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09/05/2010 13:42 | |
Ciarrapico indagato per truffa Sequestrati beni per 20 milioni
L'imprenditore, e senatore Pdl, indagato assieme al figlio e ad altre cinque persone per contributi percepiti illegalmente tra 2002 e 2007 dalle sue società. Tra i beni requisiti anche un'imbarcazione di lusso
ROMA - Contribuiti all'editoria percepiti illecitamente dalle sue società: questa l'accusa rivolta al senatore Giuseppe Ciarrapico dalla procura di Roma, che indaga anche sul figlio dell'imprenditore, Tullio, e su altre cinque persone, per lo più prestanome:
Umberto Silva, Antonio Maria Sinapi, Leopoldo Pagliari, Giulio Caradonna, Marco Tartarini e Silvio Giuliani.
Sequestrati dalla guardia di finanza beni per circa 20 milioni di euro tra immobili, quote societarie e una imbarcazione di lusso. Venti milioni è il valore dei contributi di cui, tra 2002 e 2007, Ciarrapico avrebbe goduto impropriamente, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti.
Secondo la procura, dopo il 2007 Ciarrapico ha ripetutamente tentato di ottenere ancora i contributi, "fino all'anno in corso", ai danni dello Stato, attraverso le società editrici Nuova Editoriale Oggi Srl e Editoriale Ciociaria Oggi Srl.
Società che figuravano come cooperative, quando in realtà il loro effettivo proprietario era Ciarrapico.
IL TESTO INTEGRALE DELL'ORDINANZA 1
L'inchiesta è stata avviata sulla base di una indagine della guardia finanza nell'ipotesi di una violazione della legge 250 del '90 sull'editoria, che prevede l'esistenza di determinate situazioni per ottenere sovvenzioni governative. La situazione delle due società era incompatibile con l'erogazione dei contributi statali, ma Ciarrapico e, a vario titolo, gli altri indagati hanno fatto in modo di presentarla diversa dalla realtà. In particolare, si legge nell'ordinanza di sequestro, "fornendo false dichiarazioni" sullo stato di fatto e contabile di Nuova Editoriale Oggi Srl e Editoriale Ciociaria Oggi Srl.
Tra i requisiti richiesti, la legge 250 del 1990 esclude dai contributi "imprese collegate con l'impresa richiedente o controllate da essa, o che la controllano, o che siano controllate dalle stesse imprese". Ebbene, è emerso che le due società editrici di Ciarrapico hanno chiesto i contributi in contemporanea, con concessione di fondi dal 2002 al 2007.
Altro requisito è che almeno il 51% del capitale sociale sia posseduto da una cooperativa. Anche in questo caso, Ciarrapico e i suoi hanno mentito: la "loro" cooperativa era di fatto svuotata di ogni potere decisionale.
Ed è in questo quadro che si è determinata l'accusa di truffa ai danni dello Stato.
La guardia di finanza, su disposizione del pm Simona Marazza, responsabile dell'inchiesta, ha eseguito sequestri preventivi a Roma, Milano e in altre città di beni e quote societarie riconducibili all'imprenditore, attraverso intestazioni fittizie.
L'imbarcazione di lusso era ormeggiata a Gaeta.
I beni requisiti saranno affidati a un custode societario.
Gli accertamenti sono stati coordinati dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti.
Fonte: Repubblica.it |