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Le falsità della crisi economico finanziaria

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2010 20:53
11/01/2010 20:53
 
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Le falsità della crisi economico finanziaria

Io credo che tra tutte le notizie, fatti, dati che girano intorno all’attuale crisi finanziaria, l’unica cosa vera sia…la crisi finanziaria, per l’appunto!!


Tutto il resto mi sembra un’accozzaglia di falsità e tentativi di sviare dalle responsabilità.


Ecco un estratto di un interessantassimo
articolo pubblicato su “il barbiere della sera“.


Una rassegna di slogan assurdi, falsi miti e altre amenità sulla crisi economica globale.


Buona lettura:

  • Una volta ripulito il sistema finanziario, assicurato nuove regole agli operatori e ripristinata la fiducia nel sistema, tutto tornerà come prima.
     

No, non succederà. La crisi è strutturale. Ma davvero qualcuno credeva che fosse possibile un mondo dove da una parte si produce senza consumare e dall’altra si consuma senza produrre?

Anche un bambino di quinta elementare messo di fronte ad uno schema che spiega la struttura del sistema produttivo-commerciale globalizzato di oggi potrebbe facilmente dedurre che non sta in piedi.

Se poi uno degli economisti liberisti a caso spiegasse al bambino che il sistema regge perchè il consumatore che non produce continua a consumare grazie ai prestiti e alla messa in circolo di denaro prima fermo in pensioni, liquidazioni e welfare, il bimbo avrebbe bisogno di un po’ piu’ di tempo per capire che questi sono solo modi per ritardare la rottura di un sistema che non puo’ funzionare.

  • La crisi sono cicliche. Tra qualche mese, massimo uno o due anni, passerà.
     
L’economia non è come la climatologia. Le previsioni economiche non si fanno come le previsioni del tempo, non puoi pensare che dopo la pioggia torna sempre il sereno, perchè in economia ci vogliono buoni motivi ed eventi causati dall’uomo.

Una crisi economica puo’ durare molti anni, nulla lo vieta: se il popolo che ne soffre è abbastanza stupido e/o i parametri economici sono particolarmente sfavorevoli nel periodo, anche decenni o secoli.

Una volta una crisi durò oltre quattro secoli, e la chiamarono Medio Evo.

  • Le grandi crisi sono sempre passate, quindi passerà anche questa.
     
Sì, ma bisogna chiedersi come se ne è usciti. E’ risaputo che dalle grandi crisi del sistema capitalista si esce rapidamente e facilmente in due soli modi:

a) Accedendo a nuovi territori e risorse da sfruttare

b) Facendo una grande guerra che azzera tutto e si riparte sul pulito.

Be’, sta di fatto che oggi entrambe le soluzioni sono difficiline da praticare: nuove terre non ce ne sono in vista (Luna a parte, ma è piuttosto arida), poichè tutte le terre del globo sono già parte integrante del sistema economico globalizzato che è in crisi.

Una grande guerra oggi sarebbe nucleare e autodistruttiva, inoltre, il sistema economico occidentale ormai pervade tutta l’economia globale, quindi fare una grande guerra non sarebbe mai contro un vero nemico ma, in qualche modo, sarebbe sempre e comunque un danno al sistema stesso.

Le guerre che rendono sono quello contro i sistemi economici alternativi, contrapposti e chiusi, quindi niente da fare, non ce ne sono in giro. Aspetteremo i marziani?

  • Questa crisi è globale ed è disastrosa ovunque nel mondo.
     
Questa è la solfa del “mal comune mezzo gaudio”, sempre utile come anestetico locale.
Purtroppo però questa affermazione è falsa: la crisi colpisce soprattutto gli stati occidentali, in particolar modo i satelliti degli USA.
Certo c’e’ una contrazione della domanda mondiale, e ne risentono tutti, ma noi andiamo in recessione a -2% di PIL annuo, i cinesi scendono da un +9 a un +7. Definire in crisi un’economia che cresce del 7% l’anno è tecnicamente errato, quindi concludiamo dicendo chiaro che NOI siamo in crisi, i Cinesi invece no.

  • La crisi colpisce le fasce più deboli della popolazione.
     
Questo, almeno per il momento, non è del tutto vero.
Un operaio o un impiegato semplice precario spendevano tutto il loro stipendio per campare prima della crisi e lo spendono tutt’ora.
Anzi, essendoci una leggera deflazione , se preservano il posto di lavoro, stanno meglio di prima.
I problemi più grossi al momento li hanno i borghesi, che hanno economie famigliari ben più complicate (imprese in proprio, immobili che si svalutano, soldi investiti in borsa che evaporano eccetera).

  • Se i governi daranno gli aiuti e le spinte necessarie, si uscirà presto dalla crisi.
Forse. Ma se tutti tirano gli stati per la giacchetta, le finanze pubbliche possono esplodere causando una crisi ancora più grave.

Ragioniamo: gli industriali chiedono soldi allo stato per produrre merci,
i consumatori chiedono soldi allo stato per comperarle.
Inoltre, tutti insieme chiedono sgravi fiscali allo Stato per consentire nuovi investimenti e rilancio economico.

Ma lo stato non è una mamma ricca con la borsa sempre piena: i soldi dello stato sono soldi degli stessi che li chiedono. Se tutti chiedono soldi allo Stato è come se tutti chiedessero soldi a sè stessi.

Capiamo che non può reggere?

Inoltre, se lo stato taglia i servizi di cui si occupa perchè ha usato i soldi per aiutare consumatori e imprenditori, ci saranno altre categorie come dipendenti pubblici e ditte appaltatrici di lavori pubblici che chiederanno aiuto allo stato perchè senza lavoro.

  • La globalizzazione comunque ha creato molta ricchezza ed è stata una cosa buona finchè qualche spregiudicato banchiere speculatore non ha rovinato tutto.
     
Falso.
La Globalizzazione è stata la più grande operazione di trasferimento di ricchezza verso le classi alte che la storia abbia mai conosciuto.

Inoltre, l’inondazione di merci cinesi a basso costo e la facilità di accesso al credito, uniti ad una sempre maggiore penetrazione del marketing aggressivo nella società hanno creato una mega-illusione nella classe media, la quale ha avuto la sensazione di stare meglio.

In realtà si stava impoverendo costantemente, nel livello di risparmio, nelle proprietà immobili e nel potere d’acquisto reale. (sarebbe interessante che qualcuno si mettesse a conteggiare la gigantesca quantità di danaro delle eredità dei vecchietti borghesi morti negli anni della globalizzazione, polverizzate in quattro e quattr’otto dagli eredi scialacquoni finto-ricchi).

  • In ogni caso la globalizzazione era inevitabile: non si può fermare la storia.
     
Certo.
Ma quello che era assolutamente evitabile era questo tipo di globalizzazione!

A Genova, nel 2001, un mucchio di gente protestò chiedendo una globalizzazione graduale, che subordinasse l’apertura dei mercati alla concessione di diritti ai lavoratori dei paesi poveri produttori.

Una globalizzazione più lenta e più umana, che avrebbe messo al riparo i posti di lavoro occidentali, rallentando il flusso delle merci a basso costo, dando nel contempo una spinta per condizioni di lavoro più umane (e quindi costi più alti e meno concorrenza sleale) ai paesi emergenti.

Avremmo avuto meno telefonini in offerta speciale, meno pantaloni da 5 euro al paio ma meno fabbriche in crisi e posti di lavoro persi.

I ricchi sarebbero stati un po’ meno ricchi, i borghesi sarebbero stati bene come prima, gli operai, insomma, se la sarebbero cavata meglio.

Probabilmente la proposta era troppo intelligente per essere accettata, infatti coloro che la portarono avanti furono picchiati a sangue nelle vie di Genova con il beneplacito di una bella fetta dell’opinione pubblica italiana.

La stessa opinione pubblica che oggi piange disperata chiedendo aiuto a mamma-stato.

  • L’importante è essere ottimisti.
     
E’ una frase senza senso, buona per tutte le occasioni, ma pericolosa di per sè. “L’importante è essere ottimisti” puoi dirlo anche mentre sfrecci in contromano a 200 all’ora in autostrada di notte coi fari spenti.
Oppure puoi fermarti, accendere le luci e fare inversione di marcia.”


Condivido in pieno il pensiero dell’autore: Paul Olden.

Meno televisione e più rete.
Andate alla ricerca della notizia
e non subitela dai media dei padroni!!!

http://www.byteliberi.com/

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