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Eluana, la lunga attesa l'ultimo inferno di papà Englaro

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2009 18:52
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"Per lei ho annullato la mia persona". Cassazione, sentenza in arrivo
Lui voleva dar voce a sua figlia senza voce. Sopportare il lutto è faccenda privata

LECCO - In queste ore Beppino Englaro aspetta.

Come sempre, quando nessuno lo vede (ieri a ora di cena è spuntato in clinica), va a visitare Eluana. E sta accanto ai telefoni. "Solo per Saturna ed Eluana", questo ripete, che l'ha fatto per loro. "Per loro ho accettato di annullare la mia persona dietro il problema abnorme e urgente della mia creatura. E lo rifarei ancora, adesso e per loro". Una volta, raccontando (l'ha fatto anche nel suo libro) dei giorni in cui capì che non c'era più nulla da fare, se non tentare di far rispettare la volontà di sua figlia, Englaro parlò di "Assaggio dell'inferno a venire".

E inferno, l'inferno su questa terra, è un'espressione che gli è venuta a galla spesso, in queste settimane di perenne vigilia.

Ci siamo, non ci siamo. Avanti e indietro.

Luglio la sentenza, poi le polemiche politiche, poi il ricorso della procura, poi la Cassazione, passano le ore e per quante difficoltà Beppino Englaro avesse messo nel conto, certo non avrebbe mai immaginato che gli si desse pure dell'assassino. Lui intanto "si prosciuga", come gli ha detto la suora che accudisce Eluana.

È un padre che ha studiato, anzi si è sforzato di studiare medicina, giurisprudenza, filosofia, tutto quanto servisse a dare un senso alle cose, a trovare una via d'uscita per Eluana ("Non certo per me").

Ha mollato il lavoro, sempre per stare dietro alla moglie e alla figlia, in una corrente alternata di dolore e di resistenza: "Saturna e io, quando la Corte d'appello ci aveva dato ragione, rispettando la Cassazione, abbiamo sentito le campane rintronarci in testa.

Ci siamo scambiati sguardi lunghi minuti, e sorrisi pieni di parole, sorrisi come abbracci. Già pensavamo di raccogliere i nostri ultimi stracci lasciati in giro prima della dipartita verso le stanze private della nostra vita familiare.

La battaglia,
Era riuscito finalmente a dar voce a sua figlia senza voce, questo gli interessava, da molto tempo. Sopportare poi tutto il resto, il lutto, è affare suo: non vuole che nessuno entri in questa sfera privata. Si trincera dietro un sorriso triste e stereotipato. Ma poi Francesco Cossiga, Eugenia Roccella, altri parlamentari, il Vaticano, i vescovi, hanno alzato una cortina di parole "in nome della difesa della vita". E hanno messo in dubbio che un padre sapesse che cosa sognava sua figlia, o chi era sua figlia. Beppino non ha mai ribattuto.

Agli amici dice che un padre non può certo accompagnare la sua unica figlia alla morte se non volesse difendere qualche cosa che non è la vita meccanica, il respiro, ma un senso più profondo della vita stessa: "Che poi il Dio della Croce - dice - abbia la pretesa di vedere e costringere i suoi figli allo stato vegetativo permanente, scusatemi, ma rimane una faccenda ambigua, tutta da dimostrare".

Può sembrare strano, ma tra i pochi che lo hanno aiutato a non soffrire troppo c'è stato il professor Carlo Defanti. Non ha figli, si occupa da sempre del territorio di confine che c'è tra la vita e la morte, ha speso decenni in Neurologia. E un giorno, per rincuorare Beppino, gli ha detto semplicemente ""Eluana è un po' mia", ed è riuscito a colpirmi nel profondo", così dice questo papà che non molla e che, quando su Lecco è scesa la sera, è andato a vedere il cielo dalle finestre della stanza d'ospedale di sua figlia.

PIERO COLAPRICO per La repubblica.it

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troppo comodo ereggersi a giudice!!!








Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


13/11/2008 18:12
 
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Stato Laico vs Vaticano = 1 - 0

[SM=x1061911] [SM=x1061911] [SM=x1061911]

da www.repubblica.it/2008/10/sezioni/cronaca/eluana-eutanasia-3/sentenza-cassazione/sentenza-cassazi...

Cade l'ultimo ostacolo per l'interruzione delle cure alla Englaro, da 17 anni in coma irreversibile
"Inammissibile" il ricorso della Procura. La sentenza immediatamente applicabile
Cassazione, stop all'alimentazione
Il padre di Eluana: "E' uno stato di diritto"


ROMA - I giudici hanno accolto la richiesta del padre di Eluana Englaro: sua figlia potrà morire. La Cassazione ha autorizzato i medici a sospendere l'alimentazione alla donna in coma da 17 anni. "Viviamo in uno stato di diritto", ha commentato a caldo la sentenza Beppino Englaro, il padre della donna ricoverata nella casa di cura Beato Talamoni a Lecco.

Diventa quindi definitivo il decreto della Corte di Appello di Milano che, già nel luglio scorso, aveva autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale ad Eluana. Il ricorso presentato dalla Procura contro la sentenza di Milano è stato giudicato "inammissibile".

Dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che il coma è irreversibile, l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione da parte dei giudici di Milano torna quindi valido. Immediatamente e senza la possibilità di altri ricorsi.

Eluana, che ha compiuto 38 anni, lascerà presto le suore che l'accudiscono dal 7 aprile del 1994 e sarà trasportata in una clinica per le ultime ore di vita. Accanto avrà un medico e, come sempre, suo padre.
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13/11/2008 20:39
 
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Ho sentito la notizia al TG, finalmente Eluana avrà un pò di pace finalmente, e non solo lei...






Nounou
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13/11/2008 21:36
 
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RE

Un affettuoso bacio ad Eluana e un forte abbraccio al suo GRANDE papà.... [SM=x1061915] [SM=x1061918]


omega [SM=g28002]



O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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"CAMILLO RUINI, ELUANA - BEPPINO ENGLARO, E LA CONCEZIONE DELL'UOMO CONSIDERATO COME OGGETTO/SOGGETTO"

Pubblicato su: Repubblica.it il 16 novembre 2008
www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/eluana-eutanasia-4/eluana-ruini/eluana-ru...


ROMA - La sentenza che autorizza a staccare il sondino che alimenta Eluana Englaro è, secondo il cardinale Camillo Ruini "una decisione tragicamente sbagliata, alla base della quale c'è un grande equivoco: guardare all'Eluana di oggi come se fosse quella di ieri, invece che alla luce di quel che Eluana è oggi, con le sue esigenze molto modeste, con il suo bisogno solo di un pò di cibo e di un pò di acqua".

Ruini è intervenuto sulla vicenda questa mattina alla trasmissione "A Sua Immagine", in onda su RaiUno.

Il porporato, che al momento è presidente del Comitato per il progetto culturale promosso dalla Chiesa Italiana, ha espresso preoccupazione "certamente per la sorte concreta di Eluana, ma potenzialmente anche per chi è nelle sue stesse condizioni".

"C'è il rischio - ha aggiunto il prelato - che decisioni come questa spingano verso una concezione dell'uomo considerato come un oggetto.

Ruini ha anche confidato di aver appreso della decisione su Eluana, "con grande tristezza e smarrimento.

Non pensavo - ha spiegato - che si potesse ripetere in Italia un caso come quello di Terry Schiavo.

I miei sentimenti - ha rivelato - ricalcano quelli delle suore che l'hanno accudita e che oggi chiedono: 'la lascino a noi che la sentiamo viva. Sentono e capiscono che lei è viva".

L'atteggiamento della Chiesa, ha concluso, "non poteva essere diverso.

Da sempre esistono case della carità che accolgono persone che non hanno uso della ragione e vengono assistite.

A loro modo sono contente. La Chiesa non rinuncerà mai a fare questo, nè a pregare per loro nè, infine, al suo impegno culturale e pubblico, affinchè l'uomo capisca di essere soggetto e non soltanto oggetto".

Il cardinale in riferimento al suo nuovo incarico per la promozione del Progetto Culturale, "lavoriamo perché il cattolicesimo non sia un'eredità del passato ma una cultura presente capace di interrogarci".

Per Ruini c'è "una frattura" nella cultura secolarizzata, "un restringimento dell'orizzonte della mente umana, troppo concentrata sulle cose che si possono calcolare e misurare, allargare spazi della ragione: se si sanasse - ha osservato - troveremmo le grandi domande e anche Dio come risposta a queste domande".

"Riflettere sulla questione antropologica - ha continuato Ruini - ci ricorda che l'uomo non è un oggetto manipolabile, ma sempre un soggetto, una persona".

E' questo il punto fondamentale: se si acclara possiamo usare bene scienza e tecnica, se no esse ci portano a disumanizzarci".




******




Estemporanea de IL LUME DELLA RAGIONE.IT/OSSERVATORIO INTERNAZIONALE PER LA TUTELA DEI TESTIMONI DI GEOVA NEL MONDO/SO.SPI ONLUS e di tutti i singoli ostracizzati rispetto alle minacciose Istituzioni civili e religiose che, per la loro stessa sopravvivenza, tendono illegalmente a negare i diritti umani fondamentali dei singoli fedeli/cittadini



[Modificato da Vito.Pucci 16/11/2008 21:14]
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16/11/2008 23:36
 
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Spero di aver capito male.
Per sentito dire pare che non verrà staccata dalla macchina che la tiene in vita, perchè respira autonomamente, ma che non le verrà più somministrato ne' il cibo e ne' l'acqua, insomma morirà lentamente di fame e di sete ...forse sarà una morte dolorosa e lunga dal momento che è già sopravvissuta ad una emorragia senza l'intervento di cure. Forse malgrado tutto lei stà cercando di vivere, dunque chi siamo noi per decidere della sua vita? alimentarla non significa tenerla in vita per forza....
Non giudico suo padre ma ho paura per quella vita che è così attaccata alla vita.
07/01/2009 14:37
 
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Eluana,quale volontà?
da www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74856

«Sia fatta la volontà di Eluana» o «sia fatta la volontà di Dio»? La famiglia Englaro aveva chiesto il silenzio stampa. "Famiglia cristiana” lo ha rotto, per mettere a frutto (clericale) le emozioni delle festività natalizie, con un editoriale tanto lugubre quanto falso (“Tutto pronto per l’«esecuzione»”) che ha un solo e irrinunciabile merito, aver posto in modo netto e non più aggirabile che due soli sono i termini del dilemma: appunto, «sia fatta la volontà di Eluana» o «sia fatta la volontà di Dio»?

Tra queste due possibilità si tratta di scegliere, al di là di questo singolo e terribile caso, mettendo al posto di Eluana il nome di un qualsiasi cittadino, per legiferare. Risulta infatti ormai evidente come la prima linea delle obiezioni clericali (la volontà di Eluana non è stata accertata oltre ogni ragionevole dubbio) fosse poco più di un pretesto. Fosse stata anche messa per iscritto, filmata, certificata presso un notaio, l’ostilità clericale alla decisione dei magistrati sarebbe restata tale e quale. Tanto è vero che la legge che il governo proporrà, grazie all’attivismo infaticabile del sottosegretario Eugenia Roccella incoraggiato dai quotidiani interventi di oltretevere, stabilisce che il nutrimento artificiale sarà comunque obbligatorio, anche contro la volontà solenne del paziente.

Ogni ricamo retorico è ormai perciò inutile e non potrebbe confondere nessuno. La volontà del cittadino o la volontà di Dio? Questa, e nessun’altra, è la decisione che si deve prendere. In uno Stato laico la risposta dovrebbe suonare ovvia. La volontà di Dio si esprime sempre e solo attraverso la voce di un uomo, la volontà finitamente umana di chi pretende di parlare in Suo nome, e ha un significato solo per il credente e non può vincolare che lui, e del resto è diversa quanto diversi sono i gruppi di credenti a la loro ermeneutica della volontà divina. I cristiani valdesi ammettono il diritto all’eutanasia, e altrettanto fanno cristiani cattolici come Hans Küng, Giovanni Franzoni e tantissimi altri nell’Urbe e nell’Orbe.

La Costituzione italiana, non a caso, stabilisce in modo inoppugnabile che è diritto di ogni cittadino rifiutare qualsiasi genere di cure, anche se tale rifiuto porta a morte certa, e ripetute sentenze della magistratura, fino alla Cassazione, hanno ormai sistematicamente applicato il principio. La giaculatoria ricorrente, secondo cui la vita è un bene “indisponibile”, è solo l’ultimo sotterfugio con cui si tenta colpevolmente di rovesciare il dettato costituzionale. Applicare o togliere una macchina, senza la quale la vita cesserebbe, è sempre una decisione, che verrà perciò presa da qualcuno. La decisione, e la vita, è sempre e comunque, perciò, nella disponibilità di qualcuno, ci si trovi di fronte al malato terminale o al neonato che abbandonato alla “natura” non sopravviverebbe.

Perciò, se la tua vita non è nella tua disponibilità, caro lettore (adulto e titolare dei diritti di cittadino), sarà inevitabilmente nella disponibilità di qualcun altro, essere umano finito e fallibile come te. Dichiarare che di fronte alla possibilità di accanimento terapeutico il tuo testamento biologico non può dire “no” anche alla nutrizione artificiale (che come dice la parola stessa non ha nulla di “naturale”), perché la tua vita è comunque “indisponibile”, è solo il modo ipocrita per dichiarare che essa è a disposizione degli ideologi clericali e della decisione che essi vogliono imporre a te come sovrana. Ipocrisia, ma anche viltà: dichiarano la vita “indisponibile” perché non hanno più neppure il coraggio di affermare che la tua vita non appartiene a te ma appartiene a Dio, e che della volontà di Dio, che perfino a molti credenti appare indecifrabile (e a ogni teologia risulta imperscrutabile quanto al senso del male), essi sono gli unici depositari autorizzati.

Trascuriamo pure i sintomi di delirio di onnipotenza che sarebbero lecitamente sospettabili in chiunque presuma di conoscere la volontà di Dio, cioè di un Essere per definizione non assimilabile alla finitezza della ragione umana (e tra un essere finito e infinito non è questione di gradi ma di salto ontologico). Qui si tratta semplicemente di decidere tra libertà democratiche e pretese di teocrazia. Il nudo fatto che se ne debba discutere dimostra già l’incredibile abisso di arretramento storico e civile che sta vivendo il nostro paese. Su diritti così elementari come la propria vita non dovrebbe potersi mai esercitare la volontà di altri, fossero pure una schiacciante maggioranza (altrimenti perché non anche sulle decisioni come matrimonio, professione, partito politico, religione, ecc., che costituiscono solo aspetti della propria vita?). Ma se l’oltranzismo clericale arriverà alla dismisura di voler davvero imporre per legge, a tutti, diversamente credenti e diversamente miscredenti, la loro – relativa e parziale - morale di fine vita, e non ci fosse una Corte Costituzionale capace di abrogare all’istante un così inqualificabile tentativo di restaurazione teocratica, bisognerà che tutti i cittadini democratici si sentano fin da ora mobilitati al referendum.


06 gennaio 2009

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Re:
maria24, 16/11/2008 23.36:

Spero di aver capito male.
Per sentito dire pare che non verrà staccata dalla macchina che la tiene in vita, perchè respira autonomamente, ma che non le verrà più somministrato ne' il cibo e ne' l'acqua, insomma morirà lentamente di fame e di sete ...forse sarà una morte dolorosa e lunga dal momento che è già sopravvissuta ad una emorragia senza l'intervento di cure. Forse malgrado tutto lei stà cercando di vivere, dunque chi siamo noi per decidere della sua vita? alimentarla non significa tenerla in vita per forza....
Non giudico suo padre ma ho paura per quella vita che è così attaccata alla vita.




Sarebbe stata una morte più dignitosa con l'eutanasia , invece di farla morire di una morte lenta ed infame



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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Re: Eluana,quale volontà?
pcerini, 07/01/2009 14.37:

da www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74856

«Sia fatta la volontà di Eluana» o «sia fatta la volontà di Dio»? La famiglia Englaro aveva chiesto il silenzio stampa. "Famiglia cristiana” lo ha rotto, per mettere a frutto (clericale) le emozioni delle festività natalizie, con un editoriale tanto lugubre quanto falso (“Tutto pronto per l’«esecuzione»”) che ha un solo e irrinunciabile merito, aver posto in modo netto e non più aggirabile che due soli sono i termini del dilemma: appunto, «sia fatta la volontà di Eluana» o «sia fatta la volontà di Dio»?

Tra queste due possibilità si tratta di scegliere, al di là di questo singolo e terribile caso, mettendo al posto di Eluana il nome di un qualsiasi cittadino, per legiferare. Risulta infatti ormai evidente come la prima linea delle obiezioni clericali (la volontà di Eluana non è stata accertata oltre ogni ragionevole dubbio) fosse poco più di un pretesto. Fosse stata anche messa per iscritto, filmata, certificata presso un notaio, l’ostilità clericale alla decisione dei magistrati sarebbe restata tale e quale. Tanto è vero che la legge che il governo proporrà, grazie all’attivismo infaticabile del sottosegretario Eugenia Roccella incoraggiato dai quotidiani interventi di oltretevere, stabilisce che il nutrimento artificiale sarà comunque obbligatorio, anche contro la volontà solenne del paziente.

Ogni ricamo retorico è ormai perciò inutile e non potrebbe confondere nessuno. La volontà del cittadino o la volontà di Dio? Questa, e nessun’altra, è la decisione che si deve prendere. In uno Stato laico la risposta dovrebbe suonare ovvia. La volontà di Dio si esprime sempre e solo attraverso la voce di un uomo, la volontà finitamente umana di chi pretende di parlare in Suo nome, e ha un significato solo per il credente e non può vincolare che lui, e del resto è diversa quanto diversi sono i gruppi di credenti a la loro ermeneutica della volontà divina. I cristiani valdesi ammettono il diritto all’eutanasia, e altrettanto fanno cristiani cattolici come Hans Küng, Giovanni Franzoni e tantissimi altri nell’Urbe e nell’Orbe.

La Costituzione italiana, non a caso, stabilisce in modo inoppugnabile che è diritto di ogni cittadino rifiutare qualsiasi genere di cure, anche se tale rifiuto porta a morte certa, e ripetute sentenze della magistratura, fino alla Cassazione, hanno ormai sistematicamente applicato il principio. La giaculatoria ricorrente, secondo cui la vita è un bene “indisponibile”, è solo l’ultimo sotterfugio con cui si tenta colpevolmente di rovesciare il dettato costituzionale. Applicare o togliere una macchina, senza la quale la vita cesserebbe, è sempre una decisione, che verrà perciò presa da qualcuno. La decisione, e la vita, è sempre e comunque, perciò, nella disponibilità di qualcuno, ci si trovi di fronte al malato terminale o al neonato che abbandonato alla “natura” non sopravviverebbe.

Perciò, se la tua vita non è nella tua disponibilità, caro lettore (adulto e titolare dei diritti di cittadino), sarà inevitabilmente nella disponibilità di qualcun altro, essere umano finito e fallibile come te. Dichiarare che di fronte alla possibilità di accanimento terapeutico il tuo testamento biologico non può dire “no” anche alla nutrizione artificiale (che come dice la parola stessa non ha nulla di “naturale”), perché la tua vita è comunque “indisponibile”, è solo il modo ipocrita per dichiarare che essa è a disposizione degli ideologi clericali e della decisione che essi vogliono imporre a te come sovrana. Ipocrisia, ma anche viltà: dichiarano la vita “indisponibile” perché non hanno più neppure il coraggio di affermare che la tua vita non appartiene a te ma appartiene a Dio, e che della volontà di Dio, che perfino a molti credenti appare indecifrabile (e a ogni teologia risulta imperscrutabile quanto al senso del male), essi sono gli unici depositari autorizzati.

Trascuriamo pure i sintomi di delirio di onnipotenza che sarebbero lecitamente sospettabili in chiunque presuma di conoscere la volontà di Dio, cioè di un Essere per definizione non assimilabile alla finitezza della ragione umana (e tra un essere finito e infinito non è questione di gradi ma di salto ontologico). Qui si tratta semplicemente di decidere tra libertà democratiche e pretese di teocrazia. Il nudo fatto che se ne debba discutere dimostra già l’incredibile abisso di arretramento storico e civile che sta vivendo il nostro paese. Su diritti così elementari come la propria vita non dovrebbe potersi mai esercitare la volontà di altri, fossero pure una schiacciante maggioranza (altrimenti perché non anche sulle decisioni come matrimonio, professione, partito politico, religione, ecc., che costituiscono solo aspetti della propria vita?). Ma se l’oltranzismo clericale arriverà alla dismisura di voler davvero imporre per legge, a tutti, diversamente credenti e diversamente miscredenti, la loro – relativa e parziale - morale di fine vita, e non ci fosse una Corte Costituzionale capace di abrogare all’istante un così inqualificabile tentativo di restaurazione teocratica, bisognerà che tutti i cittadini democratici si sentano fin da ora mobilitati al referendum.


06 gennaio 2009

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Copio/incollo la risposta che ho dato su Apocalisse.


Caro Paolo., quando leggo queste cose mi viene il voltastomaco!!! [SM=x1413487] Mi chiedo come sia possibile nel 2009 essere soggetti a elucubrazioni para-teologiche pronunziate da 4 stronzi vestiti da carnevale. [SM=g10637]

Spero da credente che Dio si incazzi davvero [SM=x1657359] [SM=x1657359] [SM=x1657359] nel vedere questo scempio.

Ritengo comunque che l'abolizione del Concordato sia solo il primo passo nel ristabilimento delle reciproche competenze fra stati.



omega [SM=x789056] [SM=x789056] [SM=x789056]







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