Carissimo Pyccolo,
quoto al 100% il tuo intervento.
Confermo, con decisione, che le mie posizioni sono esenti da vittimismo, da rabbia o risentimento personale, che sono perfettamente in linea all' atteggiamento di Gesù nei confronti degli "operatori di illegalità", che la storia del perdono è già stata da me affrontata in maniera integrale e totalmente soddisfacente e che, ribadisco, non confondo il
perdono col condono!.
La visione equilibrata di questo aspetto non è esente dalla richiesta di giustizia per i crimini commessi, ed è una richiesta lecita ed oltremodo corretta.
La storia biblica è un esempio di correttezza e di perdono, ed è un esempio di giustizia quando il perdono non ravvede le basi essenziali per essere messo in pratica.
Le odierne terapie, non sono affatto basate sul perdono di chi ha abusato di noi esentandolo da conseguenze legali per le violazioni commesse, anzi, esso è un processo psicologico che mira a liberare noi stessi da sentimenti che possono farci del male o limitare la nostra libertà interiore, o la nostra crescita morale e spirituale.
E' un perdono indirizzato alla nostra libertà interiore, perchè, perdonando gli altri, liberiamo noi stessi.
Ma non è la favoletta del " ti perdono quindi sei libero di continuare a fare del male al tuo prossimo!".
Non limitano in alcun modo il corso di un auspicabile giustizia e la convinzione che essa sia da applicare per preservare possibili altre future vittime.
Altrimenti, se così fosse, perchè batterci per una eguaglianza economica che riscatti la povertà?
Perchè condannare chi comette un crimine fisico o morale?
Perchè ravvedere abusi e violenze a carico dei deboli?
Pechè battersi contro le multinazionali o contro chi distrugge l' ecosistema della Terra condannandoci alla rovina?
Proviamo a fare discorsi di questo genere agli Ebrei usciti dai campi di sterminio.
O ai genitori di quel ragazzo, di cui non ricordo il nome che, piuttosto di sottostare ad un comitato giudiziario, si è tolto la vita.
Sarebbe sufficiente insegnare alle vittime la tecnica del perdono e tutto sarebbe "cristianamente" risolto!
E' assolutamente cristiano perdonare ed offrire ogni possibilità a chi non sa quello che fa.
Lavorare per il suo recupero, non certo ricorrendo all' ostracismo.
Non è visione equilibrata concedere lo stesso trattamento a chi, invece, è ben conscio del suo operato.
Altrimenti che ci sta a fare Vito Pucci?
E che soccorso possiamo offrire alle vittime di abusi dicendo loro :" guarda, tu sei una vittima perchè te lo sei cercato, se avessi un atteggiamento diverso non attireresti carnefici sul tuo cammino, quindi, è colpa tua!".
Ben diverso è l' ostracismo, ben diverso è il ricorso a tribunali interni senza possibilità di difesa nei confronti di persone mentalmente sottoposte!
Per favore rendiamoci liberi da convinzioni buonistiche!
Possiamo insegnare alle vittime a rendersi libere, a riappropriarsi della propria vita, della dignità.
Ma non certamente lasciando impuniti i crimini e le ingiustizie.
Allora, per concludere, se io mi trovo in stretto contatto con chi persevera nel promulgare teorie e pratiche che producono vittime e ne difende a spada tratta la legittimità, che devo dire?
E che dico a quelli che, per l' applicazione impropria di una supposta giustizia divina, hanno perduto figli, mariti, genitori?
Che desidero redimere i farisei?
E' questo che ha fatto Gesù?
Se riuscite a convincermi di questo, e non credo proprio perchè dovreste riscrivere i Vangeli, tornerò a ragionare da donnina ammodo.
In caso contrario, e dopo l' ultima soddisfacente e esauriente telefonata con Vito, resto ferma nelle mie posizioni.
Considero scaduta la mia carica di moderatrice, non avrei più il coraggio di guardare un disassociato negli occhi, in quegli occhi smarriti che incontro ogni giorno sul mio cammino.
Grazie.
Marina