La bibbia dice che le donne devono urlare quando vengono stuprate.

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E' semplice far domande, Marina, molto più difficile offrire risposte soddisfacenti...è per tutti così.

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Caro Pyccolo,

dare risposte non è semplice, è vero, ma provare a farlo è necessario.....anche per se stessi.

Riporto qui di seguito il frutto delle mie ricerche e dei miei studi:



Innanzitutto ho cercato di organizzare le tue domande che, comunque, sono anche le mie, rispetto alla problematica dell' evento traumatico, raccogliendo informazioni significative e, possibilmente, chiarificatrici.
Per prima cosa, è necessario definire cosa è il trauma e su quale parte della personalità esso agisce, perchè, ed in che modo si fissa nel vissuto, determinando una modificazione della propria identità.
Ciò che andrò a scrivere è frutto di alcuni approfondimenti che non vogliono essere asserzioni assolute, ma solo cenni e proposte di discussione.

IDENTITA' E TRAUMA

Il trauma si manifesta come interruzione del senso di continuità e dell' immagine di se, degli altri e del mondo precedenti all' evento traumatico.
Esso agisce imponendo un cambiamento nella visione di se stessi e del proprio ambiente di riferimento tramite un processo attraverso il quale gli eventi traumatici vengono, inizialmente, fissati come sensazioni o stati emotivi che non è possibile sintetizzare in una forma che possa integrarsi con le altre esperienze personali.
Questo fallimento nella processazione delle informazioni, a livello simbolico, è l' elemento centrale nella patologia dello stress post-traumatico.

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Scritto da: nikitha


IDENTITA' E TRAUMA
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In tutti gli individui esiste la necessità di percepire la prevedibilità e la controllabilità degli eventi.

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ok questo è un comportamento prosopravvivenza tipico delle cellule animali ma dovremmo ragionare anche supponendo che esista l'anima capace di superare questo "ostacolo"

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Se l' immagine integra del se, viene smembrata da un evento fuori dal nostro potere di controllo, sebbene non rientri in una nostra responsabilità, ci troviamo completamente esposti e privi di mezzi immediati per riorganizzarci.
In questo caso, il sentimento di vergogna oltrepassa le barriere di una vulnerabilità improvvisamente resa manifesta, la colpa trova motivazioni non immediatamente scardinabili dalla ragione, e così via, in un turbinio di emozioni che, essendo non riconducibili ad uno schema, si trasformano in memorie "congelate", non elaborabili.

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ma le memorie anche se sono congelate nel subconscio, sono cmq elaborabili e x questo scongelabili. Il trucco è andarle a beccare ed è fattibile, lo dico x esperienza personale

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che ne pensi?

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ma le memorie anche se sono congelate nel subconscio, sono cmq elaborabili e x questo scongelabili. Il trucco è andarle a beccare ed è fattibile, lo dico x esperienza personale

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Cara Salila,


naturalmente qualunque esperienza è rielaborabile, ma fino ad un certo punto.
Come ho scritto, puoi farne motivo di conoscenza e crescita interiore ma, la nostra psiche, proprio per come è strutturata, sottostà a dei meccanismi di elaborazione ed immaganizzamento che sono indispensabili per la gestione delle esperienze e delle informazioni.
Questo anche presupponendo l' esistenza di un' anima con struttura energetica differente da quella della materia.
Poichè, comunque, alla materia è legata, con essa è interagente e interdipendente.
A meno che, naturalmente, non si parli di altissimi livelli di consapevolezza che, a mio avviso, possono essere raggiunti, ma con una disciplina difficilmente applicabile al modello di vita attuale.
Nel futuro, quando l' essere umano si eleverà spiritualmente, gli orizzonti esplorabili e sperimentabili avranno potenzialità iperboliche.
Oggi, Salila, la vedo buia.
All' orizzonte si profila una radicale e globale catarsi.
E gli esseri umani, nonostante i segnali si siano intensificati in maniera determinante, si crogiolano ancora nella loro immane stupidità.
Che non sarà loro di alcuna utilità....fra breve....