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04/04/2010 16:26 | |
E’ un’Italia di barbari: bambini a pane e acqua a Vicenza (apcom) – Una vicenda “disumana” quella degli otto bimbi messi a pane ed acqua a Montecchio Maggiore, nel vicentino, perchè i genitori erano in mora con il pagamento della mensa scolastica.
Contro la decisione della giunta di centro destra si sono sollevati gli scudi sia dei vertici scolastici, sia della società civile: l’associazione Dossetti parla di una “aperta violazione dei diritti dell’uomo e del fanciullo, riconosciuti dall’Onu e dalla nostra Costituzione”, ma il sindaco leghista, Milena Cecchetto, si difende: “Le regole sono regole per tutti e vanno rispettate. Il mondo non può essere dei furbi”. “La barbarie dell’episodio riporta al Medioevo – prosegue l’associazione Dossetti – Bisogna opporsi in tutti i modi ad un simile mezzo utilizzato per governare un comune italiano: una scelta, quella dell’amministrazione di Montecchio Maggiore, non in linea con i principi di un Paese civile come l’Italia”.
E intanto a Montecchio si mobilitano i bimbi, compagnetti di quelli messi a pane e acqua, che dividono il pasto con gli sfortunati e la Caritas di Vicenza si dice disposta a saldare il debito delle nove famiglie, sei straniere e due italiane, che sono morose nei confronti del Comune.
Intanto, stasera alle 19.30, davanti al municipio di Montecchio, riporta il Corriere della Sera, le associazioni degli immigrati hanno organizzato una simbolica cena a pane ed acqua. L’iniziativa è di Ousmane Condè, originario della Guinea, cittadino italiano da pochi mesi e candidato alle regionali in Veneto per Sinistra ecologia libertà. “L’umiliazione subita dai due bambini italiani e dai sei stranieri – prosegue l’associazione Dossetti – che si sono visti servire, davanti a tutti, pane ed acqua come punizione, perché i loro genitori non possono permettersi il pagamento di poche decine di euro, suscita una condanna morale senza appello.
La tanto declamata integrazione, che deve partire soprattutto nelle scuole dell’infanzia, è stata brutalmente violata in nome di un principio, quello economico, che è agli antipodi del concetto di tutela della dignità della persona umana”. |