Dal “Dialogo tra un prete e un moribondo” di Donatien Alphonse Francois, marchese di Sade.
Qui di seguito si fornisce un riassunto di alcuni passi significativi.
moribondo: [...] amico mio, dammi la prova dell'inerzia della materia e ti concederò il creatore; dammi la prova che la natura non basti a se medesima e ti permetterò di supporrle un padrone. Frattanto io non mi arrendo che all'evidenza e questa non la ricevo se non dai mie sensi [...]
prete: a tal punto mi pare poco necessario parlarti di religione.
moribondo: e perchè no? Nulla tanto mi rallegra come la prova dell'eccesso cui gli uomini han saputo portare, su questo punto, e il fanatismo e l'imbecillità; sono questi, così prodigiosi pervertimenti che il loro quadro, a parer mio, quantunque orribile, resta tuttavia interessante. Rispondimi dunque francamente e metti al bando soprattutto l'egoismo. Fossi io tanto debole da rimaner sorpreso dinanzi ai tuoi ridicoli sistemi costruiti sopra l'esistenza favolosa dell'essere che fa necessaria la religione, in qual forma mi consiglieresti di tributargli un culto? Vorresti che io abbracciassi le fantasticherie di Confucio in luogo dell'enormità di Brahma, dovrei io adorare il gran serpente dei negri, l'astro dei peruviani, o non piuttosto il dio degli eserciti di Mosè? A quale delle sette di Maometto vorresti che io mi abbandonassi, o quale eresia cristiana sarebbe a parer tuo preferibile?
[...]
prete: O dio lo senti e non lo tuoni!
moribondo: no amico mio tutto tace! [... ]
prete: ma ammetterai bene qualcosa al di là di questa vita! E' impossibile che il tuo spirito non abbia talvolta indugiato a penetrare a fitta tenebre della nostre sorte futura e quale sistema può averti meglio soddisfatto di quello di una moltitudine di pene per chi vive male e di un'eternità di ricompense per chi vive bene?
moribondo: Quale? Quello del nulla. Non mi ha mai spaventato e non ci vedo altro che non sia semplice e consolante. Tutti gli altri sistemi sono opera dell'orgoglio, quello solo della ragione. D'altronde non è né odioso né assoluto; non ho forse sott'occhio le perpetue generazioni e rigenerazioni della natura?[...]
moribondo:[...] mi sento mancare le forze; predicatore, abbandona i tuoi pregiudizi, sii uomo, sii umano, senza paura e senza speranza. Abbandona il tuo dio e la tua religione. Tutto ciò non vale che a porre il ferro nella mano degli uomini e il solo nome di tutti codesti orrori ha fatto spargere più sangue sulla terra di tutte le guerre e i flagelli messi insieme. Rinuncia all'idea di un altro mondo, poiché non ve n'è alcuno. Ma non rinunciare al piacere di essere felice e di far felici gli altri in questo mondo. Amico mio, la voluttà fu sempre il più caro dei miei beni. Sei donne più belle del giorno sono nello stanzino qui accanto. Le ho tenute in serbo per questo istante. Prendine la tua parte e procura, secondo il mio esempio, di obliare sul loro seno tutti i vani sofismi della superstizione, tutti gli stolti errori dell'ipocrisia.
Il moribondo suonò. Le donne entrarono e il predicatore divenne fra le loro braccia un uomo corrotto dalla natura, per non aver saputo spiegare quel che fosse la natura corrotta.