Al sig. Alessandro Volpi è stata sospesa la pensione senza che abbia ricevuto delle giustificazioni, nonostante il suo stato di salute sia compromesso in modo grave.
Questa azione, a dir poco, barbara, non è sta commessa dai naziskin ma da un ente che dovrebbe tutelare persone che versano in condizioni come quella riconosciuta del sig. Alessandro Volpi.
La realtà, adesso anche economica, del sig. Volpi, è peggiorata.
"Che senso ha vivere in queste condizioni, come faccio a combattere e con quali forze?", mi dice Alessandro.
Questa situazione è agghiacciante! Non si parla più di ostilità, ma qui campeggia l'insensatezza di certe misure, qui trabocca la mancanza di rispetto per la vita. Non riesco neanche a definire gli autori di questo gesto cattivi, ma semplicemente persone cui i sentimenti sono stati annullati, disintegrati.
Il rispetto per il prossimo non si comprende cosa sia.
Il rispetto non è più rintracciabile nella violenza, ma nella mancanza di dare un significato all'esistenza di chi soffre.
Come si fa a contestare, ad opporsi, a persone che non riescono a dare significato all'esistenza di una persona riconosciuta come malata.
Sembra che nelle Istituzioni, ormai, trovi radice sempre di più l'ingiustizia, una mala pianta.
Si rifiuta la "pena di morte", nel nostro "santo" paese! E questa cos'è, se non una condanna a morte? Perchè di condanna a morte si tratta!
Nella mente di chi ha il potere passa questo messaggio, sempre più chiaro: "Si può eliminare il più debole? Si può!".
Non serve strillare, ma il compito è più complesso ed enorme.
Serve una nuova educazione da insegnare, per ridare un volto umano e di solidarietà a chi per primo deve dare l'esempio.
Saluti
Pino Lupo
[Modificato da parliamonepino 03/03/2009 14:19]
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