Quaranta anni fa il re se ne andava per sempre.
Siamo a Memphis, ma non stiamo parlando del re del rock ‘n roll, ammesso che sia morto.
Oggi, quaranta anni fa moriva ucciso
Martin Luther King.
L’indimenticato leader dei diritti civili fu assassinato mentre si trovava su di un balcone all’esterno del Lorraine Motel nella cittadina del Tennessee.
Il suo assassino, James Earl Ray, da prima confessò, poi ritrattò tutto.
Un uomo decisamente scomodo questo King.
Scomodo perché colto, affascinante ed intelligente:
a soli trentacinque anni fu insignito del Nobel per la pace.
Scomodo per le sue idee sociali.
Sosteneva con forza e convinzione una verità rivoluzionaria: l’uguaglianza degli esseri umani fin dalla loro creazione, quindi prima di ogni legge statale.
Scomodo perché simpatizzante marxista e a quanto pare sovvenzionato dal Partito Comunista Americano.
Più volte perseguitato ed imprigionato gli intimarono di dissociarsi da queste pericolose amicizie, lui non lo fece mai.
Il celeberrimo
“I have a dream”, venne tradotto con il limitato “Ho un sogno”, occludendo tutta la carica espressiva che la frase in inglese trascina con sé: una spasmodica attesa, quasi messianica, di un periodo nuovo dove le barriere della disuguaglianza fossero abbattute.
In una terra dove gli autobus erano divisi in sedili per i bianchi e sedili per i neri.
In una terra dove il primo giocatore di colore di baseball venne costantemente picchiato dagli avversari senza che nessun arbitro intervenisse.
Un cancro che gli Stati Uniti
(e non solo) si portano sotto pelle fino dagli albori: così si giustificava lo sterminio dei nativi americani, così si mettevano in catene i neri nelle piantagioni, così si vietarono i matrimoni interrazziali, così si arrivò ai misfatti del Ku Klux Klan.
Martin Luther King e chi credeva in lui agognava una medicina a tutto questo fatta di non violenza e di cambiamento democratico.
Fu ucciso prima di vedere realizzato parte del suo sogno, lasciando però un seme.
Le parole che fioriscono da esso sono molte.
“Un uomo viene nel nome dell'amore, un uomo viene e va, un uomo viene per giustificare, un uomo per cambiare le cose”. (U2 - Pride In the name of love)
Fonte
Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal