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Delitto religioso, delitto d'onore?

Ultimo Aggiornamento: 15/08/2008 20:27
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Arabia: figlia si converte
e il padre la brucia viva


Dubai- Nuovo episodio di estrema violenza contro le donne nel mondo islamico. Alla base, manco a dirlo, ci sono ancora una volta ragioni di tipo religioso. La figlia si converte al cristianesimo e il padre, fedele praticante della religione islamica, prima le taglia la lingua e poi le dà fuoco. E’ successo nella ricca e apparentemente occidentalizzata Dubai, al termine di un’animata lite di carattere religioso tra la ragazza e il genitore, membro della Commissione per la promozione della virtù e contro il vizio, una specie di polizia che vigila sul buon costume dei cittadini dell'Arabia Saudita, pare con metodi tutt’altro che democratici. Oltre all’oltraggio per la conversione al Cristianesimo, la ragazza si è resa “colpevole”, secondo il padre, di aver disonorato la famiglia scrivendo articoli a contenuto religioso-cristiano su blog e siti regionali.
Il brutale episodio di cronaca è riportato dal quotidiano degli Emirati Arabi Uniti (Eau) “Gulf News”. Secondo quanto aveva scritto la donna sul sito “Al Ukdoud” pochi giorni prima della sua morte, la scoperta della sua conversione aveva reso insopportabile la vita familiare. Secondo la testimonianza di un amico della vittima, prosegue il “Gulf News”, il padre sarebbe stato fermato dalla polizia e sarebbe ora inquisito per il reato di “delitto d'onore” e non per omicidio. I delitti d'onore, perpetrati da un componente maschio nei confronti di una donna dello stesso clan per “lavare l'onta del disonore” procurata dal suo disdicevole comporamento, sono generalmente puniti con pene molto blande, che oscillano tra sei mesi e tre anni di reclusione. Quella che emerge da questo angosciante episodio di cronaca è un'Arabia Saudita conservatrice ed intransigente, sicuramente non pronta a compromessi sui valori ed i credo religiosi.

www.libero-news.it/pills/view/2267



Non so, cosa ci sia di onorevole nell'uccidere una figlia dandole fuoco.

Non so, se questo modo di fare è concorde con un comportamento islamico o di una nuova corrente di fanatismo islamico.

I fatti attestano che un genitore si è macchiato di un omicidio orrendo verso una figlia.

E' vero che "non bisogna fare di tutta un erba un fascio", ma questo ennesimo episodio di violenza religiosa dovrebbe far meditare su come ancora siamo lontani da una cultura del rispetto verso i Diritti Umani.















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14/08/2008 17:11
 
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In una cultura come quella islamica che fino a pochi decenni fa era consuetudine seppellire vive le bambine, in quanto costavano sia a mantenerle che a farle le doti, non ci vedo niente di strano in questa notizia!


Paxuxu


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14/08/2008 19:28
 
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Magdi Allam: "Non c'è un islam moderato"



Magdi Allam: "Non c'è un islam moderato"


di Eleonora Barbieri

www.ilgiornale.it


Milano - Ora è Magdi Cristiano Allam, ed è una svolta «radicale e definitiva». La conversione è rottura dei ponti con il passato: «Quando credevo che potesse esistere un islam moderato». Scrittore e giornalista, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, Magdi Allam è diventato cattolico la notte di Pasqua, quando Benedetto XVI l’ha battezzato con le sue mani in san Pietro.

Come è cambiata la sua vita da sabato?
«È cambiata la gioia interiore che provo dentro di me, il senso di assoluta sintonia fra i valori in cui ho sempre creduto e il contesto spirituale, culturale e sociale del cattolicesimo a cui ho aderito. Mi sento forte e determinato nel mio percorso per affermare la verità, la vita e la libertà».

A quali valori si riferisce?
«Quelli assoluti, universali, che rappresentano l’essenza della nostra umanità e che devono essere la base inconfutabile del dialogo».

Un esempio?
«Se il dialogo si limita a una dissertazione su ciò che dicono il Corano, il Vangelo o l’Antico Testamento, o a una verifica se il Dio di una religione corrisponda a quello delle altre, allora non si potrà realizzare alcuna civiltà comune dell’uomo. La grandezza di Benedetto XVI è quella di aver affermato che, se parti dai valori inconfutabili che sono l’essenza della nostra umanità e ti accerti che su tali principi ci sia piena sintonia, allora è possibile avviare un percorso di vero riavvicinamento fra culture e religioni diverse».
Nella lettera al Corriere parla di una svolta radicale e definitiva.

Rispetto a che cosa?
«Rispetto a un passato dove ho immaginato che ci potesse essere un islam moderato. E in cui credevo si dovesse difendere a tutti i costi una realtà nella sua essenza dottrinale e teologica. Ma ora ho definitivamente rotto i ponti con l’islam e con ciò che costituisce».

In che senso?
«Oggi estremismo e terrorismo rappresentano la prima emergenza internazionale e la più grave minaccia alla sicurezza nazionale. Ma penso che l’estremismo si alimenti di una sostanziale ambiguità insita nel Corano e nell’azione concreta svolta da Maometto».

Perciò ha scritto che l’islam è «fisiologicamente violento»?
«Il fatto che le efferatezze e le nefandezze dei terroristi trovino una legittimità islamica e coranica obbliga ad approfondire il discorso sulla radice del male. Così ho toccato con mano una realtà incompatibile con quei valori che considero non negoziabili».

Quando è cominciato il percorso di avvicinamento al cattolicesimo?
«Sul piano della conoscenza quando avevo 4 anni, al Cairo. Mia madre decise di affidare la mia educazione alle suore comboniane: lì frequentai asilo ed elementari. Alle medie e al liceo studiai dai salesiani dell’istituto Don Bosco. Ho vissuto in collegio: non ho soltanto studiato la Bibbia, ho sperimentato la convivenza con religiosi cattolici e con ragazzi italiani cattolici. E ho apprezzato la testimonianza di chi, attraverso le opere che mirano al bene comune, attesta la propria fede».

Sua madre era religiosa?
«Sì, musulmana praticante. Scelse le suore perché credeva che i valori fossero fondamentali. Poi se ne pentì un po’. Perché non ho mai condiviso un certo zelo nel praticare l’islam, ho sempre avuto molta autonomia. È così che mi sono reso conto che il cattolicesimo corrisponde perfettamente ai valori che albergano in me».

 

Quando è arrivata la svolta?
«Cinque anni fa, quando mi sono ritrovato costretto a vivere con la scorta per le minacce degli estremisti. E questo nonostante il mio impegno per diffondere in Italia un islam moderato. Ma questa azione si è rivelata sterile e quelle stesse persone che ritenevo moderate non lo erano affatto: mi sono dovuto ricredere».

La sua conversione è una sconfitta dell’islam moderato?
«Non si può parlare di islam moderato ma, piuttosto, di musulmani moderati. Il dialogo è possibile solo con chi, in partenza, aderisce ai valori assoluti. Primo fra tutti la sacralità della vita. È il principio fondamentale: ma la vita è oltraggiata e vilipesa al punto che, per alcuni, come i terroristi suicidi, la massima spiritualità cui ambire è la morte».

Che altro ha influito sulla sua conversione?
«Negli ultimi anni ho incontrato molte persone cattoliche di buona volontà. In Comunione e liberazione, in religiosi semplici di grande spiritualità, come suor Maria Gloria Riva e don Gabriele Mangiarotti. Ma il ruolo primario l’ha avuto il Papa, Benedetto XVI».

Perché?
«Mi ha convinto della bontà di una religione fondata sull’indissolubilità di fede e ragione. Ha detto che la base per accreditare una religione come vera è l’accettazione dei diritti fondamentali della persona, la sacralità della vita, la libertà di scelta, la parità fra uomo e donna».

Difese il Papa già dopo il discorso di Ratisbona nel 2006.
«Sono orgoglioso di averlo difeso, da musulmano. E non l’ho fatto solo per il diritto formale alla libertà di espressione: l’ho sostenuto anche nel merito della sua analisi sull’espansione dell’islam».

Il cammino è stato lungo, ma a un certo punto si sarà detto: «Mi converto». Quando?
«Circa un anno fa. Mi sono confidato con monsignor Rino Fisichella, che mi ha seguito nel mio percorso. Un lungo tragitto che ha trovato il culmine sabato sera».

Essere battezzato dal Papa non è da tutti. Che cosa si prova?
«Un’emozione fortissima. Sono rimasto teso per tutta la cerimonia. Lo considero il dono più grande che la vita potesse riservarmi».

E le polemiche?
«In Italia esistono alcune migliaia di convertiti dal cristianesimo all’islam, e nessuno li ha mai condannati o minacciati. Viceversa, se un musulmano si converte succede il finimondo ed è condannato a morte per apostasia. In Italia ci sono migliaia di convertiti che vivono la loro fede in segreto, per paura di non essere tutelati. Mi sono convertito pubblicamente per dire a queste persone: uscite dalle catacombe, vivete in modo chiaro la vostra fede. Non abbiate paura».

Ha detto che la Chiesa ha paura ad accogliere pubblicamente i convertiti: perché?
«La Chiesa teme di non poterli tutelare. E per le rappresaglie che possono subire i cristiani nei Paesi musulmani. Ma è sbagliato: l’estremismo e il terrorismo sono fenomeni di natura aggressiva, non reattiva. Giovanni Paolo II condannò la guerra in Irak: e in Irak i cristiani sono massacrati».

Andrà a Messa. Ha paura?
«Purtroppo vivo sotto scorta da 5 anni: andrò blindato anche in chiesa. Ho intitolato un mio libro Vincere la paura: perché l’obiettivo dei terroristi islamici è raggiunto se ci lasciamo sopraffare dalla paura. È questa la loro arma».

Si aspettava critiche?
«Ho messo in conto reazioni violente da parte di alcuni, ma non mi lascio intimidire. È una battaglia di civiltà, che va combattuta e vinta tutti insieme. Altrimenti sarà la fine della nostra civiltà occidentale e dell’Italia come nazione. Ma sono confortato da un fiume di telefonate, messaggini ed email di tantissimi italiani. La maggior parte della gente perbene ha condiviso il mio gesto. È questo che conta».

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14/08/2008 23:54
 
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Bella intervista, semplice nei contenuti e molto chiaro il messaggio coraggioso di Magdi Allam.

Questo tipo di uomini meritano grande rispetto e considerazione, perchè sanno mettersi in gioco.

Questo tipo di uomini fanno la differenza!






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14/08/2008 23:59
 
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Quando un uomo mette sul "piatto" la propria vita (non quella degli altri), per sostenere il suo ideale, da ampia prova della sua buona fede, qualunque sia il suo pensiero. -Pino Lupo-





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15/08/2008 11:27
 
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Re:
parliamonepino, 14/08/2008 23.54:

Bella intervista, semplice nei contenuti e molto chiaro il messaggio coraggioso di Magdi Allam.

Questo tipo di uomini meritano grande rispetto e considerazione, perchè sanno mettersi in gioco.

Questo tipo di uomini fanno la differenza!






penso che queste parole di Mgdi possono essere di riflessione a ognuno di noi il fondamentalismo è una realtà che si può constatare ovunque purtroppo, vedi infobunker e te ne fai un idea [SM=g1380270] anche se l'idea che ne vorrebbe dare ai più capociccio scrittore per interposta persona è tutt'altra
la falsità e finto perbenismo in persona dato che a dispetto di ciò che scrive i suoi pensieri e la sua reale personalità ci ho pensato personalmente a tirargliela fuori, si ho trovato una personalità disturbat purtroppo nella diversita del suo apparente cambiamento ha mantenuto quell'odio verso chi non è daccordo con lui su una certa politica che non si discosta granche dalla sala del regno che tanto critica. Era una piccola nota scusate [SM=g27987]




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«Se il dialogo si limita a una dissertazione su ciò che dicono il Corano, il Vangelo o l’Antico Testamento, o a una verifica se il Dio di una religione corrisponda a quello delle altre, allora non si potrà realizzare alcuna civiltà comune dell’uomo. La grandezza di Benedetto XVI è quella di aver affermato che, se parti dai valori inconfutabili che sono l’essenza della nostra umanità e ti accerti che su tali principi ci sia piena sintonia, allora è possibile avviare un percorso di vero riavvicinamento fra culture e religioni diverse».

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«Non si può parlare di islam moderato ma, piuttosto, di musulmani moderati. Il dialogo è possibile solo con chi, in partenza, aderisce ai valori assoluti. Primo fra tutti la sacralità della vita. È il principio fondamentale: ma la vita è oltraggiata e vilipesa al punto che, per alcuni, come i terroristi suicidi, la massima spiritualità cui ambire è la morte».
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15/08/2008 11:36
 
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ci ho pensato personalmente a tirargliela fuori,



e non solo a lui anche alla ''signora delle camelie'' che ha il compito di telefonare a tutta usenet quando pensa di aver avvistato un EXtraTERRESTRE [SM=x1061929] [SM=g1380270] [SM=g1611044] [SM=j1609194]
[Modificato da helenhelen 15/08/2008 11:37]
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Re:
parliamonepino, 14/08/2008 14.45:


Arabia: figlia si converte
e il padre la brucia viva


Dubai- Nuovo episodio di estrema violenza contro le donne nel mondo islamico. Alla base, manco a dirlo, ci sono ancora una volta ragioni di tipo religioso. La figlia si converte al cristianesimo e il padre, fedele praticante della religione islamica, prima le taglia la lingua e poi le dà fuoco. E’ successo nella ricca e apparentemente occidentalizzata Dubai, al termine di un’animata lite di carattere religioso tra la ragazza e il genitore, membro della Commissione per la promozione della virtù e contro il vizio, una specie di polizia che vigila sul buon costume dei cittadini dell'Arabia Saudita, pare con metodi tutt’altro che democratici. Oltre all’oltraggio per la conversione al Cristianesimo, la ragazza si è resa “colpevole”, secondo il padre, di aver disonorato la famiglia scrivendo articoli a contenuto religioso-cristiano su blog e siti regionali.
Il brutale episodio di cronaca è riportato dal quotidiano degli Emirati Arabi Uniti (Eau) “Gulf News”. Secondo quanto aveva scritto la donna sul sito “Al Ukdoud” pochi giorni prima della sua morte, la scoperta della sua conversione aveva reso insopportabile la vita familiare. Secondo la testimonianza di un amico della vittima, prosegue il “Gulf News”, il padre sarebbe stato fermato dalla polizia e sarebbe ora inquisito per il reato di “delitto d'onore” e non per omicidio. I delitti d'onore, perpetrati da un componente maschio nei confronti di una donna dello stesso clan per “lavare l'onta del disonore” procurata dal suo disdicevole comporamento, sono generalmente puniti con pene molto blande, che oscillano tra sei mesi e tre anni di reclusione. Quella che emerge da questo angosciante episodio di cronaca è un'Arabia Saudita conservatrice ed intransigente, sicuramente non pronta a compromessi sui valori ed i credo religiosi.

www.libero-news.it/pills/view/2267



Non so, cosa ci sia di onorevole nell'uccidere una figlia dandole fuoco.

Non so, se questo modo di fare è concorde con un comportamento islamico o di una nuova corrente di fanatismo islamico.

I fatti attestano che un genitore si è macchiato di un omicidio orrendo verso una figlia.

E' vero che "non bisogna fare di tutta un erba un fascio", ma questo ennesimo episodio di violenza religiosa dovrebbe far meditare su come ancora siamo lontani da una cultura del rispetto verso i Diritti Umani.








...al termine di un’animata lite di carattere religioso tra la ragazza e il genitore, membro della Commissione per la promozione della virtù e contro il vizio, una specie di polizia che vigila sul buon costume dei cittadini dell'Arabia Saudita, pare con metodi tutt’altro che democratici...



questi "poliziotti religiosi" si chiamano Mutawa, e sono peggio dei Farisei del tempo di Gesù, hanno il compito di fare rispettare la Sharia, guai se una donna senza velo viene trovata per strada da loro, figuriamoci se si converte..
ne parla anche un libro molto bello letto tempo fa "dietro il velo"

Sono spietati!







[Modificato da @nounou@ 15/08/2008 20:27]






Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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