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CASO CUCCHI: IMMAGINI AGGHIACCIANTI DI UN OMICIDIO

Ultimo Aggiornamento: 30/12/2009 20:44
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"Stefano Cucchi era in carcere perchè era uno spacciatore abituale. Poveretto, è morto. Ma la verità verrà fuori, e si capirà che è morto soprattutto perchè era di 42 chili". E' la droga "Che ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l'hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così". dichiarazioni di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.




Carlo Giovanardi (60 anni, a gennaio).

Laureato con lode in Giurisprudenza.

Avvocato.

Immaginate, per qualche istante, di essere al posto dei genitori e della sorella di Stefano Cucchi, mentre ascoltate le parole, su riportate, di un rappresentante del Governo italiano come il Senatore, l'Onorevole Giovanardi.

Non ho nulla contro Giovanardi, ma se un Capo dello Stato, un Presidente del Consiglio, tutta la classe politica, di fronte ad affermazioni del genere, che denotano insensibilità umana, un cervello "anoressico" ed una totale mancanza di gestione della propria cultura, non chiedono immediatamente le dimissioni di un tale individuo, allora, siamo alle fasi conclusive di uno Stato ormai privo di valori costituzionali e senza cognizione di quelli che sono i Diritti Umani.

Mi ricordo un Presidente della Repubblica, con la pipa, un uomo minuto, forse pesava "42" kg, con lo sguardo fiero, che si recò personalmente dove era caduto nel pozzo artesiano un bambino (Alfredino).
Mi ricordo, nel 1982, lo stesso Presidente Sandro Pertini, con quel corpicino esile, ottantenne, esultare allo stadio di Madrid, giganteggiando su tutti, sulla vittoria mondiale, della nazionale di calcio italiana, con un marcatore esile e magrissimo (Paolo Rossi), forse del peso di "42" kg, uomini, che all'epoca hanno fatto la differenza.

Non ci sono più questi uomini?

[SM=g1380307]


[Modificato da parliamonepino 10/11/2009 10:28]



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Si stanno rendendo complici di un omicidio , metterei nella lista anche questo Signore dicendo a chi stai difendendo , ci vorrebbe un governo buono no questi vigliacchi



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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10/11/2009 14:15
 
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Giovanardi non è un complice è uno dei maggiori colpevoli,
infatti la legge che prevede 4 anni di carcere per un grammo di hashish, porta il suo nome e quello di Fini.

Ergo onde evitare che Giovanardi dia ancora aria alla sua bocca,questa andrebbe riempita con pallettoni.

Nel mentre ....

Quella misera chiesa in misero stato seguendo l'esempio del pio XII
è ricaduta nel silenzio degli innocenti.
[Modificato da ®@ffstef@n 10/11/2009 14:23]
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11/11/2009 12:25
 
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E in quel frastuono assordante in difesa di un crocefisso
si fece di colpo un inquietante silenzio
e quelli che prima si azzannavano
la chiesa, i politici, gli osservanti, i ricchi di opinione,
gli straricchi di culto, i democratici, i teodem,
i progressisti, i nazionalisti, i tradizionalisti, gli amanti di arredi sacri, i difensori della fede…

ebbero improvvisamente molte cose da fare
e svanirono chi da una parte chi dall’altra
variamente affaccendati

Giaceva il morto solo

il crocefisso vivente.


Viviana

..


Parafrasando Guccini “E voi politici ipocriti che a parole difendete la vita se c’è, come voi dite, un Dio nell’infinito guardatevi nel cuore, l’avete già tradito”.

Agi 63
..



Restiamo impietriti alle parole ciniche e in malafede di Giovanardi:

“Stefano Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropositivo.
Era in carcere perché era uno spacciatore abituale. La verità verrà fuori, e si capirà che è morto soprattutto perché era di 42 chili. La droga ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi c’è il fatto che in 5 giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l’hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così. La droga ha svolto un ruolo determinante, perchè è stata la causa della fragilità di Stefano, anoressico, tossicodipendente e soggetto a crisi di epilessia, secondo le sue dichiarazioni: ma proprio le sue patologie non dovevano e non potevano indurre i medici a prendere per oro colato le sue presunte volontà”.


Dunque proprio per il fatto che era malato, Stefano non poteva e non doveva esigere rispetto per la sua vita?

Ma cosa dice costui?


Stefano non era tossicodipendente e non era uno spacciatore abituale.
E’ stato arrestato per pochi grammi di droga.
Gli è stato rifiutato di vedere il suo avvocato e la sua famiglia.


E’ stato abbandonato nelle mani di feroci aguzzini, che resteranno impuniti, perché in Italia, mentre si dibatte sui crocifissi, la tortura da parte della polizia non è reato, e nemmeno l’omicidio e nessuno si cura dei delitti dello Stato, come se nessuno di noi potesse essere la prossima vittima.

Già l’inchiesta è cominciata con una presunzione di omicidio colposo, come se questa morte fosse accidentale e preludesse a una soluzione certa di irresponsabilità.

Ma sulle responsabilità dello Stato Giovanardi non dice una parola
.

Sì, è vero, Stefano era un ragazzo giovanissimo, fragilissimo e malato, ma cosa c’entra questo col giustificare la sua esecuzione? Dunque siamo in uno Stato dove è lecito giustiziare un debole, come è lecito assolvere un potente, e lo dimostra la furia di B per una prescrizione breve che ammazzerà tutti i processi di chi può permettersi costosi avvocati e riempirà le carceri di innocenti.


Anoressia ed epilessia sono malattie che dovevano semmai evitare a Stefano il carcere o implicare una maggiore cura dell’ente carcerario per la sua fragilità.

Per molto meno qualunque politico avrebbe ottenuto immediatamente i domiciliari.


Le parole di Giovanardi sono odiose e ripugnanti. Non c’è un solo riferimento al fatto che un ragazzo sia stato pestato a morte e il suo corpo mostri tracce evidentissime di sevizie, ossa rotte, un occhio sfondato… Il cinismo di quest’uomo impuro che ha la faccia di chiamarsi cattolico ci riempie di schifo.

Giovanardi sentenzia e accusa, quando di questo ragazzo non sa niente e non è uscito niente.

Come ogni laido Inquisitore pieno del proprio lerciume e della propria arroganza
, trasforma la vittima in colpevole e con ciò lava le mani sporche dello Stato e prepara altre esecuzioni.

Non così si difende il bene pubblico. Non così si onorano il cristianesimo e la democrazia. Stefano non è morto perché pesava 45 chili.

Stefano è morto perché è stato consegnato a uno Stato che protegge i suoi carnefici perché ha perso ogni senso dello Stato. Se questo arresto non fosse stato fatto, Stefano avrebbe pesato sempre 45 kg ma sarebbe vivo.

In quali mani è finito questo disgraziato paese?
...

I commenti per le ignobili parole di Giovanardi sono stati raccolti da Repubblica solo per un giorno e mezzo, poi il giornale li ha chiusi per la valanga unanime di insulti alla persona di Giovanardi.

Solo uno o due lettori hanno tentato una debole difesa o forse era proprio lui che tentava di difendere se stesso. Del resto la legge che Giovanardi ha firmato come Ministro è una delle peggiori nella storia di questo Stato e fu infilata di contrabbando in un enorme polpettone che riguardava i giochi invernali a Torino.
La legge Fini-Giovanardi sulla droga e la legge Bossi-Fini sui migranti sono due delle più vergognose leggi italiane e il fatto che Fini le abbia firmate tutte e due toglie ogni attendibilità a chi spera che qualcosa di civile sia difeso da Fini in questa legislatura o mai.



Prendiamo alcuni di questo commenti:
 

La prova del capello


Viviana Vivarelli


In verità ti dico che è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che uno solo di questi politici vada in paradiso


Mentre piccoli consumatori di spinelli sono trucidati in carcere nel silenzio dei partiti e delle istituzioni, e mentre la diffusione in Italia della cocaina batte i record europei e la mafia domina più incontrastata che mai, la proposta della prova del capello per vedere chi tra gli onorevoli si droga o no ha portato a soli 28 parlamentari che si sono offerti di farla. 28 su 952! Il 2,9% del totale!
Davvero vergognoso!


Ed è questa la gente che ha votato la legge Fini-Giovanardi sulla droga, incarcera anche il ragazzo portatore di pochi grammi di hashish e implicitamente ne permette l’assassinio?

Stefano è stato massacrato da tutori dell’ordine e i suoi assassini resteranno impuniti.

La Chiesa tace su questa ulteriore vergogna, mentre le carceri scoppiano di poveri cristi e in 15 anni, malgrado tante chiacchiere a vuoto, non è stato costruito un solo carcere, né si sono eliminate quelle leggi malvagie e anticristiane come la Fini-Giovanardi sulla droga e la Bossi-Fini sui clandestini che hanno reso le carceri italiane simili alle carceri turche.


Ma si continua a blaterare di crocefisso e radici cristiane!

L’onorevole Miccicché si fa venire il pusher fin nell’ufficio per fiutare la coca a suo comodo mentre il presidente B onora alla sua mensa un narcotrafficante pluriassassino, lo dichiara eroe nazionale e fa il vergognoso scudo fiscale per il rientro dei capitali dei narcotrafficanti e dei mafiosi con l’applauso di una Confindustria spudorata quanto iniqua.

Il luogo del potere pone se stesso sopra la legge e vota decreti che non valgono per la casta o che aumentano l’impunibilità della casta. I leader di partito e massimamente B continuano a sgretolare la giustizia e ora vogliono la prescrizione breve, dopo aver appesantito il processo di ogni sorta di rimando, per un’impunità garantita che legalizzi i loro reati per continuare a delinquere in pace. B ha detto che per i suoi processi avrebbe tolto “qualche ora” alla sua presenza in Parlamento mentre non si fanno leggi ormai altro che per aumentare la sua impunità e persino i governatorati di Regione diventano merce di scambio per garantirgli una giustizia dimezzata.

Mezzo parlamento è colluso con narcotrafficanti, mafia, camorra e ‘ndragheta e si continua spudoratamente a candidare pregiudicati nelle amministrazioni locali (vedi Cosentino) mentre l’opposizione affoga nelle sue stesse incertezze e nella mancanza cronica di una questione morale.

Una simile genia merita solo di essere distrutta!





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[Modificato da ®@ffstef@n 11/11/2009 12:36]
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Affermazioni alle quali ha immediatamente risposto Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. "A Giovanardi che fa queste dichiarazioni a titolo gratuito -ha affermato ai microfoni di Cnrmedia - dico semplicemente che il fatto che Stefano avesse problemi di droga, noi non l'abbiamo mai negato, ma questo non giustifica il modo in cui è morto". "Non voglio aggiungere altro, la cosa che ha detto si commenta da sola", ha concluso.

Sconcertata dalle parole di Giovanardi anche l'Italia dei Valori che arriva a chiedere le dimissioni del sottosegretario. "Si dovrebbe vergognare delle sue affermazioni, palesemente false. Le sue parole sono sconcertanti e dimostrano che non ha rispetto per la verità dei fatti, per le istituzioni, per le forze dell'ordine e per il dolore della famiglia. Per questo si deve dimettere", afferma il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi.

Dura anche la reazione del Pd. "Parlare in modo così crudele e strumentale, come ha fatto il sottosegretario Carlo Giovanardi, della morte di Stefano Cucchi è davvero offensivo", dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd.

Intanto arriva la notizia delle prime iscrizioni sul registro degli indagati per omicidio preterintenzionale. A questo proposito gli avvocati Fabio Anselmo e Dario Piccioni, legali della famiglia del defunto, hanno diffuso un comunicato. "In merito alle notizie diffuse in relazione alla esistenza di iscrizioni nel registro degli indagati o avvisi di garanzia -si legge nel comunicato- i difensori rilevano che in entrambi i casi si tratta di uno sviluppo particolarmente significativo e rilevante della delicata indagine in corso".

Inoltre l'avvocato Anselmo presenterà a breve ai pubblici ministeri Vincenzo Barba e Maria Francesca Loi una richiesta per riesumare la salma del giovane e la Procura è orientata ad accogliere la richiesta del penalista dando parere favorevole. Favorevole anche il medico legale Paolo Arbarello. Il perito sta completando una serie di accertamenti di natura istologica e su organi interni per accertare il livello di disidratazione. Comunque quando avrà a disposizione la salma, il medico legale potrà svolgere altri esami come una tac o accertamenti di natura radiologica. Per quanto riguarda le lesioni riscontrate sul corpo di Cucchi secondo le conclusioni del perito ci potrebbe essere compatibilità tra le stesse ferite ed eventuali cadute o percosse. Comunque allo stato non vengono ritenute queste lesioni come causa principale della morte.

Della vicenda si potrebbe occupare anche Amnesty International che intende condurre una propria inchiesta. Lo annuncia Luigi Manconi, che afferma di aver ricevuto una "richiesta di informazioni" dall'ufficio londinese dell'organizzazione.

www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Bufera-su-Giovanardi-Cucchi-E-morto-perche-era-un-drogato-La-famiglia-dichiarazioni-incredibili_3971933...



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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12/11/2009 09:23
 
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Qualcosa comincia a trapelare!

Dopo un mese di silenzio, di notizie depistatorie da parte di rappresentanti del Governo, il non voler ammettere che c'è un "tacere omertoso", si capisce che la "miccia prepotente della verità" è stata accesa.

Presto, le parole nascoste, dette sottovoce, i "documenti" alterati, diventeranno urla di accuse verso coloro che vogliono far calare il sipario troppo presto.

Medici, guardie, secondini, magistrati, che hanno commentato con sufficienza l'accaduto, come per dire "la cosa non mi riguarda", presto dovranno rendere conto di ogni istante, di una settimana trascorsa nell'"inferno", del "contatto" avuto con Stefano Cucchi.

[SM=g1608732]





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12/11/2009 20:47
 
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TRENTA DECESSI SOSPETTI IN CARCERE DAL 2002
Trenta casi di detenuti morti su cui bisognerebbe svolgere approfondimenti 'nelle sedi opportune'.

Li elenca 'Ristretti orizzonti' nel dossier 'Morire di carcere'.

Il rapporto parte dall' inizio del 2002 e arriva fino al caso di Stefano Cucchi, da giorni al centro delle polemiche.



30-1-2002: POGGIOREALE (Napoli). Raffaele Montella, 40 anni, napoletano, si impicca. I parenti non credono al suicidio. Prima di tornare in carcere, aveva detto:'Se torno in cella mi ammazzano'.

1/3/2002
- REBIBBIA (Roma). Stefano Guidotti, 32 anni, si impicca. I carabinieri hanno molti dubbi: le escoriazioni sul volto sono inconciliabili con l'ipotesi del suicidio.

24/4 2002 - OSPEDALE 'MARIA VITTORIA' di Torino. Fabrizio Linetti, detenuto alle Vallette, sfila la pistola a un agente penitenziario e si uccide. Le anomalie: non aveva alcuna possibilita' di scappare, ma anche il suicidio non sembra giustificato

20/5/2002 - O.P.G. di Reggio Emilia. Kolica Andon, 30 anni, albanese, si impicca, dopo 35 giorni di sciopero della fame.
'Preferisco morire, piuttosto che restare qui dentro da innocente' disse.

30/6/2002 - CUNEO. Muore Mauro Fedele, 33 anni. Versione ufficiale: 'arresto cardiocircolatorio'. Il padre lancia accuse: 'Il corpo e' pieno di lividi. Lo hanno riempito di botte'.

22/7/2002 - TORINO. Fabio Benini, 30 anni, muore per infarto.
Soffriva di anoressia, aveva perso 50 kg negli ultimi mesi.
Viene trovato sul letto.

3/8/2002 - BARI. Gianluca Frani, 31 anni, paraplegico, si impicca. La famiglia accusa: come puo' un uomo in carozzella riuscire ad impiccarsi al tubo dello scarico del water senza che nessuno si accorga di nulla?

5/8/2002 - OSPEDALE 'Fazzi' di Lecce. Sotaj Satoj, 40 anni, albanese, muore nel reparto Rianimazione. Era arrivato in Italia su un gommone, attraversando il Canale di Otranto. Aveva detto di essere un clandestino ma non era stato creduto.

27/11/2002 - QUESTURA DI ROMA. Maurizio Scandura, 28 anni, tossicodipendente, muore nella camera di sicurezza. Arrestato al termine di un inseguimento culminato con una caduta, sua e dei due poliziotti. L'ospedale lo aveva dimesso con una prognosi di sette giorni, dopo che la TAC non aveva individuato alcun problema neurologico.

4/12/2002 - MODENA. Maria Laurence Savy,belga,claustrofobica, si impicca tre giorni dopo l'arresto. Avrebbe scritto, stando al marito, una lettera per spiegare i suoi problemi. Il documento non si trova.

1/5 2003 - REBIBBIA (Roma). Marco De Simone, 41 anni, si impicca in una cella del reparto minorati psichici, 48 ore dopo essere arrivato in carcere. Era stato dichiarato incompatibile con il regime carcerario.

13/8/2003 - CATANZARO. Emiliano Mosciaro, 47 anni, muore di peritonite. Il 4 agosto telefona alla madre, per dirle che non si sente bene. Il giorno dopo viene trasferito d'urgenza all'Ospedale di Catanzaro. Muore sette giorni dopo.

2/9/2003 - MASSA CARRARA. F.M., 29 anni, con problemi mentali, muore nella sua cella durante la notte. Il direttore del carcere dice che si e' trattato di un malore, ma le sue parole sono smentite con forza dai parenti e dal tutore del giovane.

1/10/2003 - LIVORNO. Marcello Lonzi, 29 anni, muore in cella: sarebbe deceduto per collasso cardiaco, dopo essere caduto battendo la testa. La madre non crede a questa ricostruzione e sospetta si sia trattato di un omicidio, anche perche' il corpo del figlio e' coperto di lividi.

25/11/2003 - CIVITAVECCHIA. Un detenuto rumeno, 40 anni, muore per profonde ferite alla testa. Avrebbe battuto ripetutamente il capo contro le pareti della cella dove era rinchiuso.
FIRENZE. Un detenuto marocchino viene trovato morto in cella, nella branda, piegato di lato, con un rivolo di sangue alla bocca. Prima ipotesi: overdose di farmaci.

24/3/2004 - OPERA (Milano). Andrea Mazzariello, 50 anni, paraplegico su una sedia rotelle si impicca. L'avvocato riferisce che da settimane non gli davano la morfina che il suo medico gli aveva prescritto.

1/7/2004 - OSPEDALE DI BARLETTA (Bari). Vincenzo Milano, 30 anni, muore per le ferite subite durante la cattura - eseguita da una pattuglia della Polizia Municipale - dopo aver commesso uno scippo. Il pm indaga per omicidio colposo.

15/12/2004 - MESSINA. Francesca Caponnetto, 40 anni, si uccide gettandosi da una rampa di scale. La donna era uscita di cella per controlli medici, ma era sfuggita agli agenti. Nessun biglietto per spiegare il gesto.

23/12/2004 - SECONDIGLIANO (Napoli) Domenico Del Duca, 26 anni, muore in ospedale. Era stato un anno in un opg. Si era barricato per una sigaretta negata. Gli agenti irrompono con gli idranti.
Trasferito nella cella liscia, viene trovato in coma.Il referto: morte per crisi cardio-respiratoria ma non viene disposta l' autopsia.

12/1/2005 - PIACENZA. Mohamed El Mansouri, 30 anni, marocchino, si impicca nel giorno della ripresa del processo, per corruzione tra detenuti e guardie penitenziarie al carcere di Monza per introdurre alcol e droga, che lui stesso aveva in parte innescato con la sua denuncia. Era stato definito un 'infame'.

16/4/2005 - REBIBBIA (ROMA). Emanuela Fozzi, 26 anni, malata di aids, muore di varicella. Era stata dichiarata incompatibile con la detenzione.

31/5/2005 - VENEZIA. Andrea Fabris, 34 anni, viene trovato morto in cella. Sul corpo numerose ecchimosi.

24/10/2005 - REGINA COELI (Roma) Antonio Schiano di Colella, 36 anni, tossicodipendente, muore in una 'cella di osservazione'.
l'uomo e' arrivato a Regina Coeli 'con un referto dell'ospedale Sant'Eugenio, che certificava politraumi a suo carico'.

27/10/2005 - STAZIONE CARABINIERI DI MERCATALLO (SALERNO) Maurizio Calabrese, 41 anni, muore nella camera di sicurezza.
Per il comando provinciale dei Carabinieri la morte e' dovuta 'cause naturali'.

3/11/2005 - SECONDIGLIANO (NAPOLI) Pietro Del Gaudio, 44 anni, muore in ospedale dopo uno sciopero della fame per protestare contro le precarie condizioni igienico-sanitarie del carcere.

16/11/2005 - OPG di Castiglione delle Stiviere (MANTOVA).Katiuscia Favero, di 30 anni, impiccata con un lenzuolo ad una recinzione, nel giardino: per gli investigatori e' suicidio, ma la madre non ci crede e pensa che sia stata uccisa.

20/11/2005 - ISILI (NUORO). Rinaldo Ermatosi, cagliaritano di 36 anni, muore in circostanze da chiarire: la causa ipotizzata e' una broncopolmonite, i familiari sollevano dubbi sul comportamento dell' amministrazione carceraria.

24/12/2005 - LA SPEZIA. Romeo Cantoni, 37 anni, muore in carcere. Il giorno dopo sarebbe dovuto andare a San Patrignano.

14/5/2006 - CIVITAVECCHIA. Habteab Eyasu, 36 anni, eritreo, muore impiccandosi in cella di isolamento. Per l'inchiesta della procura e' suicidio. Dalle fotografie ha ferite alla fronte e alla nuca. La zia non crede al suicidio.

29/1/2007 - MONZA. Gianluca Concetti, 40 anni, allaga la cella, per una crisi psicotica, scivola battendo la testa e muore. Secondo i medici in carcere non poteva stare in carcere.

10/7/2007 - QUESTURA DI MILANO. Mohammed Darid, 32 anni, marocchino, viene trovato morto nella 'camera di sicurezza'.
Era stato fermato la sera prima per spaccio. L'autopsia: nessun segno di violenza, morte per arresto cardiocircolatorio.

15/10/2007 - PERUGIA. Aldo Bianzino, 44 anni, viene trovato morto in cella. Il medico, che esclude l' infarto, avrebbe riscontrato quattro emorragie cerebrali, almeno due costole rotte e lesioni a fegato e milza.

23/6/2008 - SOLLICCIANO. Niki Aprile Gatti, 26enne, si impicca in cella. I genitori non hanno mai creduto all'ipotesi di suicidio del figlio e si oppongono alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm.

25/7/2008 - GENOVA. Muore Manuel Eliantonio, 22 anni. Alla mamma aveva scritto 'Qui in carcere mi ammazzano di botte. Mi riempiono di psicofarmaci. Sto male'. Lo trovano senza vita con una bomboletta di gas in mano, in un bagno. 'Forse un incidente', lasciano intendere dalla casa circondariale ma la madre dice: 'Lo hanno ucciso, e stanno cercando di coprire tutto'.

22/10/2009 - REGINA COELI. Muore all'ospedale Pertini Stefano Cucchi.
 
[Modificato da ®@ffstef@n 12/11/2009 20:50]
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Tre medici e tre agenti penitenziari
indagati per la morte di Cucchi

I sanitari sono accusati di omicidio colposo, gli agenti di omicidio preterintenzionale

Fondamentale il racconto del supertestimone.
Nessun riscontro sui carabinieri

CLICCA  QUI (per leggere l'articolo)


 



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NOMI E COGNOMI DEGLI INDAGATI X OMICIDIO


Nicola Minichini, 40 anni, Agente Polizia Penitenziaria.

Corrado Santantonio, 30 anni, Agente Polizia Penitenziaria.

Antonio Dominici, 42 anni, Agente Polizia Penitenziaria.

Aldo Fierro, 60 anni, medico primario reparto penitenziario.

Stefania Corbi, 42 anni, medico reparto penitenziario.

Rosita Caponetti, 38 anni, medico reparto penitenziario.


Ora voglio vedere le foto di queste persone e ascoltare cosa potranno dire per "giustificare" le foto che abbiamo visto del cadavere di Stefano Cucchi.




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Giusto per non dimenticare questo "mostruoso" omicidio.

"Mostruoso" per la crudeltà, l'indifferenza e la mancanza di rispetto per la vita!

"Mostruoso" perchè rappresenta uno spaccato della nostra società, arrivata ad abituarsi alla vista di immagini terribili senza quasi battere ciglio.

"Mostruoso" perchè ci indignamo nel vedere immagini di omicidi o di catastrofi in paesi lontani migliaia di km, e diamo poco spazio o attenzione ad un fatto successo "in casa nostra".

Il "Tormento di un povero Cristo", iniziato in un sotterraneo di una camera di sicurezza del Tribunale, per opera di tre agenti di polizia che gli hanno inferto, con con inaudita violenza, calci e pugni fino a rompergli la schiena. Cucchi, iniziò a morire in quel pavimento.

Ma, a finire il "lavoro" dei tre "carnefici", ci pensarono altri tre "campioni di umanità", con il camice bianco (non riesco a chiamarli medici), che alla vista del corpo "martoriato", in stato evidente di immediate cure, si limitano a scrivere che il giovane è polemico, reticente, "ha un atteggiamento oppositivo e diffidente".

Possibile che tre persone qualificate come medici, non si rendano conto di quanto è successo a Stefano?

Possibile che tre dottori non si accorgano della sofferenza fisica e psicologica di un ragazzo pestato selvaggiamente?

Il protocollo, il regolamento, la prassi, le relazioni modulistiche scritte secondo il codice, gli schemi riempiti con annotazioni di "raffinata tecnica" professionale, tutto come da norma.

Alcuni passaggi di una "mappatura" stilata da questi "specialisti" nel disprezzo della vita di chi sta morendo davanti ai loro occhi:

"si certifica che la percezione sensoriale non è limitata e lo stato di nutrizione eccellente",

"il paziente, in ragione delle fratture alle vertebre, è completamente allettato e immobile"

"Paziente molto polemico - scrive - Si gira con la testa mantenendo la posizione prona. Si convince a farsi visitare, ma è comunque scarsamente "collaborante"". (notate l'uso della parola "collaborante" al posto di "collaborativo". Lapsus, o scarsa padronanza del linguaggio? mia considerazione-Pino Lupo)

"Il paziente presenta verosimile ematoma regione glutea sinistra e vistoso ematoma ed ecchimosi preorbitaria sinistra. Rifiuta di continuare a parlare. Impossibile proseguire. Somministrare "Contramal" al bisogno".

"Si propone nuovamente al paziente reidratazione endovenosa - scrive - Ma il paziente rifiuta perché vuole prima parlare con il suo avvocato e con l'assistente della comunità Ceis. Rifiuta anche di alimentarsi, come sta facendo sin dall'ingresso per lo stesso motivo. Per lo stesso motivo rifiuta anche di effettuare ecografia dell'addome".

Alle 6,15 del 22 ottobre, il cuore di Stefano smette di battere.
Nelle note: "circondato da personale infermieristico impegnato in manovre di rianimazione fino alle 6.45, ora del decesso".

Continuo a ripetere che tutto ciò è agghiacciante e mostruoso!

Un paese che clicca con il telecomando, "scavalcando questi cadaveri", con indifferenza e rassegnazione, ha perso il valore per il significato della dignità umana con i suoi diritti.

Dobbiamo raccogliere il grido di solitudine, di rabbia e di abbandono di Stefano!

Non deve accadere più una cosa del genere. Per questo non dobbiamo dimenticare!

Quel grido di dolore potrebbe essere lo stesso grido dei nostri figli e di una madre che non può accettare una morte senza significato!

Pino Lupo








[Modificato da parliamonepino 17/11/2009 18:51]



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Fonte->  Sergio Romano, ambasciatore della barbarie

sergio_romano

Sergio Romano, uno dei tanti cattivi maestri della Repubblica


Le
dichiarazioni del sottosegretario Giovanardi sulla vicenda di Stefano Cucchi – vicenda inquietante ma assai piu’ “normale” di quanto si pensi nel panorama della giustizia e delle carceri in Italia – sono state additate come il segno piu’ recente e vistoso dell’incivilta’, dell’ignoranza e della disumanita’ della classe dirigente del paese. Difficile immaginare parole piu’ insultanti per chi le pensa e le pronuncia, difficile immaginare che quelle parole possano essere superate sulla strada dell’indecenza, anche considerando i dettagli agghiaccianti che stanno emergendo.


Ma in Italia niente e’ impossibile e la realta’ e’ sempre piu’ prolifica della fantasia e dell’immaginazione. Sergio Romano, ex ambasciatore, editorialista del Corriere della Sera, opinionista, scrittore, pensatore che passa tra i piu’ raffinati e colti, ci ha offerto sabato scorso, dalle colonne del principale quotidiano italiano, l’esempio piu’ rappresentativo di quella realta’ che supera la fantasia. Sul caso Cucchi, Romano
scrive:

Il caso del giovane Cucchi ha suscitato gravi sospetti sul comportamento delle forze di polizia e dei medici. È giusto che l’opinione pubblica ne sia preoccupata e che la ma­gistratura indaghi. Ed è giusto che i giornali abbiano dato spazio alle voci di quanti sono indignati dalla possibilità di atteggiamenti repressivi o ne­gligenti. Ma questo coro di proteste e accuse ha avuto l’ef­fetto di oscurare un aspetto della vicenda non meno im­portante. Commossi dalla morte di Stefano Cucchi, ab­biamo dimenticato che ogni persona è responsabile della propria vita ed è inevitabil­mente destinata a raccogliere i frutti delle proprie scelte. Non ne sono sorpreso. La rea­zione al caso Cucchi è quella che si è progressivamente dif­fusa ormai da parecchi anni si­no a diventare, col passare del tempo, «corretta». La morte della vittima ne cancella le re­sponsabilità; e tanto meglio se la colpa può essere imputa­ta allo Stato e alle sue istituzio­ni. Il caso del ragazzo Giuliani ucciso a Genova durante la manifestazione del G8 nel­­l’estate del 2001 è probabil­mente l’esempio più clamoro­so di questa nuova regola so­ciale.
A me sembra che tale rego­la — la vittima è sempre inno­cente — renda un pessimo ser­vizio ai nostri figli e nipoti. Se continueremo su questa stra­da li convinceremo che non sono responsabili di se stessi, che non hanno il dovere mora­le di pesare attentamente le lo­ro azioni. Educheremo genera­zioni di ragazzi che oscillano fra l’autocompatimento e la frustrazione. Non avrei usato le parole di Carlo Giovanardi, ma credo che il suo intervento «scorretto» abbia avuto il me­rito di ricordare ciò che troppi hanno dimenticato.

Parole indegne quelle di Romano, ingiustificabili, che cozzano contro i principi fondamentali, le basi stesse della civilta’ umana, costruiti quei principi e quelle basi con il sacrificio, la sofferenza, il sangue, la vita di miliardi di esseri umani nel corso dei millenni. Non ci sono davvero parole che possano esprimere tutto il raccapriccio e lo sdegno civile per questa lezione d’incivilta’ e di morte offerta da Sergio Romano come risposta ai lettori del Corriere. Quanta tristezza ambasciatore Romano! Quanta tristezza nella mente raffinata, erudita, che dimentica la ragione stessa del vivere insieme, le fondamenta della Repubblica, le sue pietre piu’ importanti, che sostengono tutto l’edificio, la Vita, la Liberta’ e il perseguimento della Felicità. Quanta tristezza per questa povera patria, la barbarie viene addirittura stampata sulle colonne del principale quotidiano del paese, nel tentativo di legittimarla, razionalizzarla. L’ambasciatore Romano normalizza l’impensabile, come se Hannah Arendt non ci avesse mai detto nulla sulla banalita’ del male. Povera patria, ridotta dai cattivi maestri non al sonno ma al coma profondo della ragione.


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parliamonepino, 17/11/2009 17.16:

Giusto per non dimenticare questo "mostruoso" omicidio.

"Mostruoso" per la crudeltà, l'indifferenza e la mancanza di rispetto per la vita!

"Mostruoso" perchè rappresenta uno spaccato della nostra società, arrivata ad abituarsi alla vista di immagini terribili senza quasi battere ciglio.

"Mostruoso" perchè ci indignamo nel vedere immagini di omicidi o di catastrofi in paesi lontani migliaia di km, e diamo poco spazio o attenzione ad un fatto successo "in casa nostra".

Il "Tormento di un povero Cristo", iniziato in un sotterraneo di una camera di sicurezza del Tribunale, per opera di tre agenti di polizia che gli hanno inferto, con con inaudita violenza, calci e pugni fino a rompergli la schiena. Cucchi, iniziò a morire in quel pavimento.

Ma, a finire il "lavoro" dei tre "carnefici", ci pensarono altri tre "campioni di umanità", con il camice bianco (non riesco a chiamarli medici), che alla vista del corpo "martoriato", in stato evidente di immediate cure, si limitano a scrivere che il giovane è polemico, reticente, "ha un atteggiamento oppositivo e diffidente".

Possibile che tre persone qualificate come medici, non si rendano conto di quanto è successo a Stefano?

Possibile che tre dottori non si accorgano della sofferenza fisica e psicologica di un ragazzo pestato selvaggiamente?

Il protocollo, il regolamento, la prassi, le relazioni modulistiche scritte secondo il codice, gli schemi riempiti con annotazioni di "raffinata tecnica" professionale, tutto come da norma.

Alcuni passaggi di una "mappatura" stilata da questi "specialisti" nel disprezzo della vita di chi sta morendo davanti ai loro occhi:

"si certifica che la percezione sensoriale non è limitata e lo stato di nutrizione eccellente",

"il paziente, in ragione delle fratture alle vertebre, è completamente allettato e immobile"

"Paziente molto polemico - scrive - Si gira con la testa mantenendo la posizione prona. Si convince a farsi visitare, ma è comunque scarsamente "collaborante"". (notate l'uso della parola "collaborante" al posto di "collaborativo". Lapsus, o scarsa padronanza del linguaggio? mia considerazione-Pino Lupo)

"Il paziente presenta verosimile ematoma regione glutea sinistra e vistoso ematoma ed ecchimosi preorbitaria sinistra. Rifiuta di continuare a parlare. Impossibile proseguire. Somministrare "Contramal" al bisogno".

"Si propone nuovamente al paziente reidratazione endovenosa - scrive - Ma il paziente rifiuta perché vuole prima parlare con il suo avvocato e con l'assistente della comunità Ceis. Rifiuta anche di alimentarsi, come sta facendo sin dall'ingresso per lo stesso motivo. Per lo stesso motivo rifiuta anche di effettuare ecografia dell'addome".

Alle 6,15 del 22 ottobre, il cuore di Stefano smette di battere.
Nelle note: "circondato da personale infermieristico impegnato in manovre di rianimazione fino alle 6.45, ora del decesso".

Continuo a ripetere che tutto ciò è agghiacciante e mostruoso!

Un paese che clicca con il telecomando, "scavalcando questi cadaveri", con indifferenza e rassegnazione, ha perso il valore per il significato della dignità umana con i suoi diritti.

Dobbiamo raccogliere il grido di solitudine, di rabbia e di abbandono di Stefano!

Non deve accadere più una cosa del genere. Per questo non dobbiamo dimenticare!

Quel grido di dolore potrebbe essere lo stesso grido dei nostri figli e di una madre che non può accettare una morte senza significato!

Pino Lupo












Sempre per non dimenticare!

Stefano Cucchi.

Federico Aldrovanti.

Aldo Bianzino.

Ascoltate e guardate il volto della sorella di Cucchi, nel filmato qui sotto riportato, mentre racconta la vicenda di Stefano.

Come è possibile che anche questo caso venga archiviato?

Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, considerando che sei un dipendente dello Stato, mantenuto dal popolo, ti invierò una foto di Stefano Cucchi e poi ti chiederò: "TROVA I RESPONSABILI!"



Ecco l’indirizzo mail per scrivere a chi amministra la Giustizia:
alfano_a@camera.it





[SM=g1380307]





[Modificato da parliamonepino 30/12/2009 14:06]



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troppe omertà..troppi silenzi troppi "io non ho visto niente"..
questo è quello che succede nelle carceri e quello che succede anche in altri casi, non c'entra ma lo metto lo stesso.., in casi di pedofilia..


uno schifo!






Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
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