C'e' un'interessante articolo di un noto neuroscienziato, Piergiorgio Strata
estraggo solo una piccola parte,ma forse un giorno il mito del libero arbitrio potrebbe essere smontato dalle neuroscienze
da
www.torinoscienza.it/dossier/apri?obj_id=13104
I concetti di libero arbitrio e responsabilità delle proprie azioni possono ancora essere considerati pilastri fondamentali e immutabili della nostra cultura etica, giuridica, sociale? Oppure gli automatismi e gli schemi mentali che li influenzano ci obbligano a cambiare prospettiva?
Questo è uno degli argomenti più difficili e complessi che ci troviamo ad affrontare. Torniamo all’esperimento sulla base Nato di Vicenza. Ha dimostrato che gli indecisi, che credevano di essere liberi di agire e di riservarsi la decisione all’ultimo momento, in realtà avevano già nel cervello molecole e schemi mentali che li avrebbero portati a una precisa presa di posizione. È chiaro che se uno riesce a prevedere ciò che farà l’altro, il concetto di libero arbitrio risulta profondamente minato. Si pensi, ancora, all’esperimento del carrello. A un gruppo volontari si dice che un carrello scende lungo un pendio con quattro persone a bordo: a un certo punto si rompono i freni e il mezzo è destinato a schiantarsi. Il volontario, però, può schiacciare un pulsante e deviare il carrello su un altro binario, dove purtroppo c’è una persona che verrà colpita e morirà, ma i quattro a bordo saranno salvi. Ebbene, il 90% dei volontari sottoposti al test dice che è eticamente e moralmente giusto schiacciare il pulsante, perché si salva la vita a quattro persone, anche se ne muore una. Se però si dice ai volontari che, per fare passare il carrello, devono spingere personalmente giù da un ponte una persona, il 90% risponde che non è eticamente accettabile. La risonanza magnetica funzionale consente di appurare che, nel primo caso, si mettono in moto i centri della razionalità, nel secondo caso ribollisce il centro delle emozioni negative e blocca la razionalità. Il libero arbitrio, insomma, esiste fino a un certo punto: pensiamo di agire razionalmente, ma lo spintone al tizio sul ponte non lo diamo. Credo che il libero arbitrio sia molto discutibile e, in fondo, potrebbe trattarsi di un’illusione: la nostra mente racchiude schemi che ci inducono ad assumere comportamenti consolidatisi nel corso dell’evoluzione della specie e che ne favoriscono la sopravvivenza, pur con tutte le deviazioni possibili dovute ai condizionamenti ambientali.