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SI PUO' CREDERE SENZA APPARTENERE?

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2009 15:06
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19/07/2009 18:12
 
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"Credere senza appartenere", una espressione della sociologa britannica Grace Davie.

In un contesto religioso, oggi, molto disorientante, fatto di delusione, di inganno, di amarezze, tradimenti, molti, alla domanda se sono credenti, rispondono: "credo a modo mio!".

Alcuni o sono diventati atei, o si sono fatti una idea di Dio e della spiritualità del tutto personale, a volte confusa e debole.

Si può anche fare questa riflessione, cioè, che alcuni "appartengono senza credere!". Questo, penso sia ancora più drammatico.

Che ne pensate?

Saluti
Pino

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[Modificato da parliamonepino 19/07/2009 18:12]



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19/07/2009 18:34
 
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Re:
parliamonepino, 19/07/2009 18.12:

"Credere senza appartenere", una espressione della sociologa britannica Grace Davie.

In un contesto religioso, oggi, molto disorientante, fatto di delusione, di inganno, di amarezze, tradimenti, molti, alla domanda se sono credenti, rispondono: "credo a modo mio!".

Credere a modo mio è il miglior modo di credere, perchè l'alternativa è credere ciò che altri vogliono farti credere: faccio mia la massima "non datemi consigli, so sbagliare da solo!"

Ovviamente riferito ad un contesto religioso.

da un falegname esperto accetto che mi aiuti ad usare la pialla.

Ma per quanto riguarda la religione, dopo Gesù, non conosco altri esperti in materia.



Alcuni o sono diventati atei, o si sono fatti una idea di Dio e della spiritualità del tutto personale, a volte confusa e debole.


A volte invece diventa più forte e, chissà, magari più vicina alla realtà.


Si può anche fare questa riflessione, cioè, che alcuni "appartengono senza credere!". Questo, penso sia ancora più drammatico.


Che ne pensate?


Osservando un campo di girasoli, più o meno della stessa altezza, ho notato che alcuni si sono elevati al di sopra degli altri, così, all'improvviso, da un giorno all'altro. Penso che arriva per tutti, per alcuni prima, per altri dopo, il momento in cui si smette di appartenere limitandosi a credere e a credere senza appartenere.

saluti
Lillo


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19/07/2009 19:04
 
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La domanda che segue, a questo punto, è:
"In che cosa chi non "appartiene" vuole comunque "credere"?

Un'altra domanda, potrebbe essere:
"Chi non appartiene e non crede, a cosa fa riferimento?".

Saluti
Pino

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19/07/2009 21:34
 
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Re:
parliamonepino, 19/07/2009 19.04:

La domanda che segue, a questo punto, è:
"In che cosa chi non "appartiene" vuole comunque "credere"?


Saluti
Pino

[SM=g1380307]





per me, alla base c'è sempre la fede,anche se non esiste più un fondamento in ciò che professano le religioni,qualsiasi, ma al contario un dogma severo che toglie il diritto umano, questo non mi impedisce di credere in Dio, di affidarmi a lui,di apoggiare la mia esistenza sulla fede.







Nounou
*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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20/07/2009 00:24
 
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La vera domanda va posta in questi termini:

Si puo' credere piu' ad un politico o a un religioso ?
[Modificato da ®@ffstef@n 20/07/2009 00:27]
20/07/2009 00:33
 
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Re:
parliamonepino, 19/07/2009 18.12:

"Credere senza appartenere", una espressione della sociologa britannica Grace Davie.

In un contesto religioso, oggi, molto disorientante, fatto di delusione, di inganno, di amarezze, tradimenti, molti, alla domanda se sono credenti, rispondono: "credo a modo mio!".

Prima bisogna pensare se è lecito credere di essere superiori nella vita animale che popola la Terra, perchè in fondo l'uomo non è nient'altro che un'animale in mezzo agli altri animali, di conseguenza viene spontanea la domanda: "Ma è realmente necessario credere in qualcosa di soprannaturale?"


Alcuni o sono diventati atei, o si sono fatti una idea di Dio e della spiritualità del tutto personale, a volte confusa e debole.

Anche in questa frase, si vede la volontà di dividere gli uomini in 2 classi ben distinte, ossia o cristiani o atei, ma vorrei ricordare che le vecchie Divinità non sono ancora sparite, quindi la domanda in questione perde di significato e di logicità!

Si può anche fare questa riflessione, cioè, che alcuni "appartengono senza credere!". Questo, penso sia ancora più drammatico.

Perchè dev'essere drammatico? Pensi che il lupo nel bosco, solo perchè non crede si senta solo e non protetto dalla Madre Natura? Com'è che l'uomo, nei suoi sogni di onnipresenza, in realtà cerca di continuo di crearsi un branco (chiamata religione e/o politica) con cui potersi rifugiare per non stare da solo?

Che ne pensate?

Saluti
Pino

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Paxuxu






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Re:
®@ffstef@n, 20/07/2009 0.24:

La vera domand va posta in questi termini:

Si puo' credere piu' ad un politico o a un religioso?



Si deve credere prima di tutto a se stessi, noi siamo la nostra salvezza o la nostra rovina!

Poi, si può credere in alcuni uomini, indipendentemente dalla loro "divisa". Il valore di un uomo è nel rispetto e nell'amore che sa dare al suo prossimo.

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Re:
®@ffstef@n, 20/07/2009 0.24:

La vera domanda va posta in questi termini:

Si puo' credere piu' ad un politico o a un religioso ?



A nessuno dei due, perchè il politico è una copia venuta male del religioso, ed il religioso è un'essere chesi è messo d'un gradino più in alto dei suoi simili per truffarli.


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20/07/2009 00:37
 
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Re:
parliamonepino, 19/07/2009 19.04:

La domanda che segue, a questo punto, è:
"In che cosa chi non "appartiene" vuole comunque "credere"?

Un'altra domanda, potrebbe essere:
"Chi non appartiene e non crede, a cosa fa riferimento?".

Saluti
Pino

[SM=g1380307]





Nella prima domanda l'uomo ha paura di se stesso e delle sua azioni criminali contro i suoi simili, che siano animali od umanoidi!

Nella seconda domanda, perchè uno deve per forza credere per appartenere?


[SM=x1061935]



Paxuxu





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Re: Re:
Paxuxu, 20/07/2009 0.37:




Nella prima domanda l'uomo ha paura di se stesso e delle sua azioni criminali contro i suoi simili, che siano animali od umanoidi!

Nella seconda domanda, perchè uno deve per forza credere per appartenere?


[SM=x1061935]



Paxuxu








Hai risposto solo in parte.

Però, hai fatto riferimento alla "paura" che è un argomento da trattare non perchè sia un emozione sbagliata, ma spesso è mal gestita.

Nella seconda domanda si parla di punti di "riferimento", un altro tema interessante da trattare.

Saluti
Pino







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20/07/2009 10:06
 
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Re: Re: Re:
parliamonepino, 20/07/2009 8.28:



Hai risposto solo in parte.

Però, hai fatto riferimento alla "paura" che è un argomento da trattare non perchè sia un emozione sbagliata, ma spesso è mal gestita.

Nella seconda domanda si parla di punti di "riferimento", un altro tema interessante da trattare.

Saluti
Pino








Cos'è e cosa s'intende per riferimento, ossia il riferimento reale come esseri malpensanti creati dalla MAdre Terra od il riferimento effimero creato dall'uomo per soggiocare i propri simili?

Senza questa chiarificazione, la domanda in se stessa è illogica ed impossibile da chiarire.


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20/07/2009 12:48
 
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Re: Re: Re: Re:
Paxuxu, 20/07/2009 10.06:




Cos'è e cosa s'intende per riferimento, ossia il riferimento reale come esseri malpensanti creati dalla MAdre Terra od il riferimento effimero creato dall'uomo per soggiocare i propri simili?

Senza questa chiarificazione, la domanda in se stessa è illogica ed impossibile da chiarire.


[SM=g1380260]


Paxuxu



Il punto di riferimento possono essere i miei genitori, o me stesso, o un credo personale, o varie persone di cui ho stima, ho addirittura un libro o più libri da cui ho ricevuto fondamentali insegnamenti per la mia formazione.

Non è obbligatorio avere dei punti di riferimento, si può vivere lo stesso, ma di certo, le insicurezze e le paure sarebbero molte.

Pino




[Modificato da parliamonepino 20/07/2009 12:49]



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20/07/2009 15:23
 
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Sicuramente penso sia moralmente più giusto “credere senza appartenere” piuttosto che “appartenere senza credere” .

La vera domanda a questo punto penso proprio sia il perché dover appartenere a qualcosa a cui non si crede?

L’uomo per sua natura credo che le cose di cui ha più paura sicuramente sono la solitudine, l’emarginazione, l’essere incompreso. Per questo motivo spesso si accettano condizioni che non si considerano giuste e quindi nasce il “fare parte di” ma “non crederci”.

Chi invece non appartiene ma vuole credere è più coerente con la sua coscienza.

Chi non crede e non appartiene automaticamente fa parte di quello stesso gruppo.

Tutte le persone però hanno punti di riferimento che le rende ciò che sono.

“Si deve credere prima di tutto a se stessi, noi siamo la nostra salvezza o la nostra rovina!”

Quoto questa frase e aggiungo che per fare ciò bisogna prima conoscere se stessi nel profondo!



Sole, luna e stelle... il cielo è completo!
20/07/2009 19:45
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
parliamonepino, 20/07/2009 12.48:



Il punto di riferimento possono essere i miei genitori, o me stesso, o un credo personale, o varie persone di cui ho stima, ho addirittura un libro o più libri da cui ho ricevuto fondamentali insegnamenti per la mia formazione.

Non è obbligatorio avere dei punti di riferimento, si può vivere lo stesso, ma di certo, le insicurezze e le paure sarebbero molte.

Pino








Sull'ultimo periodo in neretto non sono d'accordo, le insicurezze e le paure se le crea e le aumenta chi non ha trovato un proprio equilibrio dentro se stesso.

Lo stesso dicasi per quanto riguarda il punto di riferimento, perchè uno deve per forza avere un punto di riferimento? A parer mio, ma si sa che io a differenza di voialtri sono immortale, senza punti di riferimento si mette in azione il dubbio il quale non è nient'altro che il libero arbitrio e di conseguenza si aziona anche la curiosità, che è quella forza che serve all'uomo di progredire sia spiritualmente che materialmente.

Quindi in conclusione, chi cerca un punto di riferimento non è arrivato alla conclusione che deve adoperare sia il libero arbitrio che la curiosità!


[SM=g1380260]


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20/07/2009 20:47
 
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Re:
Sammy3, 20/07/2009 15.23:

Sicuramente penso sia moralmente più giusto “credere senza appartenere” piuttosto che “appartenere senza credere” .

La vera domanda a questo punto penso proprio sia il perché dover appartenere a qualcosa a cui non si crede?

L’uomo per sua natura credo che le cose di cui ha più paura sicuramente sono la solitudine, l’emarginazione, l’essere incompreso. Per questo motivo spesso si accettano condizioni che non si considerano giuste e quindi nasce il “fare parte di” ma “non crederci”.

Chi invece non appartiene ma vuole credere è più coerente con la sua coscienza.

Chi non crede e non appartiene automaticamente fa parte di quello stesso gruppo.

Tutte le persone però hanno punti di riferimento che le rende ciò che sono.

“Si deve credere prima di tutto a se stessi, noi siamo la nostra salvezza o la nostra rovina!”

Quoto questa frase e aggiungo che per fare ciò bisogna prima conoscere se stessi nel profondo!




Come puoi aver notato, cara Sammy, il tema è interessante e per nulla banale.

Per questo, credo, sia da sviluppare con più approfondimenti, per cercare delle valutazioni che ritengo importanti per un argomento che è tutt'altro che facile o da liquidare con poche righe.

E', comunque, prezioso il tuo contributo, soprattutto molto pratico, ma non così scontato.

Saluti
Pino

[SM=x1061970]






[Modificato da parliamonepino 20/07/2009 20:48]



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21/07/2009 07:11
 
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Re: Re:
Paxuxu, 20/07/2009 0.34:



A nessuno dei due, perchè il politico è una copia venuta male del religioso, ed il religioso è un'essere chesi è messo d'un gradino più in alto dei suoi simili per truffarli.


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Forse sarebbe meglio riferirsi alla "categoria dei politici" ed alla "classe clericale" perchè se come gruppi di appartenenza le lacune ci sono, ciò non toglie che alcuni, rarissimi casi, si rivelano sinceri ed onesti.
21/07/2009 07:29
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Paxuxu, 20/07/2009 19.45:




Sull'ultimo periodo in neretto non sono d'accordo, le insicurezze e le paure se le crea e le aumenta chi non ha trovato un proprio equilibrio dentro se stesso.

Lo stesso dicasi per quanto riguarda il punto di riferimento, perchè uno deve per forza avere un punto di riferimento? A parer mio, ma si sa che io a differenza di voialtri sono immortale, senza punti di riferimento si mette in azione il dubbio il quale non è nient'altro che il libero arbitrio e di conseguenza si aziona anche la curiosità, che è quella forza che serve all'uomo di progredire sia spiritualmente che materialmente.

Quindi in conclusione, chi cerca un punto di riferimento non è arrivato alla conclusione che deve adoperare sia il libero arbitrio che la curiosità!


[SM=g1380260]


Paxuxu










"il punto di riferimento" non è statico, può variare: gli astronauti che 40 anni fa completarono l'allunaggio, ebbero o no un nuovo e diverso punto di riferimento?

I nostri riferimenti si basano sulle nostre limitatissime esperienze dirette: che dire se, invece dello stivale, la nostra patria fosse stata l'Australia, o lo sri lanka oppure l'iraq? avremmo gli stessi punti di riferimento?

Tutto è troppo affidato al caso, alle circostanze incontrollabili o, semplicisticamente potrei dire che siamo stati altamente "fortunati" a nascere in questa nazione e non invece in un altro continente, in una località priva di risorse, senza acqua, nè cibo, nè lavoro, nè istruzione, nè futuro?

21/07/2009 09:40
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Kalos52, 21/07/2009 7.29:





"il punto di riferimento" non è statico, può variare: gli astronauti che 40 anni fa completarono l'allunaggio, ebbero o no un nuovo e diverso punto di riferimento?

I nostri riferimenti si basano sulle nostre limitatissime esperienze dirette: che dire se, invece dello stivale, la nostra patria fosse stata l'Australia, o lo sri lanka oppure l'iraq? avremmo gli stessi punti di riferimento?

Tutto è troppo affidato al caso, alle circostanze incontrollabili o, semplicisticamente potrei dire che siamo stati altamente "fortunati" a nascere in questa nazione e non invece in un altro continente, in una località priva di risorse, senza acqua, nè cibo, nè lavoro, nè istruzione, nè futuro?





Non capisco dove vuoi andare a parare, puoi essere più chiaro per cortesia? Grazie


[SM=x1061921]


Paxuxu



21/07/2009 09:54
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Paxuxu, 21/07/2009 9.40:




Non capisco dove vuoi andare a parare, puoi essere più chiaro per cortesia? Grazie


[SM=x1061921]


Paxuxu






Lo ribadisco:
Tutto è troppo affidato al caso, alle circostanze incontrollabili o, semplicisticamente potrei dire che siamo stati altamente "fortunati" a nascere in questa nazione e non invece in un altro continente, in una località priva di risorse, senza acqua, nè cibo, nè lavoro, nè istruzione, nè futuro?



Avremmo gli stessi punti di riferimenti se fossimo nati in un contesto religiosamente diverso dall'attuale?

Magari in un paese con una sola religione dominante, imposta cioè dallo stato?

O sotto un regime, una dittatura e non una democrazia?

O magari in centroafrica, circondati da malattie, miseria e nessun futuro, che punti di riferimenti avremmo?

I nostri punti di riferimento sono casuali, soggettivi, indipendenti dalla nostra volontà.

E' più chiaro?



21/07/2009 10:07
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Kalos52, 21/07/2009 9.54:



Lo ribadisco:
Tutto è troppo affidato al caso, alle circostanze incontrollabili o, semplicisticamente potrei dire che siamo stati altamente "fortunati" a nascere in questa nazione e non invece in un altro continente, in una località priva di risorse, senza acqua, nè cibo, nè lavoro, nè istruzione, nè futuro?



Avremmo gli stessi punti di riferimenti se fossimo nati in un contesto religiosamente diverso dall'attuale?

Magari in un paese con una sola religione dominante, imposta cioè dallo stato?

O sotto un regime, una dittatura e non una democrazia?

O magari in centroafrica, circondati da malattie, miseria e nessun futuro, che punti di riferimenti avremmo?

I nostri punti di riferimento sono casuali, soggettivi, indipendenti dalla nostra volontà.

E' più chiaro?







Mah, il discorso che hai fatto adesso è chiaro, ma è sempre una tua opinione, e come tale la rispetto.

Ognuno di noi, deve trovare il proprio equilibrio e non c'è bisogno di avere per forza dei punti di riferimento, perchè se uno conosce se stesso ed i propri limiti,non ha bisogno di altro.


[SM=g1380260]


Paxuxu







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