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Cogne/ Cassazione: la Franzoni l'unica colpevole possibile -punto

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2008 21:03
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Roma, 29 lug. (Apcom) - Anna Maria Franzoni è l'unica persona che, in quel limitatissimo lasso di tempo, può aver ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, nella villetta di Cogne a gennaio del 2002. Infatti, una delle pochissime cose certe di questa brutta storia, quelle provate, cioè, "oltre ogni ragionevole dubbio" è che quella mattina, nella casa dei Lorenzi non poteva esserci nessun'altro. Quindi il piccolo, che aveva solo 3 anni e 2 mesi, non può essere stato colpito dalla mano di un estraneo.

È questo il motivo cardine per cui la Cassazione ha deciso, lo scorso 21 maggio, di confermare la condanna inflitta alla signora Franzoni dalla Corte d'Assise d'Appello di Torino e a chiudere per sempre il sipario sul capitolo Cogne.

Insomma dalle 55 pagine di motivazioni emerge chiaramente come non ci siano a carico della donna prove oltre ogni ragionevole dubbio. Ma questo non è sufficiente ad escludere una condanna. Infatti, la Cassazione precisa come una decisione di colpevolezza possa essere pronunciata se le altre ipotesi su come si sono svolti i fatti, alla luce delle prove raccolte, "sono solo eventualità remote". Non solo. La circostanza che non era possibile la presenza di un estraneo in casa è suffragata anche dal mancato ritrovamento dell'arma del delitto e dal fatto che la famiglia non denunciò mai il furto di nessun oggetto.

Poche anzi pochissime certezze anche sul movente: si tratta, ha spiegato la prima sezione penale, di un "delitto d'impeto" e "l'assenza di sicuri elementi di prova circa le ragioni che innescarono la condotta della donna non ha consentito che formulare ipotesi". Insomma l'unico motivo plausibile del delitto, ma che resta pur sempre una supposizione dei giudici, è che la mamma abbia agito "per un capriccio del bambino". D'altronde dalle testimonianze è risultato che la Franzoni nutrisse serie preoccupazioni "(in gran parte ingiustificate) per la normalità ed il regolare sviluppo di Samuele, con particolar riferimento alla conformazione del capo, tanto da aver manifestato il presagio di una possibile morte prematura".

Sul fronte dell'imputabilità di Annamaria, e cioè se era capace di intendere e volere e quindi se poteva essere condannata per l'omicidio del figlioletto, il Collegio, ha sottolineato come ci fosse un conflitto interiore nella donna, "il cui polo nascosto poteva essere costituito dalla preoccupazione, immotivata, per la salute di Samuele". In altre parole si tratta di una persona "ansiosa" e "caratterizzata da componenti isteriche". Ma i problemi comportamentali della donna non sono tali da determinare un vizio di mente. Questo è suffragato anche dalla circostanza che, quel giorno di sei anni fa, la mamma di Samuele agì con "razionale lucidità". Infatti nascose l'arma del delitto, mai ritrovata, riportò gli zoccoli al piano di sopra e cancellò le tracce di sangue.

Seconda la Cassazione, infine, anche la pena, 16 anni di carcere, è adeguata alle modalità dell'omicidio che gli "Ermellini" hanno definito particolarmente "efferato": 17 colpi sferrati con violenza contro il bambino che tentava di difendersi. D'altronde, il disperato tentativo del piccolo di opporsi all'aggressione è "testimoniato dalle lesioni sulla mano sinistra".
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Dopo anni, si chiude veramente la storia di Annamaria Franzoni…
In tutta sincerità, provo pena per questa donna, nonostante quello che ha fatto, perchè mai e poi mai una mamma ragionevolmente farebbe questo al proprio bambino.









Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
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@nounou@

Dopo anni, si chiude veramente la storia di Annamaria Franzoni…
In tutta sincerità, provo pena per questa donna, nonostante quello che ha fatto, perchè mai e poi mai una mamma ragionevolmente farebbe questo al proprio bambino.
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Sapessi quante donne anno ucciso il loro piccolo , mi ricordo che una lo infilo dentro la lavabiancheria.
forse si seccava a cambiargli il pannolino.



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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