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Ponte sullo Stretto, si parte

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2009 08:55
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17/10/2009 16:46
 
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Il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli ha reso noto l'inizio dei lavori il 23 dicembre 2009 e la chiusura nel 2016.
Ora, dinanzi all' emergenza in Abruzzo, al crollo di Giampilieri in Sicilia, agli interminabili cantieri della Salerno-Reggio Calabria...

Abbiamo bisogno di questa infrastruttura?

E soprattutto, perché?


Con la nazione che ancora piange i morti messinesi dovuti ad una situazione edilizia da terzo mondo, il nostro amato premier ha il coraggio di parlare della grande quanto inutile opera del sud Italia. Il Ponte di Messina

Il pluriprescritto ha infatti affermato che “il Ponte sullo Stretto si farà” e che “a dicembre partiranno i lavori”.

Ma andiamo al punto più delicato della questione. Chi, in questo periodo di crisi e di tagli, sborserà i soldi per la costruzione?

I furbetti pro al ponte vi risponderanno che l’opera verrà fatta con i soldi delle banche. In pratica la natura privatistica del modello consente alla “Stretto di Messina S.P.A.” di attivare con la massima libertà dei prestiti di qualsiasi cifra che le Banche sicuramente non rifiuteranno.

Ma casualmente quello che si dimentica sempre di dire è il perché di questa “generosità” da parte delle
 Banche. La risposta è semplice ed immediata.

Perché i prestiti sono garantiti dal capitale pubblico. Sarà lo Stato che dovrà rimediare ai debiti frutto della prevedibile differenza tra le rate di rimborso dei prestiti e le entrate relative alla gestione del Ponte.

In altre parole, come sempre succede in questa nazione dove non si conosce il vero significato di “libero mercato”,  i prestiti di una società di diritto privato si trasformeranno in debito che andranno a pesare sul bilancio dello Stato.

Gli italiani, in sintesi, come già successo per le autostrade, pagheranno due volte l’opera.

Una volta – se mai il ponte sarà aperto – pagando il pedaggio per attraversarlo.

L’altra volta subendo il reale peso dovuto alla costruzione del ponte

Ma la cosa “bella” è che quest’ultimo “scippo” gli italiani lo subiranno sia che il ponte si farà sia che non si farà, perché Eurolinkleggi Impregilo – verrà pagata in ogni caso.



http://www.byteliberi.com/



 
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17/10/2009 19:37
 
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LA GENTE DEVE SAPERE,
LA GENTE SI DEVE SVEGLIARE,
LA GENTE DEVE GRIDARE,
BERLUSCONI SEI UN MALEDETTISSIMO "MAFIOSO"


Raffaele



Impregilo annuncia l'apertura a gennaio dei cantieri del Ponte

 


A gennaio 2010 partiranno i lavori del Ponte: dopo l’annuncio di Anas e governo arriva quello dell’impresa vincitrice. Ma l’avvio non riguarda il cantiere principale – di cui ancora non esiste il progetto definitivo – ma quelli preliminari.

«Come realizzare una scala esterna per una casa che ancora non c’è».

Nel frattempo, Impregilo lamenta l’eccesso di burocrazia in Italia.
E tace del suo imbarazzante curriculum, fatto di
autostrade mai finite in Calabria,
smaltimento illegale di rifiuti in Toscana,
ecoballe campane

Agli annunci dei politici ed ai proclami dell’Anas non crede più nessuno. Ma adesso parla Alberto Rubegni, amministratore delegato di Impregilo: «Tra pochi mesi iniziamo il lavori del Ponte». Più esattamente i «cantieri preliminari», cioè i lavori a terra annunciati per gennaio.

Si tratta del delirio di strade e ferrovie che stravolgeranno l’area urbana dello Stretto, e che risulteranno perfettamente inutili fino al completamento del Ponte. Al momento, tuttavia, non è stato neanche completato il progetto definitivo.

«E se dovesse essere valutato come inattuabile, a cosa saranno servite opere che si giustificano solo ed esclusivamente in funzione del Ponte?», si chiede Guido Signorino, docente di economia, uno dei massimi esperti dei conti della mega-infrastruttura.
«Cosa ne sarebbe di lavori frettolosamente realizzati con un anticipo di 6-7 anni?
È come realizzare una scala esterna per una casa che non c’è.

Insomma, una follia, che potrebbe finire col costituire un danno erariale di proporzioni gigantesche».


Alle strutture secondarie, si affiancano le «opere compensative»: un fiume di soldi finalizzato teoricamente a ripagare dei danni sociali ed ambientali dei cantieri, in pratica a «comprare» il territorio e sopirne le proteste, l’ultima delle quali ha portato inaspettatamente in piazza a Messina 8 mila manifestanti.


«Il recupero del fronte-mare, lo spostamento della stazione, la metropolitana del mare, eccetera non hanno alcuna connessione ‘tecnica’ col Ponte e servono alla città di Messina non ‘a causa’ del ponte, ma ‘indipendentemente’ da esso; meglio ancora: ‘invece’ del Ponte», dice ancora Signorino. «Considerando il prezzo che la città ha pagato alla sua funzione di snodo per l’attraversamento dello Stretto, la ‘compensazione’ è dovuta per la funzione svolta nell’ultimo cinquantennio a servizio del sistema nazionale dei trasporti, non per la morte civile che le si vuole regalare in omaggio alla realizzazione di un’opera faraonica quanto inutile».


Come molte imprese italiane, Impregilo ama sputare nel piatto in cui mangia. Vive della rendita delle commesse statali, ma si lamenta dell’«eccesso di burocrazia». Secondo Rubegni, ci sarebbe «più certezza dei diritti» all’estero, dove la società di Sesto San Giovanni ha ottenuto l’appalto per l’allargamento del Canale di Panama, un contratto da 3 miliardi di dollari, ed è in corsa per un dissalatore a Dubai ed uno in Arabia Saudita, finanziato coi petrodollari della famiglia reale.


Eppure in Italia la società non se la passa male: ha in tasca i contratti del Ponte, della Pedemontana Veneta, della Tem [Tangenziali Esterne di Milano] e probabilmente riuscirà a strappare ancora qualcosa dall’Alta Velocità, altra vicenda di cantieri eterni.

Forse, quando parlano di «eccesso di burocrazia», i dirigenti Impregilo pensano ai provvedimenti della magistratura nelle vicende campane, tra ecoballe ed inceneritori; o il cantiere lumaca della Salerno – Reggio Calabria, avviato nel 1997, perennemente infiltrato dalle ‘ndrine storiche del reggino e segnato da sette inchieste giudiziarie; le polemiche seguite al crollo dell’ospedale dell’Aquila; la condanna [in primo grado] di Rubegni per «smaltimento illecito di rifiuti» durante i lavori di costruzione della tratta ferroviaria dell’Alta velocità Firenze-Bologna; per finire con la meno nota vicenda della Milano-Genova, il cui terzo valico è stato lanciato nell’ottobre 1991 come ramo secondario dell’Alta velocità e che nel 2009 è ancora fermo per un contenzioso tra Impregilo e Ferrovie.


Un curriculum imbarazzante di cui qualcuno, ad esempio Anas, dovrebbe chiedere conto.

Ma non accadrà nulla del genere, anzi proseguirà la strategia delle «mucche da mungere», il neo-interventismo statale finalizzato alla socializzazione delle perdite ed alla costruzione di partnership pubblico-privato, utili a portare profitto a pochi contractors, a prescindere da tutto e tutti, a cominciare dai movimenti accusati di miopia ed egoismo ed invece al momento unica forma di opposizione allo sciacallaggio di poche aziende.

[Modificato da ®@ffstef@n 17/10/2009 19:41]
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17/10/2009 20:25
 
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PER CAPIRE REALMENTE COME STANNO LE COSE, RIPORTO UN VECCHIO ARTICOLO
DATATO 3 NOVEMBRE 2005.


L 'IDEA CHE MI SON FATTO SPERO CULMINI
NELL'ARRESTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.


[lib] Mafia e dintorni. "Ponte sullo Stretto: Vincera' Impregilo"

"La gara per il ponte sullo Stretto la vincerà Impregilo".

 

Quando i pm di Monza hanno letto i brogliacci delle intercettazioni telefoniche

sono rimasti colpiti. Il colloquio intercettato infatti si svolge tra Paolo Savona
- al momento dell'intercettazione presidente di Impregilo, una delle due

cordate in gara per il ponte - e Carlo Pelanda, economista e amico di Savona.


Una frase che ha sollevato l'attenzione degli inquirenti anche perché al

telefono Pelanda sostiene di avere saputo da Marcello Dell'Utri del probabile

esito della gara per l'appalto più costoso mai assegnato in Italia.
Sarebbe
stato il senatore di Forza Italia a dare assicurazioni in tal senso.
In
effetti, il 13 ottobre la gara è stata vinta da Impregilo.

 

La frase di Pelanda a Savona viene captata per caso. I microfoni degli

investigatori stavano registrando le conversazioni telefoniche dei vertici di

Impregilo (oggi rinnovati) nell'ambito di un'inchiesta per falso in bilancio e

false comunicazioni sociali che si trascina da tempo, e nella quale sono

indagati a vario titolo Paolo Savona e Pier Giorgio Romiti, figlio dell'ex

presidente di Fiat. Il sostituto procuratore Walter Mapelli e il suo capo, il

procuratore di Monza Antonio Pizzi, al ponte non ci pensano nemmeno. Ma, a

partire dalla fine dell'estate, molte delle comunicazioni registrate iniziano a

riguardare proprio la gara: sono le settimane decisive, è in gioco l'appalto

del secolo, un'opera da 3,88 miliardi di euro. In lizza sono rimasti soltanto

due concorrenti, dopo il ritiro delle cordate straniere: Impregilo e Astaldi.

 

Per entrambi i concorrenti è una partita decisiva. L'affare è colossale sia che

il ponte venga costruito, ma anche (o soprattutto, come sostengono in molti)

che resti sulla carta, visto che il contratto prevede una penale stratosferica

in caso di recesso da parte dello Stato (il 10 per cento dell'importo totale,

cioè 388 milioni, più le spese già affrontate dal general contractor) dopo la

definitiva approvazione dell'opera prevista per il 2006. Così le telefonate, i

contatti a tutti i livelli sono incessanti. Nulla, però, di penalmente

rilevante.

 

Poi arriva quella telefonata che gli investigatori ascoltano e riascoltano.
Che
passano ai pubblici ministeri. Pizzi e Mapelli si consultano a lungo sul da

farsi. E alla fine, nel corso di un interrogatorio di Paolo Savona, gli

domandano: "Il professor Pelanda le ha detto che voi avreste vinto la gara per

il ponte. Come faceva a saperlo? E Marcello Dell'Utri che cosa c'entra?".

Savona risponde: "Era una legittima previsione: Pelanda mi stava spiegando che

noi eravamo obiettivamente il concorrente più forte". I pm di Monza, tuttavia,

sono convinti di avere in mano altri elementi per nutrire qualche dubbio sulla

gara di aggiudicazione.

 

Paolo Savona e Carlo Pelanda (economista ed editorialista del Foglio e del

Giornale) si conoscono da anni, hanno scritto libri insieme, niente di strano

che si sentano e che parlino anche del Ponte.

Ma Pelanda chiama in causa il suo
amico Marcello Dell'Utri,
senatore di Forza Italia, stretto collaboratore di
Berlusconi.
Anche Pelanda e Dell'Utri si conoscono: Pelanda è stato presidente

dell'associazione "Il Buongoverno", fondata proprio dal senatore.

 

In Procura c'è molta cautela: non si vuole danneggiare Impregilo, la più grande

impresa della zona, soprattutto adesso che i vertici coinvolti nell'inchiesta

sono cambiati. Ma da quelle parole e dagli altri elementi raccolti, il

procuratore Antonio Pizzi (già noto per essersi occupato delle inchieste sul

Banco Ambrosiano e le Bestie di Satana) potrebbe decidere di avviare

un'inchiesta per turbativa d'asta. E se questa inchiesta venisse aperta nel

fascicolo potrebbe comparire anche un altro nome importante: quello dell'ex

presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che figura nei brogliacci delle

intercettazioni per alcuni contatti con Pelanda. L'ex presidente e l'economista

sono infatti in buoni rapporti. Pelanda è stato consigliere della Presidenza

della Repubblica (mentre oggi risulta consulente del ministro della Difesa

Antonio Martino).

 

A questo si riferiva lo stesso Cossiga quando, durante la puntata di Porta a

Porta del 5 ottobre, ha rivelato: "Sono stato intercettato da un pm mentre

parlo con un mio amico che brigava per ottenere gli appalti del Ponte".

 

{Fonte: Repubblica.it}

  http://www.mail-archive.com/altrinformazione@chiodofisso.org/msg00310.html

 











 

[Modificato da ®@ffstef@n 17/10/2009 20:37]
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18/10/2009 20:41
 
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POLITICI CORROTTI..QUALE MAZZETTA E' DESTINATA ALLE VOSTRE TASCHE?

ITALIANI SVEGLIAMOCI


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18/10/2009 21:40
 
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Uno degli slogan di Mussolini, dal balcone di Palazzo Venezia nel 1935, fu: "E noi tireremo dritto..!".

Cito questa battuta senza ironia, ma per far comprendere il cipiglio del nostro Ministro del Consiglio, Berlusconi, lanciato verso gli obiettivi del suo programma.

Ho notato che il capo della Protezione Civile, l'ingegnere Guido Bertolaso, qualche giorno fa, in parlamento, ha esortato il nostro Governo ad impiegare, come prima emergenza, le forze economiche, per la protezione e la sicurezza del nostro territorio. Bertolaso ha stimato che con 25 miliardi di euro si può eliminare il dissesto delle costruzioni abusive in Italia.

Bertolaso, pur essendo collaborativo con il Governo per intervenire nelle "emergenze", ha sottolineato, forse indirettamente, che prima di dare il via alla costruzione del ponte di Messina, andrebbero canalizzati gli investimenti in lavori più utili per l'Italia.

"L'uomo del ponte" ha detto: "No!". O forse, vuole fare le due cose insieme........

Maledette speculazioni!!!!! In tutti i Governi che si sono succeduti, in questi decenni, ci sono state sempre delle speculazioni, specie nell'edilizia.

Pino
[SM=g1380307]








__________________________________________________
19/10/2009 08:54
 
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Non si tratta solo di speculazioni,purtroppo,in tale affare gigantesco c'e' di mezzo pure la mafia (o meglio,ci sono in mezzo organizzazioni criminali di stampo mafioso,sia che si tratti della mafia siciliana che della 'ndrangheta calabrese o di altra organizzazione)

---> www.livesicilia.it/2009/06/27/giusy-vitale-il-ponte-sullo-strettocera-laccordo-tra-mafia-e-ndr...

Ci sara' pure una ragione se molti affermano che Berlusconi c'entri in qualche maniera con la mafia,no?
[Modificato da pcerini 19/10/2009 08:55]
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