizio della scorsa settimana e ha confermato il contenuto di una lettera da lui inviata a un ragazzo che aveva assistito nel suo centro per un paio d'anni.
Il giovane ha denunciato di aver appunto subito gli abusi 14 anni fa, quando ha trascorso un periodo di sei mesi ad Amelia. Poi si è trasferito in una struttura di don Mazzi, con il quale si è confidato e ha continuato a mantenere rapporti epistolari. Il procuratore Carlo Maria Scipio e il pm Barbara Mazzullo volevano sapere dal fondatore di Exodus se confermava quello che aveva scritto all'ex drogato nel 2003. Il sacerdote, nel corso dell'interrogatorio, ha ribadito punto per punto quello che aveva sottolineato nella missiva, in cui c'è un chiaro riferimento alle violenze sessuali.
Le parole del fondatore di Exodus avrebbero aggravato la posizione di don Gelmini: per gli inquirenti sono una conferma, seppure indiretta, delle accuse nei suoi confronti. Almeno da parte di uno dei sei ragazzi, cinque dei quali si sono rivolti agli investigatori dopo essere stati allontanati dalla Comunità per aver commesso dei furti. «Faremo presto, non perché c'è qualcuno che ce lo chiede, ma perché abbiamo tutti gli strumenti per farlo» ha annunciato la Mazzullo, lasciando capire che la conclusione dell'indagine è vicina. Più cauto l'avvocato Lanfranco Frezza, che difende don Gelmini insieme con Franco Coppi: «Non ci aspettiamo novità prima della fine di settembre ». Don Gelmini ieri era a Pompei. E il sindaco Claudio D'Alessio ha riportato le sue parole: «La Chiesa mi è vicina: io non mollo, mi sento un leone. L'albero più alto è quello che rischia di più di essere abbattuto dal vento», ha aggiunto con una metafora il capo della Comunità incontro. «L'unico vero giudice è la coscienza e io sono in pace con la mia...».
Dal mondo politico, altre manifestazioni di solidarietà per don Gelmini. «Devono finire le aggressioni che continuano nei suoi confronti», ha chiesto l'esponente di Forza Italia ed ex ministro Stefania Prestigiacomo. E Don Luigi Ciotti: «Continuo a essere vicino a don Gelmini come persona. Però per andare avanti — ha ribadito — le strutture devono essere garantite solo dagli enti locali, dalle istituzioni preposte e dai cittadini. Non dalla politica».
Flavio Haver
07 agosto 2007 - fonte CORRIERE.IT







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Date uno sguardo in questo sito:

www.bispensiero.it/



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Re:
parliamonepino, 07/08/2007 11.54:


Date uno sguardo in questo sito:

www.bispensiero.it/




e i commenti dei ragazzi...

www.bispensiero.it/index.php?option=com_content&task=view&id=317&It...[SM=g27993]









[Modificato da @nounou@ 07/08/2007 13:39]






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esterefatta e senza parole

[SM=g27994]
e chi ce l'ha un barlume di coraggio per mettere piede in una chiesa che Dio li strafulmini



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"Nessuno dovrà saperlo" è il titolo di un libro autobiografico. Il titolo già dice tutto. E' ciò che il prete pedofilo dice all'Alessandro collegiale tredicenne nel confessarlo dopo aver abusato di lui.

www.bispensiero.it/index.php?option=com_content&task=view&id=264&It...



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re
Ho letto tutto. Ha ragione Lucy, Dio li dovrebbe strafulminare!!!!
omega [SM=g28001] [SM=g28001] [SM=g28001] [SM=g28000]



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Re: Don Mazzi dal pm contro don Gelmini
@nounou@, 07/08/2007 09.10:

Il fondatore di Exodus interrogato su un episodio del '93 conferma le confidenze di un ragazzo: «Mi disse di aver subito violenze»
Don Antonio Mazzi (Olympia)

ROMA — Torna indietro nel tempo fino al '93 l'inchiesta sulle presunte violenze sessuali commesse da don Pierino Gelmini su alcuni tossicodipendenti all'interno della Comunità incontro. La novità è emersa dall'interrogatorio come «persona informata sui fatti» di don Antonio Mazzi, il padre di Exodus: è stato sentito dai magistrati di Terni all'inizio della scorsa settimana e ha confermato il contenuto di una lettera da lui inviata a un ragazzo che aveva assistito nel suo centro per un paio d'anni.
Il giovane ha denunciato di aver appunto subito gli abusi 14 anni fa, quando ha trascorso un periodo di sei mesi ad Amelia. Poi si è trasferito in una struttura di don Mazzi, con il quale si è confidato e ha continuato a mantenere rapporti epistolari. Il procuratore Carlo Maria Scipio e il pm Barbara Mazzullo volevano sapere dal fondatore di Exodus se confermava quello che aveva scritto all'ex drogato nel 2003. Il sacerdote, nel corso dell'interrogatorio, ha ribadito punto per punto quello che aveva sottolineato nella missiva, in cui c'è un chiaro riferimento alle violenze sessuali.
Le parole del fondatore di Exodus avrebbero aggravato la posizione di don Gelmini: per gli inquirenti sono una conferma, seppure indiretta, delle accuse nei suoi confronti.
...........
...........
07 agosto 2007 - fonte CORRIERE.IT




perchè ci son voluti 14 anni perchè
venisse fuori questa squallida storia?
Come mai Don Mazzi ha taciuto o per lo meno non ha consigliato
a questo ragazzo di rivolgersi alle autorità competenti?
Siamo di fronte all'ennesimo scempio omertoso della chiesa che copre la chiesa?
[SM=g27994]





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08/08/2007 14:28
 
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Intanto si moltiplicano giorno dopo giorno, su internet, gli spazi di discussione riservati alla vicenda: su molti blog sono anche fiorite le testimonianze di presunti ex ospiti della Comunità che accusano il sacerdote. Si tratta di commenti, tutti in forma anonima, di persone che raccontano genericamente di aver subito abusi; accuse che non è in alcun modo possibile verificare. In almeno un caso, poi, c'é chi si firma con il proprio nome e cognome, ma riferisce di presunte molestie subite da una terza persona, che gliele avrebbe raccontate. Anche qui nessuna verifica è possibile, anche se l'uomo si è detto disposto a riferire tutto alla magistratura.



www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_126860...




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08/08/2007 14:32
 
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Don Gelmini: «Non ci penso proprio
a lasciare la Comunità
»

ROMA (8 agosto) - Di autosospendersi, come aveva consigliato il cardinale Marchisano, non ci pensa proprio. Don Gelmini indagato per presunti abusi sessuali su alcuni ragazzzi ospiti della Comunità Incontro non ne vuole sapere di lasciare il timone. «Quel cardinale dovrebbe dimettersi lui, casomai», è la lapidaria risposta di don Gelmini al Gr2. «E la mia - spiega il sacerdote - non è un'istituzione religiosa, è laica».

Don Gelmini ha anche aggiunto che non farà più dichiarazioni dopo che uno dei suoi difensori ha rimesso il mandato per le sue troppe esternazioni. L'avvocato Franco Coppi, ha rinunciato all'incarico ritendendo il sacerdote «ingestibile», da qui la scelta di Don Glemini: «Coppi si è dimesso dall'incarico - afferma don Gelmini al Gr2 - perchè dice che "è difficile gestire don Pierino", per le mie esternazioni. E quindi non voglio fare altre esternazioni». Il sacerdote aggiunge: «io non intendo fare polemiche con nessuno, tanto meno con uomini di Chiesa».

Intanto nella Procura di Terni il lavoro degli inquirenti procede anche se il pm dell'inchiesta Barbara Mazzullo ha precisato: «Non lavoro per apparire sui giornali».«Lasciatemi lavorare». Facendo capire ai cronisti che non le si può chieder di violare il segreto istruttorio e che continua a fare il suo «lavoro» con serenità.


www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=6714&sez=HOME



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10/08/2007 22:26
 
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Re: esterefatta e senza parole
animhatua, 07/08/2007 18.48:


[SM=g27994]
e chi ce l'ha un barlume di coraggio per mettere piede in una chiesa che Dio li strafulmini






"Babilonia è una coppa d'oro , nelle mani del Signore" (Geremia 51:7)


....E' LUI che "agita" la coppa , affinchè la gente veda...

[Modificato da claudio.41 10/08/2007 22:31]





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da Gente d'Italia - di Stefania Nardini

Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 151 - Anno XIV, 10 agosto 2007

Miami - Don Pierino mi regalò una croce. La croce, simbolo di quel Cristo che ho invocato nei momenti difficili della mia vita. Quel Cristo povero, fonte d'amore e di giustizia. Quella croce la conservo ancora. Ma è una croce umiliata. Umiliata da chi osa paragonarsi al Cristo. – scrive su Gente d'Italia, quotidiano italiano delle Americhe diretto e fondato da Mimmo Porpiglia la giornalista-scrittrice Stefania Nardini.


Rilanciamo il servizio nella versione integrale di seguito

Per un breve periodo della mia vita ho frequentato la Comunità Incontro. Non cercavo redenzioni, tanto meno esibizioni. Mi interessava, dopo anni di giornalismo, fermarmi a pensare diluendo il tempo, quel tempo che ti assilla quando si vive in una redazione di giornale. Mi interessava capire come tanti giovani potevano essere strappati alla tossicodipendenza attraverso un percorso fatto di regole e d'amore.

Ma c'era qualcosa che mi disturbava in quel luogo. Mi disturbavano i body guard armati di pistola, i macchinoni di lusso, la disparità di trattamento nei confronti di alcune persone che avevano come unico difetto l'umiltà.

Don Pierino era la contraddizione di se stesso. Un grande comunicatore capace di gestire con abilità i potenti ponendosi come un potente.

I memorabili raduni nel teatro tenda che veniva allestito dai volontari in cui, tra migliaia di persone faceva il suo passaggio con i paramenti da vescovo della Chiesa Melchita, accompagnato dalla colonna sonora di Rocky a tutto volume, erano uno spettacolo. Spettacolo al quale partecipavano tutti, politici, industrialotti con la grana, poveri cristi, ex tangentisti che cercavano di riconquistarsi pezzi di dignità a colpi di assegni e donazioni.

E mi chiedevo chi fosse realmente don Pierino Gelmini.

Si me lo chiedevo. Perché quel suo carisma lo avvertivo "difettoso", lo sentivo privo di quella fede che uomini semplici, grandi uomini semplici, sapevano trasmettere alle folle indossando un vecchio saio.

Rammento che in un viaggio in Brasile andai a visitare una delle sue comunità. E qualcuno mi fece sapere che il Don non gradiva presenze esterne in quella struttura.

Perché?

Non c'era una spiegazione. Le sue affermazioni non vanno spiegate. Vanno recepite con obbedienza.

Del resto, senza andare troppo in là, i numeri che venivano dati in pasto alla stampa sulla quantità di centri sparsi per il mondo erano gonfiati. Si, lo erano. E lo sono ancora oggi quando Don Pierino per difendersi dall'accusa di "molestie sessuali" esibisce la sua innocenza utilizzando quei numeri.

Ma qualcuno ne ha mai verificato la consistenza?

Si parla di 164 sedi residenziali in Italia e invece sono 64, di 180 gruppi d'appoggio che in realtà sono una ventina, di un turnover residenziale di 12 mila persone( turnover in cui sono comprese semplici richieste di informazioni), di 126.624 ingressi in comunità tra il 1990 e il 2002, mentre attualmente si registrano non più di 20 o 30 colloqui al mese, il che significa al massimo 360 ingressi, cifra che si riduce alla metà considerando coloro che rinunciano.

Lo stesso centro di Zervò, in Aspromonte, dove don Pierino si trova attualmente per l'appuntamento ferragostano, ha subito un notevole calo di presenze e molti dei giovani vengono da paesi stranieri.

Interessanti sono i dati forniti sulla presenza della Comunità Incontro nel resto del mondo.

Si parla di 74 sedi residenziali. Ma quante sono realmente?

In Spagna sono presenti circa 50 ragazzi, in Svizzera tre o quattro, in Slovenia si contano dieci centri gestiti dalla Caritas locale, in Thailandia vengono ospitati bambini con un contributo dello Stato mentre i tossici sono una trentina, in Bolivia c'è una fazenda con un ospedale annesso e diretto da una coppia, come pure in Costa Rica, dove é sempre una coppia ad occuparsi di adolescenti (una trentina) inviati da un organismo governativo.
Molte le sedi fantasma: Brasile, Francia, Croazia. Chiuse e vendute, come quelle negli Stati Uniti e Israele dove i progetti non sono mai decollati.

Un impero in crisi?

Al momento la Comunità Incontro riceve il 5 per mille sui redditi, su sollecitazione dei massoni aderenti alla Libera Muratoria del Grande Oriente d' Italia, a parte le donazioni, non ultima quella di Berlusconi che ha sganciato 5 milioni di euro per l'ampliamento del centro thailandese dopo la tragedia dello tsunami.

Ma al di là dei generosi atti di liberalità da parte dei potenti, esiste una crisi che se da un lato i sociologi potrebbero definire "fisiologica", per altri è dovuta al cattivo rapporto con i Sert (ai quali spetta l'invio dei tossici nelle comunità), contro i quali il Don ha spesso tuonato accusandoli di lavorare senza passione. E poi le "chiacchiere". Tante chiacchiere che da un pezzo circolano. Fin quando qualcuno ha parlato di "molestie sessuali" scatenando un terremoto, terremoto che la platea di Silla sta tentando di arginare con il contributo del mondo politico e con magnifiche frasi ad effetto in cui Pierino Gelmini si paragona a Padre Pio, S. Francesco e Gesu'.

"Porto la croce...". Già la croce. Una croce che al di là dell'innocenza o della colpevolezza, ha un significato troppo importante per poter essere utilizzata come simbolo mediatico.

Don Pierino non se ne è stato in silenzio. Ha nominato lo psichiatra ex senatore di Forza Italia, Alessandro Meluzzi, suo portavoce. Anzi stava per farlo diacono qualche mese fa dopo il suo precedente ingresso a Mulino Silla con una ex "schedina" di "Quelli del calcio", Sara Tommasi. Si, la Sara Tommasi dell'"Isola dei famosi", forse in cerca di spiritualità in un luogo dove una delle prime regole per le visitatrici è quella di indossare un abbigliamento consono, dove le scollature sono messe al bando per evitare turbamenti ai tossici in recupero.

La fanciulla è stata addirittura proposta come testimonial della comunità. Evidentemente un pò di "Cristoterapia" non si nega a nessuno, neanche a una signorina che si spoglia per mestiere.

Dalla Comunità Incontro mi allontanai anni fa.

Lo feci perché sentivo che qualcosa non mi piaceva. Pur avendo conosciuto in quel contesto alti prelati come don Giovanni D'Ercole, capo ufficio della sezione affari generali della segreteria di Stato del Vaticano, e da qualche mese direttore responsabile della rivista della comunità "Il Cammino" e dell'emittente Teleumbriaviva, di cui don Pierino è proprietario.

Ma chi sono i suoi accusatori?

Secondo il Don si tratta di ragazzi che volevano ricattarlo.

Forse. E spetta ai magistrati appurare la verità dei fatti. Come spetta agli avvocati difendere il sacerdote. Anche se un autorevole professionista del diritto come il prof essor Coppi vi ha rinunciato in seguito alle dichiarazioni rilasciate da don Pierino in cui prima ha accusato una lobby ebraica per l'aver messo in piedi lo scandalo, poi, dopo le scuse di rito, ha parlato di massoneria. Eppure il suo attuale portavoce Meluzzi è un massone dichiarato! Come pure vengono dalle sollecitazioni del Grande Oriente dei finanziamenti.

In ogni caso tutti hanno il diritto alla difesa, tutti hanno diritto al trionfo della verità!

Ma un fatto è certo. Basta essere dei buoni cronisti per cercare brandelli di verità al di là dei cori massmediatici. Lo ha fatto Francesco Grignetti su La Stampa.

Grignetti, seguendo le regole del mestiere, ha cercato e ricercato tra vecchi titoli di giornali pubblicati tra il 1969 e il 1977. Così viene fuori che Pierino Gelmini venne arrestato nella sua villa all'Infernetto nel '69, a Roma. E che in giardino era parcheggiata la sua Jaguar.

Stava nascendo in quel luogo l'idea della comunità, dopo l'incontro-choc con un drogato, Alfredo, nel 1963.

A quei tempi Pierino era segretario di Luis Copello, arcivescovo di Buenos Aires. Ma rinuncia alla carriera. Secondo le cronache dell'epoca fu inquisito per bancarotta fraudolenta, emissioni di assegni a vuoto e truffa per un'ambigua ditta di import export con l'America. Poi altri fatti lo vedono impigliato nella vicenda legata a una cooperativa edilizia che fallì mentre lui rispondeva delle casse. E in quella circostanza venne spiccato un mandato di cattura.

Ma il "Monsignore" come si faceva chiamare, sparì. Finendo in Vietnam dove era entrato in contatto con l'arcivescovo Dihn-Thuc. E anche in questo caso parte una denuncia presentata dell'arcivescovo e dalla vedova del presidente Diem per appropriazione indebita.

Rientra in Italia . "Gli danno quattro anni di carcere nel '71. – scrive Il Messaggero - Li sconta tutti. Come detenuto non è esattamente un modello e spesso costringe il direttore a isolarlo per "evitare " promiscuità con altri reclusi".

Don Pierino scontò la sua condanna ma nel '76 lo arrestarono di nuovo con il fratello, il famoso padre Eligio, per un giro di presunte mazzette legate all'importazione clandestina di latte e burro destinati all'Africa, accusa che poi risultò infondata.

Intanto i giornali parlavano di lui. Curiosa è la descrizione che fece La Stampa della sua villa all'Infernetto. "Due piani, mattoni rossi, largo muro di cinta con ringhiera in ferro battuto, giardino, piscina e due cani: un pastore maremmano e un lupo. A servirlo sono in tre: un autista, una cuoca di colore e una cameriera".

Poi, si sa, nella vita si cambia. E la Valle delle Streghe, ad Amelia, diventerà il cuore di un progetto che punta al recupero dei drogati.

Guardando quella croce che Pierino mi regalò il mio pensiero va a quei ragazzi. E, al di là del passato, al di là dei trascorsi di un uomo che può aver sbagliato, l'opera a cui Cristo lo ha chiamato è grande. Tanto grande da richiedere umiltà. Tanto grande da richiedere la capacità di saper dosare anche il proprio talento. Un talento, quello di Pierino, che è certamente un dono. Il dono di saper comunicare. Un dono che va foraggiato con l'amore, e che non può disperdersi in quella giungla dove comanda un altro dio.

Perché Dio, quello vero, è nella croce. In quella croce che Pierino mi regalò. E che continuo a conservare sperando.





La stanza del silenzio


Ogni sede della Comunità Incontro ha la sua "stanza del silenzio" e della meditazione.

Ma anche l'ufficio di Don Gelmini è chiamato così. Ma non è una stanza munita di panche, bensì uno studio attrezzato di mobili preziosi, quadri e attestati alle pareti. Per intenderci, è lì che Don Pierino ha incontrato Craxi e Forlani per il patto antidroga, come ricorda una foto appesa accanto ad una tela seicentesca, ancora una volta con un crocifisso, che arredano la parete d'angolo dove c'è il salotto con le poltroncine rosse. Presumibilmente è li che ha ricevuto anche Andreotti e altri politici e cardinali, non ultimo Berlusconi con i suoi cinque milioni di euro. L'ingresso dell'ufficio, a cui si accede, da uno scalone controllato dalla segreteria, attraverso un salottino che dà anche alle stanze private del Don, è protetto da un pesante separé, mentre, sulla parete opposta, le enormi vetrate, che guardano dall'alto sulla piazzetta sottostante, sono coperte da due pesanti tendaggi (a meno che in questi ultimi tempi non siano stati levati!). Questo enorme ufficio totalmente occupato dal "capo" (la sua segreteria è al piano di sotto) è, in effetti, costituito da diversi angoli tra cui, quello più remoto, occupato da un maxischermo televisivo. Là non ci sono i "servizi di tutela" alla sua persona, disposti dal ministero dell'Interno, che lo accompagnano nelle uscite dalla Comunità. Ma vi staziona, quasi costantemente, qualche suo body-guard (si tratta di suoi fidatissimi ex ragazzi), armato di pistola, che lo assiste praticamente giorno e notte.

Ecco cos'è la "Cristoterapia"


Termine in uso solo dopo gli anni '90, subentrato al più gelminiano "impero dell'amore", coniato dall'allora Ministro, e frequentatore di Mulino Silla, Onorevole Valerio Zanone. Usato, teologicamente, sociologicamente, e scientificamente, in maniera impropria, come appropriazione "indebita" di un tesoro della Chiesa dei sacramenti cristiani – e, per estensione, appartenente a tutti coloro che operano alla luce di Cristo e del suo messaggio – da parte di un programma che dice di ispirarsi al Vangelo ma rifiuta ogni forma di riconoscimento o incardinamento ecclesiale. Ripetutamente don Gelmini si è vantato di aver rifiutato ogni proposta, proveniente dalla Chiesa, di far riconoscere la sua creazione dalle Autorità ecclesiali. Fermo restando il rafforzamento del suo personale potere sacro con l'assunzione della carica di Esarca mitrato della chiesa cattolica greco-melkita.

Cristoterapia è semplicemente il titolo di un libro, edito in america, da un gesuita, Bernard J. Tyrrell, e uscito in Italia a fine anni '80 con le edizioni paoline. Chiunque può ben vedere, leggendo "Fiori di mare", della stessa casa editrice, e firmato da Don Gelmini, che l'introduzione non è altro che una sintesi veloce e approssimativa dello scritto di P. Tyrrell, con un linguaggio e dei concetti che poco o niente hanno a vedere con i capitoli successi, espressione del pensiero gelminiano.

"Cristo-significato", "Cristo-valore", sono infatti espressioni che non appartengono al linguaggio del fondatore della Comunità Incontro della quale ha sempre sottolineato le origini contadine, il linguaggio semplice, la concretezza e la semplicità della tradizione e della santità della storia italiana.


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12/08/2007 12:39
 
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Grazie per il tuo contributo, Raffaele, credimi, è stato prezioso, per comprendere la portata di questa vicenda, che ogni giorno assume risvolti sempre più inquietanti.

Un abbraccio
Pino

P.S. Ben tornato! [SM=x1061921]



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12/08/2007 14:27
 
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Davvero un'ottimo articolo.

Ciao

Paolo
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12/08/2007 15:40
 
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Lettera aperta a don Gelmini di Fausto Marinetti

Se volete fare un "Gelmini day" fatelo in P.zza San Pietro per chiedere perdono alla vittime dei preti pedofili


10.8.2007
Caro don Pierino,

all’avvicinarsi del "Gelmini-Day", perché non collaborare con la verità e la giustizia?
Sei la persona più indicata, perché hai la stoffa del martire, come dice il tuo portavoce, che ti mette alla pari di Cristo, "tradito" come Giuda. Sei un uomo votato agli altri, che non ha neppure bisogno del "santo subito". Sei uno che sfida tutti quanti, Dio compreso: «A costo di strisciare per terra, voglio andare avanti. Cadrò quando Dio vorrà, ma rimarrò in mezzo ai miei ragazzi, qualsiasi cosa pensino di me».

E allora, affinché la tua apoteosi sia piena, perché, invece di cantare le tue litanie ad ogni comunicato stampa, non inviti tutti gli abusati a venire alla luce? Suvvia, sottoponiti spontaneamente a una specie di prova del fuoco. Sii tu a lanciare una santa proposta o, se vuoi, una crociata: in tutte le chiese le vittime di qualsiasi pedofilia siano esortate a farsi avanti; si metta su tutti i blog cattolici e non-cattolici un invito a ripulire la chiesa dalla "sporcizia" dei preti pedofili; ogni episcopio, ogni parrocchia abbia un numero verde per le vittime. Non sarebbe il più bel servizio di testimonianza ai tuoi figli e aficionados? Non sarebbe il segno più efficace che prendi sul serio quel Cristo, che grida ancora: "Chi scandalizza un bambino meglio per lui mettersi una macina da mulino al collo e buttarsi in mare"?

Stai tranquillo, sei al sicuro nella mani di Dio e della magistratura umana. Chi non ha debiti da saldare non ha bisogno di sbraitare, attaccare ebrei, massoni, gay, "magistrati mascalzoni", ecc. Hai visto? Le tue esternazioni hanno fatto un certo effetto perfino al tuo avvocato, perché sei "ingestibile". Anche qualche prelato, a titolo personale (secondo lo stile della diplomazia vaticana) ti invita a metterti da parte. Come mai a te non viene applicata la regola d’oro della "tolleranza zero"? Il manuale dei prelati americani (loro si, che se ne intendono) prevede che il solo sospetto di abusi sessuali su minori, è sufficiente per mettere subito il prete in isolamento. Una misura precauzionale (non è mai troppa) per prevenire possibili ricadute e perché fedeli e genitori hanno diritto alla massima sicurezza dei loro figli, siano essi chierichetti, ragazzini del catechismo, seminaristi, tossici, ecc. E allora perché a te è riservato un trattamento speciale, per cui non ti viene imposto, ma sei "invitato" a tirarti da parte? [Vale la pena ricordarti che don Zeno, al quale pensi di assomigliare, non solo aveva in orrore qualsiasi forma di assistenzialismo, ma riteneva che l’unico ambiente educativo è la famiglia di origine o adottiva. E’ evidente che la presenza di uomini e donne previene le aberrazioni degli ambienti a sesso unico, comunità terapeutiche e seminari compresi, che negli USA si sono rivelati vivai di omosessualismo; che ogni comunità è bene sia gestita da adulti e sia sotto il controllo dei laici, ecc.]
L’hanno capita anche in Vaticano: un’eccessiva auto-esaltazione rischia di essere, quantomeno, sospetta: "Chi troppo si loda, s’imbroda". Ti invitano a fare un passo indietro e tu ne fai due in avanti, paragonandoti ai "martiri", che hanno sofferto per mano di santa madre chiesa, come don Orione, p. Pio, don Zeno di Nomadelfia. Non è vano ricordare la saggezza popolare: "Scherza con i fanti, non con i santi". Zeno prendeva i soldi dai ricchi, ma gli diceva in faccia: "I soldi non sono vostri, ma del popolo che lavora, suda e soffre". Non li blandiva con pagelle e onorificenze; non dedicava loro lapidi di benemerenza, ma, mentre con una mano prendeva i soldi, con l’altra puntava il dito, ricordando loro: "Il ricco? O iniquo o erede di un iniquo". Nessun vescovo ha mosso un dito per difendere Zeno "nell’ora di Barabba". L’hanno affogato, perché urlava ai politici (alleati, fin da allora, con la gerarchia ecclesiastica) il dovere della giustizia. Gridava in faccia agli uni e agli altri, come Giovanni Battista: "Fate i conti, fate i conti. Le calcolatrici davanti al confessionale! Senza giustizia non si può neanche parlare di cristianesimo". Per questo l’hanno eliminato.
Converrai che i tuoi fans, devoti, ammiratori, anche se per lo più fascisti o di destra (con qualche ingenuo sinistrorso), dovrebbero almeno stupire della tua tanto esaltata "Cristo-terapia". Che la religione offra delle buone ragioni per delle esistenze distrutte dalla "felicità chimica" è un conto, ma ridurre il Cristo ad una ricetta magica è un altro: lui non è venuto a rubare il lavoro a psicoterapeuti, psicologi e psichiatri (sarà utile rileggersi il testo di Marco Salvia, il quale ha affermato di aver voluto descrivere proprio te…).

Non si può mettere in dubbio la tua generosità: 250 case di recupero, 300.000 assistiti, salti mortali per i 5 continenti, zelo "eccessivo" per aiutare i "poveri drogati", ecc. Se hai fatto tanto del bene, non devi avere paura di niente, vero? E allora? Allora non senti quello che ti suggeriscono le vittime della pedofilia, comprese quelle che ti hanno denunciato?
"Caro don,
perché non vai fino in fondo al tuo cammino di gloria? La vita ti ha dato tutto: macchine, ville, soldi, soddisfazioni, gratificazioni, amici "onnipotenti", ecc. Di noi, gli intimi, quelli che più ti hanno dato soddisfazioni spirituali, hai detto tutto il male che hai potuto. Ci hai definito "quei quattro farabutti, quegli sbandati, quei delinquenti…". Ce lo meritiamo, certo, ma non siamo sempre tuoi figli? Noi, tutti i violentati dai preti (senza allusione a te, aspettiamo il giudizio degli addetti ai lavori), abbiamo perso tutto, anche noi stessi, non abbiamo più niente da perdere. Allora ti facciamo una proposta: alle tue benemerenze ne manca una sola, un gesto coraggioso, degno di te. Lo vedi?, ad ogni momento, viene fuori "un pezzo" di pedofilia clericale. Perché, sia pur innocente, non prendi in mano la bandiera degli "agnelli immolati"? Fino a quando non si avrà la forza di chiedere perdono a chi è stato distrutto non solo nel corpo, ma anche nell’anima dai rappresentanti di Dio, come potremo credergli? Se sei buono, come affermano i tuoi devoti ("È un padre e un santo"), perché non prendi l’iniziativa? Lo sai: chi è stato "assassinato nell’anima", solo dopo anni di tortura interiore, di incubo notturno ha il coraggio di buttare fuori la verità. Se proprio i tuoi figli e ammiratori ci tengono, se proprio un "Gelmini-day" s’ha da fare, ebbene facciamolo come si conviene ad un patriarca come te: in piazza S. Pietro con tutte le tv del mondo. Ma, sia chiaro, stiano a casa i leccapiedi. Solo tu, con il papa, i cardinali, i vescovi e noi, le vittime dei vizietti clericali, con i nostri parenti ed amici. Voi, sommi sacerdoti, vestiti di sacco, la testa coperta di cenere, vi inginocchierete davanti a noi (tutti gli abusati del mondo, compresi quei dieci, che ti hanno denunciato), ci laverete i piedi, li bacerete (quelli sì) e direte, urbi et orbi: "Vi chiediamo perdono in nome dei nostri confratelli preti e vescovi, che hanno calpestato anime fragili, le quali hanno visto in noi dei padri, che si sono rivelati dei traditori; chiediamo perdono per non aver fatto tutto quello che era in nostro potere per prevenire il delitto. E siccome non basta chiedere scusa a parole, ci impegniamo a risarcire i danni per giustizia. Vogliamo riparare le nostre colpe. Vi chiediamo perdono anche di avervi calunniato, dicendo che siete dei farabutti, sporchi ricattatori, che volete il nostro denaro (che è dei fedeli, dei genitori delle vittime e dei benefattori). Vi spetta per diritto, non per elemosina: un dovuto atto di GIUSTIZIA.
Noi, le vittime, solo a queste condizioni, assolveremo preti e prelati, alleggerendo la vostra coscienza e vi daremo la giusta penitenza: pane ed acqua per il resto dei vostri giorni. Ma non potremo opporci, anche se lo volessimo, al corso della giustizia, il quale non può che finire in una santa prigione. Solo lì la vostra coscienza troverà pace, lavandosi, giorno e notte con lacrime di dolore.
Così sia".
PS. Notizia dell’ultima ora: il portavoce di don Gelmini, Alessandro Meluzzi, dirotta l’annunciato "Gelmini-day" su un giorno di festa e di preghiera ad uno dei protettori della comunità: S. Michele Arcangelo, perché è "l’unico che può sconfiggere i demoni che stanno arrivando da ogni parte".
"Caro don, anche noi pregheremo con te, per te. Ma la proposta di cui sopra, è sempre valida, anzi raccomandabile".

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Italia. Manfredi: solo il cardinal Tonini contesta la cristoterapia di don Gelmini?

Su settimanale "Panorama", il cardinale Ersilio Tonini cosi' risponde a chi gli chiede che cosa ne pensa del metodo antidroga di don Gelmini, da lui chiamato "Cristoterapia": "Cristo non e' un farmaco. Questo sbaglio terminologico puo' far pensare che Cristo automaticamente ti liberi dai tuoi problemi. Che sia una cosa meccanica: abbi fede e non avrai piu' problemi. La Chiesa, in questo modo, si ridurrebbe a un'agenzia che somministra una cura. La Chiesa e' popolo…”.
Giulio Manfredi (Direzione Nazionale Radicali Italiani), cosi' commenta:
Un segno dell’enorme potere acquisito da Don Gelmini, nel nome della lotta alla droga, e' il fatto che nessun esponente della Chiesa Cattolica aveva, prima del cardinale Tonini, osato contestargli l'uso strumentale del nome e della figura di Gesu' Cristo –tecnicamente una vera e propria bestemmia- per sponsorizzare la sua comunita' terapeutica. E dopo le chiare e nette parole di Tonini, nessun altro religioso si e' fatto avanti …
Il cardinale Tonini consiglia a Don Gelmini umilta'; mi permetto, da umile non credente, di associarmi al consiglio; alla messa di Ferragosto, ennesimo evento mediatico, Don Gelmini dovrebbe arrivare non piu' paludato con vesti che si addicono di piu' ad un vescovo o a un cardinale ma con l’abito piu' dimesso possibile; lettura evangelica consigliata: la parabola del fariseo e del pubblicano (Luca 18, 9-14), "chi si umilia sara' esaltato, chi si esalta sara' umiliato".

www.droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=16864




Mi sento molto vicino alle affermazioni cristiane e non "spettacolari" dell'autorevole cardinale Tonini.
Nutro una profonda ammirazione per l'uomo di Dio Tonini.



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Don Gelmini: attese molte persone per messa Ferragosto

All'incontro saranno presenti anche Gasparri e Giovanardi
(ANSA) - ZERVO' (REGGIO CALABRIA), 13 AGO - Molte persone sono attese a Zervo',a Ferragosto, per la messa di don Pierino Gelmini, fondatore della Comunita' Incontro. All'incontro e' prevista la presenza dei deputati Maurizio Gasparri di An e Carlo Giovanardi dell'Udc, che e' gia' in Calabria per trascorrere un periodo di vacanza. Al termine della celebrazione i ragazzi ospiti della comunita' incontreranno i loro familiari. Ci sara' poi un pranzo per tutti coloro che hanno raggiunto la struttura di Zervo'.

www.ansa.it/site/notizie/regioni/calabria/news/2007-08-13_113123...




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