Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!



   
 
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Il dolore ed il riscatto.

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2007 20:17
Email Scheda Utente
Post: 394
Post: 394
Registrato il: 10/01/2007
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
05/09/2007 19:42
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

[SM=x1061918]


Carissimi,


Recentemente mi sono posta delle domande.
Nonostante il mio atteggiamento, spesso comprensivo o amorevole, talvolta più rigido ma sempre credo, rispettoso, determinate ferite, quelle che maggiormente hanno segnato la mia dignità e la mia identità, si sono riacutizzate al rinnovato contatto con coloro che le hanno provocate.
Sinceramente, mi sono posta la domanda se reagire con decisione od ignorare la provocazione.
Non ho deciso per questa seconda possibilità.
Perchè ritengo che, nella vita, talvolta si renda opportuno opporsi con determinazione alla perpetrazione delle ingiustizie.
Per dignità personale o ,anche, per salvaguardare le prossime vittime.
Prediligo l' amore, come sempre, ma non al prezzo di cedere la mia integrità, nè la mia dignità.
Spesso mi sono chiesta se, questi sedicenti operatori della Parola di Dio, siano realmente consapevoli degli abusi commessi.
Sono convinta che alcuni, forse molti, lo siano.
Gli altri, coloro che seguono ciecamente le disposizioni, non sono, a mio avviso, esenti da responsabilità.
Se fossero chi sostengono di essere si riconoscerebbero dai frutti dell' amore e della tolleranza.
Facile sostenere che le vittime non debbano battersi per ottenere giustizia e per recuperare la dignità che è stata loro sottratta.
Comodo avere la presunzione di non pagare mai per il male dispensato agli innocenti.
In questi ultimi tempi, la violenza della disassociazione subita a danno mio e delle mie figlie, è stata rinnovata.
E questo si aggiunge ad un pesante bagaglio di violazione di diritti che aveva disintegrato la mia famiglia.
Forse questo rinnovato dolore avrà un significato, forse.....
Sicuramente ha rinnovato la mia determinazione nel perorare la causa della giustizia.
Viene il tempo per ogni cosa....
Io aspetto quel tempo, poichè la dignità, nella sofferenza, che ha portato la mia famiglia a risorgere dal fuoco dell' infamia, non passerà inosservata agli occhi di Dio.
Per ora, vedo di recuperare nuovamente il mio anelito verso l' amore.
Poichè non ho intenzione che esso venga nuovamente distrutto dal male, come negli anni bui che hanno sconvolto la nostra esistenza.

Con affetto,

[SM=x1061954]



Marina
Email Scheda Utente
Post: 3.852
Post: 2.485
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
05/09/2007 23:48
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Carissima amica mia,

So che hai avuto un passato non facile, con molte esperienze dolorose.
Nonostante la tua vita sia stata segnata da terribili sofferenze, hai avuto una forza interiore che ti ha permesso di trovare nuove risorse dentro di te.
Sei una donna che guarda in faccia la vita e soffri, perchè non tutti sono capaci di guardare in faccia, sei una donna che ha speso la sua considerazione, la sua parola, il suo pensiero, il suo amore per gli altri, ma per alcuni la menzogna è più vera della verità.
Sei una donna che sa promettere e raggiungere degli obiettivi, ma viviamo nel regno delle lacrime dei falsi obiettivi e delle false promesse.
Questo succede e succederà.
M’indegno quando penso ai miei nonni, e TUTTI ne hanno avuti, che sono morti, consumati dalla vita per darci un fazzoletto di terra, una casa, su cui crescere i nostri figli, e i figli dei nostri figli, e noi, loro discendenti, sangue dello stesso sangue, abbiamo permesso che qualcuno ci rovinasse la "festa", strappandoci i valori della lealtà, dell'onore e del rispetto per deporre la nostra libertà ai piedi di persone assetate di potere.


Non ti scandalizzare, Marina, per quello che sto per dire:

E' COLPA NOSTRA!

Gli "altri" non c'entrano!

Una volta capito questo, dobbiamo combattere i nostri sensi di colpa.
La moralità assoluta distrugge profondamente la stessa moralità, perché le sanzioni che invoca contro il male sono eccessive. Non ci si cura il mal di testa tagliandosela.
Siamo esseri umani, non è necessario dare la colpa o sentirsi in colpa tutta la vita, non è necessario fare recriminazioni, invocando l'ingiustizia e la violazione della libertà.
E' giusto, però, far valere i propri Diritti di fronte alla Legge e combattere le Istituzioni affinchè facciano rispettare i Diritti Umani del Singolo.
Ma non dobbiamo prendercela con un SINGOLO per quello che può rappresentare.
Se Delemme o Primula Rossa o MauriF o altri vengono in questi spazi è perchè anche loro stanno cercando di capire cosa succede.
Non sono loro gli avversari.
Non sono loro il vero bersaglio.
Fidati!!!

Con tutto l'affetto che ho!
Pino

[SM=x1061970]






__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 3.854
Post: 2.487
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
06/09/2007 00:32
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Ricostruire la nostra vita e costruire una persona nuova è la vera sfida di questi tempi!!!

Pino











__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 397
Post: 397
Registrato il: 10/01/2007
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 01:12
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

[SM=x1061918]

Mio caro Pino,

ti ringrazio immensamente dello sforzo fatto per rendere più saggio possibile questa diatriba.
Ti ringrazio della comprensione e dell' affetto che dimostri nei miei confronti.
Non mi scandalizzo affatto di quando sostieni la nostra responsabilità.
Posso sostenere la stessa opinione anche per la situazione in cui versa il mondo.
Ognuno è responsabile.
Ognuno potrebbe fare qualcosa di maggiormente significativo e non lo fa.



E' COLPA NOSTRA!

Gli "altri" non c'entrano!

Una volta capito questo, dobbiamo combattere i nostri sensi di colpa.
La moralità assoluta distrugge profondamente la stessa moralità, perché le sanzioni che invoca contro il male sono eccessive. Non ci si cura il mal di testa tagliandosela.
Siamo esseri umani, non è necessario dare la colpa o sentirsi in colpa tutta la vita, non è necessario fare recriminazioni, invocando l'ingiustizia e la violazione della libertà.
E' giusto, però, far valere i propri Diritti di fronte alla Legge e combattere le Istituzioni affinchè facciano rispettare i Diritti Umani del Singolo.
Ma non dobbiamo prendercela con un SINGOLO per quello che può rappresentare.
Se Delemme o Primula Rossa o MauriF o altri vengono in questi spazi è perchè anche loro stanno cercando di capire cosa succede.
Non sono loro gli avversari.
Non sono loro il vero bersaglio.
Fidati!!!



Capisco questa tua opinione, ma non la condivido pienamente.
Sebbene sia convinta che il perdono (e non il condono) sia necessario per la nostra serenità, la nostra realizzazione interiore e quella di coloro che ci circondano, io non confonderei la colpa, il colpevole o il colpevolizzato in modo troppo egualitario.
Il fatto che una persona, per un suo particolare stato di debolezza, si renda disponibile come vittima, non autorizza affatto il carnefice a rendersi tale.
Pur tuttavia, concordo che non dobbiamo avvalerci sul singolo, ma altro discorso è se questo singolo rappresenta un' istituzione oppressiva e ne condivide l' etica.

Gesù, nel Vangelo di Matteo cap. 23 non usò la stessa tua moderazione.
Egli attribuì le responsabilità ai responsabili!!!
Non disse : "questo o quello sono meno responsabili perchè sono singolarmente scusabili".
Egli disse a gran voce :" guai a voi!".
Tutto il capitolo è una condanna per le persone che operano ingiustizia!
Senza moderazione, senza mezzi termini, senza scusante alcuna.
Bisogna distinguere tra recriminazione e giustizia.
Tra vittimismo e violazione.
Tra senso di colpa e responsabilità.
Io so che tu sei molto buono.
E non critico affatto questo tuo splendido anelito di pace.
Questa tua tolleranza.
Questa tua comprensione.
Ma io,concedimelo, seguo il Maestro.
Perchè non sono affatto convinta che tutti coloro che sono qui è per capire cosa succede.
Prova ne è che il clima è mutato, che la sofferenza si è riacutizzata, che la polemica si è riaccesa.
E questo non è un segno che faccia ben presagire.
Ognuno è libero di credere alla buona fede di chiunque.
Io sono altrettanto libera di non crederci.
E sono certa di ciò che affermo....
Fidati....


Sto valutando l' ipotesi di togliermi dalla moderazione.
Per potermi esprimere in libertà e non mettere te nell' imbarazzo.
Sarà una vittoria per qualcuno.
Ma la nostra è una storia che si protrae da tempo.
Ed io non desidero più sottostare agli abusi di seminatori di zizzanie.
Non so se per te sarà un guadagno.
Ma non sono persona da tali compromessi.

Con rinnovato amore,

[SM=x1061968]



Marina
Email Scheda Utente
Post: 3.879
Post: 907
Registrato il: 26/10/2006
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 02:22
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

la vera sfida di questi tempi
è non violentare le persone
rubando la vita delle persone

Email Scheda Utente
Post: 3.880
Post: 908
Registrato il: 26/10/2006
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 02:22
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re:
animhatua, 06/09/2007 02.22:

la vera sfida di questi tempi
è non violentare le persone
rubando la vita delle persone




quà o altrove




Email Scheda Utente
Post: 3.882
Post: 909
Registrato il: 26/10/2006
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 03:21
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re: Re:
una sfida che per quello che vedo
pochi sono in grado di accettare

ma se io ti regalo la mia vita
perchè me la vuoi rubare?

c'è un sottile e sadico piacere
nel fare il male
e poi vestirlo di bene

e dire pure che mi vuoi aiutare ( bo no so ipotizzo)







Email Scheda Utente
Post: 3.883
Post: 910
Registrato il: 26/10/2006
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 03:30
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

se vuoi entrare in casa mia devi bussare

toc toc
posso entrare?

se mi vuoi parlare
devi chiedere

non al macellaio ovviamente
ne al panettiere


se poi mi vuoi violentare
è un altro paio di maniche

vieni...


[SM=x1061917]
Email Scheda Utente
Post: 398
Post: 398
Registrato il: 10/01/2007
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 08:54
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

[SM=x1061918]

Questa notte ho avuto molti pensieri.
Tra questi, quello di cancellarmi dal Forum.
Molti mesi fa cercai accoglienza in questa casa per sfuggire ad un leone che, viaggiando di Forum in Forum e sconvolgendone gli equilibri, perseverava nell' attaccare me mio marito nel peggiore dei modi.
Qui dentro io sono cresciuta, sono cambiata, ho trovato amici e persone di grandi capacità.
A volte con accese discussioni, a volte con profondo affetto, ci siamo scambiati le nostre opinioni, le nostre esperienze, le nostre gioie ed i nostri dolori.
Abbiamo anche esagerato, qualche volta.
Ma non solo nel male...anche nel bene.
Oggi, questo leone, me lo ritrovo in casa.
Con lo stesso atteggiamento, la stessa dinamica distruttiva sottile ma persistente.
Stavo cedendo al desiderio di fuggire e renderlo vincitore.
Non lo farò.
Ho già commesso un errore cancellando una mia discussione per nulla offensiva solo per amore di Pino e della sua sensibilità.
Lasciando così il dubbio che essa lo fosse veramente.
Certo, un acceso contrasto potrebbe sminuire il valore della moderazione e, quindi, espormi alla necessità di modificare il mio ruolo da quello attuale a quello di utente.
Ma non ho alcuna intenzione di cessare di oppormi agli attacchi spirituali, evidenti o no che siano.
La mia battaglia contro la falsità perdurerà, questa volta esclusivamente con l' ausilio delle Scritture.
E voglio proprio vedere chi oserà affermare che le Scritture sono infamanti, od offensive o non moderate.
Voglio proprio vedere chi si permetterà di chiedere di cancellarle.
Voglio proprio vedere chi starà in piedi davanti al Cristo.
Mi perdonino coloro che mi hanno conosciuto come paladina dell' amore.
Anche difendere a spada tratta la libertà, la giustizia e smascherare la falsità è amore.
Può essere compreso o no.
Ma credete, so esattamente di cosa stò parlando.

1Pt 5:8.

Chi ha orecchie per intendere... intenda.


[SM=x1061921]

[Modificato da nikitha 06/09/2007 09:02]



Marina
Email Scheda Utente
Post: 4.938
Post: 1.655
Registrato il: 18/08/2006
Città: PISA
Età: 84
Sesso: Maschile
Occupazione: obliteratore
Utente Veteran
OFFLINE
06/09/2007 09:28
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

RE
Qualche buontempone ha scritto:


Non parlate di DIRITTI e delle LIBERTA' altrui, parlate delle vostre paure.

----------------------------------

Certo abbiamo paura delle religioni che fanno paura!!!! [SM=x1061914] [SM=x1061914]

omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]

Email Scheda Utente
Post: 3.856
Post: 2.489
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
06/09/2007 09:32
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Senza perdono non c’è conoscenza, crescita spirituale e identità spirituale.
La cosa più difficile è stata perdonare me stesso.
A volte il male che facciamo è stato dimenticato e perdonato da tutti meno che da noi.
Dio, aveva perdonato il peccato di Davide con Betsabea, l’ aveva cancellato, dimenticato, era lontano come il nord dal sud, ma il re Davide si portò il rimorso di quel peccato alla tomba.
Il Salmo 51, riporta la sofferenza di Davide.
C’è un altro aspetto.
Un torto subito, può creare risentimento e annebbiare il cervello.
Il Vangelo e la psicologia si trovano d’ accordo sulla lezione di Gesù nel perdonare.
Il perdono non si subisce, ma si sceglie.
Il perdono, spesso, quando subiamo un grave torto, ha l’ effetto di un fulmine sul cuore, pieno di risentimento.
Non si ha nessuna voglia di perdonare.
Oggi, dopo averlo sperimentato (diciamo che mi sforzo di applicarlo), posso dire con assoluta certezza che gli effetti del perdono sono un toccasana, per tutto il nostro essere.
Il perdono autentico non ha nulla di patetico, ne può ridursi ad un puro gesto nobile: è invece la più importante scelta d’amore a sé che si possa immaginare, è il trionfo di forza e vitalità, al di la di ogni fraintendimento.
La psicologia insegna che, quando noi non accettiamo un fatto, la mente, seguendo un invincibile impulso inconscio, torna e ritorna implacabilmente proprio su ciò che noi rifiutiamo.
Di conseguenza, volente o no, chi non perdona continuerà a rivivere il torto subito, reale o immaginario, come se l’ evento si fosse verificato pochi minuti prima.
Ogni parola, ogni gesto sono rivissuti con un’intensità di contorni e di colori impressionante.
Ah, se avessimo una pallida idea non solo del danno alla salute psicologica (e di conseguenza fisica: mente e fisico, si sa, sono realtà profondamente legati), ma anche del paralizzante blocco di energie causate dal rifiuto del perdono!
Quante nevrosi, depressioni, angosce, ma anche malattie fisiche si celano dietro un mancato perdono!
Una scelta balorda che ci rende schiavi del passato, della negatività, del rancore, insomma di tutti i nostri nemici. Veleno che noi accumuliamo in gran quantità e riponiamo con cura nei ripostigli dei nostri cuori.
Potremo fingere quanto vogliamo di aver dimenticato, sforzarci di orientare il nostro pensiero in altre direzioni, ma invano. Il fuoco della negatività continuerà a covare sotto la cenere, sempre pronto a scoppiare, sotto forma d’angoscia, depressione, rabbia, rancore, rivolti contro il prossimo o contro noi stessi.
Daremo la stura a proiezioni negative che avranno per oggetto il prossimo, nonché a depressioni a non finire.
Con tanti saluti alla serenità, alla guarigione, all’amore a sé, al prossimo e alla gioia.
Solo gli ignoranti o gli stolti possono illudersi di violare le leggi della natura.
Si tratta di meccanismi inevitabili, proprio perché inconsci: l’ unica salvezza è offerta dal perdono.
È una verità cristiana e scientifica.
Prima ne diventiamo consapevoli, meglio sarà per tutti, a cominciare da noi stessi.
Quanto spesso sentiamo dire, specialmente, quando la ferita ci pare particolarmente grave: “Come posso perdonare ciò che mi è stato fatto?”.
Eccoci di fronte ad un primo fraintendimento: non si tratta di perdonare ciò che c’è stato fatto, bensì chi ha causato la nostra sofferenza.
Il perdono è una grande novità che ci viene in dono da Gesù Cristo e costituisce la parte che tocca a noi nell’ opera di redenzione e di liberazione in virtù della quale Gesù ha salvato il mondo.
Pietro, il giorno precedente la crocifissione aveva rinnegato tre volte Gesù.
Questo era avvenuto, mentre Gesù subiva l’interrogatorio del sommo sacerdote; i servi e le guardie avevano acceso il fuoco in mezzo al cortile per scaldarsi.
Il canto del gallo ricorda a Pietro che Gesù aveva previsto il suo rinnegamento.
Egli allora esce e scoppia in un pianto dirotto, trovandosi a faccia a faccia con Gesù: uno sguardo di compassione, senza nessuna traccia di rimprovero.
Dopo la risurrezione, sulle rive del mare di Tiberiade, Gesù stesso accende il fuoco per cucinare il pesce.
Poi prende da parte Pietro e gli chiede per tre volte: “Mi ami tu?”.
Pietro risponde ogni volta: “Signore, tu sai che ti amo”.
La ferita causata dal triplice rinnegamento è sanata dalla professione d’amore, ripetuta appunto tre volte.
Dal momento che ogni fuoco acceso gli avrebbe ricordato il suo rinnegamento, così il fuoco acceso da Gesù in riva al lago gli avrebbe sempre ricordato il suo amore per lui.
Gesù ricostruisce insomma la stessa situazione in cui si era verificato il trauma di Pietro, allo scopo di guarirlo una volta per tutte.
Non a caso Françoise Dolto, grande psicanalista francese, agnostica, si convertì, quando, a seguito di un’attenta lettura del Vangelo, ebbe modo di constatare che non c’è mai stato, nella storia, uno psicologo più grande e più profondo di Gesù, nonché un uomo più equilibrato.
Il perdono riesce non di rado difficile in quanto porta a fare inevitabilmente i conti con il nostro grande nemico, l’ego, il quale ovviamente non ne vuole sapere.
Se ci concentriamo su colui nei confronti del quale proviamo sentimenti negativi, difficilmente vedremo possibilità di redenzione per lui e di perdono per noi.
Proviamo invece a concentrarci su noi stessi ed ecco che la necessità di liberarci dal passato ci apparirà chiara.
Dove non c’è perdono prosperano le erbacce del risentimento o dell’odio, nemiche giurate della serenità e della gioia, che non possono esistere, al pari della libertà, dell’amore a sé e al prossimo, senza il perdono.
Il perdono è la prova del nove, capace di dimostrare se siamo disposti o no a raccogliere la sfida della vita e dell’amore incondizionato, a trasformarci in donne e uomini nuovi, aperti al pluralismo religioso (per citare Pucci) ed essere veramente cristiani.
Si può paragonare il perdono all’atto dell’espirazione, in quanto consiste innanzi tutto in un "lasciar andare", quindi dire addio per sempre a qualunque sentimento negativo, si tratti di paura, risentimento, desiderio di vendetta, rancore, rabbia o altro.
Non di rado è prima noi stessi che dobbiamo perdonare: pensiamo ai sensi di colpa, che altro non sono che sentimenti negativi nei nostri confronti.
Proprio perdonando, facendo pace con noi stessi, impariamo a perdonare il prossimo e così a perdonare noi stessi.
Perdonando impariamo ad aderire alla vita: infatti, possiamo intervenire solo sul nostro presente e, di conseguenza, sul nostro futuro.
Finché ci rifiutiamo di perdonare, noi restiamo nevroticamente ancorati al passato, addirittura a un passato irreale, a ciò che secondo noi avrebbe dovuto essere e non è stato.
Il perdono è un processo interiore in cui impariamo a distaccarci da una visione della vita permeata dall’"ego", per cui il prossimo dovrebbe adeguarsi ai nostri schemi di comportamento e la responsabilità delle nostre disgrazie sarebbe sempre e comunque degli altri.
Il perdono, insegnandoci ad amare la vita per quella che è, ci libera dalla paura, per farci scorgere in ogni evento, piccolo o grande, una lezione finalizzata alla nostra evoluzione.
Dal perdono nasce inoltre il coraggio, in quanto il meschino compiacimento che il nostro ego prova nel farci sentire vittime anziché responsabili della nostra vita si rivela un capitolo da archiviare per sempre.
Grazie al coraggio, scopriremo che la realtà è un po’ diversa dalla favoletta dove gli altri sono i carnefici e noi le povere vittime.
Ci renderemo conto che nella stragrande maggioranza dei casi la nostra parte di torto non manca.
Anzi, uscire dallo stereotipato ruolo di "umiliati e offesi", nel quale il nostro orgoglio ci aveva confinati, non potrà che sortire effetti salutari per raggiungere l’armonia con noi stessi, col prossimo e col mondo intero.
Avvicinandoci all’altro senza pregiudizi, con tutta probabilità se ci fossimo trovati nella precisa situazione storica ed esistenziale di chi tanto ci ha fatto infuriare, ci saremmo comportati allo stesso modo.
Non a caso, coloro che non sono disposti a perdonare si sentiranno sempre "in credito" nei confronti della vita e da tale habitus, conscio o inconscio, nascono angoscia e frustrazione a tutti i livelli, indipendentemente da ogni sicurezza di ordine materiale o sociale raggiunta.
Perdonando, impariamo invece a sentirci "in debito" nei confronti della vita.
Invece di chiederci che cosa abbia la vita da offrire a noi, chiederemo che cosa noi abbiamo da offrire alla vita.
A quel punto, essa ci colmerà di doni inaspettati.
Il perdono è inoltre indispensabile per fare piazza pulita dei pregiudizi e aprirci alla verità: pensiamo solo alla pretesa secondo cui gli altri "devono cambiare" secondo i nostri schemi o comunque corrispondere a questi.
Quale occasione migliore per imparare a scendere dai troni illusori sui quali certe volte ci adagiamo, comprendere chi non ci piace, accettare che spesso quelli che non riusciamo a tollerare negli altri, altro non sono che aspetti e proiezioni della nostra personalità?
Attraversare il ponte del perdono significa percorrere il tratto più importante dell’ universo, di là del quale è garantita la felicità”, dice lo psicologo Pasquale Ionata. Perdonando diciamo definitivamente "sì" alla vita, reinserendoci in quel flusso dinamico e aderendo a quella legge di trasformazione che costituisce una bellissima e fondamentale legge di natura.
Una volta divenuti consapevoli della sua importanza, per molti la scelta del perdono si rivelerà spontanea; altri, pur desiderosi di muoversi in tale direzione, potranno incontrare difficoltà.
Capita, in altre parole, di sentire: “Vorrei perdonare mio marito (o mio padre, o altri ancora), ma non ci riesco”. Niente paura. Teniamo presente l’insegnamento zen: “Quando l’allievo è pronto, il maestro compare”; se siamo davvero decisi a cambiar vita, troveremo la strada.
Riuscirai, se pensi di riuscire.
Il perdono è per lo più frutto di un cammino, perciò si impara.

Un Saluto di cuore a tutti
Pino

[SM=x1061915] [SM=x1061967]





__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 3.857
Post: 2.490
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
06/09/2007 09:35
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

“Solo dal perdono nasce l’amore” N. MANDELA


E' proprio così!
Il perdono si muove dentro di noi come la verità e l'amore!
Oggi la moderna psicologia ha cominciato ad interessarsi del perdono perché si è visto che nella pratica clinica, una terapia riuscita spesso porta il paziente a perdonare le offese ricevute.
Questo atto, producendo una diminuzione di amarezza e risentimento, ha un effetto catartico, di liberazione, perché è capace di eliminare o attenuare i sentimenti di rabbia, di vendetta, di vergogna e di risentimento, liberando delle energie, che possono essere dunque meglio spese su altri fronti.

Pino


[SM=x1061915] [SM=x1061919] [SM=x1061967]




__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 3.858
Post: 2.491
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
06/09/2007 09:36
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


Perché ci sia vero perdono devono essere coinvolti tutti i sistemi: cognitivo, emotivo e comportamentale. Dal punto di vista cognitivo ed emotivo, il perdono richiede tempo: infatti può avvenire solo dopo che vi sia stato un processo mentale capace di far tacere il risentimento, la rabbia, il desiderio di vendetta o di punizione della persona che ha perpetrato l’offesa. Il gesto del perdono è solo l’ultimo atto che riguarda questo lungo processo.

Il perdono richiede dunque un grande sforzo, emotivo ed intellettuale e non dovrebbe dunque essere confuso con la timidezza o la debolezza morale. Chi perdona non è chi non vuole assumersi la responsabilità di punire, correggere, vendicare, non è chi vuole necessariamente chiudere un occhio sulla realtà che lo fa soffrire, lasciando correre e guardando oltre: perdonare non significa cercare di dimenticare l’offesa ricevuta, ma solo fare in modo che essa, pur permanendosi nel ricordo, non provochi più dolore. La dimenticanza infatti non equivale al perdono.

Il perdono implica la propria liberazione da un nemico interno, costituito dall’odio. L’odio, come l’amore, è un sentimento molto forte, che può legare indissolubilmente ad una persona e che dunque fa si che l’offensore sia sempre nei pensieri dell’offeso, nei suoi ricordi, nei suoi progetti. L’odio crea una dipendenza. Per questo, dal punto di vista psicologico, il perdono viene considerato un valido strumento terapeutico: permette di lenire la sofferenza, di riguadagnare la fiducia in sé stessi, e spesso di ristabilire relazioni interrotte fra due persone, attraverso una rinegoziazione delle regole del rapporto.

Tratto da vecchi appunti su una lezione della dottoressa Giuliana Proietti, eccellente psicoterapeuta!
Saluti
Pino


[SM=x1061919] [SM=x1061919] [SM=x1061967]



__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 3.859
Post: 2.492
Registrato il: 08/02/2006
Città: TORINO
Età: 69
Sesso: Maschile
Occupazione: professionista
Utente Veteran
AMMINISTRATORE
OFFLINE
06/09/2007 09:37
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Per perdonare occorre sapersi spogliare dei propri panni e sapersi mettere in quelli dell’offensore, cercando di vivere e reinterpretare la realtà guardandola da un’altra prospettiva, giustificando e comprendendo quelle che possono essere state le motivazioni o le pulsioni delle quali possa essere stato, a sua volta, vittima chi ha offeso.

Il processo del perdono richiede meno sforzi affettivi e cognitivi se l’offesa non è grave, se non è intenzionale, se l’offensore mostra rammarico e chiede scusa.

Quando si riceve un’offesa per prima cosa si sperimenta uno stato generale di smarrimento, di perdita momentanea dell’equilibrio, anche a causa dell’effetto-sorpresa e della mancanza di adeguate strategie difensive. Questo è ancor più vero quando fra vittima e offensore c’è un legame profondo di affetto o di amore, come può avvenire fra parenti, coniugi, amici o affini. Dal momento in cui si riceve l’offesa viene messo in crisi tutto un sistema di attribuzioni e di aspettative riguardo ad una certa persona, il tutto abbinato ad emozioni fortemente negative e distruttive, difficili da contenere, come accade quando si sperimentano dolore, rabbia, delusione, depressione, vergogna.
Tratto da vecchi appunti su una lezione della dottoressa Giuliana Proietti, eccellente psicoterapeuta!
Saluti
Pino







__________________________________________________
Email Scheda Utente
Post: 4.939
Post: 1.656
Registrato il: 18/08/2006
Città: PISA
Età: 84
Sesso: Maschile
Occupazione: obliteratore
Utente Veteran
OFFLINE
06/09/2007 09:40
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Solo x Pino

Bravo!!!!! Letto,approvato e sottoscritto. [SM=x1061918]

Norby [SM=x1061916]
Email Scheda Utente
OFFLINE
06/09/2007 11:24
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

NON C'E' STATA MAI NOTTE COSI' LUNGA CHE NON ABBIA VISTO L'ALBA


Innanzitutto vorrei invitare Marina a considerare la possibilità di riappropriarsi di ciò che le appartiene, ovvero dignità, onorabilità, rispettabilità, autonomia di pensiero e di azione, libertà di muoversi a suo piacimento in questi ed altri forum, senza per questo dover rendere conto a nessun'altro/a che a se stessa.
Cara Marina, non dare corpo sacro a sensazioni di persecuzioni, al punto da farne un dio a cui rendere conto, nel bene e nel male.
Non subirla, ma agiscila scoprendola e reiviandola al mittente...questo nella migliore delle ipotesi, perchè, al peggio, si può sopperire ignorando, dimenticando che esistano certe persone.
Il mio è un discorso generico e non intende indirizzarsi a nessuno in particolare.

Inoltre vorrei dirti che quella del perdono è tutta da rimettere in discussione.
Il perdono, casomai, si concede a chi lo implora...non si distribuisce gratis a chiunque, soprattutto se dall'altra parte non è richiesto. Se non richiesto non sarà mai apprezzato. Il perdono richiede come minimo che dall'altra parte ci sia una certa assunzione di responsabilità per il torto commesso, come nel caso del papa con Galileo e con gli ebrei (anche se è stata una richiesta di perdono pronunciata fra i denti...alla genovese [SM=g27987] ).

Che cosa perdoni dunque?

Poichè tu ti ritieni lesa nella tua dignità è il caso che tu veda corretto che siano i fautori della tua sofferenza a dover chiedere perdono, ma quelli, come è evidente, non ritengono di farlo.
Ritengono d'essere nel giusto, maestri del bene e del male.
Dal loro punto di vista saresti tu a dover chiedere perdono.
Son loro che, ironia della sorte, ritengono d'essere perseguitati e di difendersi...come potrebbero mai chiederti perdono?

Ricorda che le peggiori nemiche della verità sono le convinzioni.
Più sono profonde più s'allontanano dalla verità.

Quello che qui viene definito perdono da elargire è perciò qualcosa d'altro. Viene impropriamente definito perdono, mentre in realtà potrebbe dirsi rinuncia alla vendetta per i torti subiti, rinuncia a rendere pane per focaccia, a rendere male per male...insomma, rinuncia alla legge del taglione.
Questo però mi pare che tu già lo abbia fatto, perchè dunque rammaricarsi?
Non è che vogliamo girare la frittata e far passare l'oppresso per oppressore e l'oppressore per oppresso?

C'è modo di difendersi anche da questi subdoli attacchi, ma ne faremo oggetto di conversazione in un prossima occasione, sempre che possa essere utile.

Un abbraccio

Ricorda le parole del vecchietto alla fanciulla piangente:

"non c'è stata mai notte così lunga che non abbia visto l'alba"
Tu vai già verso l'alba, la mezzanotte è passata da tempo.

[SM=x1061915]

Pyccolo

















Email Scheda Utente
Post: 399
Post: 399
Registrato il: 10/01/2007
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 16:57
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

[SM=x1061918]

Carissimo Pyccolo,

quoto al 100% il tuo intervento.
Confermo, con decisione, che le mie posizioni sono esenti da vittimismo, da rabbia o risentimento personale, che sono perfettamente in linea all' atteggiamento di Gesù nei confronti degli "operatori di illegalità", che la storia del perdono è già stata da me affrontata in maniera integrale e totalmente soddisfacente e che, ribadisco, non confondo il perdono col condono!.
La visione equilibrata di questo aspetto non è esente dalla richiesta di giustizia per i crimini commessi, ed è una richiesta lecita ed oltremodo corretta.
La storia biblica è un esempio di correttezza e di perdono, ed è un esempio di giustizia quando il perdono non ravvede le basi essenziali per essere messo in pratica.
Le odierne terapie, non sono affatto basate sul perdono di chi ha abusato di noi esentandolo da conseguenze legali per le violazioni commesse, anzi, esso è un processo psicologico che mira a liberare noi stessi da sentimenti che possono farci del male o limitare la nostra libertà interiore, o la nostra crescita morale e spirituale.
E' un perdono indirizzato alla nostra libertà interiore, perchè, perdonando gli altri, liberiamo noi stessi.
Ma non è la favoletta del " ti perdono quindi sei libero di continuare a fare del male al tuo prossimo!".
Non limitano in alcun modo il corso di un auspicabile giustizia e la convinzione che essa sia da applicare per preservare possibili altre future vittime.
Altrimenti, se così fosse, perchè batterci per una eguaglianza economica che riscatti la povertà?
Perchè condannare chi comette un crimine fisico o morale?
Perchè ravvedere abusi e violenze a carico dei deboli?
Pechè battersi contro le multinazionali o contro chi distrugge l' ecosistema della Terra condannandoci alla rovina?
Proviamo a fare discorsi di questo genere agli Ebrei usciti dai campi di sterminio.
O ai genitori di quel ragazzo, di cui non ricordo il nome che, piuttosto di sottostare ad un comitato giudiziario, si è tolto la vita.
Sarebbe sufficiente insegnare alle vittime la tecnica del perdono e tutto sarebbe "cristianamente" risolto!
E' assolutamente cristiano perdonare ed offrire ogni possibilità a chi non sa quello che fa.
Lavorare per il suo recupero, non certo ricorrendo all' ostracismo.
Non è visione equilibrata concedere lo stesso trattamento a chi, invece, è ben conscio del suo operato.
Altrimenti che ci sta a fare Vito Pucci?
E che soccorso possiamo offrire alle vittime di abusi dicendo loro :" guarda, tu sei una vittima perchè te lo sei cercato, se avessi un atteggiamento diverso non attireresti carnefici sul tuo cammino, quindi, è colpa tua!".
Ben diverso è l' ostracismo, ben diverso è il ricorso a tribunali interni senza possibilità di difesa nei confronti di persone mentalmente sottoposte!
Per favore rendiamoci liberi da convinzioni buonistiche!
Possiamo insegnare alle vittime a rendersi libere, a riappropriarsi della propria vita, della dignità.
Ma non certamente lasciando impuniti i crimini e le ingiustizie.
Allora, per concludere, se io mi trovo in stretto contatto con chi persevera nel promulgare teorie e pratiche che producono vittime e ne difende a spada tratta la legittimità, che devo dire?
E che dico a quelli che, per l' applicazione impropria di una supposta giustizia divina, hanno perduto figli, mariti, genitori?
Che desidero redimere i farisei?
E' questo che ha fatto Gesù?
Se riuscite a convincermi di questo, e non credo proprio perchè dovreste riscrivere i Vangeli, tornerò a ragionare da donnina ammodo.
In caso contrario, e dopo l' ultima soddisfacente e esauriente telefonata con Vito, resto ferma nelle mie posizioni.


Considero scaduta la mia carica di moderatrice, non avrei più il coraggio di guardare un disassociato negli occhi, in quegli occhi smarriti che incontro ogni giorno sul mio cammino.

Grazie.


[SM=x1061927]



Marina
Email Scheda Utente
Post: 4.946
Post: 1.657
Registrato il: 18/08/2006
Città: PISA
Età: 84
Sesso: Maschile
Occupazione: obliteratore
Utente Veteran
OFFLINE
06/09/2007 17:23
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

RE x Marina
Cosa vorresti dire??? Ora che non sei più moderatrice ti posso abbracciare senza moderazione???? [SM=x1061911]

omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]
Email Scheda Utente
Post: 400
Post: 400
Registrato il: 10/01/2007
Sesso: Femminile
Utente Senior
OFFLINE
06/09/2007 17:39
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

[SM=x1061922]



Cosa vorresti dire??? Ora che non sei più moderatrice ti posso abbracciare senza moderazione????




Senti.....non dirlo a mio marito ma.....avresti potuto farlo anche primaaaa!!!



[SM=x1061968]


[SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946]



Marina
Email Scheda Utente
Post: 4.947
Post: 1.658
Registrato il: 18/08/2006
Città: PISA
Età: 84
Sesso: Maschile
Occupazione: obliteratore
Utente Veteran
OFFLINE
06/09/2007 19:49
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re x Marina

Sei simpaticissima !!!!


omega [SM=x1061915] [SM=x1061913] [SM=x1061960] [SM=x1061959]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com