"Pegaso Conciliatori" forma mediatori per cause civile e commerciali
Venerdì 16 Luglio 2010 10:25
di Giulia Zanotti
È nata una nuova figura nell'ambito delle professioni legali: il conciliatore stragiudiziale. Riconosciuta dal Ministero di Grazia e Giustizia con un DdL del marzo 2010, interviene nelle controversie di carattere civile e commerciale, offrendo alle parti in causa una mediazione che consente di giungere ad un accordo ottimale evitando così il tradizionale iter processuale.
Si tratta dunque di una figura professionale dalla rilevanza strategica in quanto da un lato alleggerisce il lavoro della giustizia ordinaria mentre dall'altro consente ai cittadini di risolvere i loro contenziosi con maggiore rapidità, soprattutto per questioni che possono riguardare successioni ereditarie, risarcimento danni, patti di famiglia e liti condominiali.
Per diventare conciliatori, però, è necessaria una preparazione specifica e a norma di legge. L'università Telematica Pegaso, il primo ateneo on-line riconosciuto dal Ministero, offre questa possibilità. Nella sede di via Corte d'Appello 22 a Torino, infatti, ha avuto avvio da poco il corso di formazione professionale.
Come spiega il
Professor Massimo Nazzaro «si tratta di un corso in cui si esige innanzitutto la serietà dei partecipanti. La frequenza è obbligatoria e il numero degli iscritti non può superare i trenta, selezionati secondo i requisiti previsti dai decreti ministeriali. Per diventare conciliatori è per prima cosa necessario possedere una laurea in materie giuridiche o economiche. In alternativa, sono ammessi anche diplomati quali ragionieri, promotori finanziari e consulenti del lavoro iscritti ad albi professionali di ambito giuridico ed economico da almeno quindici anni».
Superata la selezione iniziale il corso ha una durata di quarantaquattro ore divise tra lezioni frontali, esercitazioni pratiche e una verifica finale. Diverse le modalità di frequenza: si può scegliere tra il corso intensivo, otto ore al giorno dal lunedì al venerdì, quello semi-intensivo, che si svolge nei weekend, e quello che richiede solo un impegno di due ore al giorno in orario di pausa pranzo.
La prova finale, della durata di quattro ore, consiste in un test e in una simulazione di un caso di conciliazione in aula. Superato anche questo ostacolo viene rilasciato l'attestato che abilita all'esercizio della professione.
Diversi sono poi gli organismi presso cui il conciliatore può trovare lavoro: dagli enti di conciliazione del Ministero di Grazia e Giustizia alle Camere di Commercio, dalle associazioni di categoria e sindacati fino agli studi professionali.
Una nuova professione, come abbiamo visto, che potrebbe rappresentare una soluzione per i tanti giovani che cercano sbocchi in ambito giuridico, costretti a lunghi anni di tirocinio e a fare i conti con l'incertezza di trovare poi un posto negli affollatissimi studi legali.
Un vantaggio anche per i cittadini che potranno così risolvere i loro contenziosi evitando lunghe trafile burocratiche e di conseguenza anche molto stress.