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STEFANO CUCCHI - CERTEZZA DELLA PENA - CERTEZZA DELLE PROVE - PRESUNTI COLPEVOLI - PENA DI MORTE

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2009 11:51
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Con il caso di Stefano Cucchi, si è capito, a distanza di quasi due mesi, che non ci saranno colpevoli per la sua morte.

Con il tempo viene tutto polverizzato. Tutte le categorie fanno corpo con i loro "adepti": la direzione dell'ospedale proteggerà i loro medici, la direzione del carcere proteggerà i loro agenti, l'arma dei carabinieri tutelerà i loro militari, eccetera eccetera.

Prima presunti colpevoli, per cui, probabili, improbabili, forse, ma va là, figurati.............

Le foto, le prove, gli esami dell'autopsia, le bruciature di sigarette, i calci, i pugni, le testimonianze, l'abbandono terapeutico, una barella in corsia, tutto viene "polverizzato" da fascicoli sepolti in qualche cassetto, dimenticati negli uffici delle procure nella vana attesa di trovare un interesse, fra i milioni di fascicoli.....

Non solo, in Italia, non esiste la certezza della pena, ma non esiste la certezza delle prove, anzi, più il reato è grave, più non esiste la certezza delle prove.....

La pena di morte è stata abolita in Italia, ma continua ad esserci attraverso altri canali.

Ogni giorno, la mafia, la camorra, la 'ndrangheta, la sacra corona, condannano a morte delle persone con esecuzione immediata.

Ogni giorno, la negligenza nel lavoro, condanna a morte poveri operai, o pazienti abbandonati nelle corsie, o fa "suicidare" detenuti abbandonati a marcire nelle carceri pur essendo innocenti, ma delegittimati di appartenere in uno stato di diritto perchè sono solo dei drogati o degli anoressici, o degli extracomunitari.

Ogni giorno, vengono condannati a morte figli di altre culture religiose "ribelli", colpevoli di voler vivere una vita meno "totalitaria".

Ogni giorno, uomini feriti nei "sentimenti", si sentono in diritto di condannare a morte le loro ex, o condannano a morte qualche "rivale" che ha preso il suo posto.

QUESTA E' LA CULTURA CHE REGNA NEL NOSTRO PAESE!

NON CI SONO COLPEVOLI, NON C'E' LA CERTEZZA DELLA PENA, NON C'E' LA CERTEZZA DELLE PROVE, I COLPEVOLI SONO LIBERATI E TUTTO FINISCE SENZA GIUSTIZIA E SENZA VERITA'.
ESTREMIZZO QUESTO DISCORSO PER FAR COMPRENDERE CHE QUESTA REALTA' NON SI FERMA.............FORSE SOLO QUANDO LA GENERAZIONE DI QUESTA CLASSE POLITICA, QUASI CENTENARIA, FINIRA' IL PERCORSO TERRENO.

Una cosa certa è che la pena di morte, in Italia, c'è! O per mano di privati o per mano della criminalità organizzata, o per mano di istituzioni "malate".
Dopo la Cina e l'Iran veniamo noi, l'Italia. Battiamo di gran lunga l'Arabia Saudita.

L'Italia, il "bel paese" è solo la marca di un formaggio........



Pino Lupo
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ASPETTI GIURIDICI DEL CASO CUCCHI, ESCLUDENDO COMMENTI PERSONALI O GIORNALISTICI



Di chi sono le responsabilità per la morte del ragazzo?

Nel caso della morte di Stefano Cucchi, si dovranno attentamente vagliare le responsabilità dei Carabinieri che hanno proceduto all’arresto, degli agenti di Polizia Penitenziaria che hanno avuto in custodia l’arrestato dal giorno successivo.

Inoltre andrà verificata la responsabilità del medico del Tribunale di Roma, sede in cui era stato portato Stefano Cucchi il giorno successivo all’arresto per procedere al processo per direttissima, e lì si era sentito male una prima volta.
Il certificato di quel medico già parlava di “lesioni ecchimodiche in regione palpebrale inferiori bilateralmente” ed aveva prescritto un analgesico per dei dolori alla schiena ed alle gambe, ma nulla viene detto delle due fratture alle veretebre riscontrate poi in seguito al decesso.
Al momento risulta che la Procura romana proceda per omicidio preterintenzionale contro ignoti. Ciò significa che soggetti al momento non identificati, ma presumibilmente da ricercare all’interno delle varie forze di polizia giudiziaria che hanno avuto in custodia l’arrestato, sono indagati per avere cagionato la morte di Stefano Cucchi.

Che vuol dire omicidio preterintenzionale?

Omicidio preterintenzionale significa che essi avevano l’intenzione di percuotere o picchiare per cagionare lesioni e che, andando oltre la loro intenzione, si è verificata la morte di una persona. Tale reato è punito con una pena della reclusione da 10 a 18 anni.

E se la colpa fosse dei medici?

Un eventuale profilo di responsabilità dei medici, che potrebbe essere esclusivo o concorrere con la responsabilità dei militari, sarebbe unicamente per omicidio colposo.
L’omicidio colposo (che potrebbe nel caso in esame essere attribuito ai medici laddove si riscontri qualche negligenza negli interventi medici posti in essere), si differenzia dall’omicidio preterintenzionale per il fatto che nell’omicidio colposo non vi è l’intenzione di compiere un reato minore (quale le leiosni o le percosse, come nell’omicidio preterintenzionale), ma la morte viene cagionata unicamente per colpa. Ciò significa che l’evento morte non è voluto e si verifica unicamente per negligenza, imprudenza o imperizia, o per inosservanza di leggi e regolamenti (come ad esempio per inosservanza delle norme del Codice della strada).

Avv. Tommaso Rossi FONTE



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