Sulla decisione del consiglio comunale il Pd si spacca
Beppino Englaro cittadino onorario di Firenze: il consiglio comunale ha approvato la proposta presentata dal capogruppo del Partito Socialista, Alessandro Falciani, con 22 voti favorevoli, 16 contrari, 3 astenuti. «Beppino Englaro è divenuto il simbolo di un Paese che crede ancora al rispetto e non all’arroganza», ha affermato Falciani in aula: «Crediamo che una città come la nostra debba andare fiera di persone come lui - ha aggiunto - crediamo che ogni città del mondo meriti di avere tra i propri figli un uomo che si è battuto per se stesso, per la libertà di una scelta, per il rispetto di una volontà».
La maggioranza insolita e risicata per una cittadinanza onoraria è l’indice della spaccatura netta tra i fronti, e di quella altrettanto lacerante all’interno del Pd, che ha avuto 7 consiglieri favorevoli, 4 contrari, e 3 astenuti. Falciani nel suo intervento ha fatto notare che non si era raggiunta l’unanimità nemmeno nei casi di Sandro Pertini, Mario Rigoni Stern, e Roberto Benigni. Il sindaco Leonardo Domenici aveva cercato di evitare lo scontro proponendo, nel corso dell’acceso dibattito di oggi in consiglio, un rinvio per trovare «un’altra modalità per esprimere solidarietà a Beppino Englaro», perché «una cittadinanza è tanto più sentita quando unanime».
Sinistra radicale e centrodestra hanno però bocciato la proposta: «Era seria e di grande responsabilità», ha detto la capogruppo del Pd Rosa Maria di Giorgi, secondo cui si è invece assistito a «uno spot elettorale da parte soprattutto dei socialisti, seguiti a ruota dalla sinistra, che hanno votato contro la proposta del sindaco. Dare la cittadinanza onoraria così è un errore». Di segno opposto l’opinione di Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista, secondo cui «la spaccatura del Pd su un tema di questa portata è una significativa indicazione per il futuro della città», e l’approvazione della delibera è un fatto positivo.
Il Partito democratico, in aula, si era schierato compattamente per il rinvio, prima di dividersi sul voto finale commentato poi con rabbia dal centrodestra: «Così si sancisce che la cittadinanza onoraria è diventata una bandiera politica», accusa il consigliere forzista del Pdl Gabriele Toccafondi, annunciando che proporrà identico riconoscimento per le suore di Lecco che hanno assistito Eluana negli anni; «Da oggi avrò un motivo in meno per sentirmi orgoglioso di essere fiorentino», gli fa eco Jacopo Cellai (An-Pdl).
Immediata e durissima la reazione della Curia, secondo cui il conferimento della cittadinanza è stato «un atto nefasto» compiuto da una maggioranza sfilacciata: «L’atto che una parte del consiglio comunale ha voluto imporre a tutta la città appare pretestuoso, offensivo e distruttivo», si legge in una nota dell’Arcidiocesi, che lamenta l’offesa «nei confronti di quella non trascurabile parte della città che nel corso della vicenda Englaro ha manifestato orientamenti ben diversi da quelli di cui il signor Giuseppe Englaro e il gruppo che lo ha sostenuto erano portatori».
Non solo: la Chiesa fiorentina ha accusato il fronte pro-cittadinanza di «voler imporre alla città una scelta che serviva soltanto a segnare i confini di una parte politica e a spostarli in direzione di un più accentuato laicismo, rispetto a quanto gli stessi cittadini avevano voluto esprimere nelle recenti elezioni primarie di quello stesso settore politico». La votazione finale ha infatti visto invece votare contro il conferimento della cittadinanza alcuni uomini del Pd considerati vicini a Matteo Renzi, il cattolico candidato sindaco per il centrosinistra, che in una intervista aveva espresso il suo parere contrario
ilsecoloxix.ilsole24ore.com/italia_e_mondo/2009/03/09/1202139698829-englaro-cittadino-onorario-firenze-chiesa-atto-offensi...
Sempre a proposito di "Spirito cristiano"....
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer