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"Basta falsi moralisti, , non mi pento"!(Ndr Bravo Vittorio)

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 17:10
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29/8/2009 fonte: www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200908articoli/46781gi...

Ancora attacchi contro Avvenire - I vescovi: "Campagna disgustosa"

Uno scontro giornalistico che sfiora ormai la crisi diplomatica fra Italia e Santa Sede. Si può leggere così la vicenda degli attacchi del Giornale (il quotidiano diretto da Vittorio Feltri di proprietà della famiglia Berlusconi) a Dino Boffo, direttore dell'Avvenire.

«L’attacco che è stato fatto al dott. Boffo è un fatto disgustoso e molto grave» ha detto questa mattina il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, prima di celebrare la messa per la festa del santuario della Madonna della Guardia. L’arcivescovo di Genova ha poi rinnovato al direttore «la fiducia e la stima mia personale e dei vescovi italiani». Vittorio Feltri intanto non molla e, con un editoriale in prima pagina, prosegue con le accuse. Il direttore del Giornale osserva che Boffo «non ha smentito una riga di quanto scritto, e non poteva farlo, perchè la notizia che lo riguarda è vera».

Ieri il quotidiano della famiglia Berlusconi aveva riportato la notizia che il direttore di Avvenire aveva patteggiato una condanna per molestie «alla moglie dell’uomo col quale il signor Direttore Savonarola aveva una reazione omosessuale». Il premier aveva preso le distanze dall'attacco compiuto dal giornale di proprietà del fratello Paolo («La vita privata va sempre rispettata»). Oggi Feltri rincara la dose contro i vescovi. «La Cei, non senza imbarazzo, ha espresso generica e formale solidarietà a Boffo; non poteva fare diversamente. Forse non era al corrente del vizietto del suo portavoce giornalistico e, quand’anche fosse stata informata, sperava non sarebbero uscite indiscrezioni e ora, colta alla sprovvista, deve riflettere sul da farsi».

Nell'editoriale di prima pagina, intitolato «La rabbia dei moralisti smascherati» Feltri sottolinea a chiare lettere che non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. Al contrario, il direttore del Giornale - spiega ed argomenta le ragioni del suo affondo contro Boffo. «La Cei, non senza imbarazzo, ha espresso generica e formale solidarietà a Boffo; non poteva fare diversamente. Forse non era al corrente del vizietto del suo portavoce giornalistico e, quand’anche fosse stata informata, sperava non sarebbero uscite indiscrezioni e ora, colta alla sprovvista, deve riflettere sul da farsi». Rispetto alla decisione del presidente del Consiglio di dissociarsi dal Giornale, perchè contrario alle polemiche sulla vita privata di chiunque, Feltri scrive: «Ci saremmo stupiti se il premier avesse detto il contrario, e cioè che approvava la nostra iniziativa». Poi il commento si chiude con la promessa di replicare «agli attacchi (scontati) di cui saremo oggetto».

La reazione di Avvenire oggi è sobria: nessun titolone, solo un piccolo box in prima pagina, ed un articolo interno a pagina 11, per respingere l’attacco ed esprimere solidarietà al direttore. Il quotidiano dei vescovi, in prima di taglio basso, titola «Inqualificabile attacco» un box nel quale vengono riportata, una dopo l’altra con una breve nota di condanna come cappello, le risposte indignate dello stesso Boffo, della Cei (che conferma la fiducia al direttore) e del Comitato di Redazione del giornale (che solidarizza con il direttore). Nelle pagine interne, invece, un articolo, sempre di taglio basso, di pastone di tutte le espressioni di solidarietà a Boffo (telefonate, mail, messaggi sms) manifestate nel corso della turbolenta giornata di ieri.
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30/08/2009 09:12
 
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La CEI non è mai al corrente di nulla. Anche quando hanno seppellito all'interno della Basilica di Sant'Apollinare (privilegio che spetterebbe, secondo il diritto canonico, a pontefici ed alti prelati) un tale che rispondeva al nome di Enrico De Pedis hanno finto di non conoscere la fedina penale del boss della banda della magliana.
30/08/2009 13:15
 
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Re:
cristiano1980., 30/08/2009 9.12:

La CEI non è mai al corrente di nulla. Anche quando hanno seppellito all'interno della Basilica di Sant'Apollinare (privilegio che spetterebbe, secondo il diritto canonico, a pontefici ed alti prelati) un tale che rispondeva al nome di Enrico De Pedis hanno finto di non conoscere la fedina penale del boss della banda della magliana.





Mah, dopo approfondite indagini dalla Curia Romana, il fatto descritto è stato dichiarato come una delle tante leggende metropolitane.


[SM=x1061921]



Paxuxu





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30/08/2009 21:02
 
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30/08/2009 Fonte: www.barimia.info/modules/article/view.article.php?20056

La querelle scoppiata venerdi scorso tra il direttore de 'Il Giornale', Vittorio Feltri, e il direttore di 'Avvenire', Dino Boffo, continua ad animare il dibattito politico e a riempire le pagine dei giornali nazionali ed esteri. L'attacco personale di Feltri al direttore del quotidiano dei vescovi italiani sulla sua tormentata relazione gay con uno sposato con tanto di minacce e intimidazioni alla moglie non è andato giù a Boffo che ha dato mandato ai suoi avvocati per presentare querela.


Boffo dalle pagine del giornale della Cei rispedisce al mittente le accuse definendo il documento utilizzato da Feltri come un'emerita patacca e negandone l'attendibilità. Il direttore de 'Il Giornale' rilancia e denuncia un doppiopesismo e una doppia morale. "Finchè la Repubblica e i suoi compari -scrive Feltri- sparano sterco contro Berlusconi va tutto bene, nessuna obiezione. Ora che il Giornale smaschera l'ipocrisia di qualche censore ci si indigna e si invoca la privay. Troppo facile".


"In questi giorni non ho mai avuto alcuna conversazione telefonica con il direttore de 'Il Giornale', nè con altri suoi collaboratori". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, smentendo alcune ricostruzioni giornalistiche che definisce "falsità". "Di fronte alla marea di voci, insinuazioni e presunte rivelazioni apparse stamane sui giornali - prosegue il premier - è impossibile smentirle tutte, ma su una falsità non posso tacere: in questi giorni non ho mai avuto alcuna conversazione telefonica con il direttore del 'Giornale' nè con altri suoi collaboratori".

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01/09/2009 13:51
 
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Fonte: temporeale.libero.it/libero/fdg/3150951.html


ROMA - Passa all'offensiva il direttore di Avvenire, Dino Boffo. Oggi sul suo quotidiano in tre pagine scrive la sua verità su quell'informativa anonima pubblicata dal Giornale che lo accusa di molestie ai danni della moglie dell'uomo con il quale avrebbe avuto una relazione di natura omosessuale e che da mesi giace sulle scrivanie di mezzo episcopato italiano. Tre pagine arricchite da una selezione delle molte lettere di solidarietà arrivate alla casella postale di Avvenire.

GUP: NO ACCESSO AD ATTI, SOLO DECRETO PENALE
No a un accesso indiscriminato agli atti del procedimento che a Terni ha coinvolto Dino Boffo da parte del gip di Terni Pier Luigi Panariello che ha autorizzato i giornalisti a fare copia solo del decreto penale con il quale il direttore di Avvenire è stato condannato a un'ammenda di 516 euro per molestie personali. A comunicare ai cronisti la decisione è stato poco fa lo stesso giudice.

- GIOCO SPORCO CONTRO DI ME, GLI ATTI PARLANO CHIARO - "Non c'é alcun riferimento a "inclinazioni sessuali" tra gli atti giudiziari di Terni", scrive oggi il direttore dell'Avvenire Dino Boffo, citando la precisazione fatta ieri dal gip di Terni", fatto che conferma, a suo modo di vedere, "quanto sporco sia il gioco che stanno conducendo" il direttore del Giornale Vittorio Feltri "e i suoi". Questi sarebbero stati poi "prontamente affiancati - aggiunge Boffo sull'Avvenire - "dal manipolo di coloro che su altre pagine di giornale hanno preso per oro colato la loro 'rivelazione'', quella "informativa" che oggi Boffo definisce "uno sconclusionato e sgrammaticato distillato di falsità e puro veleno".

"Hanno diffamato - accusa il direttore del giornale dei vescovi - hanno deciso, loro sì, sentenziato, che il direttore di Avvenire era un 'omosessuale', un 'molestatore', uno 'sfasciafamiglie'. Un sepolcro imbiancato da picconare in pubblico". "E da ieri - prosegue Boffo - hanno già cominciato a dissimulare la loro vergognosa operazione. Non più mescolando le carte, ma cercando di far sparire quella che dimostra quanto sporco sia il gioco che stanno conducendo". Il riferimento è alla cosiddetta "informativa" che il Giornale ha citato nei giorni scorsi, una "lettera anonima" che Boffo ha definito "una patacca" e la cui natura è ora anche all'attenzione del Copasir, il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica. Ma che il Giornale - sottolinea il direttore di Avvenire - "non ha mai pubblicato integralmente".

- FELTRI SPIEGHI PERCHE' HA FATTO SPARIRE IL FOGLIO B
"Feltri spieghi perché dal suo Giornale è sparito il foglio B": lo chiede il direttore dell'Avvenire Dino Boffo, smentendo quella che torna a definire una "diffamazione" ai suoi danni.

Il quotidiano dei vescovi dedica oggi alla vicenda le ultime tre pagine, quelle di solito riservate "al dialogo schietto e trasparente con i lettori", scrive Boffo in un breve testo di suo pugno che accompagna le fotografie del Certificato del casellario giudiziale pubblicato ieri in prima pagina del Giornale e quella della cosiddetta "informativa" pubblicata, sempre ieri, dal Corriere della Sera, ma non dal Giornale di Feltri.

Una "lettera anonima", la definisce Boffo, che "mai avrei creduto" di dover pubblicare. Un atto che però, vista la situazione, considera oggi "inevitabile", anche se "solo l'idea di trascriverla a me e ai miei colleghi fa ribrezzo". "Bisogna che i lettori di Avvenire sappiano che cosa è in realtà - scrive il direttore - la 'sentenza giudiziaria' maneggiata come un manganello" da Vittorio Feltri e dal giornalista Gabriele Villa: "uno sconclusionato e sgrammaticato distillato di falsità e di puro veleno costruito a tavolino per diffamare".


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Ho unito le tre discussioni, perchè trattano lo stesso argomento.

Pino

[SM=g28002]




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01/09/2009 20:27
 
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Finalmente lo stesso argomento in un solo post, vabbè occupare gli spazi del Forum, ma postare la stessa roba in tre cartelle diverse era veramente troppo!



[SM=g1660862] [SM=g1660862] [SM=g1660862]



Paxuxu



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Si dimette il direttore dell'Avvenire Dino Boffo....

Fonte: www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Colpito%20e%20affondato%20il%20primo%20bersaglio:%20Dino%20Boffo%20si%20dimette%20da%20direttore%20dell%27Avvenire,%20il%20cardinale%20Bagnasco:%20inqualificabile%20attacco&idSezi...

Colpito e affondato il primo bersaglio: Dino Boffo si dimette da direttore dell'Avvenire, il cardinale Bagnasco: inqualificabile attacco.

Il quotidiano oggi aveva pubblicato una replica puntuale alle accuse di Feltri. Ma Panorama e Il Giornale avevano tirato in ballo altre persone.

“La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni, sono state violentate con una volontà dissacratoria che non immaginavo potesse esistere”: queste le parole con cui Boffo si è dimesso, con una lettera inviata al cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Il killeraggio, evidentemente, ha raggiunto il suo obiettivo. E il direttore dell'Avvenire lascia, dopo aver ribattuto punto per punto alle accuse lanciate dal 'Giornale' di Feltri. "Non posso più accettare guerre sul mio nome", è stata la prima spiegazione del Direttore.

"L'attacco smisurato, capzioso, irritualmente feroce", scrive ancora Dino Boffo nella sua lettera di dimissioni, "che è stato sferrato contro di me dal quotidiano Il Giornale guidato da Feltri e Sallusti, e subito spalleggiato da Libero e dal Tempo, non ha alcuna plausibile, ragionevole, civile motivazione: un opaco blocco di potere laicista si è mosso contro chi il potere, come loro lo intendono, non ce l'ha oggi e non l'avrà domani”.

Bagnasco: inqualificabile attacco mediatico
Non tardano le reazioni dei vescovi. Il cardinal Bagnasco, si legge nel comunicato della Cei, “nel confermare a Dino Boffo, personalmente e a nome dell'intero episcopato, profonda gratitudine per l'impegno profuso in molti anni con competenza, rigore e passione, nel compimento di un incarico tanto prezioso per la vita della Chiesa e della società italiana, esprime l'inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico”.
“Apprezzando l'alta sensibilità umana ed ecclesiale che lo ha sempre ispirato - prosegue il card. Bagnasco - gli manifesta vicinanza e sostegno nella prova, certo che il suo servizio alla Chiesa e alla comunità civile non verrà meno”.


Una marea di fango che non si ferma a Il Giornale
La marea di fango non si è fermata - infatti - solo al quotidiano guidato da Feltri. "Panorama", il settimanale di punta della Mondadori (la più grande casa editrice italiana, controllata da Marina Berlusconi, in nome e per conto del padre presidente del Consiglio) oggi fa il nome del presunto "amante" di Dino Boffo. L'uomo saarebbe un ex steward di 39 anni, oggi direttore di banca in una filiale dell'Emilia-Romagna. E la campagna viene rilanciata prontamente dal quotidiano di famiglia, Il Giornale.
Evidentemente, vedendo colpite anche altre persone innocenti, il direttore dell'Avvenire, che l'altro giorno su pressione del cardinale Bagnasco aveva ritirato le dimisisoni già presentate, ha deicso di gettare definitivamente la spugna.


E Il Giornale finge l'anonimato, ma fa in pratica il nome della moglie
Il quotidiano diretto da Feltri - oltre a lanciare il numero di Panorama, con la copertina "Mistero Boffo", dicendo che "oggi è in edicola", quando invece si può acquistare solo da domani - finge di nascondere dietro l'anonimato - chiamandola Anna B. - la moglie molestata, che in ogni caso non c'entra nulla e che già nei giorni scorsi si è lamentata per la violazione della sua privacy, ma poi ne traccia una biografia così accurata che tutti possono agevolmente individuarla.

Manca solo la pubblicazione del numero di telefono e poi la signora potrà essere molestata da chiunque. Anche perchè Panorama pubblica anche la foto della donna, a cui oscura solo gli occhi.
Poi si passa al suo albero genealogico, e Diana Alfieri spiega che "è la rampolla di una delle due famiglie più in vista del mondo cattolico ternano. Il capofamiglia è un uomo minuto e discreto, rappresentante di commercio, presidente parrocchiale dell’Azione cattolica, ma soprattutto presidente della radio diocesana appartenente al circuito InBlu il cui direttore è proprio Boffo.
La madre, ex insegnante di liceo, fa parte della consulta nazionale degli organismi socioassistenziali della Caritas ed è impegnata nel Centro italiano femminile, l’associazione delle donne cattoliche. Ha anche scritto una biografia di Caterina Franceschi Fannucci, letterata ed educatrice ottocentesca, a cui sembra ispirarsi nello stile semplice e austero. I coniugi sono pure responsabili dell’ufficio diocesano della famiglia".
Insomma perfino i genitori di Anna B. sono tirati in ballo: che dire?


"Dieci falsità: le deformazioni del 'Giornale' e la realtà dei fatti": con questo titolo l'Avvenire di oggi pubblica la replica del direttore, Dino Boffo, alle accuse del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. Oltre alle risposte di merito, c'è da segnalare la malizia di aver scelto la formula delle 10 risposte, che rievoca le 10 domande di Repubblica a cui Berlusconi ha accuratemente evitato di rispondere. Boffo, insomma, dice - sua pure implicitamente - "Io non mi sottraggo all'opinione pubblica, il presidente del Consiglio sì".

Ecco il testo pubblicato dall'Avvenire

1) Boffo "noto omosessuale" e protagonista di una 're–lazione' con un uomo sposato segnalata in atti del Tribunale di Terni.

Questo è stato affermato dal 'Giornale' sulla base di una lettera anonima diffa–matoria, definita falsamente 'nota informativa' di matrice giudiziaria e fatta altrettanto falsamente assurgere addirittura alla dignità di risultanza 'dal casellario giudiziario' che in realtà, come ogni altro atto del procedimento, non conteneva alcun riferimento alle 'inclinazioni sessuali' e a 'relazioni' del direttore di ’’Avvenire’’. Lo ha confermato il gip di Terni Pierluigi Panariello il 31 agosto: «Nel fascicolo riguardante Dino Boffo non c’è assolutamente alcuna nota che riguardi le sue inclinazioni sessuali ».

2) Boffo "attenzionato" dalla Polizia di Stato per le sue 'frequentazioni'.

Anche questa affermazione, grave e ridicola al tempo stesso, è tratta non da atti giudiziari ma dalla stessa lettera anonima che il 'Giornale' ha utilizzato per il suo attacco a Boffo. La schedatura è stata smentita dal ministro dell’Interno dopo pronta verifica fatta compiere nella struttura centrale e periferica della pubblica sicurezza.

3) Boffo "querelato" da una signora di Terni.

A Terni fu sporta denuncia/querela non contro Boffo, ma contro ignoti da soggetti che ben conoscevano Boffo e la voce di Boffo e che, quando hanno scoperto che era stato ipotizzato il coinvolgimento del cellulare in uso al suo ufficio, hanno rimesso la querela.

4) Ci sono "intercettazioni" che accusano Boffo.

Solo la lettera anonima parla di intercetta–zioni. Agli atti, invece, ci sono tabulati dai quali emergono telefonate partite da una delle utenze mobili che erano nella disponibilità di Boffo. Il gip di Terni Panariello lo ha confermato il 31 agosto.

5) Boffo ha dichiarato di "non aver mai conosciuto" la donna di Terni colpita da molestie telefoniche.

Come già detto, Boffo conosceva i destinatari delle telefonate, i quali, dunque, conoscevano la sua voce. Il "Giornale" non può, tuttavia, nella sua montatura accettare un elemento antitetico alla sola idea della colpevolezza di Boffo.

6) Boffo si è difeso indicando un’altra persona come coinvolta in una storia a sfondo "omosessuale".

L’omosessualità in questa vicenda è stata pruriginosamente tirata in ballo dall’estensore della famigerata "informativa" anonima e dal 'Giornale' che ha coagulato l’attacco diffamatorio proprio su questo punto. Boffo ha solo e sempre dichiarato ai magistrati di essere ar–rivato alla conclusione che quel telefono cellulare, che era nella disponibilità sua e del suo Ufficio, fosse stato utilizzato da una terza persona che si trovava nelle condizioni lavorative per farlo. Il gip di Terni ha dichiarato che tale pista sul piano giudiziario non è stata "approfondita" perché non 'ritenuta attendibile da chi indagava', il quale evidentemente non conosceva i tempi e gli orari della professione giornalistica.

7) Nelle telefonate attribuite a Boffo ci sarebbero state 'intimidazioni' e "molestie" a sfondo 'sessuale', anzi 'omossessuale'. E sarebbero state accompagnate da 'pedinamenti'.

Le affermazioni del ’’Giornale’’ sono prive di fondamento. Boffo si è sempre dichiarato estraneo a una vicenda nella quale, anche presa solo come è stata presentata, sul piano giudiziario non include "pedinamenti" né molestie legate alla sfera 'sessuale'. L’appiglio per chi ha cercato di far circolare un’idea opposta giace nel fatto che agli atti c’è un riferimento ad 'allusioni' a 'rapporti sessuali'. Ma, ha specificato il gip di Terni il 1° settembre, "tra la donna e il suo compagno".

8) Boffo in qualche modo ammise di essere colpevole e diede incarico al suo legale di "patteggiare" la pena.

Boffo non ha patteggiato alcunché e ha sempre rigettato l’accusa di essere stato autore di telefonate moleste. Ha considerato a lungo la questione giudiziaria ternana senza sostanziale importanza, in particolare successivamente alla remissione di querela sporta dalle persone interessate, tanto che in occasione della ricezione del decreto penale di condanna – lo si ribadisce: successivamente alla remissione di querela da parte delle interessate – non si rivolse ad alcun legale. Boffo non aveva dato soverchio peso al decreto in questione, in quanto l’aveva ritenuto una semplice definizione amministra–tiva, conseguente agli effetti della remissione.

9) Boffo ha reso pubbliche "ricostruzioni" della vicenda.

Boffo non ha reso pubblica alcuna rico–struzione della vicenda e ciò che Avvenire ha pubblicato è sotto gli occhi di tutti. Nessun’altra persona, nessun particolare, nessun ente e istituzione è stato indicato, citato o chiamato in causa dal direttore di Avvenire. Boffo nonostante il pesantissimo attacco diffamatorio del "Giornale" non intende consegna–re niente e nessuno al tritacarne mediatico generato e coltivato dal 'Giornale'. Sul 'Giornale' anche a questo proposito si scrive il contrario. È l’ennesima dimostrazione di come su quella testata si stia facendo sistematica e maligna disinformazione.

10) La "nota informativa" non è una lettera anonima diffamatoria e una "patacca" ma il contenuto del decreto penale relativo alla vicenda di Terni.

La cosiddetta "informativa" è un testo gravemente diffamatorio contro Boffo di in–certa (per ora) origine, ma sicuramente non scritto in sede giudiziaria né per sede giudiziaria e non attinente alla vicenda ternana alla quale è stato surrettiziamente 'appiccicato' all’interno di una missiva anonima dopo essere stato ideato allo scopo. Sul "Giornale" i giornalisti autori dell’aggressione contro il direttore di Avvenire continuano, persino dopo i chiarimenti intervenuti, a sostenere la sua autenticità. Dire che è una 'patacca', secondo costoro, sarebbe una "bugia".
E questo è comprensibile visto che la campagna diffamatoria incredibilmente ingaggiata dal "Giornale" si basa, sin dall’inizio, sulle gravissime affermazioni e deformazioni contenute in quel testo anonimo.


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