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TRAVOLTI DALLA POLIZIA - MANUEL, 15 ANNI, E' MORTO

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2008 14:07
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TORINO, MORTO RAGAZZO INVESTITO IERI DA VOLANTE
Manuel Saccà non ce l’ha fatta. Il ragazzo di 15 anni che si è schiantato contro una volante della polizia mentre viaggiava su una moto da cross guidata da un amico, è morto nel pomeriggio all’ospedale Cto di Torino, dove era giunto martedì pomeriggio, poco dopo le 17, in condizioni gravissime. Un trauma cranico che fin dalle prime ore ha lasciato poche speranze. Oggi è sopraggiunta la morte cerebrale: i medici non hanno potuto far altro che arrendersi al fatto che il corpo del ragazzo non ce la faceva più a combattere ed hanno staccato i macchinari che gli pompavano ossigeno nei polmoni. Manuel stava tornando dall’allenamento. Giocava negli allievi del Pozzomaina, in via Monte Ortigara, e gli aveva offerto un passaggio il compagno di squadra Gabriele Sanna. Erano ormai quasi arrivati, a poche centinaia di metri dalla casa di Manuel, quando hanno attraversato l’incrocio tra via De Santis e via Monginevro: ma i due ragazzi, hanno riferito i testimoni che hanno assistito all’incidente, sono passati con il semaforo rosso. Nulla ha potuto fare l’agente alla guida della volante che sopraggiungeva dalla direzione opposta. La pantera, a bordo della quale i poliziotti stavano portando un arrestato in carcere, viaggiava a bassa velocità, ma non è stato comunque possibile evitare la moto. Manuel non aveva il casco, e questo gli è stato fatale: è stato sbalzato dalla sella e ha urtato violentemente con la testa contro il vetro blindato dell’Alfa 159. Gabriele invece se l’è cavata con contusioni e la frattura di una gamba.
Manuel avrebbe compiuto 16 anni tra poche settimane, il 2 agosto. Davanti al reparto Grandi Traumi del Cto, fino alla fine sono rimasti, oltre ai familiari, anche i compagni di squadra e lo staff del Pozzomaina, ad aspettare un miracolo che non è accaduto.


www.leggo.it/articolo.php?id=9187










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03/07/2008 11:52
 
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I genitori donano gli organi e cercano testimoni: «La versione della Questura non ci convince»

E' morto il 16enne investito dalla polizia, la rabbia della famiglia

TORINO 03/07/2008 - Il cuore di Manuel Saccà ha smesso di battere poco dopo l’una di ieri pomeriggio. Nemmeno ventiquattrore dopo essere stato travolto da una volante della polizia, all’incrocio tra via De Sanctis e via Monginevro, insieme a Gabriele Sanna, suo amico e compagno di squadra al Pozzomaina. Tornavano da un allenamento sul cinquantino da cross di Gabriele, Manuel era senza casco. Per lui l’impatto è stato fatale.
«Non doveva accadere - ripete tra le lacrime l’allenatore dei due ragazzi, Fabio Nisticò -, non si muore così». Non sono ancora le due del pomeriggio quando raggiunge l’ingresso del Cto. Insieme al presidente del Pozzomaina, Ottavio Porta, ha deciso di consegnare ai genitori la divisa del loro campione. Quella maglia numero nove che ogni domenica faceva esplodere le tribune di via Monte Ortigara ad ogni fuga verso l’area di rigore, suggerita spesso proprio dagli assist di Gabriele.

La notizia della morte di Manuel corre da un cellulare all’altro. Gli amici e i compagni di squadra dei due ragazzi, da martedì sera fanno la spola tra il Cto e il Martini. Scoppiano in lacrime quando il cellulare trilla per l’arrivo di un sms, i cellulari squillano praticamente all’unisono. Manuel, il loro campione, non ce l’ha fatta. Davanti al pronto soccorso del traumatologico i genitori si stringono nell’abbraccio dei dirigenti della società, dei compagni di scuola e degli amici più cari. Sono sconvolti. Nella notte hanno firmato la liberatoria per la donazione degli organi, attorno all’una e mezza i medici hanno dichiarato la morte cerebrale del loro ragazzo. Gabriele, ricoverato al Martini, è l’unico a non sapere . «E non vogliamo che, per ora, lo sappia» dicono papà Gualtiero e mamma Rossella. Almeno fino a quando la vicenda non sarà chiarita.

Nonostante le testimonianze raccolte sul luogo dell’incidente attribuiscano le responsabilità ai due giovani - versione confermata dalle dichiarazioni del questore vicario Spartaco Mortola -, non mancano testimoni che avrebbero visto i ragazzi attraversare l’incrocio con il verde. «Sono spaventati dal fatto che sia coinvolta la polizia - rivela Gualtiero Sanna - ma ci hanno detto di avere visto l’auto accendere il lampeggiante e attraversare l’incrocio nonostante il semaforo rosso». Le fratture riportate da suo figlio guariranno. Il senso di colpa per la morte dell’amico, forse, non passerà mai.




MANUEL SACCA'









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Gabriele non sa ancora della morte del compagno

L’amico ferito: «Mister, lo giuro
noi siamo passati con il verde»


TORINO 03/07/2008 - «Mister te lo giuro, io quel semaforo non l’ho attraversato con il rosso. Mister, il semaforo era verde. Sono sicuro». Gabriele Sanna dal suo letto del reparto di ortopedia del Martini non fa altro che esporre la stessa versione dei fatti. Un racconto a cui il suo allenatore, i suoi genitori e gli amici non stentano a credere. «Nostro figlio è un ragazzo per bene, di certo non un incosciente – dicono i genitori –. La versione fornita dagli agenti non ci convince del tutto».

Agli amici, fin dal primo momento, è stato chiesto esplicitamente di non rivelare della morte di Manuel. «Come sta Manuel? Dove lo hanno portato» è la domanda che Gabriele continua a ripetere. Nonostante la gamba in trazione e il dolore per le ferite riportate sia ancora forte, il suo unico pensiero è per l’amico. «Per ora abbiamo preferito dirgli – spiega il padre – che Manuel sta come lui, non sappiamo come possa prenderla».

Il prossimo anno “Gabri”, come lo chiamano gli amici, avrebbe fatto il salto di categoria tanto atteso. Quello di diventare professionista non sarebbe più stato soltanto un sogno: a volerlo era la Pro Vercelli , secondo le voci di fine campionato. Un campionato eccezionale, condotto in coppia con quell’amico che lui non sa non esserci più. «I medici che lo hanno operato – continua Gualtiero Sanna – dicono che le fratture guariranno, ad essere messo peggio è il femore sinistro. Non è nulla rispetto a quanto capitato a Manuel, la notizia della sua morte ci ha lasciato sconvolti e ci chiediamo come faremo a dirlo a lui. Un testimone ci ha avvicinati in ospedale: ci auguriamo che chi ha visto non taccia e trovi il coraggio di raccontare la verità. Se nostro figlio e il suo amico hanno effettivamente attraversato con il rosso o con il verde fa una grossa differenza. La farà anche per Gabriele nel momento in cui ci troveremo costretti a dirgli la verità».



(Manuel Sacca (in alto) e Gabriele Sanna)






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Ciao Manuel, 16 anni sono pochi per morire, che Dio ti accolga tra le sue braccia [SM=x1061969]






Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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E' inutile dire che questa drammatica storia mi tocca da vicino.
Sono un caro amico della zia di Manuel (Antonella), straziata da questo immenso dolore.
Manuel giocava nel calcio al Pozzomaina, dove gioca anche mio nipote Alessio.

Andrò al funerale per dare la mia partecipazione a questo dolore.

Queste cose succedono tutti i giorni! Ma quando succedono nel proprio "cortile", si viene "inchiodati al muro" con prepotenza e tutto si ferma, per un attimo, le cose che stavi facendo, lo stress, le discussioni, le bollette, l'affitto, il caldo afoso, i progetti.......tutto si ferma. In pochi attimi, vieni catapultato nell'inferno del dolore, delle urla, dei "perchè". La vita si manifesta nel significato del dramma. Poi, passano i giorni e tutto riprende come prima, il "ferro rovente" che prima bruciava, ora si è raffreddato, lasciando una cicatrice che si aggiunge alle altre e che ci accompagnano nella vita.

Saluti
Pino


[SM=x1061974] [SM=x1061974]






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donati gli organi
Sono stati donati gli organi di Manuel Saccà, il torinese di 16 anni che si è schiantato contro una volante della polizia mentre era a bordo di una moto guidata da un suo coetaneo. Grazie a questo gesto di solidarietà cinque persone possono sperare di continuare a vivere. I trapianti sono stati eseguiti da medici dell'ospedale Molinette.

Il primo, la notte scorsa, è stato quello del cuore, che il dottor Francesco Patané, dell'equipe del professor Mauro Rinaldi, ha trapiantato su un torinese di 65 anni affetto da cardiomiopatia dilatativa idiopatica. Il fegato è andato invece ad una donna di 40 anni, anche lei torinese, affetta da cirrosi da epatite C.

L'intervento è stato eseguito dal professor Mauro Salizzoni, che ha anche trapiantato il pancreas del ragazzo, morto ieri pomeriggio dopo un'agonia di 24 ore, su una donna di 60 anni affetta da insufficienza pancreatica.

I reni sono andati ad un ragazzo di 17 anni, dializzato e affetto da sindrome di Alport, operato dall'equipe chirurgica del dottor Piero Bretto presso il Regina Margherita, e ad un bresciano di 32 anni, anche lui dializzato e affetto da nefropatia tubulare interstiziale. Le cornee, infine, sono alla banca delle cornee, dove si attende di individuare i donatori.

un grande gesto da parte dei parenti [SM=x1061971]






Nounou
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Blaise Pascal


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