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Keren, una dodicenne contro l'Aids

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2008 16:40
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«Si può vincere questa battaglia»
L'appello: «Più attenzione e farmaci, meno pregiudizi»
L'impegno di curare tutti entro il 2010 resta lontano.

DAL NOSTRO INVIATO
CITTÀ DEL MESSICO — L'applauso per lei è stato il più lungo. Più di quello per il Presidente del Messico Felipe Calderon, più di quello per il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Qualche respiro profondo prima di cominciare: «Noi ragazzi e ragazze sieropositivi stiamo crescendo e abbiamo tanti sogni. Molti di noi vorrebbero diventare artisti, medici, maestri. A me piacerebbe diventare una cantante».

«NON ABBANDONATE LA LOTTA» - Adesso sorride Keren Dunaway- Gonzales, dodici anni, honduregna, sieropositiva, capelli lunghi neri, un vestito a strisce bianche, blu e rosse, che alla inaugurazione della Conferenza mondiale sull'Aids a Città del Messico ha chiesto al mondo di non abbandonare la lotta alla malattia e di aiutare i giovani che l'hanno contratta a realizzare i loro desideri. Aveva cinque anni quando i suoi genitori le spiegavano, con qualche disegno colorato, che erano sieropositivi e che lo era anche lei, fin dalla nascita («Il virus è come una piccola palla con sopra tanti puntini che nuota dentro di me» lo descrive Karen). Oggi è una delle più giovani attiviste dell'America Latina: una rarità in una regione dove 55 mila persone sieropositive su due milioni sono sotto i 15 anni e dove pochi ragazzi hanno il coraggio di uscire allo scoperto per paura di essere rifiutati dai loro compagni. «Chiediamo l'attenzione di cui abbiamo bisogno — ha detto ancora Keren che dirige un giornale per giovani sieropositivi spedito ogni due mesi in tutto l'Honduras — e le medicine che ci servono per vivere». Impossibile non ricordare un altro protagonista di un'altra conferenza sull'Aids, otto anni fa a Durban: il piccolo Johnson Nkosi che, salendo sul palco allora, chiese di trattare i malati come esseri umani e divenne un simbolo commovente della lotta all'Aids. Lui è stato sfortunato: morì un anno dopo a 12 anni, ma viveva in un Paese, il Sudafrica, dove all'epoca la malattia era persino negata e il presidente Thabo Mbeki rifiutava l'offerta di medicine dall'industria farmaceutica.


MEDICINE SOLO PER UN BAMBINO SU TRE - Oggi la situazione sta migliorando. Una nuova generazione di ragazzi sieropositivi stanno diventando adulti, nonostante in America Latina soltanto un terzo dei bambini, a fronte del 60 per cento degli adulti, ricevano gli antiretrovirali. I pazienti sieropositivi hanno guadagnato 13 anni di vita, anche se sono soprattutto fra quelli che possono essere curati con i cocktail di nuovi farmaci. L'accesso alle terapie si sta ampliando (e il Presidente messicano ha annunciato la commercializzazione di farmaci generici prodotti anche da industrie che non hanno impianti nel Paese), ma in molte aree, soprattutto dell' Africa, soltanto un terzo delle persone viene curata con le medicine, nonostante l'impegno dell'Onu per fornire «cure a tutti entro il 2010».

DISCRIMINAZIONE - Rimangono un po' ovunque stigma e discriminazione: 67 Paesi in tutto il mondo (quasi la metà degli Stati membri dell'Onu) impongono forme di restrizione all'entrata di sieropositivi e 13 Paesi, compresi Stati Uniti e Cina, vietano anche brevi soggiorni turistici.

«Per molti lo stigma contro i sieropositivi rimane una grande sfida — ha detto Ban Ki-moon — Soltanto vincendo pregiudizi e discriminazione si potrà garantire un aiuto a tutti coloro che ne hanno bisogno ». E non solo: è indispensabile anche assicurare la massima informazione. «A quest'epoca della vita— ha detto ancora Keren — quando cominciamo a conoscere i nostri corpi e proviamo nuove emozioni è necessario contare su un'informazione corretta sulla sessualità e sulle trasformazioni che avvenendo dentro di noi». La sessualità è tabù in America Latina, ma Karen ha fatto cadere anche questo. E si merita davvero la standing ovation.

Adriana Bazzi - la Repubblica
05 agosto 2008







Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
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Meno male che ci pensa la CCR con le sue ampie vedute a sistemare tutto!!! [SM=g28001] [SM=g28001] [SM=g28001] [SM=g28001] [SM=g28000]
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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
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