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No all’aborto anche dopo uno stupro

Ultimo Aggiornamento: 28/08/2007 23:27
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Poi accusa i media per l’inchiesta sui presunti preti pedofili: «Certe volte sembra che ci sia un disegno preciso contro la Chiesa»

ROMA— Amnesty International credeva di aver sufficientemente spiegato di non avere alcuna intenzione né di esprimere giudizi sull’aborto, né di promuovere campagne in favore dell’interruzione della maternità o di consigliarla a singole persone ma di voler solo difendere le donne dalle violenze e di prevenire gravi violazioni dei diritti umani. Evidentemente al Vaticano la precisazione non è bastata se il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in margine al Meeting di Rimini, ieri ha rilanciato all’organizzazione le accuse che già aveva rivolto il cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.

«Bisogna salvare la vita anche se è frutto di violenza», ha commentato ai microfoni della Radio Vaticana chiamando in causa Amnesty International. E sempre agli stessi microfoni se l’è presa con i media per le «falsificazioni » e le «mistificazioni» in rapporto alla vicenda delle presunte violenze sessuali compiute da religiosi a Torino. Come si guardasse — ha detto — «un solo frammento nella grande Cappella Sistina restaurata».

«In qualche momento— ha spiegato — sembra ci sia un preciso disegno contro la Chiesa perché, mentre ero negli Stati Uniti, mi hanno informato che per una settimana su un giornale italiano e in televisione è comparso un istituto educativo che ha una grande funzione pedagogica, per un fatto tutto da accertare ». Gli ha replicato il direttore de La Stampa, Giulio Anselmi. «Per quanto mi riguarda posso dire che La Stampa ha dato una notizia che si è dimostrata vera e, trattandosi di notizia torinese, l’ha data con evidenza».

Quanto all’aborto in caso di violenza sessuale, il segretario di Stato ha insistito con fermezza: «Non si può aggiungere a omicidi altri omicidi, l’uccisione di altre persone. Anche se sono persone in fieri, sono persone, sono soggetti umani, con tutta la loro dignità di esseri umani», ha sottolineato riaffermando la nota posizione della Chiesa cattolica secondo la quale la vita inizia al momento stesso del concepimento.
Il cardinale Bertone ha confermato l’impegno rigoroso della Chiesa contro la violenza nei confronti delle donne, «contro questa forma disumana di violenza che è lo stupro ». L’intervento del cardinale segretario di Stato nasce dopo un duro editoriale di Avvenire contro Amnesty International firmato da Eugenia Roccella, portavoce del Family Day, in cui accusava senza mezzi termini l’organizzazione di «difendere l’accesso delle donne all’aborto».

Quando il cardinale Martino in un’intervista a un settimanale cattolico americano aveva annunciato lo scorso giugno la sospensione dei finanziamenti cattolici ad Amnesty International a causa della sua «svolta abortista » decisa all’assemblea di Città del Messico, la sezione italiana dell’organizzazione umanitaria, dopo aver fatto presente di non aver mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano o da organizzazioni dipendenti dalla Chiesa cattolica, aveva precisato che la decisione era stata presa nel contesto della campagna «mai più violenza sulle donne ».

Sottolineava poi che Amnesty International intendeva chiedere agli Stati di modificare o abrogare le leggi per effetto delle quali le donne possono essere sottoposte a imprigionamento o ad altre sanzioni penali per aver abortito o cercato di abortire. Il conflitto fra il Vaticano ed Amnesty International con il quale la Chiesa cattolica ha sempre collaborato a difesa dei diritti umani sembra sempre più difficile da sanare.

Bruno Bartoloni
21 agosto 2007 - Corriere.it

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re
Per me ha ragione Amnesty. Vorrei sentire anche qualche altra opinione!!!

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IN AGGIUNTA




Londra | 13 agosto 2007


Amnesty sfida la Chiesa: l'aborto dopo lo stupro e' uno dei diritti umani

Dopo due anni di riflessione, Amnesty International ha deciso: sostiene il diritto di aborto nel caso di donne rimaste incinte in seguito a uno stupro. Lo anticipa l'Independent, spiegando che la decisione verrà ufficializzata dai leader dell'organizzazione per i diritti umani riuniti in Messico. La decisione di Amnesty, già anticipata ad aprile dal comitato esecutivo dell'ong, pone l'organismo in rotta di collisione con la Chiesa cattolica, tanto che il quotidiano britannico parla di "sfida alla Chiesa".

A spingere Amnesty alla presa di posizione l'uso dello stupro come arma di guerra in Darfur. Anche se, in realtà, il sì dell'ong all'aborto riguarda anche le donne la cui vita viene messa a rischio dal parto. I rapporti fra Amnesty e Santa Sede si sono complicati dopo che l'ong ha incluso nella sua definizione di diritti umani l'accesso all'aborto.

L'Independent cita oggi il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio per Pace e Giustizia, per il quale i cattolici potrebbero boicottare Amnesty a livello mondiale se non tornerà sui suoi passi: "Se Amnesty International persiste in questo corso d'azione, individui e organizzazioni cattoliche devono toglierle il sostegno perché nel promuovere il diritto d'aborto, Amnesty ha tradito la sua missione".

Fonte


SEGUE





"Mammasantissima"!!!
COLOMBIA: aborto di una bambina vittima di violenza. Il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, card. Alfonso López Trujillo, e i vescovi scomunicano tutti, ma non lo stupratore.
mercoledì 6 settembre 2006.



Commento di un forista
18 febbraio 2007, di bimba

Nemmeno una condanna del patrigno che ha violentato la bambina. Nemmeno un "auspichiamo che le autorità mettano per sempre in prigione l’uomo che si è macchiato di un crimine tanto odioso". Niente del genere. Si sa, per vocazione l’uomo "domina". Anche le figlie. Forse che qualcuno ha chiesto a questa bambina che cos’ha provato? No. Probabilmente per il card. Trujillo questa povera piccina avrebbe dovuto fare "come Maria Goretti, farsi ammazzare piuttosto che violentare". E’ troppo facile dire che "la condanna contro lo stupratore è implicita". E’ tanto implicita da non esistere proprio. Anzi, in molti paesi lo stupro è considerato "colpa della donna che ha provocato" e mai dell’uomo....


A proposito: è evidente che - per motivi legati alla sua fisiologia - una bambina di 11 anni NON PUO’ portare avanti una gravidanza. Rischierebbe di morire. Si doveva forse far morire di parto la vittima? Farne una piccola martire? Martire di che cosa, poi? Non dimentichiamoci che anche qui in Italia una donna - o una bambina - stuprata ha ancora meno diritti dello stupratore (ricordate un anno fa la sentenza shock "non è grave stuprare una 13enne se non è più vergine") e, soprattutto, dell’eventuale frutto di uno stupro...... Un bambino che NON può essere amato. Il frutto di un episodio orribile. E c’è chi osa dire ad una bambina che cosa dovrebbe fare? Trujillo è mai stato una bambina di 11 anni incinta dopo lo stupro del patrigno, forse?

Perché tanto pudore? Perché Trujillo non ha fatto anche lo sforzo di scomunicare il patrigno? Certi giri di parole sono troppo comodi, accipicchia!!!

Fonte


Mia opinione..

Tutte le donne cattoliche e non, dovrebbero essere indignate da queste pressioni della Chiesa.
Non tutte le donne sono propense a considerarsi (come fa la chiesa), contenitori del frutto di una violenza


E’ importante criticare ed esporre le proprie idee per proteggersi dai tanti squilibri che militano tra le fila del clero


[Modificato da ®@ffstef@n 21/08/2007 17:27]
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Re: re
=omegabible=, 21/08/2007 16.52:

Per me ha ragione Amnesty. Vorrei sentire anche qualche altra opinione!!!

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Daccordo anche io.

L'aborto è una decisione seria ma in certi casi (come quello della bambina) è il male minore.

E per quanto riguarda me non credo che vorrei il frutto di uno stupro...è già un dramma quello per una donna...se non vuole portare avanti la gravidanza è un suo diritto sacrosanto.

Certi uomini (di chiesa) dovrebbero pensare di più e parlare di meno...

Kelly





La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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Lo stupro come "strategia di guerra"
Di violenza in violenza

Nel campo profughi di Kalma, in Darfur, scrive oggi Times of India, sette donne sudanesi hanno raccontato lo stupro e le violenze subite da un gruppo di miliziani arabi, i noti janjaweed, una volta lasciato il campo per andare a raccogliere la legna. La loro storia, confermata dagli operatori umanitari, offre uno spaccato dell'inferno che è oggi il Darfur, dopo la decisione del governo di Khartoum di assoldare i miliziani arabi della regione per sedare la rivolta delle tre principali etnie africane locali contro il governo. Un conflitto iniziato nel febbraio 2003, costato la vita ad almeno 200.000 persone, e che ha costretto oltre 2,5 milioni di persone a cercare rifugio nei campi profughi.

Le sette donne avevano raccolto il denaro sufficiente per noleggiare un carretto trainato da un asino, per poter uscire dal campo e raccogliere la legna da rivendere al mercato, ma a poche ore di cammino sono state violentate, picchiate e derubate. Nude e traumatizzate sono rientrate a Kalma. "Per tutto il tempo io continuavo a pensare: stanno uccidendo il mio bambino, stanno uccidendo il mio bambino", racconta Aisha, al settimo mese di gravidanza al momento dello stupro. Le donne non hanno dubbi sui responsabili delle violenze: i cammelli e le uniformi indicavano la loro appartenenza ai janjaweed.

Kalma è una baraccopoli alle porte di Nyala, capitale del Darfur del Sud: capanne di fango e tende di plastica accolgono circa 100.000 rifugiati. La struttura è ormai al limite delle sue capacità di accoglienza, tanto che il governo ha cercato di limitare i nuovi arrivi, vietando la costruzione di nuove latrine.Un provvedimento che aumenta il rischio di infezioni e contagio. Chiunque si avventuri fuori dal campo sa di poter incontrare i janjaweed.

Le sette donne hanno raccontato di aver lasciato il campo di Kalma un lunedi' mattina del luglio dello scorso anno e di essere state aggredite poco dopo aver iniziato a raccogliere la legna. Dieci arabi a dorso di un cammello le hanno circondate, urlando insulti e sparando in aria.
Una volta circondate, le donne sono state picchiate e il loro asino ucciso. Zahya, 30 anni, era accompagnata dalla figlia di 18 anni, Fatmya, e dal suo bambino. Il bimbo è stato gettato a terra e le due donne sono state stuprate. Il bambino è sopravvissuto. Zahya ha raccontato di aver visto quattro uomini stuprare a turno Aisha.

Denudate e percosse le donne hanno ripreso la strada verso Kalma. Lungo il cammino hanno incontrato alcuni uomini del campo profughi, che hanno offerto loro i turbanti di cotone. Al loro arrivo sono state derise.
Alle donne sono state date pillole contro la gravidanza e l'Hiv. Nel frattempo e' nato anche il bambino che Aisha aspettava, chiamato Osman.

Strumento di guerra
In Sudan, come in molti paesi islamici, la società considera lo stupro come un disonore per tutta la famiglia della vittima. "Le vittime si trovano a dover affrontare un terribile ostracismo", ha dichiarato la coordinatrice dell'Onu, Maha Muna. Alcuni operatori umanitari ritengono che i janjaweed ricorrano alla violenza sessuale per intimidire i ribelli, le loro famiglie e i loro sostenitori. "E' una strategia di guerra", ha sottolineato Muna.

Nel 2006, gli operatori dell'Onu hanno denunciato 2.500 casi di stupro nella regione, ma ritengono che si tratti di un dato molto lontano dalla realtà. La cifra reale si aggirerebbe su migliaia di casi al mese, secondo un funzionario dell'Onu.


fonte Rai24
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l'aborto è un diritto che nessuno può togliere ad una donna che ha subito queste brutalità!






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Abortire è un diritto, giustamente riconosciuto dalla Repubblica Italiana e da tutti gli altri Paesi civilizzati di questo pianeta.




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Re: re
=omegabible=, 21/08/2007 16.52:

Per me ha ragione Amnesty. Vorrei sentire anche qualche altra opinione!!!

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quando impareranno certi "zelanti" a non giudicare dal fatto esteriore, ma dai motivi di dentro ?
Finchè saranno "zelanti e RELIGIOSI" , credo MAI








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Mi schiero in difesa della vita di quei piccoli che non hanno alcuna colpa e che...pur non avendo alcuna colpa, vengono uccisi da coloro che li dovrebbero amare....


...ah quanto mi sembra vicina ad un altra "storia" questa loro piccola-grande tragedia...


"Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio
delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai" (Is. 49,15).





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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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27/08/2007 19:10
 
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cosa farei?
Se mia moglie venisse stuprata con la violenza e resterebbe in cinta....io quel bambino lo farei nascere lo stesso.
Però se mia moglie volesse abordire gli spiegherei che il bambino non ha nessuna colpa,cercherei di convincerla per farlo nascere lo stesso.


opterei per l'affido dopo il parto.

salvo che non ci affezioniamo nei nove mesi che stà nel grembo e cambiamo idea per tenerlo per sempre.

angelo.



Isaia 29:13...‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me.  Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano dottrine e comandi di uomini’”...



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Re: cosa farei?
35.angelo, 27.08.2007 19:10:

Se mia moglie venisse stuprata con la violenza e resterebbe in cinta....io quel bambino lo farei nascere lo stesso.
Però se mia moglie volesse abordire gli spiegherei che il bambino non ha nessuna colpa,cercherei di convincerla per farlo nascere lo stesso.


opterei per l'affido dopo il parto.

salvo che non ci affezioniamo nei nove mesi che stà nel grembo e cambiamo idea per tenerlo per sempre.

angelo.




Tralasci un particolare.... anche se, per te, di poco conto....
non sarai tu a dover partorire quel bambino, a tenerlo per nove mesi nella tua pancia e ad ogni suo movimento ricordare il modo in cui é stato concepito.

Spiacente Angelo, la fai troppo facile. É troppo facile dire: se succedesse a mia moglie, io farei, direi...

In altro 3D scrissi che noi uomini facciamo in fretta a parlare e sparlare di aborto... ma che ne sappiamo noi?????????? Che sappiamo noi di quello che passa una donna che deve, vuole abortire?

Niente!! Non ne sappiamo niente!!!!!

Questa é una decisione che spetta all'interessata ed a nessun altro... mortale e, dal momento che ti ritengo un credente, non!

Non mi si fraintenda, non sono affatto per l'aborto selvaggio, anzi!!

Ciao

Massimo

Piesse: opterei per l'affido dopo il parto..... no comment!!!







Le religioni? Un'abbagliante strada a senso unico. (Max Cava)

" Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione,
e non mi importerà di chi ne fa le leggi" (Mayer Anselm Rothschild)


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Il fatto è che si sta parlando di un bambino...non di un cagnolino.
E, soprattutto, di qualcuno che è SENZA COLPA.

Tutto il resto...
Ed intendo dolore psicologico, patimenti fisici, ecc...

Sono cose secondarie.

Non c'è NULLA che valga quanto la vita di un bambino innocente, NULLA.

La madre dovrebbe averne tanto amore da DARE LA VITA per farlo vivere...

Giovanni 15:12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Giovanni 15:13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.



E qui, con AMICI, il Signore intendeva OGNI UOMO, ANCHE CHI CI E' NEMICO!
Perchè Gesù è morto per ciascuno di noi...anche per colui che meno se lo meritava.

Ed ora che tipo di cultura e di mentalità vogliamo sostituire a questo messaggio??

La mamma che dovrebbe a maggior ragione DARE LA VITA per i propri figli la si cerca di trasformare in CARNEFICE dei propri figli.
PRENDERE LA VITA al proprio bambino per AVERE la nostra vita.


Non andiamo bene...
Soprattutto se questi discorsi li fa chi si dice cristiano.

E non c'è scusa (del tipo non sappiamo che cosa passi per la mente di una donna in quei momenti...) che tenga.
Le giustificazioni sono le prime armi di satana nell'istante della tentazione.

Facciamole sparire.

Mauri



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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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Re x Maurif

AUGH !!! CAPO!!!!! [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946]

Deve essere una decisione "personale. Il resto è giudizio di Dio!!!!!
Che tu possa essere Dio effettivamente incomincio a pensarlo vista l'autoritarietà con la quale ti poni. [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946]

SAlda..salda...perdona.... perdona....lega....lega...sciogli...sciogli o metafisico sostegno e colonna della verità ....!!!!! [SM=x1061924] [SM=x1061924] [SM=x1061924] [SM=x1061924] [SM=x1061924] [SM=x1061924]


omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061912] [SM=x1061912]



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Ogniuno scelga per sè
Lo stato non si faccia influenzare dalla religione e dia tutti la possibilità di 'scegliere'il da farsi.
Personalmente?
considero un privilegio avere un figlio,è una delle cose che mi dà accesso all'eternità biologicamente parlando.
Non si deve giudicare la donna che sceglie di abortire,è già punita in se stessa dall'offesa che si procura.
Giudico male le Istituzioni che non danno alle donne in difficoltà un sostegno efficace affinchè queste donna possano davvero scegliere in tutta serenità di portare avanti una nuova vita.
Manca la cultura della vita e non è una frase retorica.
I bambini dovrebbero essere considerati da uno Stato un bene prezioso ma i fatti dimostrano che così non è.
Pensiamo agli asili per le mamme che lavorano,pensiamo ai costi delle mense scolastiche e di tutto ciò che ruota attorno all'infanzia.
Riguardo alla domanda iniziale sull'opportunità o meno che una donna stuprata abortisca rispondo che è una decisione che riguarda quella donna e uno Stato deve tutelare la sua scelta.
Il prede ascolti la sua confessione e rimetta tutto nelle mani di Dio.

Dio solo può capire e giudicare e meno male che io non sono Dio.

buona serata a tutti.

Anna Corsi.




L'ESSERE INCOMPRESI è più drammatico del non essere AMATI
perchè chi TI COMPRENDE inizia anche ad AMARTI.
Anna Corsi
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27/08/2007 23:14
 
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Anche questa notizia ci tocca leggere
http://www.donvitaliano.it/?p=289

No comment


Anna Corsi






L'ESSERE INCOMPRESI è più drammatico del non essere AMATI
perchè chi TI COMPRENDE inizia anche ad AMARTI.
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27/08/2007 23:57
 
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Re: Anche questa notizia ci tocca leggere
@Anna Corsi@, 27/08/2007 23.14:

http://www.donvitaliano.it/?p=289

No comment


Anna Corsi





Ho letto,non ho parole,addirittura in Africa,una realta' "sommersa" che non conoscevo,sono rimasto ammutolito,credevo di esserci gia' abituato.

Un saluto

Paolo
[Modificato da pcerini 28/08/2007 00:00]
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28/08/2007 00:04
 
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poi diventa facile infierire

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=6115890

ma ho imparatola lezione

“il miglior maestro è l’esempio”.
[Modificato da ®@ffstef@n 28/08/2007 00:06]
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Re: Anche questa notizia ci tocca leggere
@Anna Corsi@, 27/08/2007 23.14:

http://www.donvitaliano.it/?p=289

No comment


Anna Corsi





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Re: Ogniuno scelga per sè
@Anna Corsi@, 27/08/2007 22.48:

Lo stato non si faccia influenzare dalla religione e dia tutti la possibilità di 'scegliere'il da farsi.
Personalmente?
considero un privilegio avere un figlio,è una delle cose che mi dà accesso all'eternità biologicamente parlando.
Non si deve giudicare la donna che sceglie di abortire,è già punita in se stessa dall'offesa che si procura.
Giudico male le Istituzioni che non danno alle donne in difficoltà un sostegno efficace affinchè queste donna possano davvero scegliere in tutta serenità di portare avanti una nuova vita.
Manca la cultura della vita e non è una frase retorica.
I bambini dovrebbero essere considerati da uno Stato un bene prezioso ma i fatti dimostrano che così non è.
Pensiamo agli asili per le mamme che lavorano,pensiamo ai costi delle mense scolastiche e di tutto ciò che ruota attorno all'infanzia.
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Dio solo può capire e giudicare e meno male che io non sono Dio.

buona serata a tutti.

Anna Corsi.



Non sto giudicando la persona...perchè chiunque può sbagliare.
Ho giudicato il pensiero sociale che spinge a giustificare l'errore.

Uno può comprendere il fatto che una persona può sbagliare, ma non è giusto far passare per "inevitabile" ciò che non lo è.

I fatti dimostrano che per la società i bambini non sono importanti proprio quando si rimette alla donna la scelta se uccidere il suo bambino o meno.
Anzi, di più, lì la società cessa di essere "società civile".

Questo perchè come norma n°1, la società civile, ha la salvaguardia della libertà del singolo cittadino.
Quindi, secondo me, il discorso è tutt'altro che a livello opinionistico.

Per questo dico che la prima cosa che la società civile deve (proprio DEVE) tutelare è la vita dei suoi cittadini.
Tutto il resto (TUTTO) è secondario.

Ciao!
Mauri




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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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28/08/2007 00:27
 
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Perchè parlare in questo caso di società mentre la chiesa bolla i preti "sposati", chi avrà cura dei piccoli ?
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28/08/2007 00:42
 
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Re:
®@ffstef@n, 28/08/2007 00.27:

Perchè parlare in questo caso di società mentre la chiesa bolla i preti "sposati", chi avrà cura dei piccoli ?



Non certo i moralisti ipocrati.




Anna




L'ESSERE INCOMPRESI è più drammatico del non essere AMATI
perchè chi TI COMPRENDE inizia anche ad AMARTI.
Anna Corsi
°*°FdF°*°forum della famiglia

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