PIOVE, GOVERNO LADRO Il grande bluff - RENATA POLVERINI

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00domenica 17 gennaio 2010 12:15

Fonte:
Lo scandalo Polverini/UGL imbarazza il centro-destra.
Per ora la Polverini non risponde.



La storia imbarazzante e sconcertante di Renata Polverini, candidata dal centro-destra a guidare la Regione Lazio, scoppia all'improvviso l'8 Gennaio, grazie ad un giovane giornalista di "Europa", giornale della Margherita.

Il merito va a Gianni Del Vecchio, un trentenne napoletano col gusto delle inchieste giornalistiche, e con la tenacia del... mastino napoletano.

Arriva al giornalismo grazie alla passione per il basket: durante gli anni universitari ha seguito per giornali, radio e tv locali le vicende delle squadre campane. Ma è grazie ad un master in giornalismo economico che decide di fare della scrittura il suo lavoro. Il corso infatti gli dà la possibilità di lavorare al Denaro prima e al Manifesto poi, per finire con i primi passi mossi a Europa.
Attualmente collabora anche con L’Espresso e con In Mezzora di Lucia Annunziata.


Questo dossier, ove non diversamente indicato, attinge all'inchiesta condotta da Gianni Del Vecchio. E' un documento da copiare ed incollare, a perenne ricordo del "nuovo che avanza" nella destra italiana. Per una volta, Feltri - seppure, forse, non con l'obiettivo giornalistico della ricerca della verità, ma con quello di "servente" del Cavaliere nella sua battaglia contro Fini, da giorni attacca la Polverini. Ma Feltri è sempre Feltri. E mentre Feltri attacca la Polverini su un presunto, eccessivo "sindacalismo sinistrorso", il giovanissimo napoletano (che disdoro!) trova invece la piaga giusta nella quale rigirare il coltello: l'enorme, indecente giochino delle tessere decuplicate.

Più tessere, più potere di rappresentanza, più poltrone di sottogoverno.


In una certa misura, forse così fan tutti.
Ma moltiplicare i pani e i pesci per dieci, supera i confini dell'indecenza,
 per entrare a piedi uniti nel recinto del codice penale.

Per ora la Polverini non risponde alle domande, ma ovviamente, se dovesse giustificarsi, saremo pronti a riportare anche la sua versione.

Nel dossier una sintesi dei passaggi più significativi dell'inchiesta.

Continua...
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00domenica 17 gennaio 2010 12:27
8 gennaio 2010 - [Polverini e il grande bluff della sua UGL]

La candidatura di Renata Polverini alla regione Lazio per il centrodestra è stata salutata con favore anche dall’altro lato della barricata.
Non a caso la stessa Unità ieri ha parlato di «gran bella partita» con la Bonino, sottolineando come la leader dell’Ugl «piaccia molto anche a sinistra».

Del resto, la storia della Polverini, come ci è stata raccontata finora, legittimerebbe gli entusiasmi. Alla sindacalista romana tutti riconoscono la capacità, nei tre anni e mezzo di leadership, di aver sdoganato il vecchio sindacato vicino all’Msi prima e An poi, portandolo nell’olimpo della concertazione, a trattare a pari titolo con Cgil, Cisl, Uil e governo nelle vertenze più importanti. Tanto che si è cominciato a parlare sempre più di “quadruplice”, a dimostrazione della grande ascesa del sindacato “nero”.

Il problema, però, è che questa storia è più mediatica che reale.

I numeri infatti non solo bocciano la Polverini ma dimostrano come la sua fortuna sia stata pompata dal palazzo e dai media.

Partiamo dall’ultimo rapporto Censis. Lì è riportato il numero degli iscritti ai sindacati nel 2007 e 2008. Ebbene, l’Ugl è l’unico che in controtendenza perde colpi: –4,2 per cento, passando dai 2 milioni e 145mila del 2007 ai 2 milioni e 54mila dell’anno successivo. Tuttavia non è questa flessione a smentire l’effetto Polverini.

Bensì il fatto che i due milioni di cui si parla (che portano l’Ugl a giocarsi la terza piazza con la Uil) non trovano riscontri concreti nei numeri ufficiali.

I dati sulle tessere infatti sono autodichiarati dalle singole sigle, che spesso li gonfiano ad arte. Tuttavia ci sono due indicatori, uno nel pubblico e uno nel privato, tramite cui ricavare i rapporti di forza fra i sindacati e il reale numero degli iscritti.


Partiamo dal pubblico impiego. In questo settore la rappresentatività sindacale è certificata ufficialmente dall’Aran, perché possono partecipare alla contrattazione solo quelle organizzazioni che superano il 5 per cento dei voti. Ebbene, secondo gli ultimi numeri disponibili del 2007, l’Ugl è riuscita a superare questa soglia, tutto sommato molto bassa, solo in un caso: per quanto riguarda i lavoratori della presidenza del consiglio
(...che combinazione... NdR)
Per sanità, scuola, ministeri e tutto quello che è pubblico impiego il sindacato della Polverini è sotto.

Quindi rappresenta quattro gatti.

Tanto che l’anno scorso l’Ugl (assieme alla Cisal) ha intimato all’Aran di non pubblicare i dati sui voti effettivamente presi, a differenza di tutte le altre organizzazioni che invece hanno dato il loro consenso.


(due sindacati "reticenti", entrambi "vicini ad AN. Che combinazione!)
 



Europa, consultando fonti sindacali, è riuscita comunque a ricavare la cifra.
Ed effettivamente fa drizzare i capelli: circa lo 0,7 per cento, ovvero più o meno diecimila persone su un totale di due milioni di lavoratori sindacalizzati.


Per quanto riguarda il privato, un buon indicatore è il numero di trattenute sindacali che pensionati e disoccupati delegano all’Inps. Ebbene, anche in questo caso i numeri per l’Ugl sono impietosi. «Può contare su 67mila pensionati e duemila disoccupati, più o meno l’uno per cento del totale», ci dice Marco Paolo Nigi, segretario della Confsal
Altro che quadruplice, quindi. I numeri parlano di una Ugl quanto meno “sopravvalutata”. Con un leader che è riuscito a strappare una candidatura pesante grazie ad altre doti.

Come un’intelligenza tattica nello stringere alleanze: prima con
Epifani che la sdogana e poi, adesso, con Bonanni e Angeletti con cui fa da sponda a Sacconi. (...la cazzonaggine di Bonanni & Angeletti è nota, fin dai tempi del mitico "Patto per l'Italia"; ma Epifani??? davvero era il delfino di Cofferati???? Non ci posso credere!


Come la sua bravura mediatica in quel Ballarò che l’ha lanciata nel circuito politico.

E come la capacità di mettersi sotto l’ombrello finiano, ritagliandosi il ruolo di donna di destra ma antiliberista e, cosa che conta di più, antiberlusconiana.

Gianni Del Vecchio -

Europa, 8 Gennaio 2010
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00domenica 17 gennaio 2010 12:35
9 gennaio 2010 [Il potere secondo Polverini]

Come l’Ugl ha gonfiato le tessere per entrare nei consigli di Inps e Inpdap.
Il miracolo di Renata Polverini, che in poco più di tre anni e mezzo ha portato la sua Ugl a essere considerata il quarto sindacato italiano, nasconde qualche scorciatoia.


Come quella che l’ha portata a gonfiare i dati sui propri iscritti per avere più posti nei consigli di vigilanza degli enti previdenziali, come Inps e Inpdap.

Più posti che, tradotto dal sindacalese, significa più rappresentanza e quindi più forza contrattuale nelle vertenze con le imprese e con la politica.


A svelare il meccanismo dell’Ugl ci pensano due atti giudiziari, una sentenza del Tar del 2006 e un ricorso amministrativo del sindacato Confsal.


Quest’ultimo descrive con precisione come le tessere dell’Ugl sul pubblico impiego siano in realtà molto superiori a quelle che si desumono dai dati ufficiali dell’Aran. Mettendo così in discussione i tre posti all’Inpdap conquistati l’anno scorso. La sentenza invece racconta di come il sindacato della Polverini abbia preferito perdere un posto all’Inps pur di non fornire dati aggiornati e certi sugli iscritti.



9 gennaio 2009 -
[I numeri fasulli dell'UGL]

[...] Cifre, però, molto più alte se confrontate con quelle ufficiali dell’Aran.
Qualche esempio per far capire la sproporzione fra i numeri: per quanto riguarda gli statali, l’Ugl ha comunicato al ministero 12.887 iscritti contro i 6mila che si ricavano dalle tabelle dell’Aran; per i dipendenti degli enti locali, la forbice è ancora più grossa, 54.309 contro 16.400; per il settore della sanità, infine, la differenza maggiore, 42.124 contro 3.600.

Insomma, due realtà completamente diverse, per una divaricazione che addirittura potrebbe essere ancora più evidente. I dati dell’Aran infatti non riguardano solo l’Ugl ma anche la Cisal. E questo perché queste due organizzazioni sono le sole che non hanno dato l’autorizzazione alla pubblicazione dei propri iscritti.

Gli avvocati della Confsal infatti hanno calcolato quelle cifre sottraendo dal totale degli iscritti quelle che tutti gli altri sindacati non hanno avuto problemi a dichiarare.

[...] Ad avvalorare la tesi per cui l’Ugl avrebbe un rapporto “conflittuale” con i dati sui propri iscritti è una sentenza del Tar del 2006. Anche in quel caso la questione era molto simile a quella attuale: la contestazione della nomina di un rappresentante della Polverini nel consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps.

Ma quella volta l’Ugl si superò.

Invitata a fornire i numeri che riguardano la propria rappresentatività, «non risponde alla richiesta di dati aggiornati»,
scrivevano i giudici amministrativi.

E quindi, si legge nella sentenza di accoglimento del ricorso, l’impossibilità di valutarne la consistenza «avrebbe dovuto portare alla sospensione di ogni giudizio circa l’ascrivibilità dell’Ugl alle associazioni sindacali maggiormente rappresentative ». [...]
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00domenica 17 gennaio 2010 12:44
12 Gennaio 2010 [La vera forza della Polverini:
due milioni? no: 200.000]


[...]
Dieci volte tanto. Come se il Partito democratico dichiarasse otto milioni di tessere invece delle 800mila ufficiali.

Il bluff di Renata Polverini sul numero degli iscritti all’Ugl pian piano si sta svelando in tutta la sua interezza. E le proporzioni lasciano di stucco.


Cominciamo dai numeri che il sindacato di destra ha dichiarato ai ricercatori del Censis.

Nell’ultimo rapporto dell’istituto di ricerca, gli iscritti del 2008 si attestano poco sopra i due milioni.
Per l’esattezza due milioni e 54mila tessere.
Un numero, questo, dieci volte più grande rispetto al dato che emerge da un lavoro fatto dalla Cisl assieme a Uil e Confsal.

Secondo gli altri sindacati, infatti, gli iscritti Ugl non supererebbero le 203 mila unità, lasciando l’organizzazione della Polverini lontana anni luce da Cgil (5 milioni e 734 mila), Cisl (4 milioni e mezzo) e Uil (2 milioni e 100mila). E non solo: con poco più di 200mila tessere l’Ugl si fermerebbe al settimo posto nella classifica delle sigle italiane, dietro alla Cisal, a Confsal e addirittura ai Cobas.


Per avere un’idea più precisa di quanto poco rappresentativo sia il sindacato di via Margutta, basta spulciare il documento della Cisl nella parte in cui fornisce le cifre divise per categoria.

A partire dai metalmeccanici, che messi assieme fanno circa un milione e mezzo di lavoratori. In questo settore la Fiom-Cgil la fa da padrone con 360mila iscrizioni mentre Fim e Uilm assieme arrivano attorno alle 300mila. E l’Ugl? Più o meno 4.200 iscritti e 150 delegati di fabbrica.

Stesso andamento marginale se dagli altoforni si passa ai cantieri. Qui il sindacato della Polverini è presente solamente in quattro casse edili sulle cento totali che sorgono in quasi ogni provincia italiana.

Altri numeri sparsi confermano tutti i limiti dell’Ugl: fra gli elettrici conta 215 iscritti, 1.716 nel settore delle telecomunicazioni, 6.279 in agricoltura e 4.809 fra i bancari. E ancora: 500 fra gli assicurativi, altrettanti nel credito cooperativo, 7.500 fra i postali , 400 fra i lavoratori autonomi (soprattutto tassisti)
(..i celeberrimi "tascisti" della guerra a Bersani. NdR)




12 gennaio 2010 
[La polverini prova a dire
"così fan tutti, ma la cosa non funziona]


La Triplice contro Renata: «Provi le accuse» Cgil, Cisl e Uil unite contro la Polverini.

Ai tre sindacati non è piaciuto il metodo utilizzato dalla leader dell’Ugl per tirarsi fuori dalla polemica sulle tessere gonfiate. Tanto da ritornare per un giorno la “triplice” e parlare con una sola voce: «Tirasse fuori quello che sa, non abbiamo nulla da nascondere. Provi le accuse».


E le accuse della Polverini sono pesanti, visto che in un’intervista a Libero, domenica scorsa, ha alluso a una sorta di sistema generalizzato di “sopravvalutazione” degli iscritti.
Una sorta di chiamata di correo nei confronti degli altri sindacati.

All’intervistatrice che le chiedeva lumi sulle autodichiarazioni non proprio fedeli al vero, la candidata alla regione Lazio ha lanciato un avvertimento nei confronti delle altre sigle:
«Non voglio che il sindacato sia
 coinvolto nella mia campagna
 elettorale, anche perché dovrei dire
 cose che non posso rivelare,
 nell’interesse dei lavoratori italiani».



Una risposta che può essere interpretata solo in un modo: non fatemi parlare perché altrimenti dovrei rivelare come tutti gonfiano le tessere, col risultato di un indebolimento di tutti i sindacati e quindi, in ultima analisi, di tutti i lavoratori italiani.

Non ci stanno però le prime tre sigle a essere tirate in ballo in modo discriminato. Non ci sta la Uil che, per bocca del segretario confederale Guglielmo Loy, invita la Polverini a parlare chiaro:

«Tirasse fuori tutto quello che sa, non abbiamo timore di essere smentiti su numeri e tessere». [...]
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00domenica 17 gennaio 2010 12:56
13 gennaio 2010 [Sotto attacco del PdL
Lenher su Libero: "Perchè la Polverivi
tace e non smentisce"?]


Sul giornale di Feltri
: [...] le cifre sul tesseramento gonfiato dell’Ugl, svelate da Europa nei giorni scorsi, un primo effetto nel palazzo l’hanno avuto. Non tanto fra le fila del Pd, che ancora tace sull’argomento, quanto all’interno della stessa maggioranza che sostiene Renata Polverini nella corsa alla regione.

Ieri sul Giornale di Feltri campeggiava un intervento di Giancarlo Lehner dall’efficace titolo:
«Quei numeri Ugl che la Polverini tace».

Il deputato pidiellino si mostra scandalizzato per «l’omertà» della sindacalista, esortandola a «raccontare per filo e per segno come stanno veramente le cose».
Altrimenti sarebbe ipotizzabile anche «un passo indietro» della candidata della destra.

Sibillina la risposta di Feltri: «I numeri sono davvero impressionanti e sarebbe utile ne fosse data una spiegazione».




13 gennaio 2009 
[Perchè la confederazione internazionale non li ha voluti]


La bocciatura per le tessere gonfiate e per il collateralismo con l’estrema destra.

Polverini e l’Ugl timbrati: inadatti al mercato estero

Non solo a Roma ma anche a Bruxelles sapevano da tempo della “soluzione dieci per cento”, il sistema tramite cui Renata Polverini riesce a gonfiare di dieci volte il numero degli iscritti all’Ugl.

Lo dimostra il fatto che due anni fa la Confederazione sindacale internazionale, organismo che raccoglie 311 sindacati di 155 paesi diversi, bocciò senza appello la richiesta del sindacato di via Margutta di entrare a farne parte
per raggiungere Cgil, Cisl e Uil, le sigle italiane tuttora affiliate.

Una bocciatura dovuta alla mancanza di trasparenza nel numero degli iscritti e alla mancata comunicazione di dati dettagliati sulle tessere. Insomma, quel meccanismo che ha fatto la fortuna dell’Ugl in Italia, l’ha poi privata della consacrazione a livello internazionale.

Le tessere gonfiate, però, non sono l’unico motivo del gran rifiuto brussellese. Secondo Luigi Angeletti, leader della Uil, a pesare nella decisione della Csi sarebbero state anche «serie motivazioni politiche».

Ovvero il fatto che l’Ugl è diretta discendente della Cisnal, organizzazione legata a doppio filo al vecchio Msi e quindi priva dell’autonomia politica richiesta dal sindacato internazionale ai suoi membri.
 
(...semplifichiamo? non li hanno voluti perchè
 imbroglioni e perchè fascisti. O no?)




13 gennaio 2010 
[Obbediscono tutti a Velardi?]


[...] La notizia è che... non c’è notizia. Tranne Libero, in minima parte il Giornale (per motivi di competition interna) e il sito Dagospia, nessun quotidiano e nessun politico ritiene finora interessante andare a verificare i records della Polverini sindacalista.

Soprattutto, niente sulla stampa di sinistra e centrosinistra, neanche una parola dai partiti.
Emma Bonino ha deciso per ora di non attaccare l’avversaria, e va bene.
Così il suo partito le sta dietro, nonostante decenni di lotte contro il malcostume sindacale.

Anche Idv e Pd le stanno dietro (però ieri Bersani ci ha detto: «Basta gonfiare i meriti di questa Polverini », e vivaddio). E i giornali? Tutti zitti al Fatto, che pure parla e straparla sempre; zitti all’Unità, zitti al Riformista, zitti al manifesto, un titolo domenica su Repubblica per citare Europa. Stampa e Corriere neanche a parlarne, dal Messaggero di Caltagirone che vuoi aspettarti
[...]





13 gennaio 2010 
[Polverini: qualcosa comincia
a cambiare sulla stampa]



- La nostra inchiesta sulla sindacalista dell'Ugl viene ripresa dagli altri giornali e cambia la campagna elettorale nel Lazio.


Qui a Europa cominciavamo a preoccuparci.

Le nostre inchieste sulle tessere gonfiate dell'Ugl di Renata Polverini,
fino ad oggi, non erano state riprese dalla stampa italiana, tranne rare eccezioni. Poi, questa mattina, il quadro è cambiato.

Gli
articoli di Gianni Del Vecchio sono stati citati da Repubblica, Giornale, Fatto, Corriere della Sera e Riformista (questi ultimi due senza nominare la nostra testata).

Merito forse anche di Dagospia, che ieri sera ha dedicato allo scoop del nostro quotidiano una bella
apertura.  
Partiamo dalla pagina 13 di Repubblica («Tra tessere fasulle e caso Fondi la Polverini finisce sotto tiro»), giornale che ci aveva citati già domenica scorsa: «Adesso il gioco si fa duro. Ed ecco che la candidata presidente perde il suo sorriso. Questa faccenda poco esaltante che riguarda il suo sindacato va avanti da giorni [...] Delle polemiche sul «tesseramento gonfiato» parla a pagina 13 anche il Corriere della Sera («Pd con la Bonino nel Lazio. Ma in Puglia è ancora nel caos»), sebbene non citi la nostra testata, mentre Luca Telese, a pagina 8 de il Fatto («Le due Polverini: la giacca rossa e le camicie nere»), scrive della «campagna di Europa» e dei «dati raccolti da Gianni Del Vecchio», secondo cui «i due milioni di iscritti dichiarati dalla segretaria uscente sarebbero addirittura maggiorati del 90%».

Parla della polemica anche il Riformista a pagina 8 (senza citarci, in «La metamorfosi dell'ex missina Ugl e il futuro incerto del dopo Polverini»), mentre il Giornale, infine, a pagina 10 («
Toh, ora la sinistra si è accorta che la Polverini è donna di destra»), racconta come Renata Polverini per molti, inclusa l'Unità, «fino a giovedì scorso era quasi una “compagna” da difendere dalla “ferocia dei giornali berlusconiani”», e ora qualcosa è cambiato: «L’apripista – sostiene il giornale di Vittorio Feltri – è stato il quotidiano Europa».
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00domenica 17 gennaio 2010 13:02
14 gennaio 2010 [Iscritti gonfiati: la Polverini
non risponde]
 
Niente da fare. Anche ieri sulla questione delle tessere gonfiate Renata Polverini a domanda non risponde.

Intervistata da SkyTg24 nella mattiniera trasmissione Un caffè con..., ha volutamente glissato alla domanda del giornalista. «Trovo assolutamente di cattivo gusto questa polemica su di un’organizzazione che ha 60 anni di storia e che misura il suo consenso proprio come tutte le altre sigle. Mi dispiace che qualcuno trascini l’Ugl nella mia campagna elettorale, l’Ugl non c’entra niente».

Cattivo gusto a parte, la dichiarazione della leader dell’Ugl è la fotocopia di quella data a Libero domenica scorsa: «Non voglio che il sindacato sia coinvolto nella mia campagna elettorale, anche perché dovrei dire cose che non posso rivelare, nell’interesse dei lavoratori italiani» [...]
 Intanto il caso-tessere un primo risultato l’ha già conseguito, almeno da un punto di vista mediatico. S’è infatti spezzato quel clima di benevolenza bipartisan da parte di quasi tutti i giornali italiani, anche quelli d’area progressista, di cui la leader dell’Ugl ha finora fortemente goduto. A cominciare da Repubblica che, dopo una fugace citazione domenica scorsa, ieri è andata giù dura, mettendo assieme tutte le spine della Polverini: iscritti gonfiati, l’appoggio del ras di Fondi Fazzone, l’associazione fra pillola Ru486 e aborto ospedaliero.

Stesso attacco anche dal Fatto Quotidiano, che ai punti elencati dal quotidiano di Mauro ha aggiunto anche gli apparentamenti con i partiti della destra radicale guidati da Francesco Storace e Adriano Tilgher.


Eccezione invece nel panorama dei giornali di centrosinistra è il Riformista.
Il quotidiano arancione fa un’appassionata difesa della Polverini, sostenendo che in fondo sono tutti i sindacati a truccare le tessere, magari l’Ugl ha un po’ esagerato. E ancora: «Sostenere che il presunto o vero aumento dei tesserati Ugl abbia giocato un ruolo determinante nella scelta della Polverini come candidata Pdl è una tesi azzardata.
La verità è che non è il sindacato ad aver lanciato la Polverini ma il contrario.
Tanto più la sua successione sarà una sfida ardua, a via Margutta».
Ad avvertire il cambiamento di tono nella campagna elettorale è anche il Giornale di Feltri, che a dire il vero è stato l’unico quotidiano, assieme a Europa, ad aver messo in dubbio le virtù sindacali della segretaria Ugl.

Il giornale milanese racconta come Renata Polverini per molti, inclusa l’Unità, «fino a giovedì scorso era quasi una “compagna” da difendere dalla “ferocia dei giornali berlusconiani”», e ora qualcosa è cambiato: «L’apripista – sostiene il giornale di Feltri – è stato il quotidiano Europa»
[...]


Lo sponsor principale della Polverini


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00martedì 26 gennaio 2010 21:22

Fonte->  La furbetta del Palazzo

26 gennaio 2010
La Polverini ha mentito in un atto pubblico ed evaso 19mila euro nell’acquisto del suo appartamento


L’abolizione della tassa sulla seconda casa è la carta segreta di Renata Polverini.

Non se ne trova traccia nel programma, ma il leader dell’Ugl ha già realizzato il sogno di milioni di elettori sorpassando a destra il Cavaliere proprio sul terreno fiscale.

E’ solo un problema di comunicazione. Tutti sanno che il Cavaliere ha abolito l’Ici sulla prima casa, nessuno sa invece che la leader sindacale, senza tanto baccano, ha abolito le tasse di registro sulla seconda casa.

Il taglio dell’odiosa aliquota del 10 per cento è avvenuto
(caso unico nella storia) prima ancora di diventare presidente e risale addirittura al 2002.

Polverini ha preferito non dirlo in giro per la semplice ragione che l’imposta l’ha tagliata solo per sé, mentendo al fisco, mentre gli altri italiani hanno continuato a pagarla fino all’ultimo euro.

Dopo avere consultato i numerosi atti di compravendita del candidato presidente, il Fatto Quotidiano, ha scoperto che Renata Polverini ha mentito in un atto pubblico e ha evaso le imposte per circa 19 mila euro.

Non solo: per risparmiare altri 10 mila euro in un secondo acquisto ha architettato una doppia donazione con la mamma, realizzando un risparmio fiscale che puzza di elusione.

Siamo di fronte al classico esempio di beffa dopo il danno: in entrambi i casi gli appartamenti erano stati acquistati a prezzi di saldo, il primo dall’Inpdap e il secondo dal Vaticano.

Per capire l’inghippo bisogna partire dall’inizio.
Nel 2001, Renata Polverini compra la casa del portiere di uno stabile in cortina vicino a villa Pamphili. Nel frattempo le capita un affarone.

Già dalla fine degli anni Novanta è inquilina di "Affittopoli".
Ha ottenuto dall’Inpdap un grande appartamento al Torrino, vicino all’Eur.

La casa è dell’ente previdenziale nel quale l’Ugl e gli altri sindacati sono presenti in consiglio per tutelare le pensioni dei lavoratori e non, come spesso accade, per accaparrarsi le case più belle.


Come da copione quella affittata (chissà in base a quali criteri) dall’ente governato dai sindacati all’allora vicesegretario Ugl finisce in vendita a marzo del 2002 e lei compra per un prezzo stracciato: 148 mila e 583 euro per sette vani e un box.
Un terzo del valore attuale, metà del prezzo di mercato dell’epoca.

Polverini però non vuole pagare nemmeno le tasse sulla seconda casa pari al 10 per cento del valore.

Così, pochi giorni prima del secondo acquisto dall’Inpdap dona alla mamma la prima casa di Monteverde.
L’atto è registrato il 28 marzo.
Così, lo stesso giorno, Polverini si può presentare al fisco come una nullatenente per pagare l’aliquota del 3 per cento, risparmiando circa 10 mila euro di tasse.

Ovviamente, dopo 5 anni la mamma le restituisce la casa di Monteverde.
 E quella del Torrino finisce a un altro appartenente alla casta: il segretario confederale della Ugl, Rolando Vicari che dichiara di pagarla 234 mila euro nel 2007.

Se, quando compra dall’Inpdap, Polverini si limita al trucchetto della donazione, quando compra dallo Ior passa del tutto il guado dell’evasione fiscale.

Il 17 dicembre del 2002, 9 mesi dopo l’acquisto della casa dell’Eur dall’Inpdap, Renata Polverini non si fa sfuggire un’altra grande occasione.

Le offrono un primo piano di ampia metratura a San Saba, vicino all’Aventino a un prezzo imperdibile.

Anche stavolta il venditore non è un privato qualsiasi ma lo Ior, la famigerata banca del Vaticano.

L’avvocato Gabriele Liuzzo, in rappresentanza dello Ior diretto da
Angelo Caloia, le cede sei stanze, tre bagni, due box e tre balconi al prezzo ridicolo di 272 mila euro.

Stavolta Polverini dovrebbe pagare il 10 per cento di aliquota, ma fa la furba e dichiara al notaio Giancarlo Mazza "di non essere titolare esclusiva di diritti di proprietà di altra casa nel comune di Roma".


Le carte del catasto però la smentiscono: Renata Polverini è stata proprietaria della casa dell’Eur fino all’aprile del 2007.

Se la sindacalista non ha corretto con una dichiarazione successiva o un condono la sua posizione, è ancora debitrice verso l’Erario di circa 19 mila euro, cioè la differenza tra il 3 e il 10 per cento di 272 mila euro.

Anche se non ha più nulla da temere perché è scaduto il termine per l’accertamento.


E non si può nemmeno dire che l’allora vicesegretario dell’Ugl non avesse dimestichezza con le regole: è stata azionista di una serie di società della galassia Ugl che si occupavano di tasse: da Consulfisco Telematica a Servizi telematici fiscali.

Né si può dire che le mancavano i soldi per pagare l’Erario.

Meno di due anni dopo era pronta a comprare un altro mega appartamento gemello con i soliti doppi ingressi e tre bagni, nello stesso palazzo di San Saba; il Fatto Quotidiano ha contattato lo staff di Renata Polverini per avere una spiegazione.

La candidata ha preferito non replicare.



da il Fatto Quotidiano del 26 gennaio
 
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00domenica 18 aprile 2010 18:24
Fonte:
Striscia la Notizia filma la Polverini
mentre parla di appalti e favori







  

martedì 13 aprile 2010


Un grande elettore laziale, Vincenzo Zaccheo, presenta il conto alla neo-governatrice

La vena sindacalista di Renata Polverini pulsa ancora. Seppur in dialetto romanesco: "A Vincè! 'A bello!". Il sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo - ex militante di Alleanza Nazionale - fa da promemoria: "Non ti dimenticare delle mie figlie!". E la governatrice del Lazio: "No, ma stai a scherzà?". Un incontro ufficiale e quindi pubblico, pizzicato dalle telecamere di Striscia la Notizia, diventa il manifesto politico dell'ex segretario dell'Ugl. La trascrizione integrale funziona senza orpelli né commenti.

Polverini: "Ciao Vincè...mi raccomando...hai portato 4 voti, hai portato!"

Zaccheo: "Ti voglio bene, guarda ci ho creduto. Ti devo dire una cosa: complimenti! Hai dimostrato di essere come me: una donna tenace! Io ho lottato, guarda, io sono andato a nuoto per te. Sono andato a Ponza, a Ventotene. A Ventotene sono andato a prendere 57 voti per te, non uno di meno. Il sindaco di Ventotene ti aspetta. Poi ho fatto…(sussurra all'orecchio della Polverini, ndr), non ti dimenticare delle mie figlie!"

P.: "No, ma stai scherzando? Domani mi faccio il calendario, mi faccio un giro".

Z.: "E soprattutto ti prego: non appaltare più a Fazzone".

P.: "No, no. Stai tranquillo".

Z.: "Ha perso 15.000 voti".

P.: "Ah bello!...(Si accorge delle telecamere e si defila, ndr) Non è che non ho chiare le cose come stanno".

Striscia la Notizia mostra le dinamiche della politica laziale: il 'corrispondente' da Latina fa il conto dei voti presi, uno per uno, racconta il suo sacrificio, le traversate a "nuoto". Amore per il partito, amore per la famiglia. Perché il sindaco di Latina nella mano destra offre il sostegno politico, nella sinistra chiede qualcosa in cambio. Un pensiero della Polverini per “le figlie”. Forse l'impegno di Zaccheo vale un doppio regalo: una rivisitazione geopolitica, l'invito a evitare "appalti" per il senatore Pdl Claudio Fazzone, il potente ras di Fondi, il comune in provincia di Latina che il Prefetto voleva sciogliere per infiltrazioni mafiose. Sembra che Fazzone stia lavorando alle caviglie di Zaccheo – con una raccolta di firme – per sfiduciare la sua amministrazione: "Falso allarmismo", aveva spento il fuoco Fazzone.

Il primo cittadino di Latina provava da giorni a incassare il successo della Polverini: "La vittoria di Renata sa davvero di trionfo. Ma mi piace sottolineare, ancora una volta, il ruolo decisivo che Latina ha avuto nel riconquistare al centrodestra la guida della Regione Lazio, piazzando tra gli eletti Stefano Galetto e Giovanni Di Giorgi con i quali ho condiviso la militanza politica in An".

Occhio: An, non Forza Italia né Pdl. E tra baci, abbracci e pacche sulle spalle, de visu, il grande elettore Zaccheo presenta il conto alla governatrice. Che oggi riceve la proclamazione ufficiale.

Da il Fatto Quotidiano del 15 aprile
 
®@ffstef@n
00domenica 18 aprile 2010 19:04

Comune di Latina nella bufera, decade il sindaco Zaccheo dopo Striscia la notizia

 

Valanga di dimissioni. Il primo cittadino chiede alla Polverini favori per le figlie. Il governatore: non era una raccomandazione

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ROMA (15 aprile) – È bufera al Comune di Latina
dopo il video di Striscia la notizia mandato in onda ieri sera, in cui il sindaco Vincenzo Zaccheo, in un colloquio con la presidente della Regione Renata Polverini, chiede di «non dimenticare le sue figlie» e di «non appaltare più a Fazzone», coordinatore provinciale del Pdl.

Si dimettono 22 consiglieri, decade il sindaco Zaccheo
. I consiglieri, ex Forza Italia, Pd e gruppo Progetto per Latina hanno depositato in Comune le proprie dimissioni facendo ufficialmente cadere l’amministrazione del sindaco Vincenzo Zaccheo.

La crisi al Comune, annunciata nei giorni scorsi con le dimissioni già presentate da 13 consiglieri ex Forza Italia ma poi smentite dal coordinatore provinciale del Pdl Claudio Fazzone, potrebbe quindi concretizzarsi. Nelle prossime ore le dimissioni potrebbero essere definite all’ufficio protocollo del Comune per far cadere l’amministrazione guidata da Vincenzo Zaccheo, ex An.
La Polverini: non era una raccomandazione. «Lei tranquillizzi i cittadini, io non raccomando nessuno». aveva detto ieri la neo presidente della Regione Lazio Renata Polverini a proposito del servizio mandato in onda ieri dal Tg satirico. Durante lo scambio di battute tra i due Zaccheo le raccomandava le sue due figlie. «Sono due ragazze che studiano – ha spiegato Polverini – ed escludo che fosse una raccomandazione. Tante persone mi chiedono di poter rappresentare bene la componente femminile della politica, perchè tante ragazze mi osservano. Forse voleva dire questo. E poi lei – ha chiesto Polverini all’inviato di Striscia la notizia – avrebbe raccomandato una persona quella sera in mezzo a tutte quelle persone? Mi sembra abbastanza complicato».

Quando poi l’inviato del Tg satirico le ha chiesto spiegazioni sulla frase detta da Zaccheo che chiedeva di «non appaltare più a Fazzone», Polverini ha risposto: «I giornali li leggo anche io, qualche problema a livello politico locale c’è del quale però io non mi interesso, anche perchè è una questione che riguarda un partito. È un problema loro».

Al termine dell’incursione di Striscia la notizia, la Polverini ha poi incontrato fuori dalla scuola di Polizia il ministro degli Interni Roberto Maroni al quale ha ribadito: «Non mi ricordo quello che mi hanno detto quella sera, ero nel pallone perchè ero nel bel mezzo dei festeggiamenti».

Alemanno: Striscia? Solo 4 chiacchiere in libertà.
«Non ho visto il filmato di Striscia la notizia ma credo che si sia trattato solo di quattro chiacchiere in libertà da parte del sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo» aveva commentato ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Alemanno ha detto di non credere «che la Polverini accetti suggerimenti da parte di nessuno e, per quello che so, non ha nemmeno replicato».

Lucherini (Pd): pessimo inizio per la Polverini.
«L’interpretazione del fuori onda della presidente Polverini purtroppo lascia il tempo che trova visto che tutti i telespettatori di Striscia la Notizia hanno potuto sentire con le proprie orecchie quello che si sono detti la Presidente e il sindaco Zaccheo – commebnta afferma in una nota il segretario provinciale del Pd, Carlo Lucherini, consigliere regionale. – È evidentemente un pessimo inizio che non fa ben sperare per il futuro. La Polverini dovrà dimostrare con i fatti di non avere preferenze per nessuno e di operare seriamente per tutti i ragazzi e le ragazze del Lazio che sono in difficoltà e senza lavoro e che certamente non si saranno sentiti incoraggiati e gratificati dallo scambio di battute trasmesso nel fuori onda di Canale 5».

.fonte:  http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=98217&sez=HOME_ROMA
parliamonepino
00domenica 18 aprile 2010 20:08
La Polverini non mi sembra una donna con una personalità politica da protagonista, come del resto, oggi, è il 90% dei nostri "onorevoli".

Si tratta di pedine mosse su una scacchiera.

Sono tre o quatro quelli che giocano e che mettono le pedine, le spostano, le "mangiano".

Il processo di sodomizzazione continua.........


®@ffstef@n
00domenica 18 aprile 2010 20:14
RAMBO.......
AMMAZZIAMOLI...
TUTTI !!!
parliamonepino
00domenica 18 aprile 2010 21:12
parliamonepino
00lunedì 19 aprile 2010 20:37
parliamonepino
00lunedì 19 aprile 2010 20:38
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