Tutti, chiunque, quando parlano sono convinti di dire il vero.
Nessuno, a meno che non si reciti consapevolmente (ed allora è teatro), quando parla, parla per raccontare il falso.
Ognuno suppone d'avere la propria verità da raccontare ... spesso si suppone che quella verità sia l'unica, la sola, l'assoluta, particolarmente in ambito religioso.
Il modo in cui si racconta, anche se trattasi della stessa verità, è ciò che pone la differenza fra un tipo di discorso e l'altro.
"Dunque il discorso ossessivo nasconde la propria verità come fosse un crimine, il discorso isterico la affida all’altro perché ne abbia cura, il discorso paranoico cerca di imporla sul mondo intero." (conf. degli analisti della parola).
E' molto difficile distrarre le persone dal loro discorso di verità.
E' difficile perchè le "persone seguono una direzione perché è esattamente quella che vogliono seguire, cioè quella che il loro discorso decide di seguire, se no non lo farebbero, e, ciò che appare agli occhi dello psicologo, per esempio, come sintomo, in realtà è esattamente ciò che la persona intende fare."
Tutti noi qui, in questo forum, riscontriamo come difficilmente ciascuno si allontani dalla propria verità.
Tutti raccontano la propria verità come se fosse quella più concreta, reale, giusta, inoppugnabile.
Dar ragione ad un altro significherebbe ammettere la falsità del proprio discorso, ma come si fa dal momento che ciascuno è assolutamente convinto della propria verità?
Non è che non avvenga mai che qualcuno abbandoni la propria verità e ne accetti un'altra. Le conversioni sono molteplici.
Si passa da un'ideologia ad un'altra, da una religione ad un'altra, da un'opinione sulla propria credenza ad una più normale e coerente.
Ogni modifica nel proprio modo di pensare è un ripensamento, una conversione, un modo di vedere le cose da un altro punto di vista.
Ciascuno qui sostiene la propria verità secondo il modo di procedere del razionale, dell'ossessivo, del paranoico, dell'isterico.
In apparenza non vi è conversione, nei fatti il discorso di ciascuno può aggiungere pezzi di tassello al proprio discorso ed operarne gradualmente il cambiamento, di solito in meglio, perchè ciascuno cerca ed insegue il meglio per sè.
Alcuni resisteranno in modo indomito al discorso altri, ma non bisogna disperare, qualcosa resta ed insegna.
Vedete ad esempio il modo di porsi di Delemme e la verità che racconta oggi sulla ricorrenza della nascita (compleanno). Quella verità, tuttavia, non è quella della maggioranza dei TdG, ma la sua e di quanti come lui hanno prestato il proprio discorso al confronto con il discorso altrui, migliorandosi reciprocamente.
Naturalmente Delemme ha un discorso terzo con cui fare i conti, ma è interessante come abbia cercato di conciliare il suo a quello di terzi ed a quello dei presenti in questo forum.
Il dialogo unisce ed appiana dissapori, conferisce dignità e bellezza all'essere umano. Il dialogo lavora anche sui duri, sia che il loro discorso sia di tipo ossessivo, paranoico o isterico.
IL DISCORSO PARANOICO:
"il discorso paranoico ... suppone di avere l’assoluta certezza ... che gli altri siano assolutamente stupidi, per il discorso paranoico l’unico furbo è lui tutti gli altri sono cretini ai quali deve spiegare con pazienza e generosità come stanno le cose perché non le sanno …
... la paranoia può certamente trovarsi nella depressione nel momento in cui per esempio si accorge che gli altri, cioè tutti quelli che lui deve educare, non riesce a educarli …
"...quindi una delusione?"
(con una delusione)... si sente solo, non ha più nulla su cui esercitare il suo potere e allora può crollare...
...(quando) il suo discorso viene confermato come vero, questa è la fase finale, a quel punto è soddisfatto e, cioè, è come se potesse proseguire, infatti
il paranoico nei confronti delle persone che ritiene superiori a lui per un qualunque motivo, è particolarmente ossequioso, accondiscendente e umile perché deve sedurle, e una volta che le ha sedotte non le interessano più, diventano niente...
...quello che costruisce, per esempio, è il delirio di grandezza oppure quello di persecuzione che succedono per il controllo (della sua) verità...
Una delle strutture più diffuse è il discorso paranoico, e il discorso paranoico non è persuaso dalla stessa forma del discorso ossessivo. Sapete che
il paranoico muove dall’assoluta certezza di sapere come stanno le cose, lui sa, l’enunciato potrebbe essere come disse una volta Verdiglione e in questo ci aveva azzeccato: io so che tu non sai che io so, quindi l’altro non sa nulla in generale ma soprattutto che io so, questo non sa, e allora devoe spiegarglielo.
Il paranoico si mette di fonte a voi e guardandovi dritto negli occhi vi spiega come stanno le cose perché lui sa, il paranoico fa di tutto per piegare le altre persone in modo tale da considerarle stupide e per fare questo talvolta si rende lui stesso stupido, umile, servile, soltanto allo scopo di fare cadere la persona nella sua trappola e cioè giungere al momento in cui l’altro ammette che lui, il paranoico, ha ragione e può considerare l’altro da quel momento in poi una nullità.
Una persona che si disponga nei confronti di un paranoico con umiltà, pazienza e sobrietà non ottiene nessun risultato, se si mostra umile e mite come spesso fa il discorso ossessivo il paranoico prenderà questa mitezza, questa umiltà come segni inequivocabili di debolezza e quindi colpirà senza pensarci neanche un istante; e allora per esempio di fronte ad un paranoico nel pubblico l’intervento dovrebbe non puntare a spiegare ogni cosa con pazienza e precisione e rigore ma porsi invece nella posizione di colui che assolutamente sa tutto, molto più del paranoico e mostrando una sorta, non dico di arroganza, ma una sicurezza di sé senza limiti,
questa è la cosa che il paranoico teme di più da parte dell’altro perché non lo controlla, non lo può piegare e quindi non lo può sottomettere alla sua ragione.
Retoricamente occorrerebbe tenere conto di questi aspetti, è chiaro che una cosa del genere non la troverete in nessun manuale di retorica, perché un retore non sa assolutamente nulla di ciò, e chi lo sa, generalmente non sa nulla di retorica quindi non si pone nemmeno il problema.
Ponetevi nei confronti di un paranoico con una assoluta incrollabile e inattaccabile sicurezza e determinazione e il paranoico sarà totalmente disarmato nei vostri confronti, anche quello più arrogante, a questo punto non è necessariamente che abbia paura di voi però il timore del vostro giudizio comincerà a farsi sentire su di lui.
(Conferenza con interventi di analisti della parola -le parentesi ed il loro contenute sono mie, così come è mio il grassetto)
Mi fermo qui ... il discorso potrebbe essere molto ampio, ma credo sia servito a rendere l'idea del discorso paranoico.
Con il prossimo post accennerò al discorso isterico.
Buona serata a tutti.
Pyccolo