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Una pessima figura di Delemme

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2011 00:41
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Nuova replica di Delemme l'arcicensore:



Le flatulenze del negazionista

Il caro (si fa per dire) Polymetis sempre pronto a definire gli altri ignoranti, mostra la sua debolezza con l’arroganza e la cafoneria. E pensare che c’è gente che lo difende evidenziandone "le notevoli capacità di argomentazione ben documentata".
L’unica cosa ben documentata è il suo nuovo avatar che offende coloro che vivono con dignità il cristianesimo e che ritengono la pratica omosessuale una cosa ripugnante. Una persona intelligente non dovrebbe abusare della libertà che gli viene offerta.
Il resto è il suono di una campana rotta.
Io, povero “ignorante”, così mi definisce il Poly, disquisendo sui termini usati dall'apostolo Paolo "Fornicatori, uomini che giacciono con maschi; adulteri, uomini tenuti per scopi non naturali, uomini che giacciono con uomini; vergognosi appetiti sessuali, femmine che hanno mutato il loro uso naturale in uno contro natura; maschi che hanno lasciato l’uso naturale della femmina e nella loro concupiscenza si sono infiammati violentemente gli uni verso gli altri, maschi con maschi ecc.", non farei altro che un copia/incolla.
Quando avrei copiaincollato qualcosa nei miei post? Finora l’unico che copia/incolla è Polymetis perché cita sempre persone che gravitano nell’ambiente omosessuale come se fossero i primi della classe. Io non ho bisogno di copiaincollare alcunché, evidenzio quello che, ad esclusione dei fautori della pratica omosessuale come modello di vita, gli accademici scrivono.

Il riferimento all’Alighieri non è offensivo, al limite, volendo essere precisi non è offensivo quanto il suo nuovo avatar che inneggia in modo non tanto subliminale, con tanto di preghiera di ringraziamento e crocifisso in bella mostra, ai rapporti omosessuali. La capacità discorsiva del Polymetis, che nessuno gli nega, viene prodotta dai batteri simbiotici che si legano benissimo al mio riferimento dantesco.
Ricordo, a memoria d’uomo, che Polymetis “l’ho conosciuto” mentre denigrava la TNM. Partecipai alla discussione facendo notare che anche una delle tante Bibbie dei Paolini, nel passo dell’Apocalisse 8:9 (“Nuovissima Versione della Bibbia” dai TESTI ORIGINALI (e dove li hanno presi?) ed. Paoline – Rev.mo Mons. Pietro Rossano e Rev.mo P. Carlo Martini sj.) usava un verbo obsoleto: “per cui la terza parte degli esseri marini dotati di vita morì e la terza parte delle navi perì”. Feci notare che la TNM traduce meglio il verbo “perire” con “naufragare”: “e un terzo delle creature che sono nel mare e che hanno anima morì, e un terzo delle navi fece naufragio”.

Con la sua solita flatulenza, mi diede dell’ignorante perché mi ero formato (o fermato) sui piccoli vocabolari/dizionari scolastici, mentre lui, intelligente aveva un vocabolario/dizionario COMPLETISSIMO, se non sbaglio il tregatti che riportava il termine “perire” in tutte le sue accezioni, ivi compresa “naufragare”. A suffragio mi citò un’opera del III secolo a.C.
Alla faccia dell'esegesi e della critica testuale.
Pur di giustificare la sua Chiesa (chierichetti compresi) è disposto ad abbassarsi i pantaloni, in senso metaforico, ed immolarsi sull’altare dei vergini con Paredri al seguito.

Fine della storia.



Mia replica:


“L’unica cosa ben documentata è il suo nuovo avatar che offende coloro che vivono con dignità il cristianesimo e che ritengono la pratica omosessuale una cosa ripugnante. Una persona intelligente non dovrebbe abusare della libertà che gli viene offerta.”



Nel 2011 invece la società civile crede che gli unici essere ripugnanti sono quelle persone così chiuse di mente da trovare l’omosessualità “ripugnante”, termine dispregiativo che non trova riscontro neppure nel magistero ordinario cattolico.
La cosa offensiva è il non rendersi conto che il cristianesimo omosessuale è una realtà ben radicata, che ha avuto il riconoscimento di diverse chiese, con tutta una branca di studi teologici ad esso dedicati, e dunque il fatto che Delemme trovi indecoroso coniugare omosessualità e cristianesimo non mi tange particolarmente.


“Io, povero “ignorante”, così mi definisce il Poly, disquisendo sui termini usati dall'apostolo Paolo "Fornicatori, uomini che giacciono con maschi; adulteri, uomini tenuti per scopi non naturali, uomini che giacciono con uomini; vergognosi appetiti sessuali, femmine che hanno mutato il loro uso naturale in uno contro natura; maschi che hanno lasciato l’uso naturale della femmina e nella loro concupiscenza si sono infiammati violentemente gli uni verso gli altri, maschi con maschi ecc.", non farei altro che un copia/incolla.
Quando avrei copiaincollato qualcosa nei miei post? F”



Ma non inventarti accuse che non esistono. Non ho scritto che hai già fatto dei copia&incolla, ho semplicemente detto, siccome hai preannunciato che ti saresti messo ad analizzare i termini utilizzati da Paolo, che sicuramente la tua analisi sarebbe stata compiuta con un collage di copia&incolla. Quindi la mia accusa verteva su dei copia&incolla futuri, non passati. Il male poi non è certo farli questi collage, basta avere un minimo di senso critico nel citare opere serie, cioè riconosciute come strumenti di lavoro nel mondo accademico, (e non certo l’enciclopedia biblica senza valore scientifico “Perspicacia”), e soprattutto occorre sceglie pubblicazioni specialistiche, cioè di chi ha analizzato nello specifico le fonti del problema.


“Finora l’unico che copia/incolla è Polymetis perché cita sempre persone che gravitano nell’ambiente omosessuale come se fossero i primi della classe. Io non ho bisogno di copiaincollare alcunché, evidenzio quello che, ad esclusione dei fautori della pratica omosessuale come modello di vita, gli accademici scrivono.



Gli accademici? E che cosa sono gli accademici? Inutile parlarne come se in questo caso fossero un soggetto unitario. Un parere dell’Accademia in sé non esiste, sicché occorre sempre fare un’analisi comparata delle fonti, per vedere cosa i vari studiosi sostengono. Il problema è quel che dovrebbe accadere quando vari accademici dicono cose diverse, cosa che invero accade su qualsivoglia argomento di studio. In questo caso il dilettante, che non sa come muoversi autonomamente sulle fonti antiche, non ha gli strumenti per farsi un parere personale, e dunque deve scegliere a simpatia, senza poter realmente valutare e confrontare la correttezza delle fonti reperite. Per questo ritengo che simili dibattiti dovrebbero essere fatti da chi ha le cognizioni per valutare quel che legge, e non da chi può solo incollare citazioni che gli stanno simpatiche senza poterle valutare criticamente perché è sprovvisto di ogni strumento delle discipline antichistiche.


“Il riferimento all’Alighieri non è offensivo, al limite, volendo essere precisi non è offensivo quanto il suo nuovo avatar che inneggia in modo non tanto subliminale, con tanto di preghiera di ringraziamento e crocifisso in bella mostra, ai rapporti omosessuali”



E che cosa c’è di offensivo in due omosessuali che pregano? Ce lo spieghi… Dio un altro saggio della sua omofobia. Invece di due persone che pregano Dio, e che nulla hanno di offensivo, oltraggioso è il suo riferimento stereotipato alla regione anale, consistente nel pregiudizio omofobo che l’omosessualità (sempre quella maschile ovviamente, perché è quella che turba i sogni degli omofobi), consista nel dare via il culo. Purtroppo gli omofobi non sanno vedere oltre quest’aspetto, e vano sarebbe far leggere loro un sonetto di Michelangelo o di Shakespeare per i loro amati, giacché la fissazione anale è l’unica cosa che la loro mente concepisce.


“ La capacità discorsiva del Polymetis, che nessuno gli nega, viene prodotta dai batteri simbiotici che si legano benissimo al mio riferimento dantesco. “



Temo che questa ipotesi sia medicalmente insostenibile.


“Ricordo, a memoria d’uomo, che Polymetis “l’ho conosciuto” mentre denigrava la TNM. Partecipai alla discussione facendo notare che anche una delle tante Bibbie dei Paolini, nel passo dell’Apocalisse 8:9 (“Nuovissima Versione della Bibbia” dai TESTI ORIGINALI (e dove li hanno presi?) ed. Paoline – Rev.mo Mons. Pietro Rossano e Rev.mo P. Carlo Martini sj.) usava un verbo obsoleto: “per cui la terza parte degli esseri marini dotati di vita morì e la terza parte delle navi perì”. Feci notare che la TNM traduce meglio il verbo “perire” con “naufragare”: “e un terzo delle creature che sono nel mare e che hanno anima morì, e un terzo delle navi fece naufragio”.

Con la sua solita flatulenza, mi diede dell’ignorante perché mi ero formato (o fermato) sui piccoli vocabolari/dizionari scolastici, mentre lui, intelligente aveva un vocabolario/dizionario COMPLETISSIMO, se non sbaglio il tregatti che riportava il termine “perire” in tutte le sue accezioni, ivi compresa “naufragare”. A suffragio mi citò un’opera del III secolo a.C.
Alla faccia dell'esegesi e della critica testuale. “



Ancora con questa storia? È la terza volta che la tiri fuori, e tutte e tre le volte sei stato dolorosamente distrutto, ma evidentemente non hai letto le risposte, altrimenti non oseresti riproporre questa boiata. Mi preme dunque sottolineare che:

1)Il dizionario consultato non era quello Treccani ma della UTET, e scrissi: “Prima di osare pensare che le squadre di linguisti che stanno dietro a delle traduzioni accademiche sbaglino, forse è il caso di farsi un esame di coscienza e chiedersi se la propria preparazione antichistica ed italianistica sia tale da potersi permettere anche solo di pronunziare il nome del traduttore.
“Perire”, vista l'etimo latina, significa anche semplicemente "andar distrutto", e come tale si applica anche alle navi.
Ad esempio nel "Grande Dizionario della lingua Italiana" della UTET, Torino, 1986, al vol. XIII, pag. 42, lemma "perire", punto 6, che tosto ho preso dallo scaffale dopo aver letto la tua domanda, viene ricordato anche il significato "affondare, fare naufragio (detto di una nave)". “


2)Non ho citato nessuna opera del III secolo a.C., e se è una battuta non è molto sapida. Nel III sec. a.C. infatti l’italiano non esisteva, e dunque non potevo certo trovare citazioni italiane di quel secolo.

3)Vistosi sconfitto, Delemme si mise a dire che il significato seppure esisteva, era arcaico, e per di più impreciso perché “perire” si riferirebbe normalmente alla morte di esseri viventi, e dunque sarebbe inapplicabile per delle navi. Al che io ho replicato che tutte queste affermazioni sono inesatte. Non è vero che “perire” riferito alle navi sia un uso arcaico, non è vero che perire sia rivolto primariamente agli esseri vivente, e soprattutto non è vero che questo significato sia così desueto da potersi trovare solo in dizionario completi ed in più volumi. Segue la scansione di un normalissimo vocabolario Zingarelli (ed. Zanichelli) del 1996, che probabilmente è il più diffuso dizionario di italiano del pianeta ed il più adottato dalle scuole. Da questa scansione si evince che: a)Perire viene dal latino “pereo” che significa “venir meno”, “andare distrutto” e dunque si riferisce in prima istanza ad oggetti, e solo in seconda battuta agli esseri umani (il che è il contrario di quanto diceva Delemme). b)”Perire” detto delle navi in mare è proprio una locuzione consueta in italiano, tant’è che la riportava sia il dizionario UTET sia lo Zingarelli del 1996 consultato:



Alla luce di tutto ciò, se Delemme ci spiega che cosa cavolo ha da rimproverare alla traduzione delle Paoline, e perché si ostini ad insistere con le sue manfrine quando questo significato è perfettamente attestato in letteratura, gliene saremmo grati. Non tutti sono obbligati ad abbassare l’italiano ai suoi standard.


“Pur di giustificare la sua Chiesa (chierichetti compresi) è disposto ad abbassarsi i pantaloni, in senso metaforico, ed immolarsi sull’altare dei vergini con Paredri al seguito. “



Ma certo, difendere la lingua italiana e la sua varietà da chi fa commenti lessicologici errati diventa, nella fantasia di Delemme, l’opera di un sodomizzato (metaforicamente, è chiaro!).
Io invece credo che in questo caso non stavo difendendo la Chiesa, ma una traduzione cattolica, e l’ho difesa banalmente perché le accuse di Delemme non stavano né in cielo né in terra. Comunque, aprire post pieni di insulti, dove poi le uniche argomentazioni che sa partorire sono queste vecchie ed erronee corbellerie, dimostra che evidentemente raschia nel torbido perché non ha proprio niente cui attaccarsi.
Si noti poi che Delemme aveva cominciato a rispondere in Soccorso Spirituale, venendo ovviamente sbriciolato e non rispondendo ad alcunché di ciò che gli veniva replicato. Visto che stava finendo male, ha ben pensato di lasciare la discussione e di tornare a rispondere dalla sua rocca, il forum “Risposte a domande”, dove se la può cantare e suonare da solo perché l’arcicensore ha messo il forum in sola lettura. Sfortunatamente per lui gli altri forum del circuito FFZ mi permettono di mostrare a tutti la sua inconsistenza ed assoluta nullità nell’argomentare.

Ad maiora



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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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