Sequestrata l’area di Santa Giulia
avvelenata anche la falda acquifera
L’intera zona, un milione di metri quadri, è interessata da un cospicuo investimento del Gruppo Zunino
L’Arpa: “Le acque dei milanesi indenni da contaminazione, ma è indispensabile una bonifica urgente”
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I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Milano, su disposizione del gip Fabrizio D’Arcangelo, hanno eseguito il sequestro preventivo dell’area Montecity-Rogoredo, di proprietà della Milano Santa Giulia spa (Gruppo Zunino.). I reati contestati a vario titolo sono di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e avvelenamento delle acque. Il sequestro riguarda tutta l’area ex Montedison non costruita, ma sulla quale è in programma la costruzione di edifici, e una parte del Parco Trapezio, nei cui pressi c’è una scuola.
Le diverse relazioni presentate hanno evidenziato, fra l’altro, l’inquinamento della falda acquifera sottostante l’area Santa Giulia, con superamenti dei limiti di legge di alcune sostanze pericolose per l’ambiente e la salute, tra cui alcune cancerogene. Su alcuni terreni dell’area, inoltre, sarebbero stati eseguiti scavi non autorizzati, nei quali sarebbero state poi riportate, senza alcun titolo, scorie di acciaieria da trattare invece come rifiuti. Tra le sostanze trovate dagli esperti nelle falde acquifere ci sono anche il cromo esavalente e il cadmio: “Sostanze a rischio di riduzione della fertilità e di danno ai bambini non ancora nati”, si legge nel decreto di sequestro preventivo firmato dal gip fabrizio d’arcangelo.
Fra gli indagati ci sono l’imprenditore Giuseppe Grossi e l’immobiliarista Luigi Zunino, insieme con altri imprenditori attivi nel settore del movimento terra ed ex amministratori delle società che si sono occupate degli affari nella zona al centro dell’indagine. Oltre a Grossi e Zunino, sono accusati di discarica abusiva, smaltimento illecito dei rifiuti e avvelenamento delle acque anche Claudio Tedesi, Ezio Streri, Silvio Bernabè, Vincenzo Bianchi, Bruno Marini e Alessandro Viol.
L’area Santa Giulia, che ha un’estensione pari a circa un milione di metri quadri e un valore di mercato approssimativo di circa un miliardo di euro, occupa oggi gli spazi che furono un tempo degli stabilimenti chimici della Montedison, nonché dell’acciaieria Redaelli. Nel 2000 il Gruppo Zunino propose il riutilizzo dell’intero complesso urbanistico. Nacque così il futurisico progetto Montecity, elaborato anche dall’architetto britannico Norman Foster, che prevede la realizzazione di un vasto programma di edilizia sociale e convenzionata, con investimenti privati stimati in circa 1,6 miliardi di euro.
Nel corso dell’inchiesta, la polizia giudiziaria delegata ha eseguito anche numerose perquisizioni che hanno portato al sequestro di documenti utili alle indagini, quali per esempio certificati di analisi di laboratorio dei campioni delle acque e dei terreni effettuate nel tempo e documentazione amministrativo-contabile relativa all’esecuzione delle opere di bonifica e di smaltimento dei rifiuti. Riscontrato un livello di triclirometano di 2,80 microgrammi per litro (contro un limite di legge di 0,15). Contaminato anche il sottosuolo della parte già abitata. Giuseppe Sgorbati, direttore dell’Arpa, rassicura comunque i milanese: “Le acque dell’acquedotto di Milano sono indenni da contaminazione, ma bisogna intervenire urgentemente con la bonifica”.
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