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Post: 294 | Registrato il: 03/09/2010 | Città: VENARIA | Età: 90 | Sesso: Maschile | Utente Junior | | OFFLINE |
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  06/07/2011 14:22 | |
Un breve sguardo all’insegnamento geovista che riguarda se si deve o no adorare Gesù Cristo, il primo papa, Charles Taze Russell, ispiratore della dottrina dei testimoni di Geova, così si espresse nella WT del 15/05/1892 pag 1410 (Reprints) “….,for such a course is nowhere prohibited, and the disciples worshiped him. – Mat. 28:9,17” (“…i discepoli lo adorarono Matteo 28:9,17”).
Un discorso analogo viene confermato nella Torre di Guardia del 1/03/1955 a pag. 158, dove tra l’altro, si afferma: “Quindi nel libro di Ebrei proskinéo è entrambe le volte “adorare” e gli angeli di Dio sono esortati ad “adorare” il glorificato Gesù”. Ma in seguito, un ripensamento di Geova, comunica il Corpo Direttivo emanando un contrordine: “… nessuna distinta adorazione deve rendersi a Cristo glorificato in cielo” (TG 15/09/1955 pagg. 574-575).
Detta attribuzione è in netta contraddizione anche quando si affermò nella pubblicazione di lingua inglese “accertatevi di ogni cosa” del 1953 alla pag. 85 quanto segue: “Cristo deve essere adorato come glorioso spirito vincitore della morte sul palo di tortura”. Come si può osservare, l’abilità del corpo direttivo è quello di dirvi tutto è affermare il contrario di tutto e al riguardo segnaliamo una delle tante evidenze che sono tipiche proprio di questo modo di agire, la sua specialità preferita: “Questo prostrarsi o rendere omaggio al risuscitato Gesù non significa adorarlo.” (TG 15/06/1965, pag. 385) e in accertatevi di ogni cosa in lingua italiana, si ribadisce il concetto che proibisce ai seguaci del corpo direttivo di “adorare” Gesù Cristo”: “Proibito inchinarsi dinanzi a uomini ad angeli come rappresentanti di Dio”. (1974 - pag. 232).
Il papa corpo direttivo, su questo tema, si affretta ora a spiegare che: “la parola ‘adorare’ è proskinéo…, l’atto descritto da proskinéo è riservato solo a Dio”. (Ragioniamo facendo uso delle Scritture, 1985, pag. 168).
Se tale parola è riservata solo a Dio che ci sta a fare, allora, il proskinéo in Ebrei 1:5 rivolto al figlio di Dio? Ma il corpo direttivo, nelle sue elucubrazioni decide che Gesù non essendo Dio, come il padre, ma un angelo, l’arcangelo Michele, “uno dei primi”, stabilisce il contrario di quanto affermato prima: non è più possibile usare la parola adorare nei confronti di Gesù in quanto sarebbe, a suo dire, un atto idolatrico nei suoi confronti contrario alla Scritture.
Ecco perché i tdG insistono sul fatto che: “…Di solito quando l’atto descritto da proskinéo è rivolto a Gesù corrisponde all’omaggio reso a re e ad altri personaggi … Spesso è chiaro che l’omaggio è reso a Gesù non come a Dio ma “Figlio di Dio” o messianico “Figlio dell’uomo”. (TG 15/01/1992, pag. 23). Così il proskinéo reso a Gesù equivale a rendere omaggio come a qualsiasi personaggio il quale non dev’essere confuso con il proskinéo reso a Geova! In questo senso, il corpo direttivo, ha ben sistemato il Figlio proprio di Dio tra le “altre” creature!
Per i tdG il Logos non è il Figlio naturale di Dio che è nel “seno del Padre” da tutta l’eternità e che perciò è Dio per natura, ma per essi è Figlio come tutti i creati figli di Dio. Il papa Rutherford, il “giudice”, decretò che insegnare che Gesù è Dio si segue l’insegnamento di Satana: “E’ per opera di Satana che Gesù appare essere Dio”. (Riconciliazione, 1928, pag. 108).
Ecco dove ha trovato ispirazione il corpo direttivo per la sua dottrina che nega la divinità del Figlio uguale a quella del Padre dal quale è uscito. Si tratta di un insegnamento che taccia l’apostolo Giovanni, il quale spiegando del Figlio: “E Dio era il Logos” (gr) di essere stato ispirato da satana invece che di essere stato ispirato da Dio: Parola di Rutherford! Trinità? Rispondono gli epigoni di Rutherford: è una dottrina di origine satanica! Snobbato dal corpo direttivo, eppure l’autore della Lettera agli Ebrei che, senza equivoci, dice sotto ispirazione di Gesù Cristo: “infatti Dio non ha mai detto a un angelo queste parole: Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato”. (Ebrei 1:5, Parola del Signore).
Quell’”oggi” non è da comprendere secondo il significato dell’oggi che gli uomini gli attribuiscono legati al tempo, ma dell’”oggi” di Dio che nella sua eternità, essendo l’essere senza tempo, non esiste un prima e un dopo. Quindi, secondo l’autore della lettera in questione, come chiaramente si può constatare che, se del Figlio vien detto che non si tratta di un angelo allora è evidente che si parla di un’altra cosa rispetto agli angeli che sono sì figli di Dio, ma che sono tali non per natura.
Con il discorso di Giovanni, con quello dell’autore della Lettera agli Ebrei e di tutto ciò che riguarda la divinità del Figlio dove la sua divinità viene affermata con chiarezza in tutto il Nuovo Testamento, Cristo si trova con le carte in regola per essere adorato proprio suggerito dalla parola proskinéo allo stesso modo in cui viene applicato al Padre. Pertanto, cadono tutte le fantasie geoviste su Michele arcangelo che assolutamente, come è attestato dalla stessa Bibbia, non è per nulla il Figlio di Dio, Gesù Cristo.
Alla luce di quanto sopra rilevato, dopo il saccheggio dell’adorazione riservata anche al Figlio, i tdG, sentitamente, sono esortati a prestare seria attenzione all’avvertimento divino, che dice: “Guai a coloro che chiamano male il bene e bene il male, cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, rendono dolce l’amaro e amaro il dolce” – Isaia 5:20, Parola del Signore.
Tanti Saluti
Alla prossima!
Adriano Baston
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