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27/11/2007 21:52 | |
parliamonepino, 25/11/2007 17.16:
Il clima che si respira in questo mondo, è molto diverso dal “discorso della Montagna” insegnato da Gesù Cristo, nei famosi tre capitoli di Matteo.
Ho letto molti anni fa, negli anni ’70, il trittico di “Arcipelago Gulag”, tre libri scritti da Aleksandr Isaevic Solzenicyn, uomo di 89 anni, secondo me uno dei più grandi scrittori degli ultimi 100 anni.
Considerato il moderno Dostoevskij per le sue acute ed approfondite considerazioni sulla sofferenza non solo fisica ma anche interiore dell’essere umano.
Si tratta di una colossale raccolta di dati sulle deportazioni e i lager dell'epoca staliniana.
L'opera fu portata a termine in 11 anni, tempo che lui trascorse, come detenuto, all’interno del lager, grazie all'aiuto di compagni di prigionia e amici.
E' l'opera che gli procurò l'espulsione dall'URSS.
La descrizione minuziosa da parte dello scrittore su come ci si può trovare improvvisamente nel sospetto e nella condanna come traditore del Paese di cui si fa parte, rende bene l’idea di quello che può succedere a chiunque.
Non siamo lontani dagli stessi metodi totalitari dei vertici dei testimoni di Geova.
Infatti, per una lettera scritta ad un amico, dove Solzenicyn criticò Lenin, piombarono sullo scrittore gli arresti immediati ed il trasferimento in un campo di lavoro della Siberia.
I testimoni di Geova dissidenti, che hanno deciso di avere delle opinioni, che si dedicano a letture non solo della corposa e ripetitiva letteratura della WTS, di colpo vengono proiettati, con l’espulsione, bollati come apostati, nel “freddo spirituale di una Siberia”, dove vengono congelati i rapporti con tutta la sfera delle amicizie compresa quella famigliare.
L’espulsione è grave, ma è ancora più grave e terribile l’esistenza in queste condizioni!
Una religione dove esistono Comitati Giudiziari dai metodi inquisitori, che praticano l’espulsione in cui sei condannato a vivere in un “campo di concentramento spirituale”, è disumana.
“Sei stato invitato, per domani sera, a venire in “sala”, per affrontare un Comitato Giudiziario, per sospetta apostasia”.
Questo mi sentii dire nel gennaio del 1992!
Voi non troverete altro da rispondere che un belato da agnello: <>
Ecco cosa succede, un lampo accecante, una folgorazione che respinge istantaneamente il presente nel passato, dove ti poni tutte le domande possibili.
Non ci si rende conto di nulla, i primi giorni.
Non penserai mai che le persone cui sei legato da un affetto fraterno, non ti guarderanno più in faccia.
E’ un errore, se ne renderanno conto!
Tutto quanto è entrato a far parte di una procedura quanto mai inesorabile, non sei più tu che gestisci i rapporti e gli affetti, ma l’organizzazione che bruscamente ti getta nella “gogna”.
E’ una brusca scampanellata nel tuo cuore, un colpo brutale alla tua dignità.
La gagliarda irruzione nella tua vita di un Comitato Giustiziere che impaurisce e mortifica.
Queste brevi righe per focalizzare gli infiniti effetti dell’incubo della disassociazione, nella vita di una persona.
Questo è l’inferno, il nome è diverso, si chiama disassociazione, ma le fiamme sono le stesse, e non bruciano certo di meno.
Nelle mie parole non c’è né vendetta, né frustrazione, ma solo la presa di coscienza di una realtà che non conoscevo: mi riferisco alle molte persone che fanno o hanno fatto parte dell’organizzazione dei Testimoni di Geova e che vivono in condizioni di grave sofferenza psicologica; persone distrutte nello spirito, che hanno visto calpestare la propria dignità, le proprie aspirazioni, i propri affetti.
Non voglio addentrarmi in questioni dottrinali o legali, né tantomeno in giudizi morali.
Luca 6:37-38
“37.Inoltre smettete di giudicare, e non sarete affatto giudicati, e smettete di condannare e non sarete affatto condannati: Continuate ad assolvere e sarete assolti. 38. Praticate il dare e vi sarà dato: Vi sarà versata in grembo una misura eccellente pigiata, scossa e traboccante: Poiché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi”
Qualcuno potrebbe chiedersi “perché volere il saluto dei “fratelli?”, la risposta mi sembra abbastanza semplice: perché tra questi “fratelli” spesso ci sono genitori, figli, coniuge, nipoti, a cui si vuole continuare a stringere la mano, stretta che con molta freddezza viene rifiutata.
Matteo 5:43-47
“43.Avete udito che fu detto ‘devi amare il tuo prossimo e odiare il tuo nemico 44.Ma io vi dico : ‘Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano; 45. per mostrare di essere figli del Padre vostro che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti 46. Infatti , se amate quelli che vi amano, che ricompensa ne avete? Non fanno la stessa cosa anche gli esattori di tasse? 47. E se salutate solo i vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno la stessa cosa anche le persone delle nazioni?”
Credo che tu non abbia letto l'"Arcipelago Gulag". Già paragonare e fare una similitudine con una disposizione che "tutela le persone", sì hai letto bene, tutela, mi fa capire che il tuo commento iniziale non è frutto della tua scienza, della tua cultura.
Facciamo le persone serie. Chi non ha rispetto, chi non ama il suo prossimo, chi viola la Legge di Dio, sono i disassociati.
Sono i disassociati che in molti casi dividono le famiglie.
E' bello usare slogan tipo "nessuno tocchi Caino". Ma è deprimente sapere che l'intoccabile Caino, prevarica, umilia e infanga Abele.
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente voluto.
Filippo Delemme
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