Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

IL DIRITTO ALLA SALUTE NELL'INFERNO DELLA SANITA' ITALIANA

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2010 12:59
16/02/2010 12:58
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Il diritto alla salute

di Daniela Minerva



Rifiuti. Degrado. Pazienti maltrattati. I risultati-choc dell'ispezione in due cliniche psichiatriche a Chieti



 





Materassi in gommapiuma luridi e macchiati di sangue. Vomito sulle pareti.
Un tanfo indelebile. Uno spaccato di abbandono. Di incuria ancora più colpevole perché registrata in cliniche dove hanno trovato rifugio malati psichiatrici e anziani, i più deboli e senza voce. Ma non solo. Quella che si è aperta a Chieti davanti ai senatori della commissione di Controllo sul Servizio sanitario nazionale in visita a due cliniche psichiatriche accreditate del gruppo Angelini è una finestra che sarà molto difficile da chiudere. Perché rivela da un lato il degrado in cui versano molte strutture del Servizio sanitario nazionale, in molte zone del Paese, e dall'altro che, in quell'Italia, la sanità pubblica è spesso così impegnata a districarsi dall'incuria e a sanare gli enormi deficit lasciati da amministrazioni incapaci e rapaci che la cura, la terapia, la medicina finiscono per passare in secondo piano. Come se non si potesse più, oltre al ricovero e alla cura dell'emergenza, garantire anche la migliore medicina possibile.

È vero questa di Chieti può sembrare una vicenda a lieto fine, perché l'intervento della Commissione di Controllo ha obbligato gli amministratori della Asl a trasferire quei pazienti maltrattati, ma per apprezzare davvero il lato amaro della storia che essa racconta bisogna fare un passo indietro.


È il 15 gennaio quando gli stessi senatori arrivano a sorpresa col loro codazzo di Nas e funzionari in un ospedaletto che già a prima vista rivela l'incongruo di molte cliniche accreditate che della struttura sanitaria non hanno proprio nulla.

Lo chiamano ex Paolucci ed è una delle strutture del Gruppo Villa Pini di proprietà di Vincenzo Angelini, l'uomo che ha accusato Ottaviano Del Turco di aver incassato milioni di tangenti per garantire al suo gruppo la convenzione col Ssn.

Tre piani di cemento scrostato affacciati sulla piana teatina per ospitare, sulla carta, 87 malati psichiatrici: di fatto la maggioranza dei pazienti non sono propriamente psichiatrici, ma molti sono anziani affetti da disturbi neurologici, come l'Alzheimer ad esempio. E già questo rivela come la malattia mentale abbia perso, nel degrado del Ssn abruzzese, la sua specificità. Per dirla molto brutalmente: un anziano demente o un uomo di mezza età con l'Alzheimer sono vittime di una patologia degenerativa contro la quale la medicina può poco o nulla; il Ssn deve garantire loro una serena degenerazione qualunque cosa succeda nella loro mente, deve curare il loro corpo al meglio, e non può che attendere.


Ma un malato psichiatrico è un'altra cosa: la letteratura medica ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che per lui o lei c'è molto da fare e che spesso li si può recuperare quasi interamente, se si fanno le cose per bene. Se li si abbandona in un letto o davanti a una televisione su una sedia arrugginita, invece, no.

Ma all'ex Paolucci senatori si trovano davanti a una scena disgustosa che fa dimenticare loro le questioni della medicina: vomito e sangue alle pareti, camere minuscole con quattro letti ficcati dentro, nessuna distinzione tra reparti maschili e femminili, bagni sporchi e troppo piccoli per gestire malati disabili. Un ascensore, l'unico, così piccolo da non poter contenere una barella: morti o malati devono essere spostati in piedi. E un unico defibrillatore (di stanza al piano terra), con le batterie scariche: sul display si legge chiaramente lo stato del dispositivo medico salvavita, ma se lo fate notare al povero medico di guardia lui sfodera il più disarmante degli sguardi impotenti.

L'ex Paolucci fa parte del gruppo Villa Pini, di proprietà, appunto, di Vincenzo Angelini. Un gruppo nell'occhio del ciclone per la faccenda Del Turco, ma che non paga gli stipendi da mesi e per questo si è visto togliere l'accreditamento di molte strutture. Non solo: l'ufficio urbanistico del Comune di Chieti ha chiesto al sindaco di chiudere tutti, una decina, i centri destinati ai malati psichici del Gruppo perché privi dei cosiddetti requisiti. Tra questi c'è anche un complesso abusivo, che sorge a ridosso della clinica Villa Pini eponima, le cosiddette Villette, con i loro 84 malati psichiatrici.

Ci vuole un certo cinismo per chiamare Villette questi hangar dai tetti spioventi, bassi, bui, spogli, che qualcuno ha voluto dipingere di un incongruo giallo solare. I senatori arrivano anche qui. Ed è qui che presidente della commissione Ignazio Marino in una sua visita qualche mese prima aveva perso le staffe: «Tanfo di urina,» dichiarava, «e pavimenti così luridi che si appiccicano le scarpe».

Oggi, le finestre aperte da giorni per dare aria e fiumi di varechina versati non riescono ancora a coprire quel tanfo, che ha impregnato tutto. Resta, base olfattiva, a cui si sovrappongono gli acidi dei solventi usati per pulire, senza riuscirci, stanzoni bui. E oggi vuoti.
Medici e infermieri non prendono lo stipendio da mesi. E fa una certa impressione vederli stretti attorno al padrone, Vincenzo Angelini, arrivato anche lui, con l'immancabile jeans sdrucito, a far quadrato coi lavoratori. Tutti contro la casta.

Angelini recita il suo sermone: «Era tutto pronto per la ristrutturazione. Avevamo già fatto le richieste per l'ascensore dell'ex Paolucci e altre migliorie. Ho già comprato suppellettili nuove...».


Nella sceneggiata chietina i buoni sono i sanitari che "si sono spesi con dedizione per i malati" senza prendere lo stipendio uniti al vecchio padrone che, affogato in deficit da 800 milioni di euro, sta mandando tutti a casa, e i cattivi sono quelli venuti da Roma a pretendere materassi puliti e defibrillatori che funzionano. Ma ciò che stupisce non è tanto l'inedita parte di Angelini stretto ai lavoratori che non paga, quanto il fatto che nessuno si chiede come venivano curati i malati, se mai lo erano. E non se lo chiedono nemmeno i senatori spiazzati dal degrado e preoccupati di trasferire i pazienti in condizioni igieniche adeguate. Già perché se alle Villette di certo i pazienti non potevano stare, è anche vero che nessuno è stato trasferito in quelle strutture che la medicina sa possono curare i malati di mente. Sono sparsi qua e là, come quelli dell'ex Paolucci: qualcuno all'ospedale di Chieti, i più in diverse residenze assistite (Rsa) della zone. Come la San Giovanni, dove la commissione va a verificare che i pazienti non siano caduti dalla padella nella brace. E ne esce soddisfatta.

Un posto decoroso, camere a due letti pulite e spaziose, una bella vista sulla vallata e il defibrillatore ben funzionante. Una giovane geriatra col camice non proprio immacolato, ma con un bel piglio racconta dei suoi malati, dei loro piani terapeutici, dei loro farmaci. Su un letto dietro di lei un signore anziano giace. Aspetta raggomitolato nelle lenzuola pulite che Dio lo chiami a sé. Di certo la giovane geriatra gli dà i farmaci quando deve, e magari pranzo e cena non sono male. I senatori sono soddisfatti. L'obiettivo era togliere i malati dal degrado. E molti dei ricoverati dell'ex Paolucci non sono malati psichiatrici, ma anziani con forme di demenza di vario tipo; una Rsa è il posto adeguato per loro. Ma gli altri? I matti? Oltre a farli stare puliti, non bisognerebbe anche curarli?


[Modificato da ®@ffstef@n 16/02/2010 12:59]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:59. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com