Cari Amici,
Voi tutti che mi leggete, in qualche modo, siete venuti a conoscenza dei giorni di tensione che la mia famiglia ha affrontato questa settimana in vista dell’intervento a cuore aperto cui mio figlio ha dovuto far fronte.
Le notizie su Michele sono sempre più confortanti e questa mattina mi sento più lucido per esprimere una mia considerazione nella speranza che ne venga colto lo spirito sincero con cui mi accingo ad esporla.
Questa settimana ero in gravi difficoltà emotive. Non saprei quali parole si possono dire per spiegare l’affetto e l’amore che si prova per un figlio, è un legame che sfugge al pensiero logico, che parte dal più profondo della mia intimità. Ad ogni persona che incontravo, negli scorsi giorni, raccontavo la mia vicenda, ed il mio sentimento di padre, era come se chiedessi aiuto a tutti, era un grido di una persona “debole” e “fragile”, era un segnale d’impotenza.
Mi ricordo di una frase molto significativa di Marcello Marchesi: “
Affogò perché si vergognava a gridare aiuto”.
Ho scritto questa premessa perché ho ricevuto, da tutti quanti voi, una grande SOLIDARIETA’ per quello che stava capitando a mio figlio. Ho avvertito che si è trattato non di semplice COMPASSIONE ma di vera e propria SOLIDARIETA’.
Siete state persone "vere" che mi siete state vicino, che avete partecipato alla mie sofferenze, che avete avuto un atteggiamento di piena adesione ai miei sentimenti e di fondamentale incoraggiamento per gli interessi e la salute di mio figlio.
Credo che essere utili al prossimo sia l’opera umana più bella e meravigliosa, è un vero segno di fratellanza e di uguaglianza universale.
Nella sala di attesa, prima di essere chiamati ad entrare in camera intensiva, ho visto genitori di un bambino di due anni iraniani, c’era una mamma, per la figlia di 20 anni, tedesca e tante altre persone. Lo sguardo di tutti era uguale, l’atteggiamento di preoccupazione e sofferenza erano uguali, le lacrime erano uguali, non si notava nessuna diversità. Il dolore e la sofferenza non creavano nessuna diversità.
Ho ricevuto un numero impressionante di messaggi sul telefono, ho ricevuto messaggi privati da molte persone che non mi avevano mai scritto per le diversità di idee ed opinioni.
Ho visto che in
molti forum, dove non mi è permesso intervenire, sono state scritte parole di solidarietà anche da coloro con cui ho avuto forti “incrinature”, quasi insanabili. Da tutti ho ricevuto parole di incoraggiamento e di SOLIDARIETA’. Grazie.
Una “comunità”, un gruppo di persone, singole persone, per il bene di una singola persona: mio figlio Michele.
Questo è stato il più bel segnale della mia vita, perché se un “mondo di esseri umani” mostrano solidarietà per una persona in “difficoltà”, significa un grande passo avanti per essere solidali con tutti.
La solidarietà è stata un segno di “tenerezza” tra persone differenti, è la massima espressione, una forma straordinaria di “gemellaggio” tra persone di idee diverse, un segno di uguaglianza universale.
Grazie, veramente di cuore a tutti.
Pino Lupo
[Modificato da parliamonepino 06/02/2009 15:08]
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