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Dramma nell'interland milanese:
il bambino si è impiccato in casa.
Lo zio: «Era deriso dai compagni»
MILANO
Si è suicidato con il laccio della tuta dopo aver ricevuto una nota scolastica perchè era disattento durante la lezione. Si chiamava Andrea e aveva solo 9 anni il bambino che ieri si è tolto la vita a Trucazzano d’Adda, comune in provincia di Milano.
Secondo le prime informazioni il bambino, che frequentava la scuola elementare, è tornato a casa e ha mostrato alla madre la nota scolastica, ricevuta perchè disattento. Poi il bambino si è chiuso in camera, dove è rimasto per alcune ore, mentre la madre si sarebbe allontanata dall’appartamento che si trova lungo la strada provinciale Rivoltana. Il piccolo ha preso il laccio di una tuta e decidendo di suicidarsi. A scoprire il corpo senza vita è stata la madre, una volta rientrata in casa. La donna ha tentato di rianimarlo, ha chiamato il 118 ma ogni tentativo è stato inutile: il piccolo era morto sul colpo. La donna è ancora sotto choc e non sa ricostruire ai militari intervenuti sul posto quanto accaduto ieri sera, intorno alle 19. In casa non c’era il padre del piccolo, un operaio, che ora assiste la moglie ricoverata per un malore.
È quella del suicidio l’ipotesi prevalente sulla morte. Al momento, infatti, ai carabinieri e agli inquirenti non risultano altre possibili spiegazioni della tragedia. Nuovi elementi potranno forse essere acquisiti dopo aver sentito i compagni di scuola di Andrea e aver riascoltato i genitori che al momento sono straziati dal dolore e poco in grado di ricostruire la vicenda in tutti i più piccoli dettagli. Non ha trovato riscontri ufficiali, invece, l’ipotesi di un gioco finito male avanzata in ambienti scolastici. «Non escluderei - ha detto il sindaco, Vittorio Sartirana, che a lungo ha confortato i genitori - che il bambino avesse in mente una qualche forma di gioco. Nel senso che forse nel momento in cui ha deciso di compiere quel gesto non si rendeva ben conto della differenza tra la realtà e la finzione». È probabile quindi che l’ipotesi di un gioco sia in qualche modo il disperato tentativo di dare una ragione a una tragedia che lascia sbigottito un intero paese.
Anche se potrebbe non essere stata solo la nota a scatenare l’imprevedibile reazione di Andrea. Secondo lo zio, infatti «quella non era la prima nota e lui le prendeva sempre per colpa degli altri, che lo prendevano continuamente in giro». «Non so, forse perchè era magro, con gli occhiali, forse perchè era timido, però era continuamente bersagliato da scherzi da parte dei suoi compagni - dice lo zio Donato C., 33 anni -, il problema è che gli altri erano più furbi e le maestre beccavano sempre lui». Il fratello della mamma ha confermato che quella di ieri, nell’ultimo giorno di scuola, non era certo la sua prima nota. «Non è attento e non segue la lezione», vi sarebbe scritto sull’appunto portato a casa sul diario del piccolo Andrea. «Lo avevano preso in giro come al solito - dice tra le lacrime lo zio -. Per questo si era distratto e quando la maestra lo ha rimproverato, lui, che si sentiva nel giusto, ha sbuffato alzando gli occhi al cielo. E così è arrivata la nota. Beh, forse nell’ultimo giorno di scuola potevano esser clementi».
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Sento parlare molto spesso che i ragazzi si suicidono per una bocciatura o per tante altre cose ,secondo me ci vorrebbe un ora di psicologia nelle scuole , cioè come l'ora di religione ci vorrebbe anche un ora di un dottore di psicologia ,che aiuta i nostri ragazzi seguendoli durante l'anno scolastico per evitare traggedie simili si potrebbe far inserire una legge simile nei diritti umani dei minori.
[Modificato da Jon Konneri 12/06/2009 22:17]
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà