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Ambiente & Veleni -QUANDO IL MALAFFARE UCCIDE-La salute dei cittadini, lo sporco della politica

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2010 21:15
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26/07/2010 12:19
 
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Sequestrata l’area di Santa Giulia
avvelenata anche la falda acquifera


L’intera zona, un milione di metri quadri, è interessata da un cospicuo investimento del Gruppo Zunino

L’Arpa: “Le acque dei milanesi indenni da contaminazione, ma è indispensabile una bonifica urgente”


.

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Milano, su disposizione del gip Fabrizio D’Arcangelo, hanno eseguito il sequestro preventivo dell’area Montecity-Rogoredo, di proprietà della Milano Santa Giulia spa (Gruppo Zunino.). I reati contestati a vario titolo sono di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e avvelenamento delle acque. Il sequestro riguarda tutta l’area ex Montedison non costruita, ma sulla quale è in programma la costruzione di edifici, e una parte del Parco Trapezio, nei cui pressi c’è una scuola.


Le diverse relazioni
presentate hanno evidenziato, fra l’altro, l’inquinamento della falda acquifera sottostante l’area Santa Giulia, con  superamenti dei limiti di legge di alcune sostanze pericolose per l’ambiente e la salute, tra cui alcune cancerogene. Su alcuni terreni dell’area, inoltre, sarebbero stati eseguiti scavi non autorizzati, nei quali sarebbero state poi riportate, senza alcun titolo, scorie di acciaieria da trattare invece come rifiuti. Tra le sostanze trovate dagli esperti nelle falde acquifere ci sono anche il cromo esavalente e il cadmio: “Sostanze a rischio di riduzione della fertilità e di danno ai bambini non ancora nati”, si legge nel decreto di sequestro preventivo firmato dal gip fabrizio d’arcangelo.


Fra gli indagati ci sono
l’imprenditore Giuseppe Grossi e l’immobiliarista Luigi Zunino, insieme con altri imprenditori attivi nel settore del movimento terra ed ex amministratori delle società che si sono occupate degli affari nella zona al centro dell’indagine. Oltre a Grossi e Zunino, sono accusati di discarica abusiva, smaltimento illecito dei rifiuti e avvelenamento delle acque anche Claudio Tedesi, Ezio Streri, Silvio Bernabè, Vincenzo Bianchi, Bruno Marini e Alessandro Viol.


L’area Santa Giulia,
che ha un’estensione pari a circa un milione di metri quadri e un valore di mercato approssimativo di circa un miliardo di euro, occupa oggi gli spazi che furono un tempo degli stabilimenti chimici della Montedison, nonché dell’acciaieria Redaelli. Nel 2000 il Gruppo Zunino propose il riutilizzo dell’intero complesso urbanistico. Nacque così il futurisico progetto Montecity, elaborato anche dall’architetto britannico Norman Foster, che prevede la realizzazione di un vasto programma di edilizia sociale e convenzionata, con investimenti privati stimati in circa 1,6 miliardi di euro.


Nel corso dell’inchiesta,
la polizia giudiziaria delegata ha eseguito anche numerose perquisizioni che hanno portato al sequestro di documenti utili alle indagini, quali per esempio certificati di analisi di laboratorio dei campioni delle acque e dei terreni effettuate nel tempo e documentazione amministrativo-contabile relativa all’esecuzione delle opere di bonifica e di smaltimento dei rifiuti. Riscontrato un livello di triclirometano di 2,80 microgrammi per litro (contro un  limite di legge di 0,15). Contaminato anche il sottosuolo della parte  già abitata. Giuseppe Sgorbati, direttore dell’Arpa, rassicura comunque i milanese: “Le acque dell’acquedotto di Milano sono indenni da contaminazione, ma bisogna intervenire urgentemente con la bonifica”.

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20 luglio 2010


fonte: 
milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/20/news/sequestrata_l_area_di_santa_giulia_avvelenata_anche_la_falda_acquifera-5701...

  
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26/07/2010 12:24
 
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Ambiente & Veleni 
 
di Marco Birolini


Nel bergamasco allarme cromo esavalente nella falda. Ma finora nessuno è intervenuto
La sostanza cancerogena del film "Erin Brockovich" inquina l'acqua di Treviglio da dieci anni. L'ultimo sversamento 12 mesi fa, ma la Regione si muove solo ora In Lombardia c’è bisogno di una nuova Erin Brockovich.

L’attivista americana interpretata da Julia Roberts ha sconfitto in tribunale una multinazionale che inquinava le acque con cromo esavalente.

La stessa sostanza cancerogena che da dieci anni contamina la falda della Bassa Bergamasca.

Una storia, quella lombarda, raccontata con il silenziatore e smorzata da accuse di allarmismo. E ora una nuova emergenza ha costretto comuni e Regione a darsi una mossa.

Il cromo esavalente è spuntato una prima volta nel 2000 nell’acquedotto comunale di Treviglio, dopo una perdita da un impianto della ditta chimica Castelcrom di Ciserano.

Da allora i trevigliesi bevono un’acqua che solo una normativa ambigua ha consentito di ritenere potabile. E un anno fa, proprio nel momento in cui le tracce inquinanti stavano sparendo grazie ai lavori effettuati sui pozzi, è spuntato un nuovo incubo: proveniente da Ciserano pure questa volta, si è insinuata nella falda un’altra ondata di cromo esavalente.

L’origine è ancora ignota, nonostante l’Arpa stia effettuando rilievi da un anno.

È come cercare un ago nel pagliaio, visto che sono più di 50 le aziende della zona a trattare questa sostanza. La Regione ha promesso uno stanziamento di 5 milioni per la bonifica e domani al Pirellone si deciderà, a più di dodici mesi dal “nuovo” allarme, come intervenire per fermare la contaminazione.

Ad aprile 2010 quattro pozzi privati sono stati chiusi dal sindaco trevigliese Ariella Borghi perché trovati con una concentrazione di cromo esavalente oltre i limiti di legge: 73, 66, 67 e 58 microgrammi per litro, a fronte di una soglia di 5 microgrammi in falda.
Ma nei pozzi più a nord il livello ha superato abbondantemente i 600 mg, 120 volte rispetto al consentito.

La contaminazione riguarda anche l’acqua potabile: se negli ultimi mesi la concentrazione totale di cromo, compreso quello innocuo per la salute (trivalente), è scesa a 7-8 microgrammi per litro, fino a un anno fa arrivava a 15-20. Il valore è sotto il limite di legge (50 mg/l), ma il cromo esavalente nell’acqua non dovrebbe proprio esserci, visto che non esiste in natura.

Così nei mesi scorsi luminari come Silvio Garattini e Umberto Veronesi l’hanno detto chiaro: “Attenzione, meglio non bere dal rubinetto”.

Anzi, sarebbe il caso di analizzare la popolazione per scoprire i potenziali danni alla salute derivanti dall’accumulo della sostanza nell’organismo. Il comune di Treviglio si è messo in moto a fine giugno, approvando la richiesta di fondi per eseguire un approfondito screening degli abitanti.

Per l’Asl era ed è tutto in regola: fino a prova contraria, dicono, il cromo esavalente è cancerogeno solo se respirato, non se ingurgitato. Peccato che un recente studio americano abbia provato il contrario con dei test su topi di laboratorio.

Nelle ultime settimane un po’ di agitazione è stata provocata da due diffide di Legambiente.

Dei 5 milioni promessi dalla Regione per la bonifica, solo 600 mila euro arriveranno subito, per realizzare una barriera a sud di Ciserano: il resto dei soldi sarà spalmato in tre anni. Intanto la procura “segue” la vicenda, ma per muoversi e individuare la fabbrica che da un anno perde cromo attende la denuncia (contro ignoti) dei comuni.

Sempre in provincia di Bergamo, anche la Val Seriana è minacciata dal cromo esavalente. In un pozzo di Gazzaniga due anni fa l’Arpa ha trovato un’allarmante concentrazione di 640 microgrammi per litro.

Nessun pericolo per l’acqua potabile, ha assicurato l’ex sindaco: “Il nostro acquedotto pesca dalle sorgenti montane”. Il problema è tutto per chi vive a valle e per chi mangia i prodotti agricoli.

L’acqua al cromo è infatti utilizzata per irrigare i campi e dissetare il bestiame. Proprio come nella Bassa.
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26/07/2010 12:30
 
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QUANDO IL MALAFFARE UCCIDE

Cronaca | di Michele Sasso

Milano, i veleni di Santa Giulia “Bomba biologica”.

Sequestrata l’area
Sigilli a Montecity-Rogoredo. Sotto accusa Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche, già in carcere per truffa e riciclaggio.


La falda è stata inquinata da sostanze cancerogene
Cadmio, cromo esavalente, cloroformio, arsenico.

Sono queste le sostanze tossiche presenti nel terreno del quartiere di Milano Santa Giulia e a poco poco penetrate sino alla falda da dove viene pompata l’acqua destinata a finire dei rubinetti dei cittadini. I milanesi, che ora si trovano di fronte a una vera e propria “bomba biologica” (così la definiscono i magistrati nell’ordinanza) scoprono così a spese della loro salute il prezzo del malaffare.

Teoricamente, infatti, la zona, di proprietà dell’immobiliarista Luigi Zunino, era stata ripulita da Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche, finito in carcere lo scorso ottobre per truffa e riciclaggio. Milioni e milioni di euro di fondi neri che

Grossi, amico di Paolo e Silvio Berlusconi e legato a tutti i più importanti esponenti della politica lombarda, accantonava all’estero.

Adesso l’indagine su Grossi, che ha già portato a patteggiare una pena per riciclaggio anche Rosanna Gariboldi, la moglie del potente parlamentare pavese Giancarlo Abelli, sfocia in un sequestro destinato a far rumore.

Secondo l’accusa, infatti, Grossi non faceva bene il suo mestiere.
Le sue bonifiche erano in parte farlocche.

Per questo la Guardia di Finanza, per ordine del gip Fabrizio D’Arcangelo, ha messo i sigilli sull’area ancora non costruita di Montecity-Rogoredo, mentre Grossi adesso deve anche rispondere del reato di gestione di rifiuti non autorizzata e avvelenamento delle acque. Secondo l’Arpa, l’agenzia regionale dell’ambiente, la prima falda situata a una profondità di circa 40 metri presenta “un inquinamento da solventi clorurati che evidenzia un sostanziale superamento dei limiti di legge con elevate concentrazioni di tetracloroetilene e triclorometano. Tutte sostanze cancerogene”.

Anche se, nel pomeriggio, l’Arpa ha comunicato che “l’inquinamento al momento non costituisce un elemento di rischio sanitario per i residenti”, pur specificando che “tale inquinamento andrà comunque rimosso per assicurare che nel tempo la situazione non si estenda”.

L’area Montecity-Rogoredo doveva essere il quartiere modello di Milano, grazie ad un intervento da 4 miliardi di euro stanziati da Unione europea, Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia e investitori privati per un vasto programma di edilizia privata e convenzionata su un milione di metri quadri. Ma c’era il problema della bonifica perchè qui sorgeva lo stabilimento chimico della Montedison.

E nella partita, come in quasi tutte le bonifiche lombarde, era entrato anche l’imprenditore milionario Grossi, buon amico del ministro dell’Istruzione , Maria Stella Gelmini, e grande sponsor di Abelli, il parlamentare del Pdl risultato votato anche dagli uomini della ‘ndrangheta.

Il centro di tutto è però lui, Grossi. La procura lo ha accusato di aver creato fondi neri proprio gonfiando i costi di bonifica: un sovrapprezzo del 30%, oltre 14 milioni di euro vorticosamente fatti girare per mezzo mondo (Portogallo, Germania, Svizzera, Inghilterra, Usa-Delaware).

Così lo scorso ottobre sono finiti in carcere Grossi insieme a Rosanna Gariboldi e l’avvocato svizzero Fabrizio Pessina.

Grossi, indagato per appropriazione indebita e frode fiscale, ha patteggiato una pena di 3 anni e 6 mesi e ha pagato 17 milioni di euro.

Stessa sorte per Rosanna Gariboldi che a gennaio ha patteggiato due anni e la confisca di circa 1,2 milioni di euro, soldi frutto del riciclaggio.

Ora si scopre che oltre alla bonifica gonfia-costi e falsa, su alcuni terreni sarebbero stati eseguiti scavi non autorizzati, nei quali sarebbero state poi riportate, senza alcun titolo, scorie di acciaieria da trattare invece come rifiuti.

L’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) definisce un “ricettacolo di discariche abusive” l’area ex Redaelli a Santa Giulia, dove si stanno realizzando gli scavi per la costruzione di palazzine popolari dell’Aler.

In un passaggio del decreto di sequestro preventivo si parla di “una situazione di contaminazione dei terreni, laddove invece i terreni dovrebbero essere stati ampiamente bonificati”. “In aggiunta all’inquinamento gia’ presente e non bonificato – si legge nel documento – l’area e’ stata oggetto di ulteriore inquinamento aggiunto durante i lavori eseguiti dalla Milano Santa Giulia Spa, dato che parte degli scavi effettuati nell’area sono stati ricolmati con rifiuti provenienti dall’esterno”.

Una maledizione per il “quartiere modello” dove i residenti hanno più volte denunciato la loro situazione di abbandono. Il costruttore Luigi Zunino, finito sull’orlo del crack, prometteva due grandi parchi, un centro congressi, un tram ecologico che avrebbe attraversato il quartiere, un cinema multisala.

Chi ci ha creduto ed è andato a viverci e combatte ancora per avere i servizi minimi essenziali, in una sorta di enorme cantiere. Centinaia di appartamenti restano sfitti, il boulevard centrale – nei progetti gli Champs Elysèes di Santa Giulia – è un viale desolato, i negozi sono in vendita o in affitto.

Il progetto del grande Parco è fermo da sempre, il tram veloce ed ecologico non si farà mai.
 
E nel frattempo sono arrivati i topi dai canali di scolo stagnanti e nei box.
 
[Modificato da ®@ffstef@n 26/07/2010 12:32]
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26/07/2010 12:37
 
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BLOG GOMEZ:

La salute dei cittadini,
lo sporco della politica
  
 La storia della falsa bonifica di Santa Giulia a Milano è emblematica dei rischi che corrono i cittadini quando la politica si trasforma in un comitato di affari.

Se davvero saranno dimostrate le accuse che hanno portato al sequestro di parte dell’area dove la società Risanamento (sic!) dell’immobiliarista Luigi Zunino ha costruito – anche con soldi pubblici – un intero quartiere, si arriverà alla plastica e terrificante rappresentazione di come i reati non convengano alla collettività.

Oggi l’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, che pure invita i residenti a non farsi prendere dal panico, ci dice che molti metalli pesanti, potenzialmente cancerogeni, sono finiti nella falda. E i magistrati ci spiegano che da lì arriva l’acqua che finisce nei rubinetti dei milanesi.

Non è un caso. Perché a bonificare la zona, che un tempo ospitava gli stabilimenti della Montedison, sono state le aziende di Giuseppe Grossi, un imprenditore diventato multimiliardario nel giro di una ventina d’anni, in ottimi rapporti di amicizia con tutti i vertici della politica lombarda.

Sulla sua agenda figuravano i nomi di Paolo e Silvio Berlusconi, quello del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini e di Roberto Formigoni, quello di Mario Resca – il super consulente del ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi – e quelli di alcuni amministratori pubblici del centrosinistra.

Tutta gente che Grossi frequentava abitualmente e che, a volte, portava con sé in memorabili battute di caccia o faceva salire sul suo elicottero per volare con loro sino ad esclusive piste di sci.

Grossi è stato arrestato per la prima volta nell’ottobre del 2009. Grazie agli appalti per la bonifica di Santa Giulia aveva accumulato all’estero molti milioni di euro di fondi neri. E, seguendo le tracce del denaro, gli investigatori hanno fatto due scoperte.

La prima: il re delle bonifiche ha acquistato orologi per 6 milioni di euro poi regalati a politici di cui non ha mai voluto rivelare il nome.

La seconda: parte del tesoro di Grossi è stato riciclata a Montecarlo su un conto di Rosanna Gariboldi, la moglie del potente deputato pavese, Giancarlo Abelli. L’onorevole Abelli è uno dei candidati sostenuti dalla ‘ndrangheta (lui dice a sua insaputa) alle ultime elezioni regionali. E sul deposito (non dichiarato al fisco) aperto dalla moglie a Montecarlo, aveva pure lui la firma.

Nonostante tutto questo, nessuno nel suo partito lo ha chiamato a rapporto o ha avviato la procedura per la sua espulsione.

Da oggi però gli elettori possono rendersi conto a quali rischi per la loro salute questa mala-politica li abbia sottoposti.

È evidente, infatti, che se gli amministratori pubblici vanno a braccetto con chi fa affari sul territorio, e accettano favori o regali, molto difficilmente sapranno esercitare fino in fondo i loro poteri di controllo. È così  i tipi come Grossi avranno mani libere. Sempre.

Perchè a dover essere  bonificati non sono solo i terreni.  A Milano, ma non solo, c’è un’intera classe politica da ripulire.

Prima che sia troppo tardi.
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28/07/2010 21:15
 
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C’è qualcosa che ci sfugge.

Mettiamo in connessione il picco di
casi di leucemia nella popolazione di Cesano (bimbi, principalmente), le emissioni di Radio Vaticana, il fatto che la Santa Sede invochi l’extraterritorialità per non essere giudicata dallo Stato Italiano, salvo poi mettere bocca su qualsiasi tema in materia di legislazione bloccando o impedendo di varare leggi col ricatto dei voti cattolici.

Immaginiamoci cosa direbbe il Governo se, che so, Zapatero o Beatrice d’Olanda dicessero a me quella legge lì non mi piace, cambiatela.

E’ anche successo:
Frattini ha definito SCONCERTANTE l’intervento dell’ONU (non il Dopolavoro Ferrovieri: l’ONU) a proposito dell’intervento sulla legge bavaglio; così come sono definiti sconcertanti tutti i commenti o gl’interventi di Bruxelles a proposito della nostra politica e viceversa.


Ma per il Vaticano no.


Evidentemente conta più degli Organismi Internazionali.

C’è qualcosa che ci sfugge.
Anche perché l’extraterritorialità in teoria può anche essere invocata, ma i ripetitori sono in TERRITORIO ITALIANO, sequestrabilissimi.

Perché non se li installano in Piazza S. Pietro?


A quel punto possono invocare tutta l’extraterritorialità che gli pare.



C’è qualcosa che ci sfugge.
Evidentemente per certi gerarchi della Chiesa Cattolica è più importante diffondere il Verbo che non preservare la salute di centinaia di bambini.

Evidentemente per certi gerarchi della Chiesa Cattolica è più importante diffondere il seme che non preservare l’integrità sfinterica di centinaia di bambini.


Finora si sono sempre appellati al fatto che la correlazione tra l’insorgenza di tumori e l’esposizione alle onde elettromagnetiche non era stata dimostrata scientificamente e con assoluta certezza.


Al contrario dell’esistenza di Dio.



C’è qualcosa che ci sfugge.


La pazienza.

 


http://www.donzauker.it/2010/07/14/all-we-hear-is-radio-papa/

 
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