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I Testimoni di Geova per ottenere il riconoscimento giuridico nel 1986 allo Stato Italiano, dichiararono la verità?

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2022 16:33
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La “Congregazione” dei Testimoni di Geova
Adriano Baston 8 Febbraio 2022


I Testimoni di Geova per ottenere il riconoscimento giuridico nel 1986 allo Stato Italiano, dichiararono la verità?


Si osservi cosa riporta il Consiglio di Stato a pag. 3: “sotto il primo profilo, il Ministero dell’Interno ha rilevato che nell’atto Costitutivo e nello Statuto dell’associazione istante non si rinvengono norme in contrasto con le disposizioni delle leggi civili, mentre per quanto attiene all’atteggiamento negativo dei Testimoni di Geova nei confronti delle trasfusioni, del diritto dovere di voto e del servizio militare (o sostitutivo di quest’ultimo), il Ministero osserva che si tratta di manifestazioni derivanti sia dalla fede religiosa, ma sempre libere ed individuali.”

Ma le cose stanno realmente così? Davvero le scelte dei Testimoni di Geova riguardanti le trasfusioni di sangue che non accettano e il rifiuto di prestare il servizio militare o quello di votare siano scelte “libere e individuali”?

Su questo tema si osservi ciò che afferma lo stesso Consiglio a pag. 4: “… la compatibilità dello Statuto della Congregazione con l’ordinamento italiano: precisa in ogni caso che i principi della propria dottrina non contrastano con la Costituzione italiana e che l’atteggiamento dei testimoni di Geova in ordine ai menzionati Istituti è frutto di intima convinzione degli aderenti, al di fuori di qualunque condizionamento confessionale.”

È il contrario di quello che in realtà avviene in quanto è dimostrato che le scelte del Testimone di Geova non sono libere ma frutto del condizionamento religioso che il pensiero che permea nei testi che diffondono.
Pertanto, lo Statuto che essi presentarono al Consiglio di Stato, con le suddette dichiarazioni, è falso e questo è dimostrato ampiamente senza equivoci nella Torre di Guardia di Aprile 1951 alle pagine 103-108 che portano il titolo: “pacifismo e obiezione di coscienza- vi è una differenza?”

Dopo aver affermato a pag. 99: “noi non siamo pacifisti”, a pag. 101 di detta rivista essi scrivono che: “essi non sono contro la guerra fra le nazioni, e non si immischiano nelle attività belliche delle nazioni né con chiunque possa coscienziosamente unirsi a questa attività.
Essi combattono solo quando Iddio lo domanda loro, perché allora si tratta di guerra teocratica”.

Dicono sul servizio militare e quello sostitutivo che non lascia equivoci sul loro rifiuto quanto segue a pag. 105 della stessa pubblicazione: “essendo interamente dedicati a Dio con i loro voto, a lui mediante Cristo, i Testimoni di Geova secondo la Parola di Dio non fanno parte di questo mondo che è governato dai sistemi politici. Per questo importante motivo biblico essi dicono ai funzionari del Governo che fanno coscienziosamente obiezione al servire in qualsiasi Istituzione militare o ordinamento civile che sostituisca il Servizio militare.”
E a pag. 107 si sottolinea l’esortazione ai Testimoni di Geova che: “disertare e unirsi a questo mondo nelle sue lotte significherebbe infedeltà verso Dio e verso Cristo. Questo meriterebbe essere punito con la distruzione senza speranza alcuna di vita nel giusto nuovo mondo”.

Di fronte a questo minaccioso discorso si può negare che i Testimoni di Geova al rifiuto del Servizio Militare e quello sostitutivo non si tratti di un condizionamento della religione professata?
E nella stessa pagina prosegue dicendo: “per questa ragione essi non hanno abbandonato la loro neutralità verso questo mondo e non si sono arruolati negli eserciti di questo mondo diviso sotto il loro nemico Satana il Diavolo.”
Quello che sorprende, a fronte di quegli insegnamenti professati, è perché il Consiglio di Stato non si sia accertato se lo Statuto presentato dai Testimoni di Geova per il riconoscimento giuridico corrispondessero alla verità.
Purtroppo questo non è avvenuto, ciò che viene evidenziato nei loro scritti, la loro allergia che soffrono nei confronti dello Stato è lo spirito che permea nella loro teologia.
Dichiarando che i Regni del mondo sono governati da Satana viene ribadito che : “Satana avrebbe potuto offrire a Gesù i Regni del Mondo se non fossero stati suoi?” (cosa insegna la bibbia? pag. 33, edizione 2018)
Ma non è detto nella bibbia che Satana è il “padre della menzogna”? (Giovanni 8:44)
E non ha detto ancora Gesù che: “Ogni potere m'è stato dato in cielo e in terra?” (Matteo 28:18)
È pure interessante ciò che spiega l’Apostolo Paolo in Romani 13: 1-7, il quale tra l’altro disse: “…le “autorità” attuali sono poste da Dio quindi chi si oppone all’Autorità si oppone all’ordine stabilito da Dio.”
Sull’affermazione dei Testimoni di Geova che i Regni di questo mondo sono sottoposti al loro governante Satana, è il motivo per il quale rifiutano di compiere il servizio militare e altri doveri come quello di votare o eseguire altri servizi richiesti dallo Stato.
Difatti ci sono tanti esempi di giovani testimoni che per non aver accettato il Servizio militare o quello sostitutivo furono incarcerati come per esempio l’amico Giuseppe Lupo che nel periodo che militava nei Testimoni di Geova per avere rifiutato di compiere il Servizio militare gli costò due anni di carcere negli anni dal 1970 al 1972. Altrettanto accadde ad altri di passare qualche anno da reclusi per lo stesso motivo. Mio figlio Ermanno fu più fortunato che passò solo 6 mesi negli anni 80 grazie al Presidente della Repubblica Alessandro Pertini che concesse la Grazia agli obiettori di coscienza permettendo loro il Servizio civile.

Mentre, a differenza dell’amico Carlo Cicchelli, per aver accettato negli anni 80 di compiere il servizio militare venne disassociato dalla “Congregazione” e non si tratta di un caso isolato.
Infatti si segue la procedura di un libro che è usato esclusivamente dagli anziani “prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge” del 1977 che alle pagine da 56 a 59 vengono elencati vari peccati che la congregazione contempla sulla disassociazione tra i quali la neutralità” che vuol dire rifiutare il servizio militare e altre attività che hanno relazione con il Governo, eppure il divieto di assumere sangue che vuol dire vietare le trasfusioni.

Oggi i Testimoni di Geova si possono ritenere fortunati perché il servizio militare, da qualche anno, non è più obbligatorio.
Pertanto il fatto che venivano disassociati chi violava la neutralità servendo con il servizio militare o quello sostitutivo è la dimostrazione palmare dettata dalla confessione religiosa seguita da questo movimento radicale nel suo essere.
Dicendo di non essere ne pacifisti ne obiettori di coscienza nell’uso comune del termine i Testimoni di Geova proprio su questi ultimi punti dichiarano in relazione alla sottomissione delle Autorità governative quanto segue: “tale sottomissione è solo relativa; non è assoluta, completa; non può non tener conto di Dio, della Parola, della Legge di Dio e della coscienza cristiana.
Le “Autorità superiori” sono superiori fuori della congregazione, di fuori nelle cose del mondo, non “superiori” entro la “congregazione” di Dio.
Lì Dio è supremo e i Sorveglianti e i Servitori di Ministero entro la Congregazione sarebbero quelli che Geova Dio, il grande Teocrata vuole nell’incarico e non quelli che il Dittatore politico e il Governante politico comunista, totalitario vuole nell’incarico come ancelle dello Stato.”
(Vita eterna nella libertà dei figli di Dio, 1967 pag. 208)

È evidente che le difficoltà incontrate dai Testimoni di Geova trova origine dal loro linguaggio posto nei confronti dello Stato. Cercano di giustificarlo definendosi “…ambasciatori del Regno” e per tanto “si rifiutano coscienziosamente di combattere nella guerra internazionale per il dominio politico mondiale. Per questo divennero oggetto di odio di tutte le nazioni come aveva predetto Matteo 24:9” ( Torre di Guardia 1/4/1965, pag. 206)

Per questa ultima affermazione dov’è riportata tutta questa grande persecuzione tanto propagandata?
Se hanno difficoltà le trovano sugli scritti che divulgano contro la Lega delle Nazioni, contro le Nazioni Unite, contro la coscrizione militare, sia durante la prima Guerra, sia durante la seconda Guerra Mondiale.

E proprio su questo problema è interessante lo scritto degli studiosi Achille Aveta e Sergio Pollina, “I Testimoni di Geova e la politica, martiri o opportunisti? 1879 – 1990, Edizioni Deoniane, Roma 1990””

È la stessa società Torre di Guardia che più volte contraddice se stessa per quanto riguarda gli aspetti confessionali nei confronti dello Stato e dei doveri che gli individui hanno la libertà, se servire nello Stato come con il servizio militare possa essere libera scelta di ogni individuo al di là della propria confessione religiosa, oppure un dettato della stessa come è evidenziato nella pubblicazione, sia Dio riconosciuto verace, 1952, pagine 229 – 231 dove si afferma quanto segue: “…Dal momento che Geova ha tratto i suoi testimoni dal mondo perché siano Ambasciatori del suo Regno presso i popoli della Terra, essi non fanno parte di questo mondo. Dato che devono essere fedeli all’Iddio altissimo e al suo Regno, non partecipano alle elezioni e alla politica locale, nazionale e internazionale. E ne sono esonerati dalla legge di Dio che ordina loro di mantenersi senza macchia dal mondo. … L’attività di predicazione dei Ministri di Geova dà loro il diritto di chiedere l’esenzione dall’addestramento e dal servizio militare nelle forze armate delle nazioni nelle quali abitano.
Lo stato di esenzione dei Testimoni di Geova li esonera dal compiere i lavori governativi che si esigono da uomini che fanno coscienziosamente obiezione sia al servizio dei militari combattenti, sia che a quello dei non combattenti, perché i Testimoni i Geova sono Ministri dell’Evangelo e non pacifisti politici, teorici o religiosi. Essi esigono la neutralità e i diritti della neutralità a causa della loro condizione di ambasciatori del Regno di Dio.”

Tutte le scritture bibliche per sostenere il concetto di neutralità e di non far parte di questo mondo sono tutte citate fuori luogo in quanto esse in realtà spiegano che la scelta dei cristiani di essere “forestieri” in questo mondo, intendevano di appartenere al mondo futuro, quello “celeste”.
Della loro dichiarata esistenza provvisoria è bene illustrata dalle parole dell’Apostolo Paolo in 2 Corinti 5:1-9, il quale anelava, come tutti i cristiani quello di: “… abitare presso il Signore” …si tratta appunto della speranza estesa all’intera umanità, che la misericordia divina divenne la testimonianza apostolica, come si esprime ancora l’Apostolo Paolo in Romani 11:11,12,30-32.

I Testimoni di Geova insistono ancora che essi esistono come inviati in sostituzione di Cristo, definendosi Ambasciatori in sostituzione appunto del figlio di Dio: “essi possono essere definiti inviati in sostituzione di Cristo. Ma siano essi ambasciatori o inviati in sostituzione di Cristo. Tutti i dedicati, battezzati cristiani devono tener presente la loro missione da Dio e si devono tenere neutrali verso le questioni mondane.” (Vita eterna nella libertà dei figli di Dio 1967, pag. 309)
Si osservi anche l’insegnamento circa il divieto delle trasfusioni di sangue seguito dai Testimoni di Geova che contrasta con il loro Statuto Presentato al Consiglio di Stato, che le Trasfusioni siano libere dal condizionamento religioso.
Nel libro La verità che conduce alla vita eterna, 1968 pagine 166-168, commentando Atti 15:28,29, tra l’altro dice: “anche noi dobbiamo dunque astenerci dal “sangue”. E far questo è una faccenda seria essendo stata messa allo stesso livello per vietare la fornicazione e l’idolatria…Per la dubbia opportunità di essere tenuti in vita per alcuni altri anni in questo sistema di cose, sarebbe sensato voltare a Dio le spalle violando la sua legge? se cerchiamo di salvare la nostra vita, o la nostra anima, violando la legge di Dio, la perderemmo per sempre.” Non esitano ad informarci con soddisfazione per aver “messo Dio al primo posto”, che come è esposto nella rivista Svegliatevi del 22.05.1994: “Giovani che hanno messo Dio al primo posto” e pagina 2 viene affermato che sono “migliaia” che “sono morti” per avere rifiutato: “le trasfusioni di sangue “a tutt’ora si insiste che i Testimoni di Geova: “…non accettano le trasfusioni di sangue” (cosa ci insegna la bibbia? Ed. 2018 pagina 140, 122)

A fronte di quanto espresso nei loro testi ci si chiede fino a che punto questa “Congregazione” che lascia morire in nome di Dio anche i loro figli innocenti, fino a che punto questa organizzazione può definirsi cristiana?
Il Decreto di Gerusalemme in Atti 15 allo scopo di evitare una pericolosa scissione tra Giudei convertiti e Gentili convertiti, compresero si giungesse ad un compromesso.
Il divieto di astenersi dal sangue, si trattava di un divieto provvisorio che in seguito con la presa di coscienza della natura del cristianesimo non si trovavano più “sotto la legge ma sotto la grazia” Romani 6:14

I cristiani si rendevano conto che potevano mangiare: “tutto ciò che è venduto sul mercato, mangiatelo senza indagare per motivi di coscienza” ( 1 Corinti 10:23-33)
Non si dimentichi che Gesù disse infatti: “Non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo, ma quello che ne esce, questo contamina l’uomo”. (Matteo 15:11)

Purtroppo i Testimoni di Geova immolano i propri figli e se stessi ad una dottrina priva di fondamento evangelico.

Non riflettono sulle parole di Dio e l’amore che li nutre per tutti e rimprovera severamente gli uomini che: “hanno posto i loro abomini nel tempio che prende il nome di me, per contaminarlo. Hanno costruito l’altare di Tofet nella valle di Ben-Hinnōn, per bruciare nel fuoco figli e figlie, cosa che io non ho mai comandato e che non mi è mai venuta in mente.” (geremia 7:30,31)

Dio è assolutamente contrario e condanna i sacrifici umani. E proprio a proposito del sangue come preludio dell’ultima cena Gesù disse: “...se non bevete il mio sangue non avrete vita in voi.." (Giovanni 6:53-56)

A prescindere da quello che insegnano i Testimoni di Geova sulle parole di Gesù, Egli offerse il suo sangue, una trasfusione di sangue che salvò dalla morte tutti gli uomini!

È evidente che Gesù è il vino offerto nel bicchiere che salva la vita, ma il suo sangue “vera bevanda” senza la quale non è possibile la vita nel Regno di Dio!

Gli Apostoli nell’ultima cena hanno bevuto il sangue di Gesù nell’apparenza del vino.

Il convertito filosofo Giustino Martire che visse tra il 130 e il 160 dopo Cristo, disse proprio, sull’ultima cena che: “Noi infatti come cibo comune né come bevanda prendiamo queste cose; ma nel modo in cui Gesù Cristo, nostro salvatore incarnatosi per mezzo del Verbo di Dio, assunse corpo e sangue per la nostra salvezza, allo stesso modo quel cibo sui si è reso grazie con la parola di ringraziamento da parte dello stesso (Gesù) e del quale (cibo) anche il sangue e le carni sono nutrite per nostra trasformazione, ci fu insegnato essere carne e sangue di Gesù incarnato.” Prima Apologia - Gli Apologeti Greci - Città nuova editrice 1966, pag. 146-148

I testimoni di Geova sono invitati a riflettere sugli scritti dei padri apostolici e degli Apologeti greci nella speranza di trarre giovamento spirituale per una vita veramente cristiana!

Adriano Baston
08/02/2022
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