Nel 1975, mentre mi trovavo nel carcere militare di Forte Boccea, come obiettore di coscienza, il tenente N. Comandante del Carcere, mi chiamò e mi disse:"vorrei accettassi nella tua cella un individuo delle brigate rosse V.D.P. che ci ha dato molti problemi".
Accettai!
Si trattava di un ragazzo milanese con una forte personalità, amico di uno dei fondatori delle brigate rosse, Renato Curcio, con cui aveva una fitta corrispondenza.
Ritenni opportuno di farlo "alloggiare" vicino alla mia branda.
Mi spiegò le ragioni delle sue idee rivoluzionarie e del fatto che bisognava fare piazza pulita del Governo di allora.
Gli chiesi quali erano i suoi programmi per creare un nuovo governo ed una nuova società.
Le sue risposte erano approssimative e confuse.
Poi, gli chiesi della sua famiglia e del fatto che non rispondeva alle lettere di sua madre e di suo fratello.
Gli chiesi come mai non scriveva neppure per sapere come stava sua figlia.
Insomma, a livello famigliare era uno "sconfitto".
Mi rispose che era il destino di quelli come lui.
Gli dissi: "ma se non sei stato capace di crearti una armonia famigliare, tuo padre è morto di crepacuore, come farai a costruire una nuova società?".
Andò in crisi profonda.
In seguito lo aiutai a ristabilire i contatti con la sua famiglia, incoraggiandolo a scrivere delle lettere.
Ora mi chiedo, come si fa a parlare di fare la "guerra esterna", quando dentro la tua casa non c'è pace e armonia.
Non si può dare la colpa sempre agli altri.
Nel marketing c'è una frase significativa da sottolineare: "Il successo non richiede spiegazioni, il fallimento non ammette scuse".
Se hai successo, puoi anche non darmi delle spiegazioni, ma se hai fallito, specie nella tua casa, puoi darmi tutte le giustificazioni che vuoi, ma sarai sempre un fallito.
Ora, chi sono i veri traditori di serie A?
Saluti
Pino Lupo
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