E' solo una questione di maturità a livello di rapporto di coppia, cari amici miei...e non di astinenza:
La dottrina della Chiesa Cattolica
sui Rapporti Prematrimoniali
• Il Catechismo della Chiesa Cattolica (2391)
Molti attualmente reclamano una specie di « diritto alla prova » quando c'è intenzione di sposarsi. Qualunque sia la fermezza del proposito di coloro che si impegnano in rapporti sessuali prematuri, tali rapporti «non consentono di assicurare, nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna, e specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci» (Persona Humana 7). L'unione carnale è moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunità di vita definitiva. L'amore umano non ammette la «prova». Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro (Familiaris Consortio 80).
Approfondimento. La sessualità: un linguaggio dell'amore
Il linguaggio sessuale è vero nella misura in cui esprime l'Amore vero tra uomo e donna. Caratteristiche fondamentali di questo Amore sono:
• l'oblatività: far dono di sé all'altro, nella gratuità, senza calcoli; accettando l'altro per quello che è; sapendolo perdonare;
• la totalità: chi ama non pone limiti all'Amore, lo pensa come un assoluto.
• la comunicatività: amare è entrare in contatto con il mondo dell'altro, dei suoi pensieri, desideri, aspirazioni...;
• la fecondità: un amore che non si chiude in se stesso, ma che tende ad espandersi sempre più, e che in particolare rimane aperto al dono della vita;
• la comunitarietà: l'Amore tra l'uomo e la donna sente l'impulso a diventare pubblico; non ci si ama di nascosto.
La sessualità è linguaggio dell'Amore se non tradisce queste vocazioni.
Tuttavia la sessualità è soggetta ad ambiguità: chi la vive può non percepire la difformità tra le sue espressioni sessuali e i valori che ne sono sottesi. Ciò perché la relazione sessuale mette in gioco energie interiori grandissime e grandi spinte al piacere personale. L'ambiguità può manifestarsi nei seguenti modi:
• Nel cedere all'egoismo. L'uomo e la donna possono vivere la sessualità come ricerca del proprio piacere e tornaconto, piuttosto che come ricerca del bene dell'altro. Vi è una carenza sul versante dell'oblatività. Al primo posto c'è l'io, non il tu.
• Nel prescindere dalla chiamata alla totalità. L'espressione sessuale è una menzogna se alla donazione totale sul piano fisico non corrisponde una donazione totale sul piano affettivo-mentale-volitivo. Al di fuori di un progetto di vita a due "per l'eternità" ("io sarò tuo/a per sempre") l'unione sessuale "dice" cose che la persona ancora non vuole esprimere o che comunque non ha ancora espresso (e quindi è ancora libera di non esprimere).
• Nel far credere che la comunicazione sia migliore di quello che è in realtà. Le espressioni sessuali possono monopolizzare la comunicazione della coppia. Quando il piacere sessuale prende il primo posto, la comunicazione risulta impoverita. La sessualità prima del matrimonio può distogliere l'attenzione dallo sforzo necessario per costruire una comunicazione più vera e profonda.
• Nel prescindere dalla chiamata alla fecondità. È "traditrice" la relazione sessuale che chiude la coppia in se stessa. Ciò avviene comunemente nel sesso prima del matrimonio: l'espressione sessuale non accetta (e normalmente non può accettare, perché non ci sono le condizioni) che il gesto abbia una apertura al dono della vita.
• Nel prescindere dalla comunitarietà. L'amore tra l'uomo e la donna nella sua dimensione di fecondità fisica richiede di essere dichiarato pubblicamente. La famiglia nasce come l'ambito - anche giuridico - nel quale è tutelato il valore altissimo della procreazione, e col quale la società sostiene la scelta di amore totale della coppia. L'amore sessuale al di fuori di situazioni dichiarate pubblicamente è irresponsabile (nascita di un figlio senza famiglia), oppure deve negare, nell'intenzione e in pratica, le caratteristiche di fecondità, impoverendosi.
I rapporti prematrimoniali e la mentalità di oggi
La mentalità oggi diffusa è quella secondo cui i rapporti sessuali fra due ragazzi che si vogliono bene sono la normale espressione di questo affetto, l’autenticazione di un amore, sono il frutto di una spontaneità e dello “star bene insieme”.
Certamente non si può negare che l’incontro sessuale riveste una grande importanza nell’ambito della vita di coppia, quale linguaggio sublime dell’amore della coppia. Si tratta, però, di capire cosa s’intende per “amore”, giacché questa parola ai nostri giorni è usata con moltissimi significati diversi. Una volta chiarificato il significato della parola “amore”, allora si può ben comprendere perché non siano leciti i rapporti prematrimoniali.
Si pensa che “amore”, ad esempio, voglia significare “star bene insieme”. Ma è proprio così? Lo “star bene insieme” è davvero l’essenza dell’amore? Se questo fosse vero, allora si dovrebbe concludere che quando non si sta bene insieme, non ci si ama più. Comprendiamo bene che in una prospettiva del genere non trova collocazione la fatica, la lotta, la capacità di superare le crisi e le difficoltà che esistono in ogni rapporto. Tutto si fonda sulla gratificazione dello stare insieme, sicché quando questa finisce anche il rapporto si interrompe e ci si sente liberi di intraprenderne magari un altro, da vivere con la stessa logica.
In questo modo, si tende ad impostare la relazione di coppia principalmente sugli aspetti dilettevoli e non su una progressiva assunzione di responsabilità, che abiliti all’impegnativa vita matrimoniale. Nell’ambito di una tale concezione di vita il rapporto sessuale ha ovviamente una grande importanza, ma non in termini di responsabilità, quanto piuttosto in termini di spontaneità gratificante. In poche e più chiare parole si ragiona così: il rapporto sessuale è facile da farsi, piacevole, attraente; si pensa perciò che se funziona questo aspetto della vita di coppia, automaticamente anche tutto il resto andrà bene... Le cose ovviamente non stanno così, perché un conto è condividere solo alcuni momenti del rapporto di coppia (quelli più facili e piacevoli), un altro conto è invece stare insieme tutta una vita, affrontando quotidianamente i problemi, le difficoltà, come anche le gioie e i progetti.
Il rapporto sessuale va, invece, collocato in questo contesto di totalità d’impegno e di definitività della relazione, fondata su un amore che esprime la volontà di donarsi totalmente e per sempre alla persona con cui si pensa di condividere la propria vita e di costruire qualcosa di bello non solo per sé, ma anche per tutti gli altri. Il matrimonio costituisce questo contesto d’impegno e di definitività di donazione. Svincolata da questa visione, esercitata prima e al di fuori del matrimonio, l’attività sessuale rischia di ridursi a gesto meccanico, talvolta perfino schiavizzante, portatore di pietose bugie: offre infatti l’illusione che tutto vada bene, quando invece, magari, le cose vanno male.
Il diffondersi di rapporti sessuali prima e fuori del matrimonio è frutto infine di una particolare concezione, secondo la quale la relazione di coppia costituisce essenzialmente un fatto privato, orientato verso la soddisfazione dei due. In tale concezione la fecondità è una minaccia, da “eliminare” (contraccezione, e, se va male, aborto). Solo nel matrimonio è possibile vivere la sessualità nella sua dimensione fondamentale di apertura alla vita nascente.
(don Paolo Benvenuto, 29/10/2008)
[Modificato da MauriF 22/02/2009 22:15]
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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)