Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Salviamo Pegah dalla lapidazione

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2007 23:09
Email Scheda Utente
Post: 2.682
Post: 1.037
Registrato il: 07/08/2006
Sesso: Femminile
Utente Veteran
OFFLINE
23/08/2007 14:14
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

La lesbica iraniana che Londra vuole cacciare

LAPIDARE un uomo o una donna fino a farli morire può richiedere molto tempo, specialmente se coloro che scagliano le pietre desiderano di proposito prolungarne l'agonia.

Il colpo di grazia alla testa, in grado di portare a uno stato di incoscienza o alla morte, può farsi attendere anche un'ora, mentre le pietre di piccole dimensioni che provocano contusioni sono rimpiazzate poco alla volta da pietre di dimensioni maggiori in grado di frantumare gli arti. Soltanto quando il corpo è in agonia in ogni sua parte può sopraggiungere la morte.

Questa è la sorte che potrebbe attendere Pegah Emambakhsh, una donna iraniana di quaranta anni, il cui crimine è quello di essere lesbica. Pegah Emambakhsh ha trovato rifugio nel Regno Unito nel 2005, in seguito all'arresto, alla tortura e alla condanna a morte per lapidazione della sua partner sessuale (non è chiaro, ad ogni buon conto, se la sentenza è stata eseguita o lo sarà in futuro).

La sua domanda di asilo però è stata respinta: secondo l'Asylum Seeker Support Initiative di Sheffield, dove Pegah si trova rinchiusa in un centro di detenzione, quando le è stato chiesto di fornire le prove della sua omosessualità e lei non ha potuto farlo, le è stato riferito che doveva essere deportata. L'estradizione, che doveva avvenire oggi, all'ultimo momento è stata rinviata al 28 agosto: alla fine del mese potrebbe essere già morta.

La Repubblica Islamica Iraniana, si legge in un recente rapporto, è "più omofobica di qualsiasi altro paese al mondo o quasi. La tortura e la condanna a morte di lesbiche, gay e bisessuali, caldeggiate dal governo e contemplate dalla religione, fanno sì che l'Iran sembri agire in barba a tutte le convenzioni sottoscritte a livello internazionale in tema di diritti umani".

Leggere il rapporto, redatto da Simon Forbes dell'organizzazione londinese Outrage, è terribile: vi si leggono storie di giovani uomini e giovani donne perseguitati, arrestati, picchiati, torturati e giustiziati - spesso con soffocamento lento - per avere avuto rapporti omosessuali.

Il brutale giro di vite nei confronti dei gay iraniani - gruppo che non ha mai goduto di grande supporto nel suo stesso paese - è iniziato dopo il 1979 e l'arrivo al potere del regime religioso ispirato dall'Ayatollah Khomeini.

All'epoca gli omosessuali colti in flagranza o sospettati di essere gay erano impiccati agli alberi sulla pubblica piazza. In linea di massima si trattava di uomini, ma non mancavano le donne. A quei tempi i diritti degli omosessuali non erano una causa granché popolare da nessuna parte e il nuovo regime, ispirato da un genere di fondamentalismo islamico che non poneva limiti al proprio radicalismo e che addossava a Stati Uniti e Occidente la responsabilità di tutti i suoi mali, non vedeva necessità alcuna di dissimulare le proprie azioni.
Tutto ciò è andato avanti fino alla fine degli anni Ottanta, quando i diritti dei gay hanno riscosso ovunque maggiore comprensione: le proteste internazionali hanno iniziato a moltiplicarsi e il regime, preoccupato in maggior misura per la propria immagine a livello internazionale, è diventato meno radicale e ha posto fine a queste dimostrazioni.

Ciò non significa che le esecuzioni fossero cessate. Il 19 luglio 2005 due adolescenti gay della città iraniana di Mashhad sono stati impiccati in pubblico, giustiziati con un lento strozzamento. Sono stati condannati a morte per il fatto di essere gay. Le autorità li avevano accusati di aver rapito e stuprato un minore, ma a loro carico non è mai stata prodotta alcuna prova.

La comunità gay iraniana e i gruppi di difesa dei diritti umani non hanno mai creduto alle accuse ufficiali. La loro condanna a morte è servita a rammentare a tutti che l'omosessualità, nell'Iran di Ahmadinejad, è tuttora considerata un reato punibile con la condanna a morte. Per gli uomini o le donne sposate la condanna a morte è eseguita tramite lapidazione, perché nel loro caso il reato è considerato più grave. (Pergah, che ha due figli, ha dovuto contrarre un matrimonio organizzato).

Quantunque negli ambienti della middle-class di Teheran una certa discreta attività gay sia ancora possibile, il rischio - estremo, di morte - lo si corre sempre. Il rapporto di Outrage così commenta: "Affermare che per gli omosessuali del 2006 alcune zone dell'Iran sono più sicure di altre equivale ad affermare che per gli ebrei del 1935 alcune zone della Germania erano più sicure di altre".

Deportare una donna sulla quale incombe una morte tramite lenta agonia per il fatto di esercitare le proprie preferenze sessuali non è azione degna di uno Stato civile: non possiamo che augurarci che le autorità britanniche facciano dietrofront. Una speranza ancora c'è: uno dei membri del Parlamento dell'area di Sheffield dove vive oggi Pegah, Richard Carbon, Ministro dello Sport, alcuni giorni fa ne aveva bloccato la deportazione e le autorità l'hanno rinviata a domani sera. Le associazioni gay hanno diffuso la notizia in tutto il mondo e i media di molti paesi, Italia inclusa, hanno sollevato il caso.

Per la Gran Bretagna in tutto ciò vi è un triste paradosso: essa è stata e rimane il rifugio di molti musulmani che professano apertamente di odiarla, in parte proprio per le sue opinioni relativamente liberali in fatto di omosessualità, e per le sue leggi sui diritti umani. Alcuni musulmani, accusati di istigare al terrorismo, sono stati deportati, la stragrande maggioranza no. Eppure, adesso una donna che in Gran Bretagna ha trovato salvezza da una pena efferata e che ha fatto appello alle autorità perché le considerava tolleranti, potrebbe essere rispedita indietro e, di fatto, mandata a morire. Deportare Pegah Emambakhsh non sarebbe semplicemente un'ingiustizia: sarebbe indegno di uno Stato civile.

Traduzione di Anna Bissanti

(23 agosto 2007) - FONTE






Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


Email Scheda Utente
OFFLINE
24/08/2007 13:52
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Pare che la deportazione che doveva avvenire il 23-agosto-2007
sia stata prorogata al 28- agosto


Per sottoscrivere l’appello del Gruppo EveryOne per salvare Pegah Emambakhsh, inviare una mail con nome, cognome e nazione a savepegah@gmail.com e con oggetto “Save Pegah”
Email Scheda Utente
Post: 2.698
Post: 1.049
Registrato il: 07/08/2006
Sesso: Femminile
Utente Veteran
OFFLINE
24/08/2007 14:03
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re:
®@ffstef@n, 24/08/2007 13.52:

Pare che la deportazione che doveva avvenire il 23-agosto-2007
sia stata prorogata al 28- agosto


Per sottoscrivere l’appello del Gruppo EveryOne per salvare Pegah Emambakhsh, inviare una mail con nome, cognome e nazione a savepegah@gmail.com e con oggetto “Save Pegah”




[SM=g28002]






Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


Email Scheda Utente
Post: 3.737
Post: 2.387
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
26/08/2007 20:30
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re:
®@ffstef@n, 24/08/2007 13.52:

Pare che la deportazione che doveva avvenire il 23-agosto-2007
sia stata prorogata al 28- agosto


Per sottoscrivere l’appello del Gruppo EveryOne per salvare Pegah Emambakhsh, inviare una mail con nome, cognome e nazione a savepegah@gmail.com e con oggetto “Save Pegah”



FATTO!!!

Grazie.




__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 3.740
Post: 2.390
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
26/08/2007 21:30
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


Mi è arrivata la risposta, in italiano da:
Everyone ::: Save Pegah Emambakhsh

Grazie per aver sottoscritto l'Appello "Salviamo Pegah"



__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 718
Post: 55
Registrato il: 21/10/2006
Sesso: Femminile
Utente Junior
OFFLINE
26/08/2007 22:52
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Ho appena spedito la mail

Speriamo bene.


Anna Corsi




L'ESSERE INCOMPRESI è più drammatico del non essere AMATI
perchè chi TI COMPRENDE inizia anche ad AMARTI.
Anna Corsi
°*°FdF°*°forum della famiglia

Email Scheda Utente
Post: 3.807
Post: 863
Registrato il: 26/10/2006
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
26/08/2007 23:06
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

ho spedito anche io
speriamo..



--



*°*°* Se il Sole oggi non si decide a sorgere
accenderò una lampada abbronzante *°*°*

°*°FdF°*°forum della famiglia



Email Scheda Utente
Post: 309
Post: 151
Registrato il: 17/05/2007
Età: 64
Sesso: Maschile
Utente Junior
OFFLINE
26/08/2007 23:09
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Partita.... [SM=x1061975] servira?

Non é che abbia molta fiducia in queste azioni. Comunque, l'importante é provarci.

Ciao

Massimo



Le religioni? Un'abbagliante strada a senso unico. (Max Cava)

" Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione,
e non mi importerà di chi ne fa le leggi" (Mayer Anselm Rothschild)


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:23. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com