pcerini, 14/10/2008 16.46:
Io sono completamente d'accordo con cio' che dice Konnery,il precariato non e' affatto una soluzione IN ITALIA (lasciamo perdere altri paesi dove ogni paragone ci ridicolizza irrimediabilmente),e' stato solo un'aborto di un sistema politico italiano che si e' dato all'eccessivo liberalismo nel mercato del lavoro,e oggi si vedono anche i risultati di cio'.
La disoccupazione e' stata solo un pretesto,molte imprese hanno fatto il gioco sporco,hanno aprofittato di un tale pretesto,il precariato in teoria doveva favorire una certa mobilita' ma doveva pero' favorire anche le imprese sul piano innovativo (grazie ai privilegi economici e fiscali derivanti dall'utilizzo di tali forme di contratto),e invece che e' accaduto? Molte imprese hanno investito ben poco se non nulla nelle innovazioni che in qualche modo avrebbero potuto favorire una nuova ondata di sviluppo economico,e dunque una maggiore stabilita' e la ripresa di forme lavorative stabili.
Ecco invece come siamo messi oggi,imprese che falliscono,investimenti ridotti al lumicino,aumento vertiginoso del precariato (il precariato in realta' doveva essere un fenomeno contenuto e invece e' straboccato).
Il precariato potrebbe andar bene soltanto se ci fossero delle tutele particolari che impediscano con cio' alle imprese di sfruttare in malo modo tale criterio,prevedendo per esempio pesanti ripercussioni per quelle aziende che se ne sono strafottute e ne hanno fatto un'uso esagerato provocando tra l'altro una forte penalizzazione sul piano competitivo di talune aziende (quella in cui lavoro ne e' un'esempio lampante,e devo ringraziare il cielo se ho un contratto a tempo indeterminato,senno ' a quest'ora starei in mezzo alla strada dato che la mia azienda in formazione e sviluppo ha investito ben poco,di fatto io mi trovo fuori mercato a livello di competenze,e sono costretto ad aggiornarmi per conto mio e a mie spese).
La vergogna del precariato italiano purtroppo ha fatto si' che i padroni siano diventati ancora piu' schiavisti di prima,gli impresari ancora piu' ricchi (a discapito dei precari ipersfruttati) e i precari praticamente inesistenti riguardo al futuro.
Qui non siamo in Svizzera,ficchiamocelo bene in testa.E Konney ha completamente ragione,visto che si riferisce al panorama italiano,che e' tutto,fuorche' equilibrato,dato che tutto e' in mano a potenti ipersfruttatori.
Io vorrei vedere che c'e' di tanto positivo nel precariato italiano,mica lo capisco,vi risulta per caso che la stragrande maggioranza dei precari italiani paghino l'affitto in proporzione del loro stipendio?
Vi risulta che i conti correndi di precari siano agevolati o che godano di particolari sgravi dai costi fissi?
Vi risulta che i precari quando vanno a fare la spesa paghino meno di un lavoratore fisso?
No,qui in Italia semplicememte le politiche sono unilaterali,tutt volte a favorire la classe imprenditoriale dando adito a fenomeni di sfruttamento gigantesco che al governo nemmanco gliene frega di contrastare.
Innanzitutto io ho parlato di piccole aziende artigianali.
Non ho toccato il mondo delle grandi aziende per le quali certe necessità diventano occazione d'affare.
Forse abbiamo una visione completamente diversa del lavoro.
Io non sono mai rimasto senza lavoro pur essendo sempre stato un precario e qualche volta un piccolissimo imprenditore.
Non ho paura di rimanere senza lavoro, perchè di lavoro ce n'è fin troppo, ed ho dimostrato ai miei figli che non c'è motivo di temere per il lavoro. Basta essere fantasiosi, lavoratori e volenterosi.
Il guaio è che oggi abbiamo una certa massa di gente svogliata, che non vede il momento che arrivi il venerdì, che piange quando si ripresenta al lavoro il lunedì, che aspetta il giorno delle feste e della vacanze, che si indebita stupidamente per passare una vacanza ... gente che ribalta sul datore di lavoro tutta la propria frustrazione.
Anch'io sono stato dipendente e preposto agli acquisti ed alle vendite. Ci andai quasi per gioco e lasciai quel lavoro dopo 6 mesi, con grande rammarico del mio datore di lavoro, che mi pregò fino allo stremo di non abbandonare quel posto. Ma io non ero fatto per star seduto dietro ad una scrivania e modulare acquisti e vendite.
In qualunque momento tornassi sarebbe disposto comunque ad occuparmi.
Ovviamente per una grande impresa, tipo FIAT, non è sicuramente così, ma anche in imprese così grandi chi fa il proprio dovere, bene, in modo passionale, non ha motivo di temere nulla.
C'è tanto gente che lavora con passione, ma c'è tanta che fa la precaria perchè piace fare in quel modo e piagnucola per un lavoro a tempo indeterminato.
Ho personalmente assistito a questo fatto in una piccola azienda, bisognosa allora ed ora di personale, molto difficile da reperire, perchè certi mestieri, molti, non sono più amati.
Questo signore padre di due figli, perennemente presso gli uffici di collocamento in cerca di lavoro (e con lui almeno altri 200 stabilmente lì fissi ... sempre gli stessi), trova un lavoro presso una piccola azienda di mia conoscenza. Pagato normalmente e puntualmente, ma si vedeva che sognava correre presso l'ufficio di collocamento a piangere per il lavoro. Un normale lavoro che però lui trovava duro e compiva a malavoglia.
Dopo un pò va via e di nuovo all'ufficio di collocamento.
Finalmente trova ciò che desidera: un lavoro socialmente utile.
Insieme a lui circa altre cento persone.
Devono pulire i boschi, le strade.
Robe da mettersi le mani nei capelli.
Non portano a casa nemmeno l'acqua che bevono (si fa per dire) e lo Stato paga. Accampano scuse a quanto non più posso per fare poco o niente (vedi certi nostri parlamentari ed impiegati statali). Naturalmente alcuni si salvano, ci mancherebbe, fanno il proprio dovere e spesso lavorano anche per il resto degli altri.
Poi le lotte per il lavoro a tempo indeterminato, finchè non sono riuscisti ad ottenerlo.
Parlo del sud. Non so com'è al nord o al centro.
Ma non mi vengano a dire che manca il lavoro e che i datori di lavoro (piccole aziende) li tengano precari SE VALGONO e fanno il proprio DOVERE.
Mi spiace, ma c'è qualcosa che non torna.
Il discorso cambia nelle grandi aziende.
E' un discorso complesso, che non è possibile esaurire in poche righe.
E' lo stesso discorso per cui salvano le borse e gli investitori, a dimostrazione che non hanno capito un cavolo, in due giorni han fatto salire il listino a dismisura.
Che cos'ha capito questa gente?
Di chi ha fatto gli interessi?
Dei furbi che in questi giorni hanno acquistato ad un prezzo basso.
MA CHI SONO I FURBI DEL MOMENTO CHE IN DUE GIORNI HANNO PORTATO IN CASA GUADAGNI DEL 20%?
CHI?
LO SAPRESTE DIRE?
IO sì, perchè fra i vari lavori, ho lavorato anche per le borse.
I problemi ci sono e, molti di questi problemi, sono insiti nell'essere umano. Ovvero gli esseri umani sono spesso il problema.
Come lo sono in campo religioso.
Molti piangono per le loro sofferenze, MA SI OSTINANO A CAPIRE CHE SONO ESSI STESSI GLI AUTORI NEL MOMENTO IN CUI NON SI RENDONO CONTO CHE A CALPESTARE I PROPRI DIRITTI E' LA LORO STESSA INDIFFERENZA.
Non so se è facile vederci l'analogia con i mercati mondiali delle borse, con i diritti umani fondamentali violati, ma quell'analogia tocca anche il mondo del precariato.
Saluti
Pyccolo