Kalos52, 04/05/2009 14.50:
Caro Pino,
Mi piace l'argomento, il modo in cui lo tratti e ciò che ritengo ne sia l'obiettivo.
Purtroppo, quando parli di assolutismo e dogmatismo devo convenire che ciò è inevitabile, quasi fisiologico: non ho mai sentito quando ero all'interno dell'Organizzazione e tantomeno oggi, espressioni del tipo " secondo me" dal mio punto di vista" "personalmente credo" io ritengo" ecc. ma regolarmente espressioni riferite alle scelte dei vertici "lo schiavo dice" "il corpo direttivo afferma" la torre di guardia ribadisce" "l'anziano raccomanda" ecc. Eppure ho conosciuto TG intelligenti e preparatissimi ma vincolati nell'esprimere le proprie opinioni che, seppur valide e costruttive, dovevano regolarmente essere archiviate come "superflue opinioni umane". E' inevitabile quindi che, eccezion fatta per cervelli come il tuo e pochi altri, chi furiesce dalla WTS abbia serie difficoltà ad usare il libero arbitrio tenuto inoperoso per tanto, troppo tempo. Il condizionamento attivo per 10, 20 forse anche per 30/40 anni può aver ormai compromesso la capacità di decidere da sè. Ancor oggi, dopo anni di conquistata libertà, mi accorgo di usare in alcuni atteggiamenti, nei dialoghi e spesso anche in ciò che scrivo, espressioni tipiche dei TG, incollatesi definitivamente al mio vocabolario quotidiano.
Anche per quanto riguarda l'atteggiamento integralista concordo con te: sono convinto che meravigliosi TG ne esistano, felicemente ne conosco molti ma, proprio perchè conosco le loro caratteristiche, sono più che convinto che sarebbero tali anche se fossero di altra appartenenza religiosa. Lo stesso principio vale per coloro che conservano atteggiamenti negativi ovunque li collochi.
Queste sono problematiche sicuramente connesse con la concezione che sta alla base della carta costituzionale dei diritti umani fondamentali.
Il problema è di una complessità così ampia che trovarne il bandolo è da supereroi.
Il pensiero espresso da Pino, per quanto comprensibile, rientra nella stessa mentalità che lui disdegna e critica in altri.
Non potrebbe essere diversamente.
Alla base c'è sempre una motivazione, che è fondamentale ... al di fuori di quella versiamo tutti sullo stesso piano.
Bisognerebbe vedere quanta voglia c'è invero di affrontare a fondo il problema, nella sua complessità ed anche drammaticità.
Il mondo religioso in primis, ma anche quello politico, filosofico, scientifico versano in una condizione di supina autoreciproca sottomissione ed interdipendenza. Tutto questo, senza che ce ne accorgiamo, avviene mentre siamo convinti della nostra personale libertà di pensiero e di parola.
Prova a commentare il pensiero di Pino che, ripeto, per quanto ben espresso ed in grado di fissare simpatia, ha lati deboli, molto deboli. Questo senza offesa per lui, nè per nessun altro ... in fondo versiamo un pò tutti, per un aspetto o per l'altro, in condizioni similari di auto convicimento.
Difatti, e qui invito alla riflessione, sarete d'accordo con me che tutti gli esseri umani, a qualunque comunità appartegano, hanno l'assoluta convinzione della propria verità.
Il pensiero di Pino sarà, perciò, ritenuto da alcuni la verità, da altri come costellato di gravi errori, da altri ancora sarà assolutamente contrariato e considerato falso.
Pino dice:
"Tutto questo mi ha dato la possibilità di costruirmi una cultura “parallela” per la mia formazione intellettuale."
Cos'è la cultura parallela?
Può voler dire niente e tutto.
Dove conduce e con che obiettivi?
Per chiunque legge ed è in grado di trarre delle conclusioni questa frase sta ad indicare che per la propria formazione intellettuale Lupo si sia costruito una mentalità desumendola da una parte della cultura corrente.
Ok!
Ma quale?
In pochi concetti sarebbe possibile fornire un quadro sintetico di questa formazione culturale personale, attinta da cultura terza (quale?)?
Ed inoltre: che valore può avere la cultura altrui e fino a che punto regge il confronto ed un'eventuale criterio di verificabilità?
Se noi parliamo con tutti i foristi apprenderemo che tutti han fatto un percorso culturale ed hanno acquisito un proprio patrimonio culturale, che ritengono importante e fondamentale per sè e che, dal loro punto di vista, metterebbe in discussione molti altrui patrimoni culturali.
Lo vediamo con i vari ragionamenti portati avanti dai vari Mario70, Baston, il nonnosa, i vari Delemme, i vari Polymetis, i vari Minuti ed i vari Nicolotti etc. etc.
Tutti questi sono convintissimi delle loro conclusioni e contrarissimi alla conclusioni altrui.
MA C'E' QUALCOSA CHE PUO' UNIRE ED EVITARE LA DIATRIBA?
questo è il nocciolo del fare e del dire dei vari forum...risultati pressocchè uguali a zero, ed ognuno trincerato convintamente nel proprio forum, come voi in questo.
MA PERCHE'?
"Purtroppo, noto, da quando frequento questi spazi virtuali, che molti fuoriusciti, riescono a liberarsi da varie “interpretazioni” dottrinali, ma rimangono ancora testimoni di Geova nella mentalità. Una mentalità assolutista e dogmatica."
Certo sì, ivi compreso tu, caro Pino, che pensi di scostarti da tutti,loro. Forse in qualche misura sì, ma, fondamentalmente, quello è il marchio ed eliminarlo in toto è pressocchè impossibile.
Tu, ad esempio, non tenti ad ogni costo di aver sempre ragione?
Non ti poni sempre al di sopra di chi ti contrasta volendo l'ultima parola?
Non fai sempre valere le tue conoscenze nella comunicazione, così come ad ogni piè sospinto inneggi alla tua cultura ed alla tua biblioteca, quasi ad avere a riferimento la vastità della conoscenza altrui che hai reperito da altri e che conservi in questa immensa biblioteca senza fine, con ampi scatoloni pieni di libri dappertutto?
Non è un rimprovero, ma è per farti rendere conto che, se interroghi chiunque, di te non potranno non dire e non potranno non essersi accorti di quest'amo che lanci continuamente in questo mare.
Pensiamo d'essere diversi, ed invece siamo come gli altri, questo è il punto,
Siamo tutti un pò portati all'esaltazione del sè, io compreso.
Personalmente, ad esempio, non faccio mai riferimento alla cultura che mi sta alle spalle, alla mia biblioteca, alla cultura altrui, come se dovessi dipendere dagli altri per dare certezza al mio pensiero.
Eppure di libri ne ho letto una vastità.
Quando si citano autori diversi per dare validità al proprio pensiero è come ammettere che quel pensiero non è tuo ma di altri.
Caspiterina ... ma questa non è cultura, ma copiaincolla della peggiore specie...come dire che io penso così, perchè così pensa anche tizio o caio che non sono semplici esseri umani, ma colossi del pensiero, appartenenti a questo o quel mondo scientifico a questa o quella cultura accademica.
Togliete scienziati, accademici, letterari, filosofi, teologi, filologi e finisce il proprio mondo, finiscono le proprie certezze.
Questo è il male: LA DIPENDENZA DALL'ALTRUI PENSIERO.
E' questa la causa dei molti mali religiosi, politici, filosofici etc.
Uno può sentirsi arrivato perchè ha letto Bertrand Russel, o Gandhi o chi volete, chiunque esso sia.
Quando per sostenere la fondatezza dei primi padri della chiesa si cita Barbaglio o Ravasi o Metzger o chi volete, allora quella cultura non è vostra, ma altrui, mentre voi vi limitate a ripeterla, senza esservi personalmente accertati della sua validità.
L'averla fatta nostra significa semplicemente che siamo seguaci di qualcuno, ma non che siamo liberi intellettualmente.
Sciaguratamente, questo succede, perché molti non sono, per diversi motivi, riusciti a costruirsi una identità culturale, per cui la mentalità rimane sempre fondamentalista. La maggioranza di queste persone non se ne accorgono e credono di sentirsi ormai “liberi”.
Non è così!
Questo tipo di persone ha timore di mettere in discussione la loro identità per cercare di capire quali sono le “procedure” per liberarsi veramente da “incatenamenti” che non sanno ancora di avere dentro di loro.
Domanda lecita: Ma quali sarebbero le "procedure" "per liberarsi veramente da “incatenamenti” che non sanno ancora di avere dentro di loro"
Mica facile stabilire e suggerire le procedure.
Semplice dirlo, molto più complesso è suggerire una procedimento.
Ecco perché, noto che certe procedure, da parte di alcune persone, usano la stessa prassi dei TdG.
Non solo, ma con sommo dispiacere mi rendo conto che, a volte, non c’è nessuna differenza tra tdG ed ex tdG, si rendono pan per focaccia tra loro e sono integralisti.
Le conseguenze:
Mancanza di vero dialogo.
Processo di disumanizzazione.
Ma scusami, in cosa differisce la prassi dei TdG da quella cattolica o da quella seguita da InfoTdG o da quella protestante?
In cosa differisce la mentalità dei TdG da quella dei cattolici?
E, nel caso differisse, perchè differisce?
Cosa crea la differenza?
O forse si dimentica che l'estrazione è la stessa, che è quella presumibilmente cristiana, interpretata ad uso e consumo di ciascuno?
Ben venga finalmente un discorso serio, ma che sia serio e metta il dito nella piaga,..cosa peraltro molto difficile, perchè può far male a personaggi fra i meno ipotizzati.
Ad ogni modo grazie di questo approccio e non voletemene per quanto ho riferito.
Saluti ad entrambi
Pyccolo