PRIMA PARTE.
Criticare un gruppo religioso. Sembra una frase semplice ma in essa è racchiusa la responsabilità, sicuramente non di poco conto, che la persona che si accinge a tale opera, si assume. Una decisione che coinvolge non solo il gruppo religioso che si desidera criticare, ma le stesse persone che ne fanno parte, la libertà di coscienza e di pensiero appartenenti a queste medesime persone e altro ancora. A mio avviso non vi è nulla di più difficile che criticare una qualsiasi forma di religione sia essa di matrice cristiana oppure di altro tipo. Perché affermo questo? Quando sento frasi del tipo: "questa religione sbaglia", oppure "quella denominazione insegna questo e quello..." mi viene in mente sempre la medesima parola, il medesimo termine che come un martello percuote nel continuo la mia mente: "FRAINTENDIMENTO". Ormai ho perso il conto di tutte quelle volte che ho visto organizzazioni religiose essere accusate di cose, oppure di propagandare insegnamenti che alla luce dei fatti non hanno non dico insegnato, ma mai nemmeno fatti propri.
In questo ventunesimo secolo purtroppo notiamo come lo stesso diritto alla libertà di coscienza in molti paesi viene ancora violato con la conseguenza che sempre più individui, sia singoli, sia intere famiglie ne soffrono fino al punto di rischiare la propria vita pur di sostenere ciò che credono. Ormai si è perso il conto nel numerare tutti quei credenti morti, martirizzati per le loro convinzioni. La storia stessa c'informa fino alla nausea, quante volte l'uomo si è macchiato di delitti scaturiti dall'intolleranza e dall'odio nei confronti di chi la pensava in modo differente in campo religioso, nei riguardi di chi in tutta coscienza seguiva un determinato credo religioso, giusto o sbagliato che sia. Quante e quante volte si sono dimenticate le parole del buon fariseo Gamaliele, frasi riportate dal "medico Luca" nel libro di Atti, e che a mio avviso dovrebbero essere oggetto di riflessione di tutti gli uomini di buona volontà i quali sono spinti veramente da un sentimento perlomeno di rispetto nei riguardi del proprio prossimo. Leggiamole insieme: "
Ma un fariseo, di nome Gamaliele, dottore della legge, onorato da tutto il popolo, alzatosi in piedi nel sinedrio, comandò che gli apostoli venissero un momento allontanati. Poi disse loro: «Uomini d'Israele, badate bene a quello che state per fare circa questi uomini. Poiché, prima d'ora, sorse Teuda, dicendo di essere qualcuno; presso di lui si raccolsero circa quattrocento uomini; egli fu ucciso, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi e ridotti a nulla.
Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, ai giorni del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch'egli perì, e tutti quelli che gli avevano dato ascolto furono dispersi. E ora vi dico: tenetevi lontani da loro, e ritiratevi da questi uomini; perché, se questo disegno o quest'opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non potrete distruggerli, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio». (Atti 5,34-39)
In questo discorso fatto da Gamaliele soprattutto per istillare nei suoi ascoltatori il timore di Dio, del suo nome benedetto, vedo il fondamento della libertà religiosa. Del diritto di praticare una qualsiasi dottrina riguardante questioni di fede e di morale che non offenda perlomeno il pudore e il comune senso della morale. "LASCIATELI STARE!". "LASCIATELI IN PACE!". Eppure al giorno d'oggi questo mondo così insensibile continua a rimanere sordo a tali invocazioni. A queste urla che da secoli non fanno altro che tentare di farsi notare, sentire, ma in vano. In un modo dove purtoppo l'intolleranza, madre dell'odio continua a dilagare. Questa madre che è a sua volta figlia di un'altra piaga, l'ignoranza, una "piovra" la quale non fa altro che tendere i suoi tentacoli dovunque, avvelenando e distruggendo tutto quello che tocca. Quando incominceremo a comprendere cosa significa comprensione, rispetto, ma soprattutto quando capiremo finalmente il valore di nutrire finalmente nei riguardi del nostro prossimo un amore e un rispetto sincero e autentico, si, incominciare a mettersi nei panni di chi ci sta di fronte. Provare a capire le sue emozioni i suoi sentimenti ciò che pensa e perché ha assunto tale linea di pensiero. Provare a capire! Non dico ad approvare ma perlomeno captare le motivazioni e il percome il nostro interlocutore a scelto di pensarla in un modo anziché in un altro. La conoscenza e la comprensione sono l'unica arma per sconfiggere la piaga dell'ignoranza e con essa il suo principale morbo, l'intolleranza religiosa.