A benficio di chi voglia coglierne il valore menziono un'associazione che opera a livello nazionale per il disagio e disturbo mentale.
Noterete che si parla sempre di disagio e di disturbi e mai di malattia. Quest'associazione è sostenuta da esperti di salute mentale, ma non parlano mai della depressione o di disturbi d'ogni tipo come di malattia.
E' vero che una disagio può causare una malattia fisica conseguenziale, ma nessuno ne parla, nemmeno l'OMS, come di malattia.
Questo è importante per il da farsi per uscire fuori da quello stato che, se fosse una malattia, nulla o ben poco si potrebbe fare.
Questa è l'associazione:
"Siamo un'associazione di familiari di portatori di disagio e disturbo mentale nata il 12.09.1996.
La nostra sede è in via Marcantonio Colonna, 57
20149 Milano
tel.: 02/39265792 e fax 02/ 33006364
il nostro centralino risponde da lunedì a giovedì: 9 - 12; 15 - 17
e-mail: tartavela@fastwebnet.itIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo ,
sito web: www.tartavela.it"
Questi alcuni interessantissime notizie riportate nel loro sito:
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Il disagio e il disturbo mentale nel mondo
L'OMS calcola che nel mondo ci siano 450 milioni di persone che
soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento, e che la gran parte di questi
disturbi non siano nè diagnosticati nè trattati. A livello mondiale, i disturbi neuropsichiatrici sono causa di morte per 1.105.000 persone (anno 2002); in 13 mila casi la principale causa di morte è direttamente correlata alla presenza di
disturbi depressivi. Secondo alcune ricerche le persone in condizione di
disagio mentale sarebbero invece, secondo le stime più attendibili, oltre 900 milioni, circa il 13% della popolazione mondiale.
La somma delle persone in una condizione più o meno grave di
sofferenza psichica risulta quindi di un miliardo abbondante di soggetti, cioè un quinto della popolazione globale.
Se riportiamo questi dati alla realtà del nostro paese, possiamo avanzare l'ipotesi che circa
dieci milioni di italiani soffrano per un disagio o per un disturbo mentale.
I disturbi mentali più diffusi sono nell'ordine: depressione, schizofrenia e demenza.
Mente e corpo
Mente e cervello non sono la stessa cosa, anche se sono legati indissolubilmente.
Oltre cento miliardi di neuroni aprono e chiudono nel nostro cervello una miriade infinita di collegamenti, a seconda delle esperienze che facciamo e del significato che diamo loro.
Quando è una parte del corpo a dover essere curata è giusto che il paziente stia a letto, che i medici lo visitino, toccandolo, auscultandolo, facendo delle analisi per trovare la natura del male.
Ma la psichiatria si è separata dalla neurologia proprio per l'impossibilità di considerare i disturbi psichici esclusivamente come disturbi del cervello.
Non esiste una linea di confine assoluta fra salute e malattia mentale.
Sono quattro le diverse condizioni mentali che una persona può incontrare nel corso della vita:
* benessere mentale:
è la condizione in cui si vive quando esiste un buon livello di soddisfazione dei bisogni, insieme a una soddisfacente qualità della vita: equilibrio, serenità, tranquillità, accettazione del proprio stato individuale e sociale, ma allo stesso tempo curiosità e spirito di iniziativa contraddistinguono tale condizione.
Certamente non è uno stato che si raggiunge una volta per tutte e per tutti uguale: nelle alterne situazioni dell'esistenza, il benessere mentale è l'obiettivo verso cui l'individuo tende costantemente;
* disagio mentale:
è la condizione in cui si vive quando si avverte uno stato di sofferenza, connesso a difficoltà di varia natura (negli affetti, nel lavoro ecc.), che comunque si presentano nella vita. Tensione, frustrazione, aggressività o tristezza caratterizzano questa condizione, senza tuttavia che si instauri alcun sintomo specifico. È bene tenere presente che, insieme alla condizione di benessere, una quota di disagio è parte integrante di ogni esistenza;
* disturbo o malattia mentale:
è la condizione in cui il soggetto vive quando non trova risoluzione alla sofferenza in cui lo pone la condizione di disagio, ovvero quando essa raggiunge livelli di intensità molto elevati. Si passa dal disagio al disturbo quando alla sofferenza prolungata o intensa si accompagnano alterazioni mentali o dei comportamenti. La sofferenza si "clinicizza", cioè insorgono sintomi psichiatrici specifici: deliri, allucinazioni, ossessioni ecc. Sebbene la condizione di disturbo mentale non rientri nella vita normale, tutti, in situazioni particolari, possiamo incorrere in tale condizione.
La condizione di disturbo può essere temporanea se curata efficacemente e in maniera tempestiva;
* disturbo mentale stabilizzato:
è la condizione in cui il soggetto vive quando il disturbo si cronicizza: dunque, perdurano nel tempo non solo le alterazioni mentali o del comportamento, ma anche la situazione che le ha determinate. Molto spesso il disturbo si stabilizza per non essere stato curato o per essere stato curato male.
Le quattro condizioni che abbiamo tratteggiato costituiscono il sistema di riferimento entro cui vanno riveduti e collocati i concetti tradizionali di malattia e di salute mentale.
Infatti, la psichiatria moderna considera nettamente falsa e dannosa l'idea ampiamente diffusa nel senso comune, quella che divide la mente umana in due soli stati possibili, lo stato sano e lo stato malato, al quale immediatamente si collegano i pregiudizi della organicità, inguaribilità ecc. In realtà, quella che chiamiamo esistenza normale, comprende anche condizioni di disagio, che possono sfociare in veri e propri disturbi.
Si tratta sempre di passaggi sfumati e graduali, spesso reversibili.
Ciascuno di noi transita continuamente tra la prima e la seconda condizione, dal benessere al disagio e viceversa; qualcuno può trovarsi nella terza condizione, essere cioè soggetto a specifici disturbi; qualcuno può, infine, stabilizzarsi su un certo disturbo, ponendosi in una condizione di difficile reversibilità.
Si vede chiaramente che l'idea che alcune teorie rifiutano è frutto di un pregiudizio ulteriore, che potremo chiamare manicheo, o del bianco e nero: la tendenza a dividere il mondo in due parti, malattia e salute, folli e normali. Un modo di vedere le cose apparentemente semplice, evidentemente primitivo, sicuramente dannoso.
I principali disturbi mentali
Prima di descrivere i principali
disturbi mentali è necessaria qualche premessa. Partendo dalla distinzione tra neurologia, che si occupa delle alterazioni organiche del sistema nervoso centrale e periferico, e psichiatria, che si occupa dei disturbi mentali o psichici, è bene tener presente che tra le due specializzazioni esistono ampie zone di sovrapposizione; ma che la distinzione resta fondamentale. I disturbi che descriveremo sinteticamente sono, dunque, quelli di ambito psichiatrico.
Molti nomi di disturbi psichici sono entrati nel linguaggio comune, col risultato che spesso vengono usati in modo vago o improprio. Talvolta si tratta di espressioni prive di ogni riferimento scientifico, come accade per il termine esaurimento nervoso, utilizzato per segnalare stati di disagio o disturbi in fase leggera.
Va detto che alla genericità e improprietà del linguaggio comune, corrisponde un certo disaccordo, sui termini e sulle classificazioni dei disturbi, anche nella comunità scientifica.
La premessa più importante, dunque, è la seguente: termini, classificazioni e descrizioni hanno un valore orientativo e consentono ai curanti la comunicazione rapida; men che mai devono essere presi alla lettera, o peggio ancora essere usati da inesperti per "proporre diagnosi" o etichettare situazioni in modo spesso inadeguato. "
Trovo molto franco, ragionevole, colto l'intero intervento di questa associazione.
Traetene le debite riflessioni.
Pyccolo